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Red Matter 2: la recensione di un nuovo prodigio tecnico per Meta Quest 2

Red Matter 2 arriva sulle maggiori piattaforme di realtà virtuale e ci ha davvero stupito: vi raccontiamo perché nella nostra recensione per Meta Quest 2.

RECENSIONE di Giordana Moroni   —   21/08/2022

Quando lo sviluppatore Vertical Robot annunciò Red Matter 2 e con esso tutte le migliorie tecniche che il seguito avrebbe vantato rispetto al suo predecessore - lo dobbiamo ammettere con un po' di vergogna - provammo tenerezza. Il gioco è disponibile dal 18 agosto sulle piattaforme di Meta Quest 2, Rift e Steam, ma era proprio la versione per il visore di casa Meta che ci lasciava perplessi. Com'è possibile che in un mercato come quello della realtà virtuale, dominato da prodotti di eccellenza tecnica come Half-Life: Alyx, fosse possibile realizzare un titolo per Meta Quest 2 che potesse implementare un sistema di luci dinamico, ray tracing e tutto quello che Vertical Robot aveva mostrato? Eppure, contro ogni aspettativa, lo sviluppatore madrileno ha mantenuto le promesse, creando quello che a oggi è l'esperienza tecnicamente più sbalorditiva per Meta Quest 2. Sia chiaro, non siamo di fronte a un gioco perfetto, e del perché ve ne parleremo nel corso della recensione di Red Matter 2 per Meta Quest 2, ma è indubbiamente il nuovo standard qualitativo da raggiungere su questa piattaforma.

Storia e interfaccia comandi

Una delle stazioni spaziali sovietiche di red Matter 2
Una delle stazioni spaziali sovietiche di red Matter 2

Per chi non conoscesse la serie, Red Matter è un avventura narrativa sci-fi a base di puzzle ambientali, che racconta la storia di un astronauta intento a investigare su misteriosi eventi accaduti su una base spaziale russa. Qui il protagonista scopre l'esistenza di una sostanza aliena, chiamata materia rossa, e tutti i segreti a questa correlata. Il primo capitolo si chiudeva con un colpo di scena inaspettato e molto ben assestato, che non lasciava intuire la possibilità di un seguito. La bravura di Vertical Robot, sul piano narrativo, è stata quella di trovare un modo per collegare gli eventi direttamente al primo Red Matter. Il secondo episodio inizia, infatti, immediatamente dopo la fine del primo: il nostro protagonista, ora a conoscenza di molti più fatti che in passato, adesso è alla ricerca di un suo vecchio compagno. Il viaggio lo porterà in diverse stazioni spaziali, dove apprenderà ancor più segreti sulla materia rossa.

Red Matter 2 si configura come un perfetto more of the same, termine che qui utilizziamo con accezione positiva. Il gioco, infatti, propone tutto ciò che già era presente nel primo capitolo, andandolo a migliorare oltre che ad arricchirlo con nuovi elementi. L'interfaccia comandi è rimasta pressoché invariata, con il protagonista che può sfruttare la sua fedele tuta spaziale. Questa è dotata di due strumenti multi-oggetto posizionati in prossimità delle mani: non sono altro che i due controller di Meta Quest 2, mimetizzati però alla perfezione all'interno del gioco. Questo escamotage fornisce al giocatore un'interfaccia comandi sempre chiara, leggibile e immediata, che rende l'immersione nell'avventura ancora più verosimile.

