La recensione di West of Dead ci porta a esplorare l'affascinante esperienza roguelite confezionata da Upstream Arcade, disponibile senza costi aggiuntivi per gli abbonati a Xbox Game Pass su PC e Xbox One, oppure acquistabile al prezzo di 19,99 euro.
Purgatory, Wyoming, 1888: il ranger William Mason si risveglia dopo essere stato ucciso, ma l'aldilà non è come se lo aspettava: trasformato in una sorta di spettro con il teschio perennemente in fiamme, il pistolero scopre di poter morire ancora e ancora e ancora, ricominciando ogni volta la sua ricerca della verità e di una possibile redenzione.
Accolto a ogni resurrezione dal barista di un saloon che fa qualche battuta sul fatto che ci siano dei brutti ceffi là fuori, Mason raccoglie due armi selezionate casualmente e si addentra all'interno di scenari anch'essi generati in maniera random, attraverso un sistema procedurale che rende ogni tentativo diverso dall'altro ma che al contempo toglie inevitabilmente personalità al level design, che spesso propone architetture improbabili e fini a sé stesse.
La progressione vive naturalmente nell'ambito della singola run, consentendoci di ottenere potenziamenti per energia vitale, efficacia dei colpi e velocità di ricarica, nonché nuove e più potenti armi, ma azzerandosi nel momento in cui veniamo uccisi... a meno che non si sia riusciti a superare un numero sufficiente di stage da garantirci il confronto con un boss e il conseguente sblocco di un nuovo capitolo della storia, da cui cominciare nella partita successiva.
Gameplay
Il gameplay di West of Dead è legato a doppio filo alla natura roguelite dell'esperienza e alle ambientazioni procedurali, che si presentano nella forma di corridoi dotati di svariate diramazioni, che portano di volta in volta a stanze assediate dai nemici. Per eliminarli dovremo utilizzare le armi di cui disponiamo, per un massimo di due pistole e due oggetti speciali (perk passivi, abilità attive oppure strumenti da utilizzare in battaglia, come coltelli, asce o esplosivi) da assegnare rispettivamente ai trigger e ai tasti dorsali del controller.
Le meccaniche sparatutto del gioco si ispirano al genere dei twin stick shooter, ma con alcune interessanti peculiarità. La prima è che la mira non è libera ma dipende da un sistema di lock-on automatico che funziona unicamente quando gli avversari sono illuminati dalla luce di una delle lampade a olio presenti nelle sale: accenderle rappresenta un elemento strategico del combattimento, visto che in tale frangente i nemici rimangono storditi per alcuni istanti.
La seconda è che non si può sparare liberamente e senza limitazioni, bensì bisogna fare i conti con tempi di ricarica molto lenti e range d'efficacia variabili, che spingono a prestare maggiore attenzione alla pianificazione degli attacchi e a restare nascosti dietro un riparo (la manovra è automatica) finché non viene distrutto dai proiettili, ricorrendo in quel caso al salto per evitare di essere crivellati e subire danni ingenti.
A proposito di danni, questi vengono rappresentati numericamente, con tanto di colpi critici e clamorose occasioni in cui manchiamo il bersaglio: un aspetto tipico degli RPG, che si riflette anche nell'accesso a nuove e più potenti bocche da fuoco mentre esploriamo le ambientazioni o accediamo al banco del mercante di turno, che in cambio di qualche pezzo di ferro ci consentirà di acquistare una pistola dotata di un migliore allungo e di un caricatore più ampio, oppure un fucile a canne mozze devastante dalla brevissima distanza.
Morte permanente
La morte permanente è uno degli elementi tipici dei roguelike, anche se nel caso di West of Dead ci sono degli elementi che possono essere mantenuti dopo il game over e che portano il titolo a rientrare nel sottogenere dei roguelite. Al termine di ogni livello è infatti possibile far visita a un'inquietante strega e donarle i peccati estratti dal cadavere dei nemici uccisi, utilizzandoli per sbloccare oggetti o upgrade che vengono appunto conservati a prescindere da tutto e che sul lungo periodo ci rendono più competitivi.
