Interazione uomo-macchina
Il giocatore è sottoposto ad una “first person view”  completamente dedicata alla visuale di Cameron, il  cui controllo avviene unicamente attraverso il mouse: pulsante sinistro per eseguire una azione  (spostamento, raccolta oggetti, etc…), pulsante destro per entrare nell’inventario e movimento della sfera  per esplorare l’intero scenario.
 Il puntatore del mouse assume diverse forme, al fine di comunicare l’unica azione possibile in ogni  particolare contesto, mentre accedendo all’inventario si ha la possibilità di visualizzare e analizzare gli  oggetti raccolti, di consultare il blocco note (importante fonte di suggerimenti) e portafogli (contenitore di  documenti) e di usare la mappa (ausilio da conquistare nel corso del gioco).
 Per quanto riguarda la giocabilità e l’interfaccia utente, non posso che essere piuttosto lapidario,  provenendo da esperienze molto più interattive nell’ambito delle Avventure Grafiche, trovo innanzitutto  fastidiosa l’idea di dovermi muovere di scena in scena in maniera sequenziale e rigida attraverso un click  del mouse e di non poter liberamente scorrazzare negli ambienti.                                                              
Interazione uomo-macchina
 Scordatevi di poter “palpeggiare” tutti gli oggetti che incontrate, perché se non presentano sufficiente  significatività per l’investigatore, non potrete neppure spolverarli, inoltre il gioco preclude determinati  percorsi in base al vostro livello di “successo”, ovvero non è possibile varcare determinate soglie o  utilizzare determinati oggetti se non avete raggiunto prestabiliti punti cardine all’interno della storia  (spesso di grande aiuto anche se fortemente frustrante, ndr).
 Cameron dovrà risolvere problemi più o meno complessi per procedere nelle indagini (o quanto meno per  sopravvivere in quella lugubre terra), il che rende il corso degli eventi maggiormente eccitante e dinamico,  soprattutto considerando che alcuni di essi posseggono vincoli temporali sempre più pressanti.                                                                 
Grafica e filmati
Loch Ness sfrutta presumibilmente lo stesso motore grafico (anche piuttosto datato, ndr) del  predecessore “The Messenger”, inoltre emerge sin dal primo ambiente chiuso (una sala della tenuta) che il  motore non renderizza i modelli ad ogni spostamento del fuoco del soggetto, ma semplicemente ricrea la  prospettiva distorcendo l’immagine della stanza.
 Nonostante gli spazi aperti siano concepiti con grande accuratezza, la realizzazione grafica degli scenari  lascia sicuramente a desiderare, in poche parole non occorre un occhio clinico per notare distintamente i  vertici dei pixel nell’intero susseguirsi delle inquadrature.                                                               
Musica e dialoghi
L’intera sezione audio non sembra curata ai minimi dettagli, le musiche di sottofondo risultano essere poco  presenti e di insufficiente accompagnamento al gioco e gli effetti sonori non sono degni di nota.
 I dialoghi sono presenti solo sotto forma di animazioni video che interrompo il flusso del gioco per fornire  importanti informazioni all’investigatore, mentre sono udibili occasionalmente commenti di quest’ultimo per  enfatizzare determinate situazioni.                                                                
Installazione
Il package prevede due CD e un manuale piuttosto  scarno, contenente lo stretto necessario per poter  cominciare a giocare, la configurazione minima richiesta è la seguente :
 
- Pentium 166MHz ( 200MHz consigliati)
 - Win 95, 98, Me o XP
 - 16 MB Ram
 - Scheda video a un migliaio di colori (nessun requisito di accelerazione 3D?)
 - Scheda sonora a 16 bits
 - Cd-Rom 16x (24x consigliato)
 
Conclusione
Loch Ness è indubbiamente un gioco con la potenzialità di intrigavi per mezzo di situazioni misteriose,  nonché di stuzzicavi con continui enigmi da risolvere, a patto che non veniate ostacolati dalle pesanti  limitazioni imposte dal motore grafico e dai meccanismi di controllo.
 Considerata l’assenza di livelli di gioco differenti, un discreto giocatore di avventure grafiche o di RPG  troverà sicuramente questo gioco non troppo impegnativo, per coloro che di esperienza ancora ne devono  fare consiglio di salvare spesso e di cercare aiuto nel blocco note. Buona indagine. 
Intro
Chicago, 1932: un telegramma scuote copiosamente l’attività investigativa (non troppo emozionante) di  Alan Parker Cameron, il quale viene invitato a constatare personalmente le innumerevoli apparizioni  sovrannaturali che turbano ormai da tempo il castello di Devil’s Ridge (Scozia).
 L’investigatore raccoglie la richiesta di aiuto del famoso medico Alistair McFairley, nonché proprietario della  tenuta, e si immerge nella “irreale” realtà scozzese degli anni ’30 (lago e mostro inclusi, ndr) ma … le  sorprese sembrano essere all’ordine del giorno… prima fra tutte la notizia che dà il benvenuto a Cameron:  lo scienziato è scomparso.
 Per colmare eventuali ambiguità, e per creare altrettante situazioni misteriose e intriganti, viene  immediatamente chiarito il legame tra McFairley e Cameron, quest’ultimo infatti oltre a vantare lontane  radici nella terra di “Loch Ness”, risulta essere accomunato allo scienziato da un oscuro gioiello donatogli  dal padre… ho creato della confusione nelle vostre menti… beh… just play it.                                                                











