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I giochi più influenti degli ultimi dieci anni

Cerchiamo di capire quali sono stati i giochi più influenti degli ultimi dieci anni, ossia quelli che hanno influenzato di più il mercato e le sue tendenze

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   12/11/2019

I giochi elencati qui di seguito non rappresentano il meglio di quanto pubblicato negli ultimi dieci anni, ma sono soltanto una selezione dei titoli più importanti e influenti per il mercato dei videogiochi, quelli cioè che nel bene e nel male lo hanno caratterizzato e ne hanno determinato le tendenze. L'articolo non vuole quindi dare alcun giudizio qualitativo in merito ai titoli selezionati, che non rappresentano necessariamente il meglio che l'industria ha avuto da offrire. Per questo i dieci titoli sono presentati in ordine alfabetico e non gerarchico. Ovviamente qualcosa è rimasto fuori, com'era inevitabile, ma in questi casi è inevitabile dover fare delle scelte. Prendete quindi la selezione come un modo per ripercorrere un po' della storia recente del mondo dei videogiochi e per capire come siamo arrivati al punto in cui siamo.

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Dark Souls

Dark Souls di Fromsoftware non ha inventato i videogiochi difficili. Non è nemmeno il primo della sua genia, visto che è stato preceduto da quel Demon's Souls, sempre di Fromsoftware, che uscì in sordina su PS3 e che fu sostanzialmente scoperto dai giocatori, nell'incredulità generale degli operatori del settore. Dark Souls però è il titolo da cui ha preso il là il sotto genere dei souls-like, che ancora oggi produce figli legittimi e non in grandi quantità. È anche il gioco che ha dettato quelle modalità di narrazione minimale, con la mitologia del suo mondo suggerita più che spiattellata al giocatore, che sono state poi adottate anche in altri generi. Insomma, al di là degli elementi di folklore, stiamo parlando di uno di quei rari prodotti la cui influenza è innegabile, tanto da poterlo considerare un punto di riferimento con cui si deve confrontare chiunque voglia adottare certe meccaniche o, semplicemente, voglia parlare a un certo pubblico.

GTA 5 / GTA Online

GTA 5 ricavò più di un miliardo di dollari nei giorni immediatamente successivi al lancio. Probabilmente nemmeno Rockstar Games poteva immaginare che quello era solo l'inizio. GTA Online viene rilasciato in una fase successiva. Concepito come una lussuosa modalità multiplayer per GTA V, diventò in breve tempo il fulcro dell'intero gioco. Visto il successo, Rockstar Games cancellò le espansioni single player già pianificate per concentrarsi completamente nella realizzazione di contenuti per quella che possiamo considerare come l'apoteosi del concetto di live service. Dal 17 settembre 2013, GTA Online è riuscito a incassare centinaia di milioni di dollari ogni anno, guidando le vendite di GTA 5, acquistato più di 110 milioni di volte. Il modello economico creato da Rockstar è stato studiato e copiato da moltissime altre software house e ancora oggi il gioco è presente nei piani alti delle classifiche di vendita di tutto il mondo, per tutti i formati. Probabilmente solo GTA 6 ha qualche chance di eguagliarlo.

League of Legends

League of Legends di Riot Games è il più importante esponente del genere MoBA, nato dalla mod DoTA (Defense of the Ancients) per Warcraft III: The Frozen Throne, di cui proprio Riot Games assunse i due sviluppatori chiave: Steve "Guins00" Freak e Steve "Pendragon" Mescon. Il gioco è uscito in realtà nel 2009, quindi nel decennio scorso, ma è indubbio che abbia avuto un'influenza fondamentale sull'intera industria anche e soprattutto nel decennio corrente. In particolare League of Legends ha contribuito moltissimo alla crescita del settore degli eSport, nonché a quella dei servizi di live streaming, con tantissimi giocatori che si sono accalcati e ancora si accalcano online per vedere i tornei organizzati da Riot Games in tutto il globo, e altrettanti che hanno preso a seguire i loro giocatori preferiti su Twitch e servizi affini. Insomma, è uno di quei titoli che hanno contribuito a rendere i videogiochi (anche) spettacolo.

Minecraft

Minecraft è il secondo gioco del 2009 a essere presente in classifica, nonostante si parli dei dieci anni successivi (in realtà la versione 1.0 fu lanciata nel 2011, ma non sottilizziamo). I motivi sono semplici: è il titolo più venduto al mondo, ancora oggi è uno dei più giocati e ha prodotto una quantità di cloni davvero ragguardevole. Sviluppato da Markus Persson, detto Notch, il gioco ottenne un immenso successo già dalla fase alpha, grazie al suo gameplay incentrato sulla raccolta di materiali e la costruzione di oggetti, che tanto ha influenzato l'intera industria. Negli anni il pubblico non è mai venuto meno e Minecraft, nel frattempo acquisito da Microsoft per una cifra enorme, ha finito per figliare innumerevoli altri titoli, che lo hanno copiato in ogni possibile aspetto, senza però mai raggiungere la perfezione dell'originale. Insomma, i cloni del titolo di Mojang non si contano, sia nell'aspetto, sia nelle meccaniche di gioco. C'è una forma di lusinga più grande della copia spudorata?

Overwatch

Overwatch di Blizzard è uno sparatutto in prima persona giocato a squadre, in cui personaggi diversi nelle fattezze e nelle abilità lottano per raggiungere determinati obiettivi. Il gioco in sé non ha niente di originale, visto che è un clone abbastanza spudorato di Team Fortress 2, ma a renderlo meritevole di finire in questa top 10 è il suo essere stato capace di proporre un immaginario compiuto e decisamente complesso nonostante il fatto che si giochi solo online. Anzi, diciamo meglio: Overwatch è uno dei pochi titoli di questa generazione da cui sono nati dei personaggi che hanno fatto breccia nella cultura popolare. Per rendersene conto basti pensare a Mei assunta come mascotte dei manifestanti di Hong Kong dopo il caso Blitzchung, o più semplicemente alla riconoscibilità di alcuni personaggi come Tracer, Mercy e altri, al di fuori del gioco. Inoltre è un gran bel gioco, ma questo è soltanto un plus.

Pokémon GO

Pokémon GO è il gioco che più di tutti ha portato la tecnologia della realtà aumentata al grande pubblico, rendendola mainstream. Pubblicato nell'estate del 2016, è diventato un fenomeno di massa nello spazio di poche ore, coinvolgendo milioni di giocatori in tutto il mondo. Se vogliamo è stato anche il primo gioco a fondere con grande efficacia realtà e finzione ludica, creando oltretutto non pochi problemi di ordine pubblico e altrettanti incidenti, per via dell'utilizzo improprio del gioco fatto da alcuni giocatori e per la difficoltà iniziale di Niantic Labs, il team di sviluppo, di tenere i suoi Pokémon virtuali lontani da zone sensibili o ad alto rischio. È mancata anche un bel po' di lungimiranza, ma questa, come si suol dire, è un'altra storia. Insomma, c'è stato un periodo in cui si parlava ovunque di Pokémon GO e il mondo dei videogiochi s'interrogava sulla natura di questo nuovo tipo di esperienze. Comunque, nonostante gli anni e il calo di interesse generale, stiamo sempre parlando di uno dei titoli più giocati del pianeta, capace di ricavare molto di più dei Pokémon appartenenti alla serie principale.

PUBG / Fortnite

Non è raro che nel mondo dei videogiochi i fenomeni più redditizi nascano dal basso, più precisamente dalla scena dei modder. Battle Royale è una mod per DayZ, a sua volta mod di Arma 2 (non stiamo parlando del gioco autonomo), ispirata all'omonimo film giapponese del 2000. Brendan Greene la inventa mescolando la modalità multiplayer Last Man Standing con le meccaniche survival del gioco horror di Dean Hall. Dopo DayZ, Greene ripropone la modalità battle royale in H1Z1, riscuotendo un discreto successo. Da qui decide di legarsi a una software house, Bluehole, con cui inizia a sviluppare un battle royale autonomo: PUBG. L'obiettivo iniziale era quello di vendere trecentomila copie e campare supportando la comunità, ma in breve PUBG accumula decine di milioni di vendite, attirando l'attenzione di altre software house. È qui che arriva Epic Games con il suo Fortnite.