La tuta è dotata di due strumenti identici ai controller di Meta Quest 2
La tuta è dotata di due strumenti identici ai controller di Meta Quest 2

Sul controller sinistro vengono equipaggiati un gancio a quattro dita, per simulare la presa della mano (il protagonista non toccherà mai direttamente oggetti estranei), una torcia con un sistema di lanciarazzi, per sparare bengala luminosi, e lo scanner, utile per tradurre i testi in cirillico sparsi per le stazioni spaziali. Sempre sulla mano sinistra si trova uno spinotto estraibile, da utilizzare con computer e plance elettroniche per hackerare sistemi informatici. A questa procedura segue spesso un minigioco composto dall'ologramma di uno spazio tridimensionale e una o più sfere. L'obiettivo è posizionare questi globi in posizione corretta, individuabile grazie a un sonar: più sarete vicini al punto esatto in cui collocare la sfera nello spazio, più frequente sarà il suono intermittente emesso dalla sfera. Questo è forse l'unico puzzle di cui viene spiegato il funzionamento al giocatore, ma ammettiamo che la descrizione fornita la prima volta in fase di tutorial non è stata così chiara.

Sulla mano destra, invece, troviamo sempre un gancio a quattro dita e, novità introdotta da Red Matter 2, una pistola laser. La presenza della pistola consente di avere, da circa metà gioco in poi, alcune fasi decisamente più action, che vanno a equilibrare il ritmo dell'intera avventura. L'arma si surriscalda facilmente e dovrà essere il giocatore, premendo uno dei dorsali del controller, a raffreddare manualmente la bocca da fuoco. Questo suggerisce al giocatore di non avere a che fare con una vera e propria arma: certo, la si può e si deve usare per scopi offensivi, ma non solo. La pistola risulta essere molto utile, se non essenziale, durante la risoluzione di alcuni puzzle, suggerimento che viene dato al giocatore nelle prime fasi di utilizzo e che diventa poi essenziale nel corso dell'avventura. Ammettiamo di essere rimasti bloccati in alcune sezioni del gioco proprio perché ci siamo dimenticati di avere in dotazione uno strumento utile non solo in combattimento. Quindi, se volete giocare a Red Matter 2, ricordatevi che la pistola è vostra amica e non serve solo per abbattere nemici!

Gameplay e veste grafica

I puzzle di Red Matter 2 sono stimolanti ma mai frustranti
I puzzle di Red Matter 2 sono stimolanti ma mai frustranti

Questi strumenti sono tutto ciò che il giocatore ha in dotazione per muoversi all'interno delle stazioni spaziali sovietiche, risolvendo i numerosi rompicapo disseminati nel corso dell'avventura. I puzzle sono, a nostro giudizio, più completi e stimolanti rispetto a quelli visti nel primo Red Matter, ma senza raggiungere i livelli cervellotici di altri puzzle game presenti nello store di Meta Quest come Shadow Point o The Room VR, un po' dei passaggi obbligati, se siete amanti del genere. I puzzle di Red Matter 2 sono avvincenti, ma mai frustranti e abbiamo apprezzato soprattutto il fatto che siano meglio calati nel contesto narrativo: meccanismi, porte, interruttori, tutti sono legati al contesto, inseguendo un realismo che cala il giocatore in una modalità di problem solving piuttosto che chiedergli di risolvere enigmi astratti.

Come detto in apertura, però, ciò che davvero sconvolge è il dettaglio tecnico raggiunto da Red Matter 2. Su questo punto ci siamo posti due domande: la prima è il come il team di Vertical Robot sia riuscito a raggiungere un risultato così incredibile. Lo sviluppatore, in un technical showcase pubblicato sul finire di luglio, ha dichiarato di avvalersi di una versione pesantemente modificata dell'Unreal Engine... visto il risultato raggiunto, a noi suona più come una stregoneria che un traguardo tecnico! Ne consegue che il secondo quesito è: com'è possibile che un risultato di questo tipo sia stato raggiunto da un piccolo team spagnolo e non da altri sviluppatori molto più blasonati e con più risorse? E gli esempi possono essere tanti, su tutti ci viene in mente Crytek, che ha dominato per anni il mercato con quel capolavoro chiamato Crysis e che poi, una volta seguita la strada della realtà virtuale, non è riuscita a eguagliare i risultati del passato.

