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Tormented Souls, la recensione di un sentito omaggio agli horror vecchia scuola

Assieme a Caroline Walker, abbiamo affrontato le tenebre del Wildberger Hospital per svelarne i misteri: la nostra recensione di Tormented Souls

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   06/09/2021

Guardando Tormented Souls, senza farci troppo distrarre dall'abbigliamento della protagonista, è impossibile non vedere fin da subito i survival horror vecchia scuola che hanno fatto da apripista e ispirazione per questo videogioco indie che, ricordiamo, è stato sviluppato da due fratelli, Gabriel e German Araneda, che hanno deciso di formare lo studio Dual Effect Games. Da Silent Hill a Resident Evil, passando anche per Alone in the Dark, il loro lavoro e la passione infusa nel progetto hanno attirato l'attenzione verso le produzioni indipendenti cilene.

Ne deriva un gioco sicuramente imperfetto dal punto di vista tecnico, in particolare nei filmati di gioco, ma non per questo meno meritevole perché quello in cui riesce brillantemente è proprio l'aspetto chiave dei survival horror: l'atmosfera, dettata da ambientazioni molto curate che toccano i cliché del genere, e gli enigmi. Era da un po' che non ci fermavamo a riflettere su come proseguire, sia in termini di cosa fare in un dato momento sia nella risoluzione di un puzzle di per sé, e questo ha reso le circa dieci ore totali di gioco molto coinvolgenti.

Il monster design stesso è interessante, con aberrazioni di vario genere che mettono in difficoltà non solo per la loro natura, ma anche a causa dell'ambiente di cui si trovano, ma approfondiremo questo aspetto dopo. Sono creature che oscillano tra Resident Evil e Silent Hill come ispirazioni, tendendo a volte più verso quest'ultimo. Prima di passare alla recensione vera e propria, un paio di specifiche: gli sviluppatori hanno aggiornato il gioco di recente per implementare la visualizzazione della mappa con un solo pulsante, anziché selezionarla nell'inventario e hanno illuminato la zona in cui la protagonista si trova (caratteristica assente quando l'abbiamo giocato); inoltre, se siete curiosi di giocarlo, ma l'inglese vi sta stretto, è stato annunciato che a richiesta e grazie al supporto del publisher PQube sarà aggiunta la localizzazione italiana. Non c'è ancora una data precisa, ma arriverà.

Scopriamo dunque questo interessane horror nella recensione di Tormented Souls in versione PC.

Gli orrori del Wilberger Hospital

Tormented Souls, il Wildberger Hospital offre scenari e atmosfere inquietanti
Tormented Souls, il Wildberger Hospital offre scenari e atmosfere inquietanti

La storia si apre con la protagonista, Caroline Walker, che riceve una misteriosa lettera dal Wildberger Hospital firmata John Doe: al suo interno trova una una foto che ritrae due ragazzine. A guardarla viene colta da una fitta alla testa e la non troppo velata minaccia che accompagna la fotografia non rassicurano Caroline. Da quel momento e per le settimane successive, la ragazza continuerà a soffrire di insonnia o incubi, finché a un certo punto decide di dare un taglio alla questione e visitare il Wildberger Hospital. Di notte, come sempre succede quando si vuole affrontare una potenziale minaccia. A dire il vero l'ora del giorno non avrebbe poi fatto differenza, perché una volta entrata Caroline viene stordita e quando riprende i sensi, nuda in una vasca da bagno attaccata a strani macchinari, scopre che le è stato tolto un occhio. Chi l'abbia aggredita e perché non è dato sapere ma la priorità al momento è andarsene dall'ospedale (che, in un chiaro omaggio ai Resident Evil, si trova all'interno di una maestosa villa): intenzioni nobili ma non di facile applicazione, sia perché Caroline vuole comunque andare fino in fondo alla vicenda per liberarsi dei suoi incubi, sia perché l'edificio si anima all'improvviso di creature d'incubo intenzionate a farci la pelle.

