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Supreme Commander - Recensione

Maledetti Alieni, non avrete mai la mia Unità di Comando Corazzata!

RECENSIONE di Stefano Brighenti   —   26/02/2007

Facevo meglio a prendere Wild Africa

Bisogna fare una piccola premessa: chi scrive è un fanatico di tutti gli strategici in tempo reale, a patto che il titolo inizi o con un “Command & Conquer” o con un più semplice “C&C”: questo per dire che qualsiasi altro RTS, per quanto bello e divertente, non può considerarsi degno di restare installato sul mio hard disk.
Per amor della corretta informazione (e per non rischiare il mio posto di redattore, dopo le raccomandazioni del Pierpaolo) devo proprio ammettere che Supreme Commander è stato l’unico gioco di strategia a minare profondamente la mia fede, tanto profondamente che adesso sono un universitario fuori corso…

Supreme Commander - Recensione
Supreme Commander - Recensione

Prendetevi il weekend libero

Pur non brillando certo per originalità, la trama si snoderà attraverso lunghissime missioni che vi porteranno a scoprire interessanti retroscena e non pochi scheletri nascosti nell'armadio di ciascuna fazione: arriviamo quindi a parlare del primo grosso pregio di questo Supreme Commander, vale a dire la vastità delle missioni.
Non appena inizierete una nuova mappa vi verrà assegnato un obiettivo primario ed alcuni secondari, non vitali per la vittoria, ma che vi potranno agevolare notevolmente, se completati, negli obiettivi successivi; la mappa di gioco inoltre, non è liberamente esplorabile, ma verrà sbloccata man mano che completerete gli obiettivi fissati.
Se questo può far storcere il naso ai puristi, che potrebbero vederlo come un limite all'esplorazione ed al dipanamento della "fog of war", bisogna dire che anche la mappa iniziale è già di consistenti dimensioni e non avrete mai la sensazione di trovarvi costretti all'interno di uno spazio limitato.

Supreme Commander - Recensione
Supreme Commander - Recensione

Prendetevi il weekend libero

Se la vastità delle mappe vi permetterà di compiere azioni su vasta scala, con centinaia e centinaia di unità impegnate in combattimento, il retro della medaglia è il rischio di ritrovarsi spaesati e con lunghi tempi morti, durante i quali vi ritroverete a girovagare per la mappa alla ricerca del nemico: questo problema non è tanto evidente durante le partite single player, visto che il gioco vi fornirà sempre degli obiettivi piuttosto chiari e pianificati, ma si presenterà nelle partite multigiocatore, dove le possibili situazioni non sono facilmente prevedibili.

Come se non bastassero i carri...

D'altrocanto, come suggerisce il prefisso Supreme, difficilmente avreste potuto ritrovarvi a comandare due o tre gruppetti sparuti di unità, ma vi verrà richiesto di coordinare le vostre forze militari sia terrestri che aeree e navali.
Le unità presenti nel gioco, benché esteticamente tutte differenti, trovano grossomodo la loro controparte in ogni fazione avversaria: tuttavia ciascuna fazione presenta dei punti di forza e delle debolezze che solo dopo diverse partite riuscirete a comprendere ed a sfruttare appieno: mentre ad esempio, l'UEF non ha alcun rivale nei cieli, specialmente durante le fasi avanzate del gioco, al contrario gli Aeon possono fare affidamento su unità navali decisamente potenti, mentre gli artificiali Cybran possono vantare delle unità anfibie.

Supreme Commander - Recensione

Grazie alla profonda esperienza di Taylor, già autore dell'ottimo Total Annihilation, Supreme Commander acquisisce uno spessore tattico che si pone decisamente su un livello superiore rispetto ad altri titoli strategici: la strategia dell'ammassare più truppe possibili e lanciarle all'attacco non vi porterà mai a nessun risultato, o almeno ve lo farà raggiungere dopo molte perdite, mentre la scelta oculata della giusta unità per affrontare una determinata situazione può stravolgere il destino di uno scontro.
Questo vi porterà a cercare di creare delle armate quanto più eterogenee possibili, così da poter far fronte a qualsiasi situazione, anche la più imprevedibile ed uscirne vincitori, o almeno con un significativo pareggio.

Evvai di ACU!