La qualità dei dettagli in Red Matter 2 è altissima
La qualità dei dettagli in Red Matter 2 è altissima

Sta di fatto che il risultato tecnico di Red Matter 2 è fantascientifico quanto la storia che racconta: nel corso della nostra avventura sono stati numerosi i momenti di stupore e, per quanto i panorami alieni e siderali dello spazio siano incredibilmente affascinanti, Red Matter 2 dà il meglio di sé negli spazi chiusi, dov'è possibile ammirare il lavoro fatto sul sistema d'illuminazione. Volumetrie dei fasci di luce, rifrazione delle fonti luminose, ombre morbide e realistiche, riflessi iper-realistici su vetro e superfici lucide. L'atmosfera è sempre stata un tassello cardine nell'esperienza di gioco di Red Matter, ma con il secondo capitolo si ha l'impressione di essere immersi in un mondo più grande e profondo. Il primo capitolo, se pur dignitoso, in confronto appariva decisamente più piatto.

Questo grande realismo però risulta essere un'arma a doppio taglio che lo sviluppatore ha forse un po' sottovalutato. Tralasciando qualche sbavatura minima sul fronte tecnico, con le superfici metalliche che presentano un ray-tracing leggermente più pompato del necessario, in più di un'occasione abbiamo faticato a comprendere la risoluzione di puzzle o addirittura la direzione da imboccare perché alcuni elementi non erano sufficientemente manifesti. Spesso, per capire se una piattaforma era realmente percorribile o solo un elemento decorativo fuori dai limiti del livello, oppure se un oggetto era realmente utile al fine di risolvere un enigma, ci siamo prestati a numerosi trial and error, provando e riprovando perché non sempre era chiaro cosa poter fare, dove andare, cosa usare. Lo sviluppatore ha condotto una ricerca sia sotto il profilo artistico che di design volta all'uniformità e all'iper realismo: la scelta fatta da Vertical Robot non è giusta o sbagliata in senso assoluto, ma sicuramente può spiazzare il giocatore VR, abituato a un certo tipo di linguaggio. Per fare un esempio pratico: abbiamo impiegato parecchio per recuperare un fusibile in una stanza, che doveva essere estratto da una radio. Al fatto che la radio fosse alimentata da un sistema elettrico ci siamo arrivati subito, ma l'oggetto era così ben riprodotto che sembrava solo un elemento decorativo; stessa cosa ci è capitata in un altro scenario con dei libri. Spesso è difficile distinguere quali oggetti siano necessari alla risoluzione di un puzzle e quali siano sono solo decorativi e la differenza non viene esplicitata chiaramente al giocatore.

Sistema di movimento

Camminare sulla superficie di un pianeta lontano in Red Matter 2 è davvero bellissimo
Camminare sulla superficie di un pianeta lontano in Red Matter 2 è davvero bellissimo

Se quello dell'iper-realismo non può essere considerato come un errore oggettivo, ma ricade piuttosto nel campo delle scelte autoriali, un grande errore in realtà Vertical Robot l'ha commesso, ed è sul sistema di movimento. In Red Matter 2 il giocatore ha diverse opzioni per personalizzare la sua esperienza di movimento, ma di base la scelta ricade su due modalità distinte: il movimento libero e il teletrasporto. Con il movimento libero ci si può spostare in tempo reale, navigando gli ambienti con la levetta analogica sinistra. Piattaforme sopraelevate o sottostanti al livello del protagonista possono essere raggiunte utilizzando il jet-pack della tuta spaziale. Se non soffrite di motion sickness e di vertigini questo è sicuramente il modo migliore per giocare Red Matter 2 e vi possiamo garantire che le rare passeggiate negli spazi aperti valgono decisamente la corsa.

Se invece il movimento libero vi causa problemi di nausea e fastidi vari, il teletrasporto è il sistema di movimento giusto per voi. Con la levetta analogica destra potrete scegliere il punto dove muovervi e rilasciando il tasto verrà attivata l'azione. L'indicatore si colorerà di blu se la superficie selezionata è calpestabile o rossa se inaccessibile. A corredo del teletrasporto c'è anche il cosiddetto snap, che è la rotazione sul posto a scatti che evita sempre di muoversi liberamente.

