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The Surge 2, la recensione

A poco più di due anni dall'uscita del primo episodio, The Surge 2 punta a consolidare l'esperienza soulslike targata Deck13: ecco la nostra recensione

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   24/09/2019

La recensione di The Surge 2 si pone come la prova della maturità per il franchise di Deck13: dopo l'interessante esordio di due anni fa, il team tedesco punta a consolidare il brand con un nuovo capitolo piuttosto ambizioso, che si lascia alle spalle il vecchio protagonista e l'ambientazione originale per presentarci uno scenario completamente nuovo, Jericho City. Una città composta da vari distretti, tutti presidiati da mercenari più o meno corazzati che hanno avuto l'ordine di tenere le strade sgombre e di eliminare chiunque si trovi a esplorare la zona. Ma per quale motivo? Difficile dirlo: il personaggio che controlliamo, creato attraverso un semplice editor all'inizio della partita, è miracolosamente sopravvissuto a uno schianto aereo ma c'è qualcosa in quell'incidente che ancora non quadra. Ritrovatosi all'interno di un carcere sotto attacco, riesce a liberarsi e si pone l'obiettivo di scoprire cosa sia accaduto davvero.

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Riuscire nell'impresa non sarà semplice, però: le mura in fiamme dell'istituto pullulano di criminali più che disposti a farci la pelle, avversari da sfruttare per fare pratica con un sistema di combattimento che integra e arricchisce quello del primo episodio.

Armati inizialmente solo di due defibrillatori elettrici, dovremo farci strada fino alla prima MedBay e lì, finalmente, attrezzarci con un esoscheletro potenziato. Il collegamento alla macchina, tuttavia, resetta la situazione dei nemici nell'area e ci pone dunque di fronte alle stesse minacce che avevamo già affrontato, capaci di ucciderci con solo due o tre colpi ben assestati. Una formula ben collaudata per questo sottogenere degli action RPG, che tuttavia non trova supporto nella narrazione, anche stavolta poco ispirata e priva di spunti degni di nota.

Gameplay

Se il livello della prigione appare per certi versi simile ad alcuni degli scorci del primo The Surge, usciti da quelle mura ci si confronta con un'intera città, Jericho City appunto, dotata di aree interconnesse tramite ascensori gravitazionali, porte e cancelli da aprire non appena si raggiunge l'altro lato dell'ostacolo. A quel punto viene a crearsi una comoda scorciatoia verso la MedBay più vicina, e non si tratta evidentemente di un caso: l'alto grado di difficoltà, che picchia duro fin dalle prime battute, si presta per forza di cose a pratiche di grinding che prevedono l'abbattimento di alcuni avversari e il ritorno alla base per salvare la posizione e stoccare gli scarti metallici ottenuti, più e più volte, fino a poter effettuare un upgrade del personaggio e spendere un paio di punti sul miglioramento di una delle sue principali caratteristiche: salute, resistenza ed efficienza della batteria.

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I primi due valori hanno una valenza molto chiara, rappresentando rispettivamente i punti ferita e la stamina disponibile per attacchi e movimenti, mentre la batteria va a regolare l'uso di celle che si ricaricano quando infliggiamo danni e che consentono di utilizzare degli iniettabili durante l'azione, il primo dei quali ripristina una porzione di salute e si pone dunque come un elemento fondamentale negli scontri.

È possibile parare, ma spesso non conviene: meglio memorizzare i pur numerosi pattern di movimento di ogni soldato e capire quando effettuare uno scatto laterale per schivarne l'affondo, quindi rispondere con la combo migliore in relazione all'equipaggiamento, alla resistenza e alla natura stessa del nemico. Insomma ci vuole pazienza, soprattutto sulle prime e contro alcuni boss: i nostri colpi infliggono danni trascurabili, ma esagerare significa esporsi pericolosamente a un contrattacco e ci vuole davvero poco per incorrere nel game over. Cosa accade in quel caso? Avremo a disposizione due minuti e mezzo per tornare sul luogo della nostra morte e recuperare i materiali persi, pena la loro scomparsa definitiva.

