What the Bat è un'esperienza che non può mancare nella libreria di tutti i possessori di un visore per la realtà virtuale. Tante sono le risate che ci ha regalato con i suoi puzzle assurdi e irriverenti che ci sentiamo di raccomandarlo unilateralmente. Il suo unico difetto è il prezzo, ancora un po' troppo alto per un'esperienza che dura circa quattro ore, ma non appena sarà in saldo questo generatore automatico di sorrisi non può scapparvi.
Gli sviluppatori danesi di Triband sono tornati dopo il successo di What the Golf, il folle videogioco che prende il concetto alla base dello sport per gentiluomini e lo trasforma in un turbine di scenari senza senso e divertentissimi. What The Bat fa la stessa cosa mettendovi, in realtà virtuale, nei panni di una persona con due mazze da baseball al posto delle mani.
Gli scenari in cui vi ritroverete saranno il suo viaggio, da bebè ad adulto, costellato di situazioni nelle quali dovrete fare i conti con il fatto che il suo unico modo di interagire con il mondo sono delle mazze da baseball.
La grafica e i personaggi assurdi che hanno reso iconiche le opere di Triband fanno ritorno e in questa recensione di What the Bat vi spiegheremo come questo gioco, con la sua ironia perfettamente mescolata al nonsense, è uno dei migliori prodotti di lancio per il PS VR2, ma è anche disponibile per Meta e Steam VR. Come dicono gli sviluppatori "Attenzione: questo gioco non vi renderà dei migliori giocatori di Baseball".
Montagne di risate
Ci sono prodotti che fanno riflettere, che emozionano e che commuovono, What the Bat fa ridere e parecchio. Raramente ci siamo ritrovati a scoppiare di risate così tanto come con questo gioco, perché il suo modo di combinare la realtà virtuale con i più classici enigmi è davvero ingegnoso. Vivere con un paio di mazze da baseball al posto delle mani rende complicata anche la più semplice delle operazioni, come lavarsi i denti o fare colazione e ognuna di queste piccole cose si trasforma in uno dei 100 puzzle che compongono l'esperienza e che richiedono poco meno di quattro ore per essere completati.
Lungo l'avventura dovrete colpire banane, tubetti di dentifricio, trasportare delle uova, fare dei graffiti, rubare da un museo d'arte e, forse, giocare anche un po' a baseball. Fatta eccezione per un paio di enigmi non immediatamente comprensibili, il divertimento di What the Bat sta nel dosare la propria forza per usare al meglio le proprie mazze da baseball. E proprio quando pensavamo che nient'altro si sarebbe potuto fare con due bastoni al posto delle mani, gli sviluppatori sono riusciti a sorprenderci con una nuova missione apparentemente impossibile, ma che dopo un paio di mazzate, in qualche modo, siamo riusciti a risolvere.
Semplicità efficace
Negli ultimi anni abbiamo provato diverse esperienze in realtà virtuale e abbiamo verificato sulla nostra pelle che il livello di nausea che causano queste esperienze resta soggettivo (per cui è sempre consigliato fare delle pause ogni mezz'ora). Nonostante questo What the Bat non ci ha causato nemmeno un giramento di testa o una sensazione di disturbo. Questo perchè durante tutto il gioco non potrete muovervi e la prospettiva resta in questo modo invariata: tutto ciò di cui avrete bisogno per risolvere un enigma è sempre a portata di mazza. Giocare significa "semplicemente" guardarsi attorno e colpire delle cose, quindi: nella loro semplicità grafica, gli ambienti di What the Bat sono molto ben costruiti e non danno problemi di percezione in realtà virtuale. Questo è certamente un grosso vantaggio quando si tratta di combattere nausea e mal di testa.
L'altro grande punto a favore di What the Bat è il suo bottone di reset dell'enigma in cui vi trovate. Unendo il fondo delle due mazze da baseball lo scenario tornerà alle impostazioni iniziali; in questo modo, se un oggetto importante è caduto nel pavimento o si è bloccato, vi basterà ricominciare il livello senza dover navigare tra menù e schermate varie, una cosa che in VR è sempre fastidiosa. Il gioco, poi, è diviso in 9 capitoli, ognuno con 10 o più enigmi da risolvere o cose da colpire finché non succede qualcosa. Questo lo rende ottimo anche come riempitivo da 10 minuti: What the Bat è perfetto per essere goduto a piccoli morsi, regalandosi un sorriso in una giornata stressante. Questo è un prodotto semplice ma efficace, la dimostrazione che non serve un realismo estremo o un tracciamento millimetrico dei movimenti per divertirsi in realtà virtuale, basta un gran buon game design.
Conclusioni
What the Bat è un'esperienza così divertente che se avete un visore per la realtà virtuale non potete non giocarla. Tra banane, storie d'amore tra satelliti, gattini affamati e un difficilissimo lavaggio denti, si ride sempre di gusto in compagnia delle due mazze da baseball che avete al posto delle mani. Noi non abbiamo avuto nemmeno un po' di nausea e nelle quattro ore che servono a completarlo non volevamo mai mettere giù i controller. L'assurdità è ben mescolata alla logica degli enigmi grazie a un game design di qualità che riflette l'ottima gestione della forza a disposizione di chi gioca. Ricominciare con facilità un livello che va storto, poi, è fondamentale per tenere lontana la frustrazione e What the Bat ci riesce con un gesto. Il prezzo è un po' alto vista la brevità dell'esperienza, ma nuovi livelli sono in arrivo e i saldi sono sempre dietro l'angolo. What the Bat non può davvero mancare nelle librerie di tutti i possessori di un visore per la realtà virtuale perché raramente abbiamo riso così tanto con così poco.
PRO
- Divertimento allo stato puro
- Semplicità che non annoia
- VR completamente senza nausea
CONTRO
- Prezzo
- Brevità