Le note dolenti per noi sono sostanzialmente due, la prima legata più al movimento e la seconda che sconfina nel design di gioco. Alcune fase richiedono al giocatore di accucciarsi in cunicoli, come condotti di ventilazione o intercapedini. In queste sezioni il teletrasporto non è utilizzabile e se soffrite di motion sickness non c'è niente di peggio che muoversi con la telecamera ribassata, come se foste a carponi, in uno spazio stretto e angusto.

Se usate il teletrasporto, questi laser non saranno mai una minaccia
Se usate il teletrasporto, questi laser non saranno mai una minaccia

Secondariamente, il teletrasporto in Red Matter 2 non è bilanciato da nessun altro elemento di design, rendendo il giocatore invulnerabile a determinate minacce; un esempio pratico è quello delle torrette laser. In diverse fasi, il giocatore dovrà evitare di farsi individuare da torrette difensive, scansando la proiezione dei laser; finire nel raggio visivo delle torrette le farà chiaramente scattare. Se utilizzerete il sistema di movimento libero dovrete prendere il tempo, muovervi furtivamente e abbassarvi per non farvi rilevare. Il teletrasporto invece rompe queste sezioni, permettendo al giocatore di teletrasportarsi in un punto cieco lontano dalla vista delle torrette, balzando da un punto A ad un punto B anche attraversando il campo laser senza essere individuati.

Alcuni giochi VR hanno ovviato a questo problema ideando soluzioni diverse: in Lies Beneath viene simulato il percorso del protagonista in fase di teletrasporto, risultando vulnerabile nel tragitto; in Cosmodread invece la portata del teletrasporto è via via ridotta salto dopo salto, quasi a simulare la resistenza del personaggio. In Red Matter 2 l'invulnerabilità del teletrasporto non è mitigata da nessun elemento, suggerendo che lo sviluppatore abbia concepito l'intera esperienza di gioco per essere affrontata con il movimento libero, fornendo al contempo poca attenzione al sistema di teletrasporto. Nota positiva: questo si riflette meno nei combattimenti, dove il potersi muovere liberamente aiuta molto ma, se non ve lo potete permettere, potrete sempre trovare un punto strategico dove posizionarvi e affrontare gli scontri a fuoco come in un combattimento su binari con sistema di ripari.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (6)
8.7
Il tuo voto

Red Matter 2 è il nuovo standard tecnico per quanto riguarda lo sviluppo di giochi VR su Meta Quest 2. L'avventura, che nel complesso durerà tra le quattro e le sei ore, è ben bilanciata e con un buon ritmo. L'introduzione della pistola laser aggiunge delle fasi marcatamente action che spezzano molto bene il ritmo generale del gioco. I puzzle ambientali sono vari, stimolanti ma mai frustranti, oltre a essere ben integrati all'interno degli ambienti di gioco. Anche la storia è avvincente e sempre ben recitata, con dialoghi e sottotitoli in inglese facilmente comprensibili e leggibili, nonostante la mancata localizzazione in italiano (con i sottotitoli in italiano forse in arrivo prossimamente). L'unico inciampo dello sviluppatore Vertical Robot è stato sul sistema di movimento, dimostrando come il gioco sia stato pensato principalmente per essere esplorato con un sistema di movimento libero; non altrettanta attenzione è stata mostrata al sistema di teletrasporto.

PRO

  • Livello tecnico incredibile
  • Puzzle stimolanti e mai banali
  • Atmosfera davvero profonda e immersiva

CONTRO

  • Non c'è possibilità di teletrasportarsi da accucciati
  • Il teletrasporto rompe le fasi stealth
  • L'iper-realismo è un'arma a doppio taglio