Nonostante non possa essere considerato proprio il migliore esponente della serie né quello più memorabile, torniamo con particolare piacere su questo gioco affrontando la recensione di Resident Evil 5. È stato un capitolo controverso, ma soprattutto perché emerso in un periodo di mezzo in cui si pensava ancora che fosse possibile far riemergere la struttura classica in qualche maniera. In verità, la crisi d'identità della serie si era bella che consumata e il quinto capitolo era praticamente l'unico sbocco possibile per il survival horror Capcom all'epoca, dopo che l'impostazione originale aveva sostanzialmente esaurito tutte le sue chance con lo splendido remake del primo Resident Evil (forse tutt'ora la migliore espressione della serie) e lo stanco Resident Evil 0.
Non c'è dubbio che, dopo lo sforzo immane in termini produttivi e concettuali profuso nell'evoluzione e ricostruzione totale del brand con Resident Evil 4, in Capcom abbiano lavorato più al risparmio per il seguito, concentrandosi sull'evoluzione tecnica e la limatura di aspetti del gameplay ma rimanendo ancorati saldamente a tutto quello che aveva introdotto il predecessore, eppure Resident Evil 5 si è rivelato un gioco solidissimo, in grado di continuare a vendere milioni di copie nel corso di svariati anni, a dimostrazione di come alla fine il pubblico abbia ben apprezzato la famosa "svolta action". Praticamente il più apprezzato, dal punto di vista commerciale: Resident Evil 5 è attualmente il capitolo più venduto della serie con oltre 11 milioni di copie registrate, almeno secondo i dati di inizio 2019.
Il gioco ritorna, a distanza di dieci anni, sulle piattaforme di attuale generazione e su Nintendo Switch in particolare, nell'ampia opera di ripubblicazione che caratterizza ormai la serie da anni a questa parte, trovando sulla console Nintendo una possibile applicazione privilegiata, vista la sua impostazione fortemente improntata sul multiplayer cooperativo.
Di nuovo in Africa con Chris e Sheva
La storia vede il ritorno del protagonista storico Chris Redfield, ex-S.T.A.R.S. diventato ora B.S.A.A., ovvero membro di una nuova forza internazionale per la lotta al bio-terrorismo, in missione in Africa in compagnia di Sheva, agente delle forze locali. Insomma, la minaccia partita dalle montagne di Arklay, attraverso l'incidente di Raccoon City si è diffusa in tutto il mondo ed è diventata globale. La storia è probabilmente nota, in ogni caso vi rimandiamo alla recensione delle versioni PS4 e Xbox One a cui questa edizione si riferisce per le informazioni sulla trama e tutte le caratteristiche di base del gioco, che è essenzialmente uno sparatutto in terza persona. Il problema principale di Resident Evil 5 è un po' questo suo essere a metà tra uno shooter classico vero e proprio e un survival horror, rimanendo legato a quest'ultimo per quanto riguarda una certa macchinosità generale del sistema di controllo, ricordato tutt'ora in particolare per l'impossibilità di muoversi mentre si spara, ma abbandonando certe caratteristiche tipiche della serie come la presenza degli enigmi e i momenti di horror più metafisico per abbracciare uno stile e un ritmo ormai spiccatamente action. A dire il vero il suo connubio di suggestioni funziona e restituisce un gioco dotato di una certa identità, sotto molti aspetti con un gameplay più elaborato di quanto visto in precedenza, solo che adesso può sembrare facilmente datato, soprattutto a causa di quegli elementi che servivano a legarlo ancora in maniera evidente a Resident Evil 4.
Emerge allora in maniera ancora più netta quella che è la vera vocazione di Resident Evil 5, ovvero il gioco in multiplayer, nucleo centrale intorno al quale venne studiata tutta la sua struttura e altro argomento di scandalo per gli appassionati storici della serie. È probabilmente proprio questo l'elemento vincente che ha consentito al gioco di vendere così tante copie nel corso di dieci anni: al di là dell'atmosfera fin troppo solare e di una certa mancanza di varietà nelle situazioni, Resident Evil 5 resta ancora una delle migliori esperienze action sparatutto da affrontare in multiplayer cooperativo e forse principalmente su questo può puntare anche in questa nuova edizione, particolarmente su Nintendo Switch che consente in qualsiasi momento il "doppio" al volo con schermo condiviso, oltre alla possibilità di utilizzare la connessione online o in LAN con il system link. Anche in singolo il gioco sa dare delle belle soddisfazioni, con un bel po' di quei momenti da assalto dell'orda che già avevano reso famoso il quarto capitolo, ma sono rimasti più o meno intatti i difetti storici dell'intelligenza artificiale del compagno, che tende a cacciarsi nei guai, sprecare pallottole e erbe curative come se non ci fosse un domani e anche accaparrarsi con notevole solerzia i bonus sparsi in giro.
