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Stranded: Alien Dawn, la recensione del survival gestionale che guarda a diversi generi

La recensione di Stranded: Alien Dawn, un survival gestionale che guarda a diversi generi per provare a dire qualcosa di nuovo.

Stranded: Alien Dawn, la recensione del survival gestionale che guarda a diversi generi
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   29/04/2023

Una giornata no è una giornata no e si può fare davvero poco per raddrizzarla. Magari decidi di andare in un rinomato ristorante a mangiare pesce con la famiglia e il giorno dopo ti ritrovi a vomitare anche l'anima perché il pesce non era proprio freschissimo, oppure prendi un'astronave e finisci su di un pianeta alieno, purtroppo schiantandotici sopra. C'è vita nell'universo e a quanto pare vuole mangiarci. Sono cose che capitano, ma che possono avere dei rivolti più che positivi, come vedremo nella recensione di Stranded: Alien Dawn, un survival che si è dimostrato più interessante del previsto.

Narrazione emergente

All'inizio le risorse sono scarse
All'inizio le risorse sono scarse

Si è vero, siamo finiti su di un mondo alieno e abbiamo dovuto affrontare mille difficoltà per riuscire a sopravvivere. Abbiamo studiato la fauna e la flora locale, imparato a conoscere le risorse disponibili e a procurarcene di nuove. Abbiamo cacciato strani animali e coltivato strane piante, mangiato tutto senza porci troppo domande e nel frattempo abbiamo continuato a raccogliere legna e altri materiali da qualsiasi fonte avessimo sottomano. All'inizio ci riparavamo sotto a delle tettoie costruite con i rottami dell'astronave con cui eravamo precipitati su questo rigoglioso quanto ostile pianeta. Poi abbiamo costruito la nostra prima casa, che piano piano è diventata una villa affaccio lago Duria, così chiamato ascoltando l'eco di creature primordiali nella nostra testa.

È vero, siamo stati attaccati da decine di alieni (e se, in questo caso, gli alieni fossimo noi?), alcuni dei semplici insettoni poco pericolosi, altri grossi il doppio di noi che non vedevano l'ora di assaggiare carne terrestre.

Non ci siamo mai fatti trovare impreparati. In principio abbiamo combattuto impugnando delle lance costruite con materiali di fortuna, come dei primitivi, poi abbiamo eretto degli steccati di legno attirando i nemici verso le nostre difese con uno studio accorto della base, quindi abbiamo sviluppato dei sistemi difensivi impenetrabili, tra torrette automatiche, lanciafiamme, trappole, sensori di movimento e quant'altro, fino ad arrivare a guidare dei veri e propri mech armati di tutto punto. Nel mentre ci siamo dotati di ogni confort. Tanto se proprio bisogna morire su di un pianeta sconosciuto è meglio farlo con l'aria condizionata, alimentata da energia solare o eolica, che lasciarsi andare alla disperazione. Certo, la vita non è stata facile e presto le falle del gruppo hanno iniziato a venire a galla, creando non pochi problemi. Comunque sia l'ottimo lavoro fatto ci ha salvato da momenti di depressione, da pacifismo, dagli acciacchi dell'età e da tanti altri problemi psicologi e fisici che sono emersi con il passare dei giorni. Se dopo tutto questo siamo ancora qui, un motivo ci sarà.

In Stranded: Alien Dawn si sopravvive, ma si prospera anche

In Stranded: Alien Dawn ci sono alieni buoni e altri proprio no
In Stranded: Alien Dawn ci sono alieni buoni e altri proprio no

Se non lo avete capito Stranded: Alien Dawn è un survival gestionale per giocatore singolo che punta moltissimo sulla narrazione emergente creata dai suoi sistemi di gioco. In senso lato guarda parecchio verso Dwarf Fortress, pur senza sfiorarne la complessità, ma anche verso la strategia in tempo reale e la simulazione di vita alla The Sims, pur essendo ogni sistema contestualizzato allo scenario. All'inizio di ogni partita bisogna scegliere il pianeta su cui giocare, il tipo di avamposto che si vuole costruire, le risorse a disposizione e l'identità dei sopravvissuti che formeranno il nostro gruppo di quattro o più persone, accettando la selezione automatica casuale fatta dal gioco, oppure scegliendo direttamente chi portare esaminandone prima le caratteristiche per ponderare meglio se potranno esserci utili o meno.

Gli scenari meritano una parola a parte perché sono molto diversi tra di loro. In uno bisogna costruire un vero e proprio avamposto militare, in un altro uno commerciale con l'obiettivo di accumulare abbastanza soldi da comprarsi l'intero pianeta.

La mongolfiera può essere usata per cercare risorse sulla lunga distanza
La mongolfiera può essere usata per cercare risorse sulla lunga distanza

C'è da dire che a tutti abbiamo preferito lo scenario standard, quello il cui principale obiettivo è di rimanere in vita, perché per molti versi più interessante e aperto degli altri, che mirano maggiormente alla specializzazione del gruppo. Ma torniamo proprio dai nostri sfortunati eroi. Ogni sopravvissuto è più versato in certe attività che in altre. Ad esempio si può scegliere qualcuno che sia una specie di maestro in combattimento, oppure uno scienziato capace di osservare l'ambiente circostante più velocemente, o ancora un artigiano provetto. Con il tempo e l'utilizzo le abilità migliorano, ma all'inizio è meglio lasciare perdere. Naturalmente le tare non mancano e nel corso della partita possono emergere problemi legati ad esempio alla facilità con cui uno dei sopravvissuti si deprime, o alla mancanza di attività ricreative adeguate. Ogni tratto del carattere di un personaggio può creare situazioni di gioco differenti e a loro modo interessanti. Peccato che manchi completamente la possibilità di creare dei sopravvissuti personalizzati. Comunque sia, formata la nostra squadra è arrivato il momento di farla schiantare con la sua astronave, quindi di iniziare a guardarsi intorno.

Arreda la tomba

Morire sì, ma in un ambiente ben arredato
Morire sì, ma in un ambiente ben arredato

Stranded: Alien Dawn è un gioco che vive di un continuo crescendo nella raccolta delle risorse, che va di pari passo con l'aumento dell'aggressività della fauna locale. All'inizio bisogna raccogliere materiale dalla carcassa della nostra astronave, nel frattempo bisogna guardarsi intorno per vedere dove si trovano le risorse più interessanti, da prendere subito o in un secondo momento, quando cioè saranno disponibili le giuste tecnologie con cui usarle. Le cose da fare sono davvero tante e il gioco ci lascia abbastanza liberi di procedere come vogliamo, libertà che aumenta con il passare delle ore, quando cioè si è superata la fase di ricerca dei mezzi di sussistenza e si dispone di risorse adeguate.

Quando ci si rende conto di poter usare tutto, è anche il momento in cui il gameplay si apre alle scelte del giocatore, che deve iniziare a progettare la sua base tenendo in debita considerazione gli aspetti produttivi, quelli ricreativi e quelli difensivi. In questo senso le possibilità offerte dal titolo di Haemimont Games sono davvero tante e non ha nemmeno troppo senso elencarle tutte.

Ve lo abbiamo già detto che in Stranded: Alien Dawn potete fare molti tipi di basi diverse?
Ve lo abbiamo già detto che in Stranded: Alien Dawn potete fare molti tipi di basi diverse?

Il problema è solo quello di prendere confidenza con l'interfaccia, non proprio immediata in alcuni momenti oberata com'è da decine di funzioni per ogni attività, con la microgestione che risulta essere decisamente profonda e alla lunga appagante. Così non bisogna solo scegliere cosa costruire, ma anche assegnare le priorità ai singoli in base alle loro abilità, stabilire dei turni di relax per non farli impazzire, gestire le loro richieste in modo da non fargli compiere i lavori che odiano di più e così via. Con lo sviluppo tecnologico subentrano anche altri aspetti da gestire, come i passaggi della linea elettrica, oppure l'indirizzamento delle risorse raccolte. Sulla carta si può fare tutto con un paio di click, ma è indubbio che all'inizio si possa rimanere un po' frastornati. Fortunatamente c'è un ricco tutorial che spiega le basi del gioco, così da non farci perdere di fronte alla prima difficoltà.

Fino alla fine

Coltivare è essenziale se si vuole sopravvivere
Coltivare è essenziale se si vuole sopravvivere

Le situazioni vivibili in Stranded: Alien Dawn sono davvero moltissime, così come i pericoli da affrontare, che non si limitano ai già citati alieni, ma anche a uragani improvvisi e distruttivi, malattie da curare, conflitti tra i personaggi stessi e l'onnipresente carenza di materiali. A controbilanciare ci sono dei momenti più distesi, come i matrimoni o lo gare di freccette o i comportamenti ameni che possono nascere in seno al gruppo. In certi casi, in particolare in combattimento, è possibile prendere il controllo diretto dei personaggi, avvicinando l'esperienza a quella di uno strategico in tempo reale, pur con molti più limiti. Comunque sia, alla fine si dispone di così tante torrette e mezzi difensivi che sembra quasi di giocare a un tower defense. Il tutto funziona davvero bene, come il fatto che gli scenari abbiano una fine. Certo, si può costruire quanto si vuole, ma a un certo punto si dovranno sviluppare delle tecnologie finali che consentiranno di mettere fine con successo alla partita, come dei comunicatori interstellari utili per chiamare i soccorsi. Tergiversare troppo a lungo non è consigliato, perché le attività ostili degli alieni si fanno sempre più intense e pericolose, finendo per uccidere molti dei sopravvissuti... sempre che non si sia selezionata la modalità pacifista in cui tutti gli alieni diventano innocui e si può costruire in santa pace.

I problemi di Stranded: Alien Dawn

I personaggi sono tutti diversi, peccato che non siano personalizzabili
I personaggi sono tutti diversi, peccato che non siano personalizzabili

Tutto perfetto, quindi? In realtà Stranded: Alien Dawn qualche problema ce l'ha. Intanto non favorisce molto l'esplorazione, nel senso che la possibilità di produrre le risorse in autonomia dopo averle studiate e aver approntato le strutture necessarie, rende superfluo andarsene in giro e ci si può concentrare sull'area che si è occupata. Viste le ragguardevoli dimensioni delle mappe generate proceduralmente offerte dal gioco, ci avrebbe fatto piacere l'esistenza di qualche incentivo per l'esplorazione. Anche dal punto di vista tecnico ci sarebbe aspettati qualcosa di leggermente meglio. In questo senso Stranded: Alien Dawn fa il suo, ma visivamente risulta fin troppo anonimo e standardizzato per avere qualcosa da dire. Funziona e non richiede un PC della NASA per girare, ma questo è quanto. Lo stesso dicasi per le musiche, formate da semplici brani ambientali che vengono presto a noi. Peccato, perché se si fossero curati maggiormente questi aspetti del gioco, sarebbe stato davvero un capolavoro assoluto. Così com'è è solo un ottimo gioco. Non è poco, di questi tempi.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 34,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (11)
8.3
Il tuo voto

Stranded: Alien Dawn è un ottimo survival, nonché un titolo della migliore Haemimont Games, che ha dimostrato una grande competenza e capacità nel gestire un titolo così complesso. Certo, qualcosa di più poteva farla nella personalizzazione dei personaggi e nello stile grafico, ma tolto questo si tratta di un'esperienza coinvolgente, che non fa rimpiangere il tempo speso in gioco.

PRO

  • Ottima la parte survival
  • Tante cose da fare
  • Gestione e microgestione profonde
  • Dà grande libertà al giocatore

CONTRO

  • Scarsa personalizzazione dei personaggi
  • Stilisticamente anonimo