Siamo arrivati alla fine della nostra lunga copertura: vi abbiamo raccontato la nostra avventura nelle isole di Kul Tiras e Zandalar per tre settimane e, dopo aver raggiunto il livello 120 e racimolato un po' di equipaggiamento nelle spedizioni, ci siamo tuffati nella prima incursione, Uldir, che Blizzard ha pubblicato proprio l'altro ieri insieme alle spedizioni Mitiche+ e alla nuova modalità Fronte di guerra. World of Warcraft è un MMORPG ricco di contenuti per tutti i gusti, ma il cuore pulsante dell'endgame è il PvE nelle incursioni da dieci o più giocatori. Abbiamo affrontato Uldir al livello di difficoltà normale e il design dei combattimenti coi mostri e i costrutti che infestano l'antico laboratorio dei Titani non ci ha deluso: i boss in questa espansione, sia nell'incursione che nelle altre spedizioni, sono davvero tra i migliori che Blizzard abbia ideato in tutti questi anni. Uldir tra l'altro è soltanto un'incursione introduttiva che serve a dare ai giocatori un obiettivo a lungo termine fino all'uscita dei prossimi contenuti che con ogni probabilità saranno presentati al BlizzCon.
E qui in effetti casca l'asino, perché il lancio di Battle for Azeroth non ci ha completamente convinto. Nelle prossime righe vi spiegheremo perché, ma adesso dobbiamo fare una premessa importante. Non è nulla che non abbiamo già scritto in passato, attenzione: i MMORPG sono titoli continuamente in divenire, gli sviluppatori mettono mano al codice un giorno sì e l'altro pure e non è strano che migliorino o peggiorino col passare degli aggiornamenti. Prendete Warlords of Drenor: la quinta espansione di World of Warcraft era partita col botto, ma poi Blizzard si è persa in un bicchier d'acqua ed è arrivata alla successiva col fiato corto. Legion, invece, ha avuto i suoi piccoli intoppi, ma dopo un inizio straordinario ha comunque mantenuto un profilo decisamente alto per tutto il suo corso. Battle for Azeroth, invece, è iniziata con qualche tentennamento. Questo non significa che Blizzard non possa migliorare nettamente l'offerta e arrivare alla prossima espansione superando ogni aspettativa, ma noi non possiamo prevedere il futuro e dobbiamo soltanto giudicare quello che stiamo giocando ora.
Dieci livelli senza sorprese
E quella che stiamo giocando ora, in pieno endgame, è un'espansione che Blizzard non ha rifinito come probabilmente avrebbe voluto, complice la fretta di uscire sul mercato per non lasciare troppo a bocca asciutta i suoi fedelissimi consumatori, rimasti a girarsi i pollici per più di sei mesi dopo l'ultimo aggiornamento di Legion. La società di Irvine è sempre stata famosa per la cura che ripone nelle sue opere, ma nel caso di Battle for Azeroth abbiamo riscontrato qualche problema di una certa rilevanza in termini di bilanciamenti o puro e semplice game design. La cosa che più ci ha lasciati interdetti è stata proprio la fase di crescita del personaggio da livello 110 a livello 120: come abbiamo già avuto occasione di rimarcare, al netto di qualche missione secondaria meno interessante, le storyline incentrate sugli abitanti di Kul Tiras e Zandalar ci sono piaciute specialmente perché aiutano a definire le nuove location. Sul fronte del gameplay, tuttavia, i dieci livelli aggiuntivi sono stati deludenti: senza nuovi talenti o incantesimi da imparare, i livelli si susseguono anche senza incentivi concreti.