Problemi
Purtroppo l'impianto messo insieme da Upstream Arcade soffre di alcuni problemi abbastanza evidenti. Il primo è che il sistema di puntamento si "inceppa" spesso e volentieri nelle fasi più concitate, quando magari un paio di nemici ci stanno inseguendo nei corridoi dopo che li abbiamo messi in allerta, oppure aggancia il bersaglio sbagliato facendoci sprecare qualche colpo prezioso: le munizioni sono infinite, è vero, ma come detto i tempi di ricarica costringono a utilizzarle con parsimonia.
È chiaro ed evidente che in un contesto in stile roguelike questo tipo di mancanze pesano tanto, perché possono portare facilmente a game over immeritati e costringerci a ripetere l'intero capitolo da capo, magari a pochi passi dalla sua conclusione. In tal senso la banalità dei boss fight è quasi la benvenuta: dopo decine di avversari standard perfettamente in grado di farci mangiare la polvere, che diventano molto più forti man mano che si va avanti, concentrarsi su di un unico nemico tutt'altro che invincibile aiuta ad allentare un po' la tensione.
Dopodiché c'è l'inevitabile ripetitività delle ambientazioni, che vengono riproposte di capitolo in capitolo (sebbene con l'eventuale aggiunta di nuovi scenari, di volta in volta) e che per via della natura procedurale non solo non possono vantare la personalità che ci si aspetterebbe dal level design di un titolo dalla progressione lineare, ma finiscono anche per dar vita ad architetture improbabili e fini a sé stesse, con passaggi che danno sul nulla.
Fortunatamente l'ottenimento della capacità di teletrasportarsi limita in maniera sostanziale, quasi da subito, la necessità di effettuare backtracking: basta raggiungere uno degli "incroci" presenti all'interno della mappa e selezionarne un altro dove comparire immediatamente, velocizzando le cose e smussando almeno un po' la frustrazione di dover rifare tutto da capo in caso di sconfitta.
Realizzazione tecnica
Non c'è dubbio che l'idea stilistica alla base di West of Dead sia molto precisa e con chiari riferimenti letterari. La grafica in cel shading e i personaggi spigolosi, pieni di ombre e contrasti, richiamano infatti in maniera evidente il classico Mike Mignola, padre di Hellboy, e la voce di Ron Perlman per il protagonista non fa che enfatizzare ulteriormente tale accostamento. Certo, è un peccato che gli altri personaggi di fatto non parlino e che dunque i dialoghi interpretati dall'attore americano siano gli unici che ascolteremo all'interno del gioco.
Tuttavia il comparto sonoro ha altri assi nella manica, su tutti l'accompagnamento musicale a base di chitarra, con riff affascinanti e sorprendentemente vari che ci tengono compagnia mentre esploriamo le ambientazioni alla ricerca di nemici o tesori. Il già citato cel shading naturalmente semplifica il lavoro della GPU, ed è probabilmente per questo che West of Dead gira senza alcun problema a 4K e 60 fps con tutti gli effetti al massimo, senza però offrire regolazioni avanzate: la scalabilità della grafica poggia quasi esclusivamente sulle modifiche alla risoluzione.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 6600K
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080 Ti
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i5 4466, AMD FX 8350
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1030, AMD Radeon RX 550
- Memoria: 4 GB di RAM
- Hard disk: 1 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i5 9400, AMD Ryzen 5 3400G
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1060, AMD Radeon RX 580
- Memoria: 8 GB di RAM
- Hard disk: 1 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10
Conclusioni
West of Dead è un roguelite affascinante, caratterizzato da meccaniche twin stick shooter peculiari e da un gameplay fortemente strategico per via delle coperture, degli elementi RPG, della lentezza delle ricariche e ovviamente degli ingenti danni che si subiscono quando ci si ritrova ad affrontare avversari troppo numerosi o scaltri, portando a game over che diventano più frustranti per via di un sistema di puntamento che spesso e volentieri fa i capricci e che obbligano a ricominciare da capo l'intero capitolo. L'atmosfera comunque non manca al titolo di Upstream Arcade, così come lo stile: se siete abbonati a Xbox Game Pass, dategli assolutamente un'occhiata.
PRO
- Stile e atmosfera non gli mancano
- Progressione interessante
- Gameplay coinvolgente e impegnativo
CONTRO
- Qualche problema che genera frustrazione
- Scenari procedurali ripetitivi e poco ispirati
- Qualche glitch più o meno fastidioso