La versione Nintendo Switch
Trattandosi di un gioco di dieci anni fa, che all'epoca puntava molto sulla spettacolarità dell'azione e il suo impianto grafico, il test del tempo può essere impietoso e in effetti Resident Evil 5 dimostra un certo invecchiamento, se considerato agli sparatutto in terza persona moderni. Tuttavia, il fatto di partire da una base che era comunque all'avanguardia all'epoca e essendo stato arricchito da una successiva rimasterizzazione generale che lo ha avvicinato ai migliori standard moderni lo rende un gioco dall'aspetto non troppo datato, anche se il lavoro di adattamento non sembra sia stato molto approfondito da Capcom. A dire il vero, su Nintendo Switch non sembra nemmeno applicato l'upgrade a 60 frame al secondo che caratterizza le versioni PS4 e Xbox One, visto che il frame-rate appare piuttosto variabile e solitamente posizionato al di sotto della quota che era stata imposta per le altre console.
Il gioco viene proposto nella sua Gold Edition, ovvero dell'edizione completa di tutti i contenuti usciti in seguito rispetto all'edizione originale, con DLC riguardanti nuove modalità di gioco in singolo e multiplayer e due capitoli aggiuntivi della storia di notevole interesse all'interno dell'economia complessiva del gioco, incentrati soprattutto su Jill Valentine, figura che compare anche nella storia principale ma che ottiene in questo modo il suo giusto approfondimento, vista l'importanza del personaggio. Tra le due espansioni presenti, Incubo senza uscita è particolarmente interessante perché recupera precisamente le ambientazioni e le atmosfere del primo Resident Evil, mentre le altre aggiunte sono molto più improntate sull'action. Tra queste troviamo alcune modalità multiplayer come Mercenari e Versus, variazioni sul tema molto interessanti da sperimentare, specialmente in coppia, fornendo davvero una grande quantità di contenuti tra single player, multiplayer cooperativo e competitivo.
La versione Nintendo Switch può contare, come abbiamo detto, su opzioni aggiuntive per intavolare un multiplayer: oltre ad affidarsi all'online, presenza comunque estremamente comoda, si può effettuare un collegamento in LAN con altre console in zona oppure far partire una sessione a schermo condiviso utilizzando ognuno un joy-Con, cosa che consente anche di avviare una partita in mobilità in qualsiasi situazione e luogo, anche il sistema di controllo risulta ovviamente un po' limitato dalla presenza di un solo stick. Un'altra caratteristica peculiare di questa versione è il supporto per i controlli di movimento presenti nei Joy-Con, che per quanto provato sembra funzionare piuttosto bene rispetto ad altre soluzioni del genere viste in precedenza.
Conclusioni
A distanza di dieci anni dalla sua uscita originale, Resident Evil 5 si ripresenta sostanzialmente identico all'originale, al di là di qualche adattamento tecnico che non lo fa sfigurare su Nintendo Switch, sebbene con qualche sbavatura. Il problema maggiore è il rimanere legato alla sua particolare condizione dell'epoca, incastrato a metà tra la volontà di emulare gli illustri predecessori e di avanzare libero verso una piena evoluzione da sparatutto in terza persona. A questo vanno imputate probabilmente le rigidità del sistema di controllo e la ridondanza di alcune situazioni, mentre l'efficacia del nuovo gameplay introdotto risulta ancora evidente da quanto il gioco sia comunque divertente e proponga momenti decisamente emozionanti. A ciò va aggiunta quella che rimane la caratteristica trainante di Resident Evil 5, ovvero il multiplayer cooperativo di cui rimane una delle migliori espressioni in questo genere, potenziato dalla presenza dell'online e, nello specifico su Nintendo Switch, dalla possibilità di effettuarlo ovunque.
PRO
- Il fascino di Resident Evil è sempre vivo
- Multiplayer cooperativo ancora godibile
- Grande quantità di contenuti e modalità
CONTRO
- Qualche sbavatura tecnica di troppo
- La macchinosità originale c'è ancora
- Sostanzialmente lo stesso gioco di dieci anni fa