Se menzioniamo lo studio di sviluppo Insomniac Games molti giocatori lo assoceranno, giustamente, a Marvel's Spiderman, Sunset Overdrive o Ratchet & Clank. Prima di tutti questi giochi però ce ne fu uno, anzi tre, che segnarono indelebilmente l'infanzia e l'adolescenza di molti giocatori: Spyro the Dragon. Forte del successo ottenuto con il remake della trilogia dedicata a Crash Bandicoot, Activision ha provato a fare il bis, affidando la Spyro: Reignited Trilogy al team di Toys for Bob. Nessuno meglio di loro poteva prendersi questa responsabilità visto che il draghetto viola è uno degli eroi di punta di Skylanders, toys-to-life incredibilmente apprezzato dai giocatori di tenera età. Saranno riusciti gli sviluppatori ad abbandonare la loro visione di Spyro per riaccedere la fiamma dei titoli originali? Di seguito, la nostra recensione di Spyro: Reignited Trilogy.
Meccaniche di gioco e opzioni
Il remake è incentrato sui primi tre giochi della saga, ovvero Spyro the Dragon, Ripto's Rage (arrivato in italia nel 1999 come Gateway to Glimmer ma proposto con il nome americano nel remake) e Year of the Dragon, titoli che ai tempi curò originariamente Insomniac Games prima di cedere i diritti al co-produttore dell'epoca, Universal Studios. A livello contenutistico quindi non manca nulla all'appello, e la durata media dei titoli rimane la stessa di vent'anni fa, oscillando tra le 25 e le 27 ore di gioco complessive e concludendo tutti e tre i giochi al 100%.
La schermata della Spyro: Reignited Trilogy si apre così dando al giocatore la possibilità di gestire tre slot di salvataggio. In ognuno di questi viene tenuta traccia della percentuale di completamento di tutti e tre i giochi contemporaneamente, mostrando come sfondo il mondo di gioco dove si è interrotta la partita nella precedente sessione. Sono state purtroppo tagliate le aperture storiche dei giochi, con il cartello contenente il nome dello sviluppatore e la comparsa del draghetto: da questo punto di vista il lavoro fatto dai colleghi di Vicarious Visions per la N.sane Trilogy di Crash Bandicoot è nettamente superiore.
Bastano però pochi secondi di caricamento per spazzare via la delusione della schermata iniziale, perché la cura che Toys for Bob ha versato nella sua Spyro: Reignited Trilogy è visibile in ogni singolo dettaglio. I giochi mantengono la loro conformazione, con ogni titolo composto da diversi hub principali ai quali fanno riferimento i singoli livelli di gioco: in ognuno di questi vanno raccolte le gemme e salvati i draghi, collezionati talismani e sfere e scovate uova non schiuse di drago. Ogni passaggio da una Casa (così vengono chiamati gli hub di gioco) e l'altra è intervallato da uno scontro boss e per accedere alla Casa successiva è sempre necessario totalizzare un certo numero di obiettivi. Invariata anche la meccanica relativa alla salute del personaggio dettata dal colore di Sparx, che può essere nutrito con le farfalle contenute negli animaletti sparsi per i livelli. La libellula che accompagna Spyro lo aiuta anche a raccogliere le gemme: ci è sembrato però che il raggio d'azione di Sparx sia più limitato che in passato e che l'insetto in generale sia più "distratto" portando il giocatore a perdersi per strada qualche gemma di tanto in tanto.
Anche il menù di gioco si discosta poco da quello originale, offrendo la possibilità di personalizzare l'audio, settando a piacere i diversi volumi, e la telecamera, cambiandola da passiva ad attiva e invertendo gli assi. Non pervenute opzioni relative a risoluzione, frame rate e HDR, anche se questo non costituisce un problema perché visivamente il remake è ineccepibile. C'è infine la possibilità di giocare sia con l'interfaccia comandi originale oppure con quella aggiornata che assegna al tasto dorsale sinistro l'accentramento istantaneo della telecamera e alla pressione dell'analogico sinistro l'abilità cerca gemme di Sparx, che riprenderemo più avanti nella recensione.
Resa tecnica: i dettagli contano
Rimanendo sempre all'interno del contesto comandi, va affrontato il discorso relativo al feedback di questi ultimi, diverso rispetto all'originale e intimamente connesso all'aggiornamento fatto su Spyro. Toys for Bob ha una grande dimestichezza con il draghetto, ma per la Spyro: Reignited Trilogy lo sviluppatore ha fatto un passo indietro, recuperando il vecchio design ad opera di Charles Zembillas e plasmando una caratterizzazione fisica che si sposasse meglio con questo modello. Spyro acquista così delle movenze molto feline e armoniose: spesso lo vediamo puntellarsi sulle zampe anteriori sollevando il posteriore, proprio come fanno i gatti a caccia, e anche nei movimenti più semplici acquista una leggerezza che non si attribuirebbe ad un rettile. Oltre a suscitare una certa simpatia, le movenze del drago si sposano molto bene con il suo temperamento ma cambiano gli equilibri del feedback di gioco.
I titoli originali erano caratterizzati da una spiccata legnosità, mentre nella Spyro: Reignited Trilogy si apprezza una fluidità tanto nuova quanto necessaria. Animazione e comandi vanno di pari passo, ma l'aspetto migliore è il poter godere appieno di questa morbidezza sia utilizzando la levetta analogica che la croce direzionale. È necessario un periodo minimo di tempo per abituarsi, come accade per tutti i platform, ma una volta raggiunta sufficiente dimestichezza non ci si fa più caso.
Leanimazioni di Spyro sono solo uno degli aspetti che Toys for Bob ha curato nella ricostruzione del gioco e forse non è il primo che salta all'occhio quando ci si trova all'interno dei livelli. Tutto è stato rifatto da zero e con una precisione maniacale: è stato rivisto il design di ogni singolo personaggio, nemico e animaletto che popola i mondi di gioco mentre gli scenari sono stati arricchiti da numerosi particolari ma senza diventare irriconoscibili. Si percepisce così la differenza tra i diversi terreni (dove l'erba è addirittura modellata a fili): ogni materiale (legno, metallo, ceramica) ha una resa realistica per non parlare della quantità strabordante di effetti visibili ad ogni interazione del personaggio con il contorno.
Quello che segna però realmente l'aspetto del gioco sono le luci e l'acqua, perfettamente gestiti dall'Unreal Engine 4. Per quanto Spyro sia sempre stato un gioco molto colorato, e in questo la Reignited Trilogy non si smentisce, quello che mancava totalmente ai tempi era la profondità data dalle ombre, inesistenti. Ora i giochi di luce sono parte integrante dell'ambiente, ricreando non solo un'atmosfera davvero suggestiva ma interagendo con l'acqua in un modo mai visto in Spyro. Immergendosi in acqua si percepisce la consistenza del fluido e la quantità di luce presente nel livello influisce sulla visibilità. I mondi totalmente subaquei, come Torri Acquaria e Spiaggia della Conchiglia, risultano essere così i più alieni ma allo stesso tempo meglio riusciti in termini grafici.
Il lavoro di aggiunta e perfezionamento influenza tanto il lato grafico quanto il comparto audio. Gli effetti sonori già presenti nei vecchi titoli sono leggermente diversi ma tutti ben riconoscibili (quando sentirete la risata dei Ladri un brivido vi correrà lungo la schiena!) mentre molti altri sono stati aggiunti: tendendo l'orecchio si può sentire il battito d'ali di Sparx, il ticchettare degli artigli di Spyro sulle superfici dure o il rumore di zoccoli del fauno Elora. Perfetta poi la riproposizione delle musiche originali di Stewart Copeland, curate per l'occasione proprio dal compositore. Noi italiani poi ci troviamo, finalmente, di fronte ad una localizzazione efficace con doppiatori all'altezza del ruolo. La voce del draghetto non assomiglia a quella del passato e viene ufficialmente sdoganata la pronuncia anglofona "Spairo" ma è stato comunque fatto un ottimo lavoro sia dal doppiatore di Spyro che dagli altri. Molti dialoghi sono praticamente invariati, vedendo i personaggi pronunciare le stesse esatte parole di vent'anni fa: nota negativa la presenza dei sottotitoli solo nei dialoghi tra PNG, dove si apre in automatico una maschera di dialogo, ma non nelle scene d'intermezzo.
Trofei PlayStation 4
I trofei PlayStation 4 di Spyro: Reignited Trilogy sono suddivisi per capitolo. Ogni episodio della trilogia avrà quindi la sua serie di obiettivi legati a passaggi essenziali delle vicende narrate, al completamento dei giochi e a sfide extra richieste proprio da trofei come colpire di seguito quattro nemici o lanciarsi in qualche record e/o ardita prodezza.
Perseverare è... vecchia scuola
Vorremmo poter chiudere qui la recensione di Spyro: Reignited Trilogy, senza dover aggiungere nessuna nota negativa... che invece purtroppo c'è. Abbiamo accennato prima al fatto che la libellula Sparx sia un po' frettolosa e che non sempre raccolga le gemme intorno al drago. Questo problema viene risolto premendo la levetta analogica sinistra, impartendo a Sparx il compito di indicare la gemma abbandonata più vicina. Questa abilità dell'insetto nei giochi originali era rarissima e acquistabile solo ad un certo livello di progressione del gioco, mentre nel remake è stata offerta al pubblico con estrema leggerezza. Le motivazioni possibili sono due: o effettivamente c'è stato un problema di design con Sparx facendo risultare il compagno insetto inefficiente e portando così gli sviluppatori a risolvere in questo modo oppure, ipotesi ancor più nera ma purtroppo più plausibile, l'aggiunta è stata fatta per rendere il gioco meno frustrante alle nuove generazioni. La più papabile a nostro avviso è la seconda, vista la lunga esperienza che Toys for Bob ha maturato con l'utenza più giovane: insomma, parliamo di uno sviluppatore che conosce bene i bambini d'oggi. Questa aggiunta, che ai più sembrerà insignificante, annichilisce totalmente l'unico valore virtuoso di questo gioco.
Non si può nascondere che già ai tempi Spyro, come Crash Bandicoot e altri titoli anni '90, non fossero dei capolavori incontrastati: certo, avevano la loro dignità ed importanza storica, ma se si pensa che ai tempi di Year of the Dragon erano già state pubblicate pietre miliari come Final Fantasy VII e Metal Gear Solid, il drago di Insomniac impallidisce al confronto.
Però un gioco come Spyro insegnava qualcosa di molto prezioso: perseveranza e pazienza, valori che a quanto pare i bambini di oggi hanno perso. Non essendo esperti di educazione infantile non sappiamo quanto far ammattire un bambino di otto anni sulla percentuale di completamento di un gioco possa essere educativo o sano, ma molti giocatori di oggi sono stati formati da sfide di questo tipo. Alcuni potrebbero cogliere in questo discorso l'invidia degli ex bambini che ai loro tempi hanno faticato nel completare i vari giochi e che quindi vogliono veder soffrire allo stesso modo i pargoli di oggi ma non è così. Il nostro non è sadismo ma una disamina più profonda sulla natura del gioco: che senso ha giocare con un aiuto di questa portata un titolo già di per sé facile, molto schematico, a tratti ripetitivo e che fa del "completismo" la sua sfida massima? Perché una volta visti tutti i mondi di gioco e sconfitti i boss c'è ancora molto da fare se un giocatore lo desidera, ma così si vanifica parte del godimento. Non vogliamo infierire troppo a fronte di tutto lo splendido lavoro fatto, ma questo dettaglio penalizza concettualmente il materiale egregio prodotto dagli sviluppatori e costituisce uno spunto di riflessione importante sui giocatori di domani.
Vogliamo però concludere questa recensione raccontandovi la sensazione che questo remake trasmette, utilizzando un paragone che speriamo tocchi le stesse corde pizzicate nell'animo di chi si è occupato di questa recensione. Avete mai visitato un luogo appartenente alla vostra infanzia in età adulta, tipo la vecchia scuola materna? Malgrado la memoria possa essere un po' arrugginita, girovagando qua e la ci si rende conto che nulla sembra essere cambiato. La posizione delle stanze è sempre la stessa, il tavolo dei colori, le scatole dei giocattoli, persino la rastrelliera dove appendevate gli zainetti, è tutto lì dove l'avete lasciato. Quello che cambia però è la prospettiva con cui vi guardate attorno: le sedie che una volta erano confortevoli ora sono minuscole, le stanze che ricordavate immense non sono in realtà così grandi e i lavandini dei bagni che da bambini raggiungevate in punta di piedi ora di arrivano al ginocchio. È tutto come lo avete lasciato... ma più piccolo. Non perché le dimensioni siano davvero cambiate ma perché siete cresciuti nel frattempo. La Spyro: Reignited Trilogy, pad alla mano, trasmette questa sensazione, di un mondo immutato ma che con il tempo si è rimpicciolito perché, semplicemente, si è fatto grande il giocatore. E questo è mille volte meglio che sentirsi nuovamente bambini perché facendo un tuffo nel passato si perde la consapevolezza dell'età adulta, mentre Spyro: Reignited Trilogy può essere apprezzato sia con gli occhi di un giocatore maturo che con lo sguardo del bambino di venti anni fa.
Conclusioni
Spyro: Reignited Trilogy è un remake che mostra in tutta la sua bellezza lo sforzo e l'impegno di Toys for Bob che, con molta umiltà, ha messo da parte la sua rivisitazione del personaggio per ridare splendore ai capitoli originali. Il feedback dei comandi va di pari passo con la complessità delle animazioni studiate per le movenze del drago, regalando un fluidità e piacevolezza dei comandi che la trilogia degli anni '90 non ha mai avuto. Ogni cosa è perfettamente curata, quasi diabolica: colori vibranti, livelli ricchi di dettagli ed effetti grafici, suoni e finalmente una localizzazione italiana all'altezza della situazione. Non manca qualche difetto, con il più grande rappresentato dalla possibilità di poter cercare fin da subito le gemme mancanti con l'aiuto di Sparx: che sia la correzione di una lacuna di design o una scelta dello sviluppatore dedicata ai giocatori di oggi, la troviamo una decisione sbagliata e che penalizza parte del divertimento del titolo.
PRO
- Aspetto grafico impeccabile
- Fluidità dei comandi inedita e piacevole
- Localizzazione italiana di qualità
CONTRO
- Scelte di design sugli aiuti in gioco discutibile
- Mancanza dei sottotitoli e altre opzioni di personalizzazione