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Pearl Harbor: Zero Hour

Oggi ci occupiamo di Pearl Harbour: Zero Huor , un titolo dall'impostazione prettamente arcade che ci offre la possibilità pilotare i veivoli protagonosti di uno dei più importanti eventi storici del ventesimo secolo. Un gioco poco conosciuto, ma che, dotato di un ricco database di notizie inerenti alla seconda guerra mondiale, potrebbe riservare una piacevole sorpresa per più di una persone: alla cloche, Paolo Bersani.

RECENSIONE di La Redazione   —   22/02/2002
Pearl Harbor: Zero Hour
Pearl Harbor: Zero Hour

Mi è semblato di vedele un aeleo

7 Dicembre 1941..la data che verrà ricordata con infamia. Alle ore 8, 98 velivoli giapponesi hanno attaccato improvvisamente Ford Island, Pearl Harbour.
La forza di attacco consisteva di 9 bombardieri da picchiata Val, 49 kate equipaggiati con 800 kg di bombe e 40 kate armati di siluri. In pochi minuti, cinque delle otto navi da guerra sono state quasi distrutte..così si presenta Pearl Harbour, simulazione di guerra di stampo molto arcade e limitato all'uso di velivoli.
Inanzitutto il gioco presenta una sezione particolare, studiata per essere qualsiasi di diverso dalla solita banca dati che contraddistingue giochi di questo genere. E' presente infatti una completa ricostruzione dell'attacco in tempo reale nei minimi dettagli, compresi velivoli, navi, bombe, siluri e tutto ciò che ha composto quell'attacco.
Il tutto è piuttosto piacevole e si lascia guardare..il dettaglio della grafica e del sonoro è più che discreto e, anche se controllare è obiettivamente difficile, il tutto dà l'impressione di essere calibrato piuttosto bene anche dal punto di vista della riproduzione della realtà.
Certo, il tutto è piuttosto limitato..il filmato (con cui si può interagire ben poco, potendo controllare solo la visuale) non dura più di una ventina di minuti abbondanti e manca completamente una sezione enciclopedica o un qualsiasi database che riassuma gli eventi di quel tragico giorno di dicembre.

Pearl Harbor: Zero Hour
Pearl Harbor: Zero Hour

Quando il gioco si fa duro..

Pearl Harbour non brilla certo per ricchezza di possibilità; questo è la prima cosa che balza all'occhio entrando nella sezione principale del gioco, e certo non è un'impressione che sparirà col tempo.
Il gioco si basa su una serie di missioni da compiere in sequenza, e la nostra scelta è limitata all'aereo che vogliamo utilizzare in ogni missione.
Ogni aereo necessita però di un certo numero di Punti Prestazione per poter essere usato.
Come potrete facilmente intuire all'inizio i Punti saranno ben pochi e molto difficili da ottenere; l'aereo con cui inizierete a cercare gloria sarà un banale P-40 Tomahakw, molto agile e ideale per fare pratica con il gioco ma davvero limitatissimo in quanto ad armamenti e possibilità di farsi largo attraverso le linee nemiche. Gli aerei sono diversi, anche se il numero poteva essere ben maggiore, e piuttosto diversi tra loro per prestazioni, armamenti, velocità e maneggevolezza. Ma alcuni richiedeono migliaia di PP, e per le prime missioni dovrete accontentarvi di quello che passa il convento.
La prima missione, consisterà nella semplice distruzione di un deposito di munizioni situato poco lontano il luogo di partenza, e non creerà di fatto grossi problemi..possiamo perciò rilassarci e cominciare a studiare lo schermo di gioco..

Pearl Harbor: Zero Hour
Pearl Harbor: Zero Hour

Semplicità..molta semplicità..anche troppa..