La colpa è pure del nuovo amuleto leggendario, il Cuore di Azeroth che cresce forse troppo parallelamente a noi, finendo col dissociarsi in fretta dall'incremento individuale del personaggio. In Legion le specifiche abilità delle armi Artefatto, obiettivi da raggiungere tangibili, spingevano i giocatori a raggranellare i punti Artefatto nei modi più disparati. In Battle for Azeroth, il Cuore di Azeroth aumenta di livello lentamente raccogliendo l'Azerite e non ricompensa il giocatore nell'immediato, ma solo quando e se trova i pezzi di armatura Azerite che dipendono dalla potenza dell'amuleto. L'intera meccanica del Cuore di Azeroth e delle abilità specifiche, oltretutto, ci è parsa un po' superficiale. Blizzard aveva promesso un enorme di varietà di build e configurazioni, ma la realtà è che alcune abilità sono nettamente migliori delle altre, perciò i giocatori hanno finito col vestirsi bene o male allo stesso modo, dando la caccia agli oggetti con le statistiche e le abilità più opportune.
In più, le abilità in questione si traducono in bonus passivi che non cambiano minimamente le rotazioni e gli stili di combattimento delle classi, a differenza di come succedeva invece coi poteri degli oggetti leggendari, le abilità delle armi Artefatto o i bonus nei completi delle precedenti espansioni. La scelta di abbandonare i completi iconici che si depredavano nelle incursioni e che conferivano ai giocatori bonus specifici capaci di stravolgere gli stili di gioco a fronte di netti miglioramenti in termini di prestazioni, francamente, ci ha sbalordito. Blizzard ha deciso di prendere le distanze da questa tradizione perché a livello pratico comportava sempre vari squilibri e conseguenti bilanciamenti, ma così facendo ha anche rinunciato alla cosiddetta "class fantasy", omologando persino l'estetica dei nuovi equipaggiamenti. È ancora presto per capire che cosa potrebbe significare sulla lunga corsa - fortunatamente esiste la trasmogrificazione! - e non ci stupirebbe se i ragazzi di Irvine decidessero di fare dietrofront.
Gioie e dolori del 120
Abbiamo analizzato attentamente, in passato, i pro e i contro del sistema impiegato in Legion con le armi Artefatto e l'equipaggiamento leggendario, ma bisogna ammettere che negli ultimi giorni abbiamo sentito un po' la mancanza delle armi iconiche che impugnavano tutti i giocatori e degli oggettini arancioni che non uscivano mai e, quando finalmente comparivano sullo schermo, magari non erano neppure quelli che volevamo noi. Si stava meglio quando si stava peggio? Be', non proprio, ma quasi. Le armi Artefatto ci sono mancate per il semplice fatto che, una volta raggiunto il livello 120, abbiamo dovuto effettivamente procurarci nuove armi setacciando le spedizioni o contando sull'artigianato e soprattutto sulla dea bendata, visto che le missioni mondiali non offrono quasi mai armi in ricompensa. Il problema si sarebbe potuto arginare facilmente offrendo altre risorse in termini di equipaggiamento.
Prendiamo le Scorrerie sulle isole, per esempio: questi nuovi scenari per tre giocatori ci sono piaciuti tantissimo. Sono divertenti, originali e parzialmente procedurali, quindi cambiano spesso impostazione, garantendo un certo livello di sfida grazie all'ingegnosa intelligenza artificiale dei nemici che simulano una squadra di giocatori reali. È un vero peccato che questa modalità ripaghi soltanto in Azerite e collezionabili minori come giocattoli, mascotte e cavalcature: se avesse dato l'opportunità di equipaggiare i personaggi, probabilmente sarebbe stata molto più giocata. Lo avrebbe meritato, perché è una delle migliori trovate di Battle for Azeroth. Anche il Fronte di guerra, che essenzialmente simula una partita a Warcraft III, è un divertente passatempo - forse un po' ingenuo, visto che non si può perdere - e fortunatamente ricompensa i giocatori con armi e armature, ma soltanto i pochi giorni in cui è aperto prima di passare alla fazione opposta. Sarebbe stato meglio poter accedere sempre a questo divertente contenuto.
