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Transport Fever 2, la recensione

Qui non si costruiscono città, ma strade e ferrovie. Il divertimento? Ideare il network perfetto, adattare la strategia allo scorrere del tempo e avere il conto in banca di un magnate. La nostra recensione di Transport Fever 2

RECENSIONE di Francesco Serino   —   08/01/2020

Da A-Train a Railroad Tycoon, passando per Transport Giant, Cities in Motion e questo Transport Fever 2, di cui state leggendo la recensione, i Business Simulator legati ai trasporti sono un sottogenere piuttosto particolare dove non bisogna costruire città, come a prima vista potrebbe sembrare, ma un impero economico che viaggia e si estende lungo strade, corsi e ferrovie. In questi giochi, la difficoltà è tanto nella pianificazione quanto nelle capacità logistiche dell'utente, chiamato a sfidare le proprie capacità generando un incastro perfetto di tratte e percorsi. Di questi gestionali Transport Fever è stato uno degli ultimi esponenti più dignitosi, una piccola sorpresa divenuta nel tempo e grazie alle mod sempre più grande ed interessante. Una bella storia considerando che il capostipite è stato sviluppato da un manipolo di appassionati che con questo seguito provano ad alzare leggermente il tiro, senza stravolgere nulla. Il risultato è un seguito che fa un passo indietro e tre in avanti, conquistando un'alchimia che appassiona e tiene incollati allo schermo fino all'indigenza.

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Ripercorrere la storia

Come nel capostipite, in Transport Fever 2 il nostro compito è quello di costruire una rete di trasporti passeggeri e merci in grado di sostenere lo sviluppo di una regione. Le modalità di gioco sono essenzialmente due: la campagna, composta da tre capitoli suddivisi in sei livelli ciascuno, e il classico sandbox, qui arricchito da un ottimo quanto potente editor delle mappe. La campagna si dipana cronologicamente nel tempo, saltellando tra una regione e l'altra dell'emisfero e nelle diverse epoche: si parte nel Nord America dei primi dell'800, si prosegue costruendo la Transiberiana dall'altra parte del mondo, e si procede livello dopo livello fino ad utilizzare gli Shinkansen giapponesi più iconici. Non solo binari e treni, non temete, in Transport Fever 2 c'è posto anche per moltissime imbarcazioni e altrettanti veicoli terrestri, a partire dai primi calessi trainati dai cavalli. Durante la campagna si è naturalmente guidati dalle missioni che si susseguiranno nella nostra agenda, su percorsi che però non sempre saranno obbligati, altrimenti non ci sarebbe granché sfida. Ogni livello propone anche delle missioni secondarie inizialmente molto divertenti, ma che avranno ben poco da offrire avanzando nel gioco. La campagna è interessante, piuttosto divertente, ma soprattutto formativa, insegnando all'utente logiche e meccaniche alla base del gameplay di Transport Fever 2. L'unico grande difetto scovato nella campagna, a parte le missioni secondarie, è di comunicazione: spesso il gioco non è in grado di spiegare chiaramente cosa deve fare l'utente, oppure lo confonde utilizzando diversi nomi per la stessa struttura. Sbavature del genere, in un prodotto come questo, possono portare a una frustrazione angosciante, ma fortunatamente non ci vuole poi molto a risolvere questa tipologia di problemi, se naturalmente c'è la volontà di farlo.

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Da qui a lì

Arrivati a metà della campagna, ma anche un po' prima, si è finalmente in grado di dare un'occhiata e di comprendere la modalità sandbox, ovvero il cuore di questo Transport Fever 2. Una volta decisa la grandezza e le caratteristiche morfologiche e naturali della mappa su cui andare a giocare, ma se ne possono creare anche con un editor più complesso e scambiarle con gli altri giocatori, si inizia a fare sul serio, ovvero si prova a decidere dove e come iniziare. Ogni volta è necessario elaborare nuove strategie perché la distribuzione sulla mappa delle città, delle industrie e delle materie prime è totalmente casuale. Ogni città ha due bisogni primari che se soddisfatti ne accelerano la crescita, ma non è detto che nei dintorni di una città che chiede per esempio assi di legno, ci sia tutto il necessario, ovvero chi la legna la raccoglie (una risorsa naturale) e chi poi la taglia (un'industria: la segheria). Considerando la grandezza delle città ad inizio partita e il costo per costruire una ferrovia, pensare al trasporto pubblico è un po' prematuro, anche se qualche carrozza all'interno del borgo più grande potrebbe portare a un timido primo guadagno. Capito dove conviene di più mettere le mani, si inizia magari con il più semplice trasporto terrestre: calessi tirati dai cavalli su percorsi di terra battuta. Avanzando, se le scelte avranno fruttato, sarà possibile per esempio iniziare a ripagare il debito di cinque milioni di Dollari con il quale si comincia, raddrizzare le vecchie strade in percorsi più brevi e di conseguenza più remunerativi, ed iniziare a sfruttare i mezzi che lentamente, avanzando nel tempo, verranno sbloccati. Alcuni vi ritroverete ad aggiungerli alla "flotta" quando i primi acquistati inizieranno a versare in cattive condizioni, anche se per sfruttare i mezzi più moderni e veloci sarà necessario anche migliorare le arterie stradali con i primi asfalti decenti, le prime forme di segnaletica.

