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Pathologic 2, la recensione

Pathologic 2 è un titolo visionario e narrativamente potente, ma allo stesso tempo spigoloso e pieno di sistemi che fanno di tutto per frustrare il giocatore.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   27/05/2019

Pathologic 2 è una bestia ardua da domare per scriverne una recensione, perché fa di tutto per repellere il giocatore, al punto da risultare sgradevole e inaccessibile in moltissime occasioni. Seguito di quel Pathologic tanto difettoso quanto sublime nella sua radicalità poetica, è allo stesso tempo una sofisticata rielaborazione del testo originale e una visione completamente nuova dello stesso nucleo tematico.

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Fu nel 1969 che Luca Ronconi allestì il suo Orlando Furioso al Festival dei Due Mondi di Spoleto, facendo la storia del teatro. Sostanzialmente la messa in scena trasformava gli spettatori in scenografia, dandogli un ruolo fortemente attivo, ma allo stesso tempo limitando la loro fruizione dell'opera, perché l'azione si svolgeva contemporaneamente in diversi luoghi del palco semovente, che veniva modificato in continuazione. Volendo lo spettatore poteva decidere di porsi in una posizione passiva, stando semplicemente a guardare, con il risultato di essere messo fuori dallo spettacolo e, sostanzialmente, annoiarsi. Insomma, la scelta era tra una fruizione attiva, ma parziale e una passiva, ma completa. Nel primo Pathologic il giocatore si trovava spiazzato da un mondo di gioco in cui molto accadeva a prescindere dalla sua presenza. Il sistema di combattimento era orrendo, i problemi abbondavano, ma per molti vagare per la città morente dov'era ambientata l'azione, scoprendone nuovi aspetti partita dopo partita, valeva ogni sofferenza, anche quella di sviluppare la consapevolezza dell'impossibilità di comprendere pienamente il gioco.

Città malata

Ice-Pick Lodge ama moltissimo la messa in scena teatrale, al punto che Pathologic 2 inizia dentro a un teatro usato come ricovero per i malati. Il giocatore veste i panni di un dottore tornato nella sua città natale dopo anni di assenza, per cercare di curare una piaga che ne sta decimando la popolazione. La notte prima del suo rientro, suo padre è stato ucciso da chissà chi e chissà per quale motivo, mentre al suo arrivo, egli stesso ha ucciso tre uomini che lo hanno attaccato appena sceso dal treno, inimicandosi subito parte della popolazione. Diciamolo subito: in Pathologic 2 nulla sembra avere un filo logico, ma tutto appare avere un senso all'interno della rappresentazione che, abbandonando ogni velleità di raccontare una storia lineare, si offre solo nella sua frammentarietà, privando addirittura il giocatore della consapevolezza iniziale di ciò che sta facendo.

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Le strade e gli edifici di Pathologic 2 sono pieni di eventi da osservare, di personaggi con cui parlare e di situazioni da interpretare. Non c'è una vera e propria trama da seguire, ma bisogna lasciarsi guidare dall'istinto, cercando ad esempio di indagare sui militari che imperversano per le strade, o facendo amicizia con alcune bande di ragazzini, oppure investigando sull'omicidio di nostro padre, o ancora cercando una spiegazione alla piaga e al perché dell'agguato subito. Da questo punto di vista ci troviamo di fronte a un titolo intrigante quanto complesso: ogni filo della trama che ci troviamo a seguire produce dei pensieri nel protagonista, pensieri che lo collegano a un qualche personaggio o a un luogo che permette di portare avanti la storia. Il risultato è una fitta rete di pensieri, rappresentati da un insieme di icone collegate tra loro a formare un vero e proprio grafico narrativo che teoricamente indica i nostri progressi.

A complicare ulteriormente la situazione ci pensa lo scorrere del tempo, con il passare dei giorni che introduce nuove storie e ne chiude delle altre, oppure crea intersezioni che portano alcune sotto trame in direzioni inattese. Inoltre, per via del coprifuoco la città cambia enormemente di notte, aggiungendo altri problemi da amministrare e nuove storie da trovare. Da notare che il giocatore è limitato nell'esplorazione dal sistema survival, di cui parleremo nel paragrafo successivo, quindi non può seguire tutto. Fortunatamente vagare per la città è stato reso più semplice rispetto al primo Pathologic, grazie all'introduzione dei viaggi veloci e di una barra di stamina che consente dei brevi scatti. Insomma, raggiungere i luoghi desiderati è molto più rapido che in passato. Anche la mappa è molto più funzionale, con icone più chiare e una rappresentazione più precisa della città, divisa in distretti facilmente identificabili, che vengono evidenziati al passaggio del mouse.