I leggendari in un certo senso ci sono mancati per i motivi completamente opposti, insomma: la possibilità di trovarli alla fine di una spedizione, di un campo di battaglia o dopo aver completato le richieste giornaliere dell'emissario, ci spingeva ad affrontare quotidianamente attività diverse, facendoci effettivamente collegare al gioco come una perfetta carota appesa al proverbiale bastone. Non che non ci sia nulla da fare, una volta raggiunto il livello 120, attenzione. Le mappe si riempiono di missioni mondiali e ci si può tuffare nelle spedizioni Mitiche+ a difficoltà crescente, nel PvP e nelle incursioni. La maggior parte dei contenuti giornalieri ruota però intorno ai livelli di reputazione con le varie fazioni e una volta raggiunte le soglie desiderate il ventaglio di attività si restringe enormemente. La nostra impressione è che Blizzard abbia sfoderato le sue armi troppo presto. Legion superò brillantemente le prime settimane dopo il lancio grazie a tutta una serie di feature e contenuti capaci di mantenere altissimo l'interesse dei giocatori: l'accumulo di punti Artefatto, la suddetta ricerca dei leggendari, le missioni legate all'Enclave e alla presa di Suramar che si sbloccavano settimanalmente e così via.
Battle for Azeroth, al contrario, sembrerebbe essersi già giocata le carte a disposizione fin da subito. La Campagna di guerra si è rivelata breve e relativamente interessante, le Scorrerie sulle isole molto divertenti ma poco remunerative; poi, una volta completate le storyline principali, non resta che aspettare l'uscita dei nuovi contenuti ripetendo ad nauseam spedizioni e incursioni. Com'è sempre stato, chiaramente, ma in questo caso ci è sembrato che si sia raggiunta la soglia della ripetitività troppo presto. Bisogna tuttavia sottolineare che la percezione del limite in questione cambia di giocatore in giocatore. Per noi che siamo abituati a ottimizzare i tempi un po' per lavoro e un po' per passione, nell'ottica delle attività endgame, è stato più facile notare queste mancanze in termini contenutistici, ma i giocatori più casual che possono dedicare soltanto poche ore al giorno alle loro avventure su Azeroth forse non si renderanno mai conto di questi problemi, impegnati come saranno a completare missioni su missioni e a scoprire tutti i piccoli segreti nascosti negli angoli di Kul Tiras e Zandalar. E alla fine questo è quello che conta davvero.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i7-2600k @ 3,4 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel® Core™ i5-760 oppure AMD FX™-8100 o superiore
- Scheda video: NVIDIA® GeForce® GTX 560 2GB oppure AMD™ Radeon™ HD 7850 2GB oppure Intel® HD Graphics 530 (45W TDP)
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7 64-bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel® Core™ i7-4770 oppure AMD FX™-8310 o superiore
- Scheda video: NVIDIA® GeForce® GTX 960 4GB oppure AMD™ Radeon™ R9 280 o superiore
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64-bit
Conclusioni
Nonostante alcune incertezze che possono sempre essere risolte nei mesi a venire, Battle for Azeroth è una buona espansione, piena di contenuti e idee interessanti. È evidente, però, che si tratta anche di un'espansione meno ambiziosa delle precedenti: è come se Blizzard avesse deciso di percorrere la strada più semplice e sicura, senza rischiare grattacapi, e avesse affidato lo sviluppo a un team meno entusiasta del solito. La freddezza di questa gestione traspare attraverso la rigidità dei contenuti e l'insistente casualità nelle ricompense e in alcune dinamiche di gioco. Blizzard ha tutto il tempo di aggiustare il tiro e rovesciare gli aspetti più critici di questo lancio, perciò continuate a leggerci perché seguiremo attentamente l'evoluzione dell'espansione con speciali e approfondimenti nei mesi a venire.
PRO
- I boss delle spedizioni sono quasi tutti complessi, vari e divertenti
- Le nuove mappