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Rock of Ages 3: Make & Break, la recensione

La recensione di Rock of Ages 3: Make & Break, il nuovo capitolo della strana serie di ACE Team fatta di macigni rotolanti e di cultura da schiacciare

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   21/07/2020

La software house cilena Ace Teams creò Rock of Ages quasi per ispirazione divina (il vino c'entra sicuro, mentre il resto è pura e semplice iperbole). Dopo Zeno Clash sentì evidentemente il bisogno di guardare in una direzione completamente opposta. In fondo lo studio che aveva realizzato uno dei più convincenti picchiaduro in prima persona di sempre, infilandolo in un mondo che sembrava uscito da un quadro dipinto a quattro mani da un surrealista e un simbolista, bollito poi in un pentolone di realismo magico e servito su di un vassoio metafisico, non poteva starsene fermo a monetizzare sfruttando quanto appena fatto (ci proverà con Zeno Clash 2 ottenendo scarsi risultati). I soldi a disposizione non erano moltissimi, ma Zeno Clash aveva comunque venduto bene, rendendo lo studio finanziariamente solido, e le idee erano tante.

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Da chissà quale brainstorming venne fuori un concept strambo quanto vincente: un miscuglio tra Marble Madness, un gioco di corse e un tower defense in cui dei personaggi storici e mitologici, rappresentati attraverso la loro iconografia classica trasfigurata in commedia stile Monty Python, si fanno la guerra a sassate... letteralmente. L'obiettivo del gioco è infatti quello di lanciare un macigno lungo un percorso più o meno tortuoso, per arrivare a colpire il portone della roccaforte dell'avversario di turno. Vince chi riesce a schiacciare per primo l'altro. Rock of Ages 3: Make & Break, l'oggetto di questa recensione, non si discosta moltissimo da questa formula, anzi la riprende in pieno, ma la trasla verso una visione più moderna del videogioco, e probabilmente più conformista, che indica come fulcro del pacchetto non più la campagna, ma l'editor di livelli, quindi la condivisione, nonché l'accumulo di modalità.

Del resto è già il sottotitolo "Crea e Rompi" a suggerire che qualcosa è cambiato. Per tutto il tempo passato a giocare l'impressione è stata quella di un titolo con ambizioni competitive, in cui gli elementi narrativi, pur presenti, si sono trasformati in una specie di firma del morto, per un'esperienza che è diventata solo d'appoggio, nonostante il tocco di ACE Team sia innegabilmente presente.

In un certo senso Rock of Ages 3 è puro istinto di sopravvivenza: l'opera che ti aspetti da chi ha provato a rimanere sé stesso ma così facendo è stato premiato da vendite scarsissime e critiche spesso immotivate.

Gameplay

Rock of Ages 3: Make & Break è composto da una campagna single player e da un gran numero di modalità multigiocatore. La campagna è un lungo e divertente racconto, scritto con gran gusto, con protagonisti personaggi come Polifemo, Montezuma, Cesare e tanti altri ancora. Fa da sfondo a una serie di missioni di difficoltà crescente che, di fatto, servono a illustrare e sbloccare tutte le modalità di gioco. Quindi abbiamo la classica e già descritta disfida dei macigni, nonché delle situazioni da tower defense puro, in cui bisogna semplicemente posizionare le difese sul percorso del o dei massi avversari per non farsi distruggere. Ci sono anche delle prove di abilità, come la modalità Humpty Dumpty in cui non bisogna distruggere il macigno / uovo che si sta guidando, oppure le classiche gare a tempo, che richiedono di arrivare alla fine del percorso prima degli avversari o di fare il tempo migliore.

In realtà l'unica distinzione che andrebbe fatta è quella tra le modalità in cui si controlla direttamente il macigno, con tutte le sue varianti, e quelle da tower defense puro, che richiedono di posizionare alcune trappole lungo il percorso, tra le quali delle catapulte, delle mura, delle mucche e quant'altro, spendendo le risorse disponibili e racimolandone delle altre.

