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Sandship: The Last Engineer, la recensione

Come creare risorse a partire dal deserto, scopriamolo nella recensione di Sandship: The Last Engineer

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   15/06/2020

È emersa di recente una particolare passione per i giochi che propongono la costruzione di catene di montaggio e sistemi di produzione di massa come elementi fondanti del gameplay e all'interno di questo filone possiamo inserire anche questo nuovo titolo Rockbite Games, come vediamo nella recensione di Sandship: The Last Engineer. Nonostante gli elementi costitutivi del gioco siano quelli diventati ormai abbastanza standard in questo genere di giochi, il team ha calato tutto il meccanismo all'interno di un'ambientazione particolare, riuscendo nell'arduo compito di rendere affascinante, per quanto possibile, la costruzione di meccanismi produttivi e catene di montaggio; il tutto anche inserendo un background che ha delle velleità narrative, sebbene questo aspetto rimanga ovviamente sempre sullo sfondo.

Le Sandship sono enormi macchine semovibili su cingoli, delle sorta di fabbriche mobili e autosufficienti, in grado di raccogliere materie prime, elaborarle e sfornare materiali e prodotti più o meno lavorati al termine di vari processi produttivi che si svolgono tutti all'interno dei locali interni alla "nave". La Sandship protagonista della storia faceva parte, un tempo, di un glorioso esercito dell'avanzata società Noranti One, ma a causa di un incidente si è ritrovata bloccata in modalità ibernazione per un periodo di tempo incredibilmente lungo. Alla riattivazione dei sistemi, il mondo circostante si ritrova in rovina e la Sandship non può fare altro che vagare per l'immenso deserto che ricopre la superficie del pianeta alla ricerca di antiche tecnologie perdute e cercando di aiutare a ricostruire in qualche modo la civiltà attraverso la creazione e trasformazione di risorse e il commercio, al contempo combattendo un misterioso culto volto alla distruzione della nave-fabbrica.

Sandship 3


Insomma, si potrebbe definire una fusione tra Factorio e Dune, per quanto riguarda l'ambientazione e l'atmosfera del gioco, cosa che riesce a dare una certa caratterizzazione peculiare al tutto, anche grazie a una realizzazione tecnica veramente di ottima fattura. La grafica del gioco è pulita e dotata di uno stile che riesce a rendere interessante e piacevole da vedere anche una semplice catena di montaggio, con ottime animazioni e un "mecha design", per così dire, alquanto ispirato.

La fabbrica della sabbia

Sandship: The Last Engineer è un gioco di micro-management sullo stile di Factorio o Big Pharma, incentrato sulla gestione di risorse e produzione di materiali e oggetti, a partire dalla costruzione di una catena di montaggio e di tutti i vari componenti necessari per stabilire la linea produttiva necessaria per raggiungere gli obiettivi richiesti. Ci sono veramente molti ambiti a cui prestare attenzione: la Sandship è un sistema complesso e richiede manutenzione e continui upgrade, oltre alla produzione di oggetti e materiali in base ai contratti che possono essere stabiliti con i personaggi che incontriamo in giro per la mappa. Ci sono diversi livelli di operazioni da tenere in considerazione, con la possibilità di commerciare con elementi all'esterno della nave e tutti i compiti da svolgere all'interno di questa. In linea di massima, si tratta comunque sempre di produrre materiali o oggetti più o meno lavorati attraverso le fabbriche interne, che possono essere più o meno ampie e complesse. La grandezza della catena produttiva può essere ampliata attraverso l'ingrandimento dello spazio a disposizione, conseguente all'avanzare per i livelli di esperienza della nave.

Sandship 7


Un lungo skilltree consente di concentrare la ricerca in vari ambiti della produzione, sbloccando in questo modo i vari macchinari che possono essere impiegati per la costruzione di nuove risorse. Alla base, ognuno di questi compiti richiede sempre una certa quantità di oggetti diversi e dobbiamo cercare di convertire costantemente la produzione interna per soddisfare le varie richieste. Quando si progredisce nella conoscenza del sistema e nella quantità di attrezzature utilizzabili subentra poi un diverso approccio strategico alla produzione: invece di creare ogni volta una catena produttiva nuova, riconvertendola di volta in volta per un singolo prodotto, ci si ritrova a progettare complessi sistemi con il nastro trasportatore che passa da una strumentazione all'altra fino ai vari punti di consegna per consentire una raccolta più veloce di differenti prodotti in contemporanea.

Sandship 2


Tutto questo determina un costante aumento di sfida, che passa dalle fasi iniziali in cui si tratta soprattutto di scoprire le nuove strumentazioni e i loro diversi scopi, a quelle più avanzate in cui la difficoltà è data anche dall'organizzazione spaziale delle strutture la necessità di dare un ordine logico all'avanzamento della catena produttiva. L'aumento del tasso di sfida è piuttosto equilibrato e il gioco riesce bene a inserirci gradualmente nelle sue meccaniche sempre più complesse, anche se l'interfaccia può risultare ostica con gli schermi più piccoli, vista la grande quantità di icone e la piccola dimensione di queste e del testo scritto. Il problema principale del gioco risiede nel suo sistema di monetizzazione, ovviamente: essendo un free-to-play basato su un sistema di produzione risorse, questo innesca una serie di attese che possono diventare strutturali nel gameplay e lo diventano quasi subito. Le attese vengono azzerate dalla spesa di gemme, che sono poi la valuta in-game acquistabile con denaro reale: nelle fasi iniziali il problema non emerge con particolare evidenza, ma avanzando diventa alquanto invadente, costringendo a staccare oppure comprare, perché la conquista di gemme via gameplay ovviamente risulta sempre in deficit rispetto alla richiesta. Si rilevano inoltre ripetuti casi di crash o periodiche impossibilità di entrare nel gioco.

Sandship 6

Conclusioni

Versione testata Android 0.1.9
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.3
Lettori
ND
Il tuo voto

Sandship è un classico caso di buon gioco compromesso dal sistema di monetizzazione free-to-play. Al di là di qualche problema di bilanciamento nelle fasi più avanzate, di qualche crash di troppo e di un'intrinseca ripetitività dell'azione una volta raggiunta la massima estensione di upgrade e strutture sbloccate, è a tutti gli effetti un ottimo gioco di micro-management che ha anche il pregio di presentare la sua azione molto peculiare all'interno di un'ambientazione di più ampio respiro, in grado di dare un senso al tutto e dotarlo addirittura di un sostrato narrativo di un certo interesse. Non è ovviamente un problema il fatto di spendere qualcosa per un prodotto di questo livello, ma è il ciclico e costante rimando all'acquisto a rovinarne l'esperienza. Sarebbe stato perfetto se ci fosse stata la possibilità di comprare il gioco in blocco con un prezzo standard e non dover combattere con gli acquisti in-app, che di fatto guastano il sistema, anche se non ne impediscono totalmente la fruizione.

PRO

  • Buona varietà di macchinari e organizzazione della parte produttiva
  • Affascinante ambientazione con un minimo di base narrativa
  • Ottimo stile grafico

CONTRO

  • Il meccanismo di micro-transazioni rovina l'esperienza, alla lunga
  • Qualche crash di troppo
  • Diventa monotono una volta raggiunti i livelli più alti