Da questo momento inizia la nostra notte dell'orrore, in uno sviluppo degli eventi che tocca diversi cliché del genere, ma riesce comunque a rendersi interessante nel suo intreccio, motivandoci anche a cercare i documenti, grazie ai quali fare più luce su eventi che hanno radici molto più profonde di quanto si pensi. Il finale stesso, avendo Tormented Souls conclusioni multiple in base ad alcune nostre decisioni, sebbene tentenni un po', riesce comunque a chiudere il cerchio e dare tutte le risposte che stavamo cercando. In questo è più Silent Hill che Resident Evil, anche per diversi aspetti narrativi di cui non parleremo. Menzionare questi due capisaldi dell'horror, lo specifichiamo, non è per una comparazione peraltro ingiusta, considerato l'abisso che separa Capcom e Konami da Dual Effect in termini di budget e forza lavoro, bensì per fare un esempio concreto e facilmente ricollegabile alle chiare fonti di ispirazione che hanno consentito di dare forma a questo Tormented Souls.

Vecchia scuola ma con un tocco in più

Tormented Souls, uno delle creature che infestano l'ospedale
Tormented Souls, uno delle creature che infestano l'ospedale

Da buon vecchio survival horror ispirato agli anni '90, Tormented Souls presenta la maggior parte dei punti chiave del genere: ambientazioni tipiche come ospedale, fogne, cimitero e complessi sotterranei di sorta, telecamera fissa, enigmi molti dei quali cervellotici a sufficienza da rimandarci alla fatica fatta per superare certe sezioni di videogiochi passati, atmosfera inquietante che gioca sulla colonna sonora e sui suoni ambientali, spazi spesso ristretti dove combattere, risorse non troppo scarse ma nemmeno a portata - a patto di non esplorare davvero bene ogni angolo.

In questo, coglie appieno l'essenza del periodo al quale fa riferimento, tuttavia gli sviluppatori si sono presi la libertà di ammorbidire alcune rigidità del tempo: Caroline può muoversi a trecentosessanta gradi, senza il legaccio dei cosiddetti "tank control", e durante il combattimento è in grado di compiere un piccolo balzo indietro per sfuggire agli attacchi nemici. Non è una mossa infallibile, ma può comunque dimostrarsi un salvavita in una situazione critica. Inoltre, al di là del puntamento automatico del nemico quando è a portata, Caroline abbasserà la mira nel caso in cui fosse più basso del normale o l'avessimo ferito a sufficienza da atterrarlo senza ancora ucciderlo.

Per quanto riguarda esplorazione e puzzle, la schermata di risoluzione degli enigmi prende in prestito dai punta e clicca, permettendo di selezionare e anche manipolare gli oggetti senza uscire e rientrare di continuo dall'enigma stesso: una miglioria piccola, ma che migliora sensibilmente la qualità della vita di un gioco che, non lo ripeteremo abbastanza, fa degli anni '90 la sua fonte di ispirazione principale.

Esplorazione ed enigmi

Tormented Souls offre una varietà molto soddisfacente di enigmi
Tormented Souls offre una varietà molto soddisfacente di enigmi

Tormented Souls, lo abbiamo anticipato, punta moltissimo sugli enigmi e sul modo in cui sono costruiti, riuscendo nell'intento di farci ragionare per capire quale direzione prendere o come risolvere un particolare puzzle. Sono senza dubbio gli elementi più riusciti dell'intera produzione e, pur avendo dei piccoli suggerimenti su come risolverli, rimangono comunque criptici a sufficienza da farci mettere in moto la materia grigia. Possono essere di vario genere, da codici e password a chiavi da modificare in base alla porta da aprire, fino a giochi di logica o manopole da ruotare nel giusto ordine. Insomma, gli sviluppatori hanno pescato da un ampio bacino di possibilità e le hanno implementate in modo logico all'interno del gioco. Il tutto accompagnato da qualche occasionale viaggio nel "mondo parallelo", ovvero una realtà distorta, ma legata a doppio filo a quella che stiamo vivendo, al punto che azioni compiute al suo interno si ripercuotono nel mondo reale. Non c'è un vero e proprio abuso di questa meccanica, che troveremo punteggiata qua e là e fa da base per la risoluzione di alcuni enigmi. Molto apprezzabile nel suo complesso, soprattutto perché non è sempre ovvio quando la si debba utilizzare.

Per quanto riguarda l'esplorazione, il backtracking la fa da padrone. Vi muoverete talmente spesso da una zona e l'altra della villa, visitandole e rivisitandole, che potreste arrivare a non aver più bisogno della mappa per spostarvi - mappa che all'inizio si rivela essenziale per individuare percorsi che magari sfuggono allo sguardo, o semplicemente trovare i collegamenti tra le varie stanze. Soprattutto, non è detto che un oggetto trovato all'inizio del gioco debba essere utilizzato di lì a breve: senza fare spoiler, superata la parte che era stata inclusa nella demo e arrivati nell'atrio abbiamo trovato di lì a pochissimo dell'acido nitrico, che si è rivelato utile soltanto a metà dell'esperienza (per non parlare del lucchetto).

Tormented Souls si prende il giusto tempo per costruire gli enigmi e non rende tutto così immediato come può sembrare. Indizi su come proseguire sono spesso nascosti nei documenti, per cui l'esplorazione è fondamentale così come lo è una lettura attenta degli stessi.

Tormented Souls, l'inventario è diviso in comode sezioni
Tormented Souls, l'inventario è diviso in comode sezioni

L'inventario non è limitato ed è, soprattutto, diviso in comode sezioni: oggetti, dove sono custoditi tutti gli elementi per proseguire nel gioco; risorse, in cui troviamo armi, accendino (principale fonte di luce), munizioni, cure e nastri per salvare la partita; file, dove invece sono raccolti i documenti raccolti, a loro volta suddivisi per tipologia. Questo rende più gestibile il tutto, senza per questo togliere nulla dall'esperienza survival horror: le munizioni restano ben dosate e le armi, soprattutto, le dobbiamo sbloccare personalmente. Le uniche che ci vengono date in dotazione di default sono la sparachiodi e il piede di porco (utile per finire i nemici a terra evitando di sprecare colpi), il resto è da guadagnare esplorando a fondo la villa e vi assicuriamo che, pur essendo armi valide, sparachiodi e piede di porco da soli non vi porteranno da nessuna parte.

Combattimento e gunplay

Tormented Souls, Caroline ha modo di difendersi dalle aberrazioni che infestano l'ospedale
Tormented Souls, Caroline ha modo di difendersi dalle aberrazioni che infestano l'ospedale

Come avrete capito, Caroline non è indifesa contro le creature che popolano la villa. Che sia con armi a lunga gittata o corpo a corpo, c'è sempre il modo di liberarsene: il gunplay è discreto, ma non ottimale, soprattutto con la sparachiodi che fa le veci di una pistola senza esserlo davvero, mentre migliora con il fucile a pompa, a patto che riusciate a trovarlo. Quest'ultimo è in grado di buttare a terra in un colpo solo qualunque nemico (o rallentarli, nel caso siano troppo forti), dando la possibilità di finirli con il piede di porco o aggirarli, ma le munizioni sono abbastanza scarse e bisogna considerare quando vale la pena consumarle. In generale, però, ogni nemico ha una soglia entro la quale, colpendolo con la sparachiodi, viene buttato a terra rimanendo stordito per qualche secondo: il numero di colpi necessario varia in base alla tipologia e impararla ci permette anche di gestire meglio il combattimento, sapendo quando e quali rischi prendersi.

