Siete Ashley Nowak, un'esploratrice e scienziata mandata a studiare un pianeta ancora sconosciuto, tale Galatea 37. La particolarità del lavoro però è la maniera di analizzare il terreno e le sue proprietà, nonché i minerali e le piante che lo tappezzano: sarete all'interno di un mech, Mr Riggs, con un'IA altamente sofisticata e addirittura in grado di fare battute e tenere conversazioni. Il vostro scopo sarà riuscire a capire se è possibile la colonizzazione del corpo celeste costruendo basi, linee energetiche e portali spaziali, destreggiandovi tra tempeste di sabbia, acquazzoni e la dolce e carina fauna locale. Talmente premurosa che farà di tutto per distruggere con cadenza più o meno costante tutto ciò che state cercando di fare, compresi voi stessi e la vostra fame di conoscenza.
Nelle 15 ore circa che vi terranno incollati allo schermo vi troverete ad affrontare una miriade di situazioni differenti, biomi di tutti i tipi ed esigenze di ogni genere. La necessità di energia e materie prime sarà sempre presente e vi porterà ad esplorare Galatea 37 quanto più possibile, nei limiti delle vostre risorse. Vi diciamo da subito che la soddisfazione che si prova nel riuscire a potenziare una determinata struttura o a sopravvivere ad una grossa ondata di mostri alieni l'abbiamo provata in pochi titoli; questo soprattutto è figlio delle difficoltà nell'entrare nell'idea particolare dell'avanzamento e potenziamento delle strutture ma anche, non di meno, del ritmo sempre cadenzato di tutte le attività da svolgere per riuscire nella vostra missione.
Scopriamo tutte le qualità del gioco di EXOR Studios nella recensione di The Riftbreaker.
Gameplay, uno nessuno e centomila
La caratteristica che ci ha lasciati più spiazzati (in senso positivo) è il voler includere una grande quantità di generi differenti. Inizialmente, infatti, The Riftbreaker sembra un city builder classico, con elementi strategici, per poi diventare un hack and slash isometrico (non ce ne vogliano i puristi, non proprio isometrico ma lasciateci la licenza poetica ndr), una sorta di twin stick shooter e infine un tower defense. Ad un certo punto addirittura, una volta aperti i vari menù, vi troverete davanti ad un gioco di ruolo di quelli complicatissimi, pieni zeppi di cose da fare ed assolutamente, almeno a primo impatto, confusionari. Una volta stabilito che non ci capirete nulla, potrete cominciare a giocare e, fidatevi, pian piano il disegno più grande verrà fuori. Quello che sembrava un'accozzaglia di generi rende The Riftbreaker un piccolo grande gioiello che riesce a brillare e divertire come pochi altri titoli.
Lo scopo principale sarà quello di riuscire a ottenere materie prime quali carbonio, iridio e cobalto per poter dare vita alle strutture con le quali studiare il terreno ed inviare rapporto alla Terra. Potrete sì raccoglierle "a mano" trovando i vari giacimenti e premendo l'apposito tasto, ma la maniera migliore, soprattutto per non togliere tempo ad altre attività, è costruirci sopra un estrattore.
Ovviamente qualsivoglia macchinario senza energia è destinato a diventare un'arrugginita casa per muschio e lumache, ma come farete a donare energia alle strutture? Semplice, una volta costruita la base operativa in un punto da voi reputato strategico, dovrete collegare con dei nuclei energetici e cavi ogni singola costruzione per permetterle di operare in autonomia. Le uniche che non necessitano di energia per "sopravvivere" sono quelle difensive, come mura e porte, che si possono costruire solo grazie alle materie prime.
La quantità di strutture selezionabili è veramente molto ampia e viaggia più o meno sulla stessa linea di pensiero di qualsiasi altro city builder, con magazzini, laboratori ed armerie che saranno alcune delle costruzioni principali anche e soprattutto per potenziare sia il quartier generale sia il mech. Infatti è proprio in questo ambito che perderete gran parte del vostro tempo, dovendovi destreggiare tra alberi di abilità ed equipaggiamenti vari.
Ogni braccio di Mr. Riggs può essere equipaggiato con due armi, le quali variano da una minigun al sempreverde lanciafiamme, dalla pistola a raggi al fucile a pompa. Ognuna di esse può essere a sua volta potenziata e migliorata con l'equipaggiamento lasciato dai nemici sconfitti. Tornando ai potenziamenti delle strutture, nel menu apposito potrete scegliere accuratamente quali sbloccare o potenziare, cercando di trovare la giusta combinazione per poter avanzare nella trama e per poter sopravvivere alle varie ondate nemiche.
Proprio i nemici sono poi un altro fattore fondamentale per le dinamiche del gioco EXOR Studios. La fauna locale di Galatea 37 non è propriamente pacifica, anzi, ogni qualvolta proverete ad avvicinarvisi reagiranno con attacchi di gruppo combinati, ai quali a volte non riuscirete a far fronte dato l'elevatissimo numero di creature. Si va da piccolissime creaturine simili a lucertole ad alieni giganteschi dalle forme organico/crostacee che vi metteranno costante pressione durante il vostro peregrinare alla ricerca di materiali ed energia. Fortunatamente potrete piazzare dei teletrasporti con i quali poter tener sotto controllo tutta la rete di costruzioni creata, potendo così difendere adeguatamente, magari con 2 o 3 file di mura potenziate, i vostri estrattori di materia prima.
Lato tecnico
Lo possiamo dire tranquillamente senza paura di smentite, grafica e sonoro di The Riftbreakers sono ad altissimi livelli. Particellari, texture, palette cromatica, modelli, suoni ambientali e versi dei mostri alieni: tutto veramente eseguito a regola d'arte, potente e bello. L'unica pecca sono degli sporadici cali di frame rate e qualche raro freeze dovuto fondamentalmente a due cause principali: gli autosave e la quantità impressionante di creature e costruzioni su schermo. Verso la fine del gioco ci saranno letteralmente centinaia di creature che attaccheranno contemporaneamente strutture che a loro volta esploderanno mettendo sotto torchio il motore grafico. Le animazioni del nostro mech sono fluide, anche nei momenti più concitati e con qualsiasi arma. Il doppiaggio è di buona fattura anche se in effetti non c'è così tanto da valutare a parte i dialoghi tra Ashley e Mr. Riggs, per quanto a volte divertenti. Unica pecca la possiamo trovare nel mancato adattamento italiano, inspiegabile in un titolo con tantissime lingue a disposizione. Ultimo appunto lo vogliamo dedicare alle mappa procedurali: sia nella modalità principale che in quella survival, queste rendono il titolo altamente rigiocabile.
Conclusioni
The Riftbreaker è stata una bella boccata di aria fresca nel panorama dei twin stick shooter... ah no, dei city builder... ah no, scusate, dei tower defense. Insomma, avete capito che è semplicemente un fantastico mix di generi che funziona dal primo all'ultimo pixel. Divertente, pieno di cose da fare, graficamente molto piacevole e con un sonoro all'altezza di tutto il resto. Uniche pecche i menu non proprio intuitivi, la mancata localizzazione in italiano e una storia che esiste solo come presupposto per dare il la al gioco. Prendetelo e giocatelo.
PRO
- Divertente( che di questo periodo è raro) e frenetico, adrenalinico
- Lato artistico e sonoro di buonissimo livello
- Compreso nel Game Pass
- Pieno di cose da sbloccare e potenziare
CONTRO
- Mancanza di localizzazione in italiano
- Storia quasi inesistente
- Menù inizialmente confusionari