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Rotta perfetta

A questo punto, le città su cui avrete messo le mani avranno iniziato ad allargarsi, e vedrete di conseguenza sempre più abitanti spostarsi tra l'una e l'altra. E allora via di ferrata, locomotiva sbuffante e carrozze a modo, quanti passeggeri pensate di convincere? E nel nostro caso la richiesta c'è, la soddisfazione anche, insieme a un buon incasso ad ogni fermata in stazione. Liberi finalmente di reinvestire, scopriamo che la segheria è aumentata di livello, e ora ha un aspetto molto più professionale e pulito, e può produrre un numero considerevole di merce se rifornita di legna più velocemente. L'occasione giusta per un primo remunerativo treni merci, introduzione che azzererà naturalmente il trasporto su gomma precedentemente allestito. Nel frattempo avremo allestito rotte sui corsi d'acqua, allungato se non raddoppiato le ferrovie per i pendolari cercando di non fare incastrare i treni tra loro usando la segnaletica, e raggiunto le risorse più lontane con preformanti aerei cargo. Succede poi che fai scorrere la rotella del mouse all'indietro e il colpo d'occhio ti lascia esterrefatto: le arterie modificate che a raggiera esplodono dalle città, i ponti sempre più alti su cui s'incrociano due treni da 200 Km/h infilandosi tra i grattacieli di una zona commerciale, i tram che si inerpicano per le strade trafficate. Tutto è così naturale, realistico, perché dettato dalle stesse necessità di quelle che hanno generato le nostre di strade. Due o più città vicine, espandendosi, possono persino unirsi in un'unica metropoli, e quando questo accade la soddisfazione è unica perché è chiaramente merito nostro.

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Passi laterali e in avanti

Transport Fever 2, con la sua buona grafica, possiede anche un aspetto ipnotico, come quando ci si fissa ad osservare e a giocare il più realistico modellino in scala. Si gioca a un titolo del genere anche per gli stessi motivi per cui un tempo o ancora oggi si collezionano treni elettrici, vogliamo chiamarlo modellismo? Qui le nostre creazioni non hanno materia, non possiamo toccarle con mano, ma loro però possono reagire dinamicamente alla nostra creatività e alle nostre altrettanto fondamentali capacità logiche. Come anticipato, nonostante le sue indubbie qualità, Transport Fever 2 è ancora un prodotto dal budget piuttosto limitato e vittima di alcune fastidiose ingenuità. Di grossi problemi non ne ha, ma gli manca un ciclo giorno e notte per esempio, c'è quel problema nei testi poco chiari legato alla campagna, e gli strumenti per disegnare le strade sono molto meno precisi e realistici di quelli che ci permettono di costruire le ferrovie; inoltre è vero che si potrebbe andare più in profondità con la simulazione, inserendo per esempio delle specializzazioni per le città, legate ad eventi straordinari che richiedono strategie pensate specificatamente. Un passo in avanti anche nella simulazione economica non guasterebbe, come del resto l'aggiunta di una concorrenza gestita da una o più IA. Lo scheletro del gioco, sebbene risulti piuttosto simile al primo gioco, è stato ripensato piuttosto bene, snellendo e aggiungendo dettagli di gameplay, e donando al tutto una grafica dal piglio realistico decisamente efficace. Con l'aggiunta dell'Asia, i giocatori hanno anche a disposizione un nuovo bioma e nuovi mezzi, che potranno far viaggiare per un numero pressoché infinito di mappe grazie agli editor inclusi.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (4)
8.6
Il tuo voto

Transport Fever 2 è davvero un bel gioco perché è divertente, e ti fa sentire artefice del destino di un'intera regione. Non ci avete mai giocato o addirittura non avete mai giocato a un gioco simile? Prendetelo e non ve ne pentirete. Per i veterani, come seguito è una sorta di ripartenza ma con aggiunte piuttosto interessanti, oltre a una veste grafica rinnovata che potrà essere ammirata da ogni angolazione. Può aspirare a una maggiore profondità, ma Transport Fever è chiaramente una serie in crescita, e da qui in poi può solo migliorare.

PRO

  • Ipnotico da guardare
  • Campagna divertente
  • Tanti mezzi a disposizione

CONTRO

  • Tool per le strade migliorabile
  • Nessuna concorrenza/IA da sfidare