Fortnite è un progetto dallo sviluppo lungo e travagliato: era un clone di Minecraft che stava faticando enormemente ad affermarsi. Invece di lasciarlo morire, Epic Games decide di giocare la carta battle royale: copia le meccaniche di PUBG, le mescola a quelle del suo gioco, e lancia la modalità risultante come free-to-play. Il resto è storia: il successo di Fortnite è eclatante e in breve diventa un vero e proprio fenomeno di massa, con milioni di giocatori in tutto il mondo che si danno battaglia sui server e comprano vestitini con soldi veri nello shop integrato. Epic Games lo lancia su di una moltitudine di piattaforme e inizia a fatturare miliardi di dollari. Tutti parlano di Fortnite, tutti giocano a Fortnite. Streamer famosissimi come Ninja si affermano giocando a Fortnite. Più semplicemente, per le masse Fortnite diventa sinonimo di videogiochi, nel bene e nel male, influenzando l'intera industria in modo determinante.

The Last of Us

The Last of Us di Naughty Dog non ha inventato la narrazione nei videogiochi, ma è uno dei titoli che più di tutti ha contribuito a renderla più fluida all'interno del testo ludico, gestendo al meglio la relazione che intercorre tra le varie fasi del gameplay. La storia di Ellie e Joel non è solo appassionante, ma è anche raccontata con uno stile da grandi narratori e, soprattutto, con una consapevolezza del linguaggio videoludico rarissima nel settore. Probabilmente solo The Last of Us 2 riuscirà a fare meglio. C'è da dire che il primo The Last of Us non ha in realtà avuto moltissimi epigoni, visto che alcune delle soluzioni adottate sono costosissime e difficilmente replicabili, ma se ancora oggi ne parliamo è perché è diventato il modello di riferimento di un certo modo di concepire i videogiochi.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild

The Legend of Zelda: Breath of the Wild per Nintendo Switch e Wii U ha ridefinito il modo di concepire e interagire con gli open world, fondendo in un unico titolo la narrazione epica tipica della serie e alcuni elementi tipici degli immersive sim, ma senza tradire mai la sua natura action. A sconvolgere di The Legend of Zelda: Breath of the Wild è la sua capacità di trasformare ogni passo in una scoperta, con i giocatori che si ritrovano a percepire gli elementi che compongono il mondo di gioco come vivi, nel loro offrire modi d'interazione sempre diversi e a volte imprevedibili. Se vogliamo The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato anche il primo gioco a mostrare le potenzialità di Nintendo Switch, nonché a renderla appetibile come macchina da gioco a un vasto pubblico. Ma non in questo che bisogna ricercare la sua carica innovativa.

The Witcher 3: Wild Hunt

The Witcher 3: Wild Hunt si trova in questa classifica per un motivo completamente diverso dagli altri. Indubbiamente è un titolo di altissima qualità, ma allo stesso tempo è un punto di arrivo dal punto di vista produttivo, così come da quello del modello economico, che in pochi si sono potuti permettere di sfidare. Anzi, a dir la verità non lo ha fatto davvero nessuno. The Witcher 3 ha alzato a tal punto l'asticella dei giochi di ruolo d'azione single player, che nessuno ha potuto o voluto seguirne le orme per l'intera generazione, dedicandosi ad altro. Eppure ha venduto più di venti milioni di copie! A questo punto sembra che solo CD Projekt Red possa eguagliare CD Projekt Red con Cyberpunk 2077. Molti temono però che se continua di questo passo il genere dei giochi di ruolo d'azione finirà letteralmente soffocato da queste produzioni mastodontiche. La verità è un'altra: c'è voluto The Witcher 3 per svelare quanto certi generi non interessino più ai publisher maggiori, nonostante abbiano un potenziale di vendita altissimo. Publisher abbastanza ricchi di potersi permettere di inseguirlo non mancano, ma semplicemente preferiscono tentare la via dei live service.