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Ho una missione per te

The Surge 2 include un discreto numero di missioni secondarie, a cui è possibile accedere interagendo con vari PNG presenti all'interno della mappa. Si tratta molto spesso di semplici incarichi di recupero e consegna, il cui completamento consente di ottenere nuovi progetti e/o armi più potenti. Le quest opzionali restano attive in background fino a che le loro condizioni non vengono soddisfatte: un meccanismo che si integra bene con il normale gameplay.

Sistema di combattimento, armi e crafting

Una delle peculiarità di The Surge 2 risiede nella possibilità di agganciare una specifica parte del corpo del nostro avversario, che si tratti di un essere umano o di un robot, e continuare a colpirla finché non diventa possibile eseguire una spettacolare finisher: il protagonista taglia di netto la testa del nemico oppure lo infilza e lo spezza letteralmente in due, per poi raccogliere sul terreno non solo i soliti scarti ma anche eventualmente progetti che gli consentiranno di costruire nuovo equipaggiamento.

Accessibili tramite le solite MedBay, i set sono una decina e presentano valori progressivamente diversi in termini di difesa ma anche di velocità e incidenza sulla stamina: una build veloce e leggera consente di sferrare più colpi, a patto naturalmente che l'arma selezionata sia quella giusta; mentre un setup pesante e corazzato ci vedrà rifiatare dopo solo un paio di affondi. Tranquilli: avrete tutto il tempo per ragionare su quale sia la scelta migliore per il vostro personale approccio fra un game over e l'altro.

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La cosa interessante è che ogni componente (casco, pettorale e supporti per braccia e gambe) può essere potenziato e l'incrocio fra oggetti diversi produce moveset alternativi, aumentando non di poco la varietà di questo specifico aspetto del gameplay: senza dubbio un miglioramento rispetto al primo capitolo, che da questo punto di vista poneva qualche fastidioso limite.

Sono inoltre presenti anche in questo sequel gli impianti, ovverosia perk che vanno a migliorare determinati elementi del personaggio e che possono essere gestiti in maniera più libera man mano che effettuiamo nuovi potenziamenti. Per quanto riguarda infine le armi, dopo le fasi iniziali con i defibrillatori si accede a strumentazioni molto più interessanti, che includono grossi racchettoni elettrificati che alternano colpi lenti o veloci a seconda della combo, lance dagli effetti devastanti e dotate di un gran bell'allungo, artigli rapidi e letali, appendici dotate di seghe circolari e altro ancora: non tutti gli oggetti appaiono ispiratissimi, ma la varietà c'è tutta.

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Nemici e droni

Pur non essendo particolarmente ispirati sul piano del design, i nemici presenti in The Surge 2 sono numerosi e dotati di pattern d'attacco variegati, con almeno due o tre coreografie per singolo avversario. Per sconfiggerli bisogna insomma imparare a conoscerli, cercare se possibile di separarli per poter dar vita a duelli uno-contro-uno anziché finire in una sconveniente inferiorità numerica. Accade infatti di imbattersi in agenti pesantemente corazzati, o di ninja, che dispongono anche di fucili: mentre ne combattiamo uno, l'altro può bersagliarci dalla distanza. Considerando la già citata incidenza di ogni singolo colpo subito sulla nostra salute, è chiaro che questa eventualità si trasforma in qualcosa di molto pericoloso, facendo arrivare la tensione a mille soprattutto quando abbiamo le borse piene di loot e l'unica cosa che vorremmo sarebbe raggiungere rapidamente una postazione medica per poter effettuare un upgrade.