A valorizzare e rendere più difficoltose alcune fasi, poi, c'è la questione dell'oscurità. Alcune stanze della casa sono immerse nel buio, o troppo scarsamente illuminate, e questo porta a due conseguenze principali: anzitutto, se si lascia l'accendino in favore di un'arma, il buio totale impedirà a Caroline di usarla; in secondo luogo, molto semplicemente, si muore. Avete capito bene, restare troppo a lungo al buio farà sì che Caroline venga trascinata via da qualcosa, portando a un game over istantaneo. Bisogna tenerlo a mente esplorando, altrimenti si rischia di incappare in situazioni molto spiacevoli. Ci è molto piaciuto questo approccio non solo perché rende alcune stanze degli enigmi di per sé, ma anche perché, pur essendo armati di tutto punto, ci impedisce ugualmente di difenderci costringendoci alla disperata ricerca di fonti di luce alternative, mentre siamo inseguiti da creature di sorta, e soprattutto limita in ogni caso l'area del combattimento a quella illuminata.

Comparto tecnico e artistico

Tormented Souls, il comparto tecnico è a volte imperfetto ma l'atmosfera restituita è ottima
Tormented Souls, il comparto tecnico è a volte imperfetto ma l'atmosfera restituita è ottima

Chiudiamo la recensione con alcuni appunti sul comparto tecnico. La natura indie del gioco si vede, soprattutto nei filmati che non rendono giustizia al resto del gioco (ma possiamo capire la decisione di investire il budget in altri aspetti più importanti) e in un doppiaggio non esattamente brillante, ma al di là di questo Tormented Souls offre un'esperienza fluida che non è mai andata incontro a bug invalidanti o rallentamenti. In alcuni casi ci è capitato che un nemico si buggasse e venisse sempre buttato a terra dai nostri colpi con il piede di porco, qualcosa di cui abbiamo comunque ringraziato e beneficiato, tuttavia si è trattato di due casi sporadici su tutti quelli incontrati. Caroline è un po' rigida nelle animazioni quando corre, anche in questo caso non è qualcosa che va a inficiare l'esperienza: siamo sempre stati in grado di aggirare i nemici facilmente e in generale a gestire i suoi movimenti senza intoppi. Ci sono margini complessivi di miglioramento, ma il lavoro svolto dai due sviluppatori è comunque encomiabile.

Soprattutto sotto il profilo artistico. Caroline potrà sembrare un pesce fuor d'acqua, con quegli abiti, ma l'intera ambientazione è molto curata e riesce a trasmettere tutta la sensazione di angoscia che Tormented Souls si prefissa di veicolare. Le inquadrature sono scelte bene, per suggerire l'idea che qualcosa possa accadere di lì a breve, o forse no, e l'utilizzo dei jump scare è limitato al giusto. La colonna sonora, con i suoi alti e bassi imprevedibili, concorre a costruire l'atmosfera lasciandoci con i nervi a fior di pelle persino quando, alla fine, non ce n'era motivo.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
7.2
Lettori (19)
7.6
Il tuo voto

Tormented Souls è un buon primo passo per Dual Effect nel mondo dei survival horror: il loro omaggio agli anni '90 è palese senza scadere nel plagio, gli enigmi sono ben congeniati, l'atmosfera c'è tutta e pur ispirandosi alla vecchia scuola hanno dato qualche tocco in più per rendere l'esperienza meno rigida. Dal punto di vista tecnico ha le sue spigolosità, soprattutto per quanto riguarda i filmati di gioco, ma il cuore dell'esperienza - gli enigmi e l'atmosfera - è stato rispettato molto bene ed è più che sufficiente per premiare il lavoro degli sviluppatori. Encomiabile anche il lato artistico (fatta eccezione per la protagonista), che mette in scena ambientazioni curatissime. Speriamo che questo promettente inizio possa portare a una crescita costante.

PRO

  • Omaggia molto bene i vecchia scuola anni '90, svecchiando alcuni punti
  • Gli enigmi sono cervellotici e appaganti, il backtracking ben implementato
  • Ambientazioni curatissime e atmosfera angosciante perfettamente restituita

CONTRO

  • Il gunplay può sicuramente essere perfezionato
  • Dal punto di vista tecnico ci sono alcune spigolosità