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I tracciati in sé sono il solito rutilante festival della fantasia cui ci ha abituati ACE Team, tra scenari ghiacciati, montagne cinesi, vulcani, paesaggi rurali e tante altre stranezze. Sono tutti infarciti di oggetti decorativi dalla natura più disparata che aiutano a caratterizzarli (e a volte formano degli ostacoli veri e propri). Come già in Rock of Ages 1 e 2, lanciarsi a folle velocità, per poi ritrovarsi dentro qualche baratro, è davvero spassoso, ma è indubbiamente un'esperienza già vissuta.

Editor dei livelli e problemi

Se ci si limita alle novità, Rock of Ages 3: Make & Break non è propriamente eccezionale. Qui arriva l'editor dei livelli, che dà a tutti la possibilità di costruirsi le proprie mappe in modo facile e indolore, espandendo all'infinito la durata del gioco. Di fatto l'editor è l'unica vera innovazione del titolo di ACE Team. Si tratta di uno strumento potente ma intuitivo, che consente di sbizzarrire la creatività. Si possono realizzare dei tracciati convincenti in pochi minuti, anche se per produrre qualcosa di più elaborato è richiesto più tempo. Naturalmente anche chi non intenda usarlo ne trarrà giovamento, visto che potrà scaricare le mappe realizzate dalla comunità senza spendere nulla.

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Come avrete capito, il problema principale di Rock of Ages 3: Make & Break è soltanto uno: sembra essere un episodio messo su tanto per giustificare la presenza dell'editor. Le meccaniche di gioco base rimangono di fatto identiche a quelle dei capitoli precedenti, con tutti i loro pregi, ma anche con alcuni difetti che dopo tre episodi non possono più essere giustificati, come la sostanziale monotonia degli obiettivi proposti e una progressione della difficoltà amena, con alcune modalità che sono molto più difficili di altre e che capitano a caso tra le varie missioni. La campagna è molto meno articolata di quella del secondo episodio, segno di una certa svogliatezza nel realizzarla, mentre le meccaniche fondamentali non hanno subito alcuna revisione sostanziale, tanto che avremmo potuto riportare quanto scritto per Rock of Ages 2 senza timore di sbagliare. Anche dal punto di vista tecnico siamo sullo stesso livello: in media gli elementi grafici sono realizzati molto bene e, per quanto non ci sia nulla che spicchi davvero in termini di conta dei poligoni, è indubbio che Rock of Ages 3: Make & Break è in grado di regalare più di qualche bel paesaggio.

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Diciamo che lo stile compensa moltissimo la mancanza di risorse, che se vogliamo è quasi una filosofia per ACE Team. Giusto specificare che non stiamo parlando di un brutto gioco, tutt'altro, ma solo di uno che fatica a trovare una sua collocazione, se non tra i fan più accesi.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
7.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Rock of Ages 3: Make & Break è un degnissimo nuovo capitolo della serie di ACE Team, che paga il fatto di non avere molto di nuovo da dire. Molte delle risorse sono state concentrate nell'editor e nelle modalità competitive, marginalizzando un po', forse troppo, la campagna single player. L'humor alla Monty Python del team cileno c'è sempre, ma la troppa rigidità strutturale e l'evidente timidezza nell'innovare, gli impediscono di spiccare il volo. Il risultato è un titolo riuscito che piacerà molto a chi ha apprezzato i primi due capitoli, ma che allo stesso tempo non riuscirà a destare l'interesse di chi li aveva ignorati.

PRO

  • Il tocco di ACE Team c'è sempre
  • L'editor è ottimo
  • Alcune modalità sono ben realizzate...

CONTRO

  • Poche novità sul fronte delle meccaniche base
  • Difficoltà non proprio bilanciatissima
  • ...Altre molto meno