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Ad aggiungere altre complicazioni al gameplay ci pensa il lavoro del protagonista, chiamato a intervenire sui malati per curare o rallentare la piaga tramite un mini gioco in cui bisogna riuscire a prescrivere le giuste medicine, mescolando i vari ingredienti così da cercare di ottenere la miscela adatta al caso trattato. All'inizio si interviene abbastanza spesso, ma negli ultimi giorni le risorse iniziano a scarseggiare e sono molti quelli che inevitabilmente bisogna lasciar morire. Inoltre, ogni tanto bisogna combattere, soprattutto di notte, per via di alcuni personaggi mascherati che girano per le strade. Il sistema di combattimento, sempre simil-FPS, è stato molto migliorato rispetto al primo Pathologic, ma rimane la parte più debole del gioco, almeno a livello realizzativo, basato com'è su meccaniche colpisci e scappa poco precise. La maggior parte del tempo si combatte con armi da taglio o a mani nude, ma in giro si trovano anche delle armi da fuoco. Non aspettatevi però di andare a fare stragi indiscriminate, perché non è questo il gioco. Qui tutto è estremamente mirato e anche le risse hanno una loro funzione narrativa, che fa comprendere quanto gli sviluppatori abbiano cercato di collegare tutto e di non lasciare dei sistemi di gioco fini a se stessi.

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Ad esempio attaccare qualcuno senza motivo aumenta l'astio dell'intero distretto in cui ci si trova, rendendo magari più difficile ottenere certe risorse dai negozianti e, in alcuni casi, tagliando di netto delle linee narrative. In altri casi i nostri avversari non arrivano fino in fondo allo scontro, ma alzano le mani in segno di resa, lasciandoci la scelta di dargli il colpo di grazia o di lasciarli andare, magari dopo averli derubati dei loro averi.

Sopravvivere al sistema

Un'altra firma, se così la vogliamo chiamare, di Ice-Pick Lodge è l'impietosa difficoltà, dovuta a un sistema di gioco punitivo oltre ogni limite, davvero odioso nel suo voler rappresentare una specie di mezzo di selezione naturale del suo videogiocatore ideale. Ma andiamo con ordine. Il primo giorno di gioco alcune figure longilinee che si incontrano girando per la città ci spiegano i rudimenti del gameplay, dicendoci ad esempio dove trovare acqua e cibo, come gestire l'inventario e così via. Insomma, tra le altre cose ci introducono alle terribili meccaniche survival di Pathologic 2, che probabilmente faranno scappare a gambe levate più di un giocatore.

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In realtà non si tratta di una novità per il team russo, che già con il primo Pathologic, ma anche con The Void, Cargo e Knock-Knock, ha sempre introdotto delle caratteristiche dalla difficoltà folle che possono arrivare addirittura a bloccare la progressione (pensate ai colori da miscelare in The Void). Per inciso, in Pathologic 2 il protagonista ha sempre fame e sete e viene infettato. In compenso ha anche bisogno di dormire, ma facendolo la fame e la sete crescono a una velocità vertiginosa. Il tutto si traduce nella necessità di andare costantemente in giro alla ricerca di medicine, di cibo e di acqua... con l'impressione di non riuscire mai a soddisfare davvero tutti i suoi bisogni. Insomma, in alcuni frangenti il gioco sembra diventare una corsa contro le barre di misurazione dei valori del protagonista. Inevitabilmente si finisce per morire. E morire. E morire ancora. Qui la simpatia di Ice-Pick Lodge raggiunge livelli elevatissimi, visto che ogni volta che si rinasce si ottengono dei malus, come la riduzione di una della barre, che rendono ancora più difficile sopravvivere.

Il sistema di salvataggio non aiuta: a disposizione c'è solo una posizione di salvataggio che viene sovrascritta dopo ogni morte, non consentendo così di evitare i malus. Il risultato è che dopo alcune morti ci si può ritrovare con il personaggio ridotto talmente male che diventa sostanzialmente impossibile portare avanti la partita e si è costretti a ricominciare. Peggio ancora, questo focus smodato sulla sopravvivenza dà la sensazione che si stiano perdendo moltissimi eventi interessanti. Insomma, dover andare a caccia di cibo invece di indagare sui misteri della piaga a volte non è proprio il massimo, tanto più quando si sta seguendo un filo narrativo particolarmente interessante.

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È un peccato, perché in questo modo molti eviteranno di avvicinarsi al gioco perdendosi il suo eccellente lato narrativo, la sua magistrale costruzione degli eventi e la grandiosa atmosfera della cittadina, con il suo brulicare di figure malatissime, di personaggi surreali e di situazioni completamente folli. Ovviamente se avete tollerato gli altri titoli di Ice-Pick Lodge potreste non essere infastiditi ma intrigati da una simile mancanza di pietà, ma tutti gli altri stiano accorti, perché Pathologic 2 è un titolo che richiede un giocatore costantemente sul chi vive e davvero tollerante verso certe idiosincrasie.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (6)
7.6
Il tuo voto

Pathologic 2 è il degno seguito di Pathologic. Se avete amato il primo e ne avete tollerato i problemi lo considererete un capolavoro, se invece non siete riusciti a digerirlo, o non amate i giochi particolarmente punitivi, statene alla larga. Di nostro amiamo particolarmente il lavoro di Ice-Pick Lodge, ma ci rendiamo anche conto che può indisporre e che richiede una particolare predisposizione mentale, quindi non ce la sentiamo di consigliarlo a cuor leggero. Comunque sia, chi farà lo sforzo di tollerarlo vivrà un'esperienza indimenticabile, oltretutto rigiocabile più volte in virtù dei suoi finali multipli.

PRO

  • Grande atmosfera
  • Narrativamente il degno seguito di Pathologic
  • Malato fino al midollo

CONTRO

  • Il sistema di combattimento è davvero debole
  • Il sistema survival è una mattonata in pieno volto