L'elemento primo che conferisce imprevidibilità a tutte le vostre partite è rappresentato dal simpatico ACU, una sorta di bellicoso incrocio tra il fratello cattivo di Ufo Robot e Mazinga: sostanzialmente si tratta del vostro alter ego per tutte le diverse campagne e rappresenterà anche la vostra piattaforma mobile di comando.
Questo mastodontico mezzo, oltre a rappresentare una devastante arma d'offesa (se mai dovesse morire si lascerà dietro un fungo atomico), vi permetterà di edificare strutture anche parecchio lontano dalla vostra base principale, senza così dover ricorrere ai fragili robot ingegneri: man mano che la vostra base si evolverà, attraversando i quattro diversi stadi di Tecnologia (dal primo al terzo, con l'aggiunta di un quarto, definito "sperimentale") avrete la facoltà di perfezionare e potenziare questo vostro robot: preferite tramutarlo in una gigantesca macchina in grado di mietere risorse e costruire ad una rapidità impressionante, oppure aggiungerci una piattaforma per piccole testate nucleari sulla sua schiena?
La scelta delle modifiche da apportare all'ACU, tuttavia, non è definitiva: spendendo una quantità esorbitante di risorse avrete la possibilità di modificare un suo potenziamento, così da poterlo adeguare a qualsiasi situazione.
Abbiamo particolarmente apprezzato la scelta di Taylor di ridurre a solo due le risorse presenti nel gioco, ovvero Massa ed Energia: mentre la prima sarà indispensabile per poter costruire qualsiasi struttura e mezzo, la seconda sarà indispensabile per migliorare le difese della base e la velocità di upgrade di strutture e unità.
Se questa divisione può sembrarvi particolarmente scontata, dovrete immediatamente ricredervi: in qualsiasi altro RTS, se vi ritrovate senza risorse avrete pressoché perso la partita, indipendentemente dal vostro livello tecnologico e dalle vostre precedenti azioni; la genialità alla base di Supreme Commander risiede nel fatto che anche nel caso in cui vi ritroviate senza Massa nè Energia, avrete comunque la facoltà di costruire qualsiasi tipo di edificio o unità, ma il processo richiederà molto più tempo del normale, rallentando tutta la vostra macchina bellica in maniera sensibile, ma senza compromettere l'intera partita.

Rispolverate la laurea alla Bocconi

La gestione delle risorse è, in sostanza, l'altro (ennesimo) cavallo di battaglia di Supreme Commander: la Massa potrà essere estratta non solo dalle apposite miniere, ma anche da qualsiasi elemento dello scenario, come alberi, pietre e anche rottami di unità distrutte: ogni mezzo, infatti, una volta distrutto resterà sulla mappa di gioco, permettendovi così di riciclarlo e di aggiungere una piccola quantità di Massa alla vostra riserva: l'utilità di questo stratagemma è particolarmente evidente durante le partite multiplayer, dove dopo ogni scontro inizia una gara a chi riesce a riciclare il maggior numero di carcasse, così da ammortizzare l'esito e il costo dello scontro.

Supreme Commander - Recensione
Supreme Commander - Recensione

Rispolverate la laurea alla Bocconi

L'Energia, per converso, potrà unicamente essere prodotta, o tramite dei semplici generatori, oppure con delle centrali, sfruttando le poche risorse naturali: ovviamente i programmatori hanno ben pensato di inserire delle strutture che siano in grado di convertire l'Energia in Massa e viceversa, così da non penalizzare eccessivamente chi non è riuscito a conquistarsi le fonti migliori.
Diventa quindi fondamentale curare anche l'aspetto microeconomico durante tutte le vostre partite, diventando un vero mini-gioco che vi richiederà non poca attenzione: basterà che il nemico distrugga qualche vostro generatore, o faccia saltare un Estrattore di Massa, per vedere il vostro apparato economico andare velocemente alla deriva e con lui anche le vostre possibilità di vittoria: trovarsi sotto un pesante attacco, con pochissima Energia a disposizione e ancora meno Massa, porterà ad una serie di malus difficilmente ammortizzabili; un vero comandante quindi, non solo si preoccuperà di assemblare l'esercito perfetto, ma dovrà preoccuparsi anche dell'organizzazione della propria base, in una maniera prossima al maniacale.

Scordatevi dei pixel...

A supporto dell'eccellente gameplay non poteva che schierarsi un engine grafico di qualità superiore: le vostre battaglie saranno permeate da fumo, esplosioni, raggi laser e qualsiasi altra cosa che la vostra mente possa inserire in un film di fantascienza: mentre colossali robot si affrontano a suon di missili e raggi mortali, nel cielo si librano veloci come libellule i vostri caccia, intenti in letali dog fight contro unità aeree nemiche, quando contemporaneamente le vostre navi solcano le acque alla ricerca dei sottomarini nemici.
Colpiscono particolarmente gli effetti catastrofici delle super armi, ovvero le bombe atomiche, che in poco tempo possono spazzare via un intero esercito, prima accecandovi con il loro bagliore, per poi mostrarvi quello che resta del campo di battaglia: migliaia di rottami e detriti, alberi in fiamme o sradicati e un enorme solco nel terreno.