L'interfaccia grafica di PH non vi creerà grossi problemi, a meno che abbiate seri problemi di vista.
La visuale è la classica in terza persona, anche se è possibile settarla diversamente, oltre ovviamente alla possibilità di gestire lo Zoom. Il pannello, come già detto, è fin troppo semplice.
Intanto, il sistema di gestione della velocità si basa semplicemente su una nostra scelta, basata semplicemente su 3 velocità di livello crescente. L'aereo si muoverà quindi in modo automatico, e noi dovremo badare solo a mantenere la rotta. E' possibile poi notare il livello di benzina, la posizione del carrello d'atterraggio, i danni subiti dall'aereo, le armi primarie e secondarie in dotazione al velivolo e una piccola mappa.
Anche a voler essere gentili, non si può che notare che l'interfaccia è di una semplicità quasi inquietante, e lascia tutta la responsabilità, di fatto, sul sistema di gioco..
Ma è proprio qui il problema..anche qui, siamo nella mediocrità assoluta.
L'impostazione esageratamente arcade limita tantissimo le possibilità del giocatore, e di fatto l'unica difficoltà del gioco si riferisce al combattimento vero e proprio.
Questo è piuttosto ben strutturato e, se non altro, quando ci si muove da un 'altitudine si ha la sensazione di stare davvero su un aereo, e tutti i movimenti (sia nostri che dei nemici), sono fatti piuttosto bene, senza esagerare in improbabili numeri alla Top Gun.
Dopo 3-4 duelli ad alta quota però, subentra anche qui una noia dalla quale non si scappa.
Attaccare navi e postazioni varie a terra aumenta sicuro il livello di interazione, ma non aumentano il tempo che questo gioco può sottrarre anche al più paziente dei giocatori

Pearl Harbor: Zero Hour

In Conclusione

La grafica e il sonoro, come già detto parlando della Ricostruzione dell'Attacco, sono di buon livello, ma niente di più. A mio parere le navi e tutto quello che risiede a terra (Costruzioni, AntiAeree, Veicoli, ecc) sono realizzati piuttosto bene, anche se in maniera piuttosto approssimativa. Carini gli aerei, anche nel dettaglio, anche se ancora una volta, mi tocca notare che si poteva fare molto di più Del resto, questo è Pearl Harbour; un discreto arcade, realizzato discretamente e capace di togliervi qualche giorno di piacevole divertimento, soprattutto se riuscirete a calarvi nel clima dell'Attacco, essendo il "ritmo" del gioco piuttosto vibrante e capace di non annoiare.
Ma niente di più, davvero niente di più.
Come simulatore di volo non regge, come simulatore di guerra fa sorridere, e anche come arcade è davvero troppo semplice.
Per tutti gli appassionati di Seconda Guerra Mondiale e guerrafondai vari, PH può essere un acquisto azzeccato, se non siete tipi che badano tanti ai dettagli...in tutti gli altri casi, lasciate perdere: ci saranno occasioni migliori per combattere contro l'Asse!

Pearl Harbor: Zero Hour

Introduzione

Correva l'anno 1941. L'italia era ormai immersa fino al collo in una guerra che non doveva, non voleva, non avrebbe dovuto combattere. Lo scenario di guerra era stato ormai allargato a più continenti e la minaccia nazista incombeva ormai. già da tempo, anche oltre Atlantico..
Negli Usa ci si chiedeva quale fosse la decisione da prendere in tempi brevi..Roosevelt, da buon americano Doc, credeva già a quei tempi, a torto o a ragione, che i destini del mondo fossero nelle mani degli States. Il Congresso non la pensava però come lui, e con esso buona parte del popolo americano.
Al Presidente serviva qualcosa che avrebbe scosso l'orgoglio americano, qualcosa di grosso e spaventoso, e così quando seppe che nella Base Hawaiana di Pearl Harbour ci sarebbe stata una simpatica visita giapponese...
Il resto credo possiate immaginarlo da soli. Così almeno, dice la leggenda. Difficile sapere se, davvero, il più grande errore del più masochistico dei popoli era già noto agli Americani..di sicuro c'è che questo attacco ha davvero cambiato il corso degli eventi, e che Pearl Harbour è un nome che porta un suo fascino.
Il film, come da consuetudine, ha smosso un gran vespaio pur non essendo niente di eccezionale, e come accade sovente in questi casi, l'industria videoludica s'è gentilmente accodata a quella cinematografica..