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C'è una certa progressione nel modo in cui i nemici si presentano, per numero e tipologia: si tratta di un aspetto dell'esperienza che gli sviluppatori hanno studiato bene e che naturalmente culmina con i boss fight. Muniti dell'immancabile calendario, ci siamo trovati a dover ripeterne alcuni anche una decina di volte, scoprendo tuttavia che la collocazione cronologica non corrisponde necessariamente al grado di sfida: il robot tentacolare che si vede nell'artwork principale di The Surge ci ha fatto sudare molto più di un paio di boss successivi, generalmente quelli dotati di una semplice forma umana. In tali frangenti può infatti essere di grande aiuto il ricorso ai droni, che hanno munizioni molto limitate ma possono anche sparare dardi elettrici in grado di stordire momentaneamente l'obiettivo e consentirci di affondare qualche colpo prima di tornare a distanza di sicurezza. L'insieme di tutte queste strategie disegna un quadro che abbiamo trovato solido, al netto di qualche situazione che avrebbe avuto bisogno di ulteriori rifiniture.

Trofei PlayStation 4

I 48 Trofei di The Surge 2 si ottengono procedendo linearmente all'interno della campagna e sconfiggendo i vari boss, ma ci sono achievement legati a quest secondarie e situazioni particolari, nonché all'ottenimento di armi, potenziamenti ed equipaggiamento.

Scenari e realizzazione tecnica

Il passaggio a un'ambientazione più ariosa, che avrebbe dovuto rappresentare un sostanziale passo in avanti rispetto al primo capitolo, non ha purtroppo soddisfatto le nostre aspettative. Complice una realizzazione tecnica mediocre, che soffre a causa di un inspiegabile downgrade rispetto all'originale The Surge sotto tutti gli aspetti, ci si trova infatti a visitare luoghi molto generici, con oggetti piazzati alla rinfusa e un'intollerabile quantità di ostacoli a delimitare le aree visitabili. Non è un open world quello che potremo esplorare nel gioco, bensì il tradizionale set di livelli interconnessi: compartimenti stagni da attraversare senza particolare entusiasmo né scorci suggestivi, in un mix di asset e soluzioni che appaiono molto datati. C'è senza dubbio una varietà di fondo, nel senso che molte zone appaiono ben caratterizzate e riconoscibili, ma alla fine dei conti è una semplice questione numerica: la mappa si gira parecchio e le sue dimensioni sono limitate.

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Dalla schermata delle opzioni è possibile selezionare due differenti modalità, qualità e prestazioni: la prima offre un colpo d'occhio decisamente migliore in termini di antialiasing e sembra dotata di un'effettistica più sofisticata sulle superfici, ma il prezzo da pagare è troppo salato: la sensazione di fluidità è scarsa e si perde reattività nei combattimenti. Bisogna dunque ripiegare sui 60 frame al secondo della seconda opzione, che portano però con sé un ulteriore decadimento della grafica, scalettature molto visibili sugli oggetti e una fastidiosa lentezza nello streaming delle texture. Il comparto sonoro include dialoghi in inglese (sottotitolati in italiano) che non ci hanno colpito per profondità o interpretazione, ma sul fronte del design audio è stato fatto un buon lavoro.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Prezzo 59,90 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (22)
7.3
Il tuo voto

The Surge 2 migliora alcuni aspetti del primo episodio ma ne peggiora inspiegabilmente altri, compiendo un clamoroso passo falso nel passaggio alla mappa cittadina e finendo per soccombere sotto i colpi di un comparto tecnico molto datato e artisticamente poco ispirato. La formula dei soulslike viene impiegata in maniera tradizionale e i suoi meccanismi funzionano anche in questo caso, complice una gran quantità di nemici differenti e dotati di pattern variegati, nonché un sistema di crafting e potenziamento interessante e ben studiato. Pur nella loro eccessiva crudeltà, e al netto di qualche incertezza, i combattimenti di questo nuovo titolo targato Deck13 funzionano, coinvolgono e rendono molto bene gli impatti: se è solo questo che chiedete a un action RPG del genere, allora vale la pena di staccare un biglietto per Jericho City. Attenzione, però: questo nuovo viaggio nel curioso immaginario sci-fi di The Surge potrebbe farvi rimpiangere il capitolo originale.

PRO

  • Formula soulslike solida
  • Combattimenti coinvolgenti
  • Crafting, armi e nemici: c'è varietà

CONTRO

  • Tecnicamente molto, molto datato
  • Level design limitato e deludente
  • Trama scialba e poco ispirata