Supreme Commander - Recensione

La grafica, per quanto possa non essere fondamentale in un RTS, rende Supreme Commander talmente emozionante da vedere che vi verrà quasi naturale tenere il livello di zoom al massimo per godervi gli scontri, anche a costo di sacrificare l'aspetto tattico.
Ben lontano da poter scontentare chi si nutre di pane e wargame, gli sviluppatori hanno permesso di sfogarsi sulla rotellina del mouse senza alcuna remora: si potrà passare da uno zoom a livello terra, fino ad arrivare alla visione tattica per eccellenza, dove sarà rappresentata l'intera mappa e le vostre unità avranno abbandonato l'aspetto tridimensionale, a favore di uno stilizzato, senza dubbio più chiaro ed immediato: la funzionalità di questa possibilità è innegabile, visto che vi permette di godere sia dell'aspetto tattico che strategico del titolo con la più totale soluzione di continuità tra una visuale e l'altra. Il che, considerando le dimensioni delle mappe, è senza dubbio un grosso vantaggio.

Modello produttivo su stile FIAT

Il gameplay viene ulteriormente arricchito dalla possibilità di creare dei veri e propri centri di produzione: se, ad esempio, mettete in coda di costruzione più unità, per velocizzare il processo potrete collegare alla fabbrica principale, uno o più stabilimenti, dello stesso tipo, secondari; in questo modo, ogni volta che la struttura principale inizierà a produrre delle unità, automaticamente quelle secondarie inizieranno a costruire le altre unità in coda, così da velocizzare l'intero processo e permettervi di produrre in massa delle grandi quantità di mezzi.
Se a leggere può sembrare complicato, in realtà vi basteranno un paio di click per creare delle vere e proprie zone industriali, in grado di sommergere l'avversario con la vostra potenza, militare e produttiva.
Supreme Commander non si ferma qui: avrete anche la possibilità di ordinare una serie infinita di waypoint (sia di movimento che di costruzione), così da poter creare delle tattiche militari piuttosto complesse o, più semplicemente, ordinare al vostro ingegnere di costruire più edifici di seguito, senza dover necessariamente fargli da badante continuamente.
Si tratta, a ben vedere, non di colossali rivoluzioni, ma di semplici innovazioni che rendono la partita molto più godibile e fluida: impostare waypoint di costruzione vi permetterà di concentrarvi sugli scontri mentre contemporaneamente la vostra base si evolverà; allo stesso modo, organizzare un assalto mirato alla base del vostro avversario, coordinando le vostre forze terrestri e aeree, si rivela estremamente utile e vi permetterà di sopraffare anche chi si è barricato dietro tonnellate di torrette di difesa.

Qualche neo alle volte dona...

Sfotunatamente, Supreme Commander non è il gioco perfetto, benché sia molto vicino ad esserlo ed ha buone probabilità di diventarlo: in primo luogo alcune unità, specialmente quelle aeree, sono troppo deboli e fragili rispetto a quelle terrestri e navali; costruendo anche solo poche difese anti-aeree sarà possibile abbattere interi stormi di caccia e bombardieri nemici, incentivando così lo sviluppo "a tartaruga" della base, focalizzandosi sulle difese, piuttosto che sull'attacco.
La buona volontà degli sviluppatori emerge dal lancio di una patch che si preoccupa di fixare questi problemi di bilanciamento, particolarmente sentiti durante le partite in multiplayer, patch scaricabile dalla nostra Area Files.
L'altro aspetto, sebbene non possa considerarsi proprio un difetto, sono le esose richieste hardware: specialmente quando faranno ingresso i primi generatori di scudi e i missili balistici, la vostra scheda video verrà messa costantemente sotto sforzo: ci sentiamo di consigliare, a chi vuole godere di Supreme Commander al massimo del dettaglio, di procurarsi o una 8800 GTX, oppure una vecchia scheda DX9 di fascia alta.
Infine a volerla proprio dire tutta, bisogna evidenziare che l'area di gioco è pesantemente invasa dall'interfaccia di gioco. Il titolo è stato infatti il promotore pubblicitario negli ultimi mesi di una configurazione con doppio monitor o con almeno un monitor 16:9 di grandi dimensioni (24 pollici come minimo). Seguendo queste richieste il titolo è infatti apprezzabile a livelli eccellenti, ma bisogna riconoscere che si tratta di configurazioni raramente utilizzabili dal giocatore medio e nel caso più classico di un monitor 17-19 pollici (magari 4:3) l'area di gioco risulta spesso un pò troppo piccola.
Non ci sentiamo tuttavia di penalizzare eccessivamente questi aspetti: in primo luogo perché SC è forse l'unico gioco, di questo ultimo semestre, che non ci ha mostrato alcun bug fastidioso, come improvvisi crash al desktop o altro, e in secondo luogo perché si tratta di problemi facilmente fixabili tramite patch e siamo sicuri che Chris Taylor non abbandonerà la sua folta schiera di fan.

Conclusioni

Siamo arrivati alla conclusione e, dopo averci demolito la vita sociale, possiamo assicurarvi che Supreme Commander è uno dei migliori giochi che ci sia capitato di provare negli ultimi 12 mesi: non solo riesce a rinfrescare le meccaniche di un genere ormai stantio, ma lo fa senza stravolgere nessun aspetto, risultando godibile e divertente anche a chi si avvicina per la prima volta a questo genere.
Ci sentiamo di consigliare questo gioco non solo agli appassionati del genere, ma a chiunque voglia provare la nuova, a nostro parere, pietra miliare degli strategici in tempo reale.

Pro

  • Coinvolgente come pochi
  • Graficamente splendido
  • Enorme longevità
Contro
  • Requisiti hardware elevati
  • Qualche problema di bilanciamento

Requisiti Hardware


Requisiti Minimi:

  • Processore: Pentium 4 1.8 Ghz o AMD equivalente
  • RAM: 512 MB
  • Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 128 Mb e supporto PS 2.0
  • Spazio su disco: 8.0 GB
Requisiti Consigliati:
  • Processore: Pentium 4 3.0 Ghz o AMD equivalente
  • RAM: 1024 MB
  • Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 256 Mb e supporto PS 3.0
  • Spazio su disco: 10.0 GB
Configurazione di Prova:
  • Processore: Intel Core Duo E6700, 2.7 Ghz
  • RAM: 2 Gb
  • Scheda Video: NVIDIA 8800 GTX

L'Atomica, questa sconosciuta

Una volta raggiunto un livello tecnologico sufficientemente alto (si parla di T3 e T4), avrete la facoltà di sviluppare l'arma definitiva: un missile balistico con una testata nucleare tattica.
Quest'arma, oltre a produrre un effetto grafico decisamente spettacolare, avrà delle conseguenze disastrose per tutte le unità e strutture entro il suo raggio d'azione: assicuratevi quindi di non avere nè il vostro ACU nè il grosso delle vostre truppe nei pressi dell'esplosione, perché rischiate di veder scomparire tutto il vostro esercito in pochi secondi.
Ovviamente, per evitare che le ultime fasi della partita si traducessero in uno scambio di bombe atomiche reciproche, gli sviluppatori hanno permesso di costruire delle unità e strutture che intercettino i missili in arrivo... Attenzione che la probabilità di riuscita non è totale, e un funghetto nucleare può sempre scapparci...

Ritorno alle Origini

Dopo la nota sulla mia vita personale, passiamo alla parte che interessa tutti voi: Supreme Commander, l’ultima fatica del sempreverde Chris Taylor, può considerarsi come quella ventata di aria fresca che tutti gli appassionati degli strategici stavano aspettando da una decina d’anni, precisamente da quando StarCraft fece il suo maestoso ingresso nel panorama videoludico.
Se quindi siete cresciuti con l’idea che un gioco di strategia non sia altro che accumulare risorse, ammassare truppe e scaraventarle contro l’avversario, dovrete velocemente ricredervi, perché da questo momento in avanti non sarà più solo questo…
Come ogni RTS che si rispetti, verrete calati in un contesto piuttosto catastrofico: dopo aver sviluppato la tecnologia quantica e aver creato dei portali in grado di velocizzare i viaggi interstellari, tutte le nazioni della Terra hanno avviato un enorme processo di colonizzazione, che ci porterà velocemente al 2592, anno in cui si riesce ad impiantare, per la prima volta, un computer all’interno di un cervello umano, andando a creare una nuova razza, i Symbiont.

Supreme Commander - Recensione

Malgrado i tentativi degli umani di sottomettere e sfruttare questa razza, qualche decennio dopo, nel 2678, alcune colonie popolate dai Symbiont dichiarano l’indipendenza e formano una nuova nazione, i Cybran, sotto la quale trovano riparo tutti gli esseri metà IA e metà umani.
La situazione degenera un anno dopo, nel 2679, quando entra in gioco una nuova fazione, gli Aeon, ovvero una sorta di razza aliena modificata geneticamente e particolarmente suscettibile.
Il resto è facilmente immaginabile: si inizia con piccole scaramucce nelle colonie di confine, per poi arrivare al crollo dell’Impero Terrestre e alla fondazione di un’organizzazione militare che mira a creare un potente Governo centrale, la UEF.
Gli scontri continuano, diventano sempre più violenti e si arriva ad una situazione di stallo: entrambe le fazioni sono indebolite, ma nessuna vuole dichiarare la resa: inutile dire che sarete voi a far pendere il piatto della bilancia per un gruppo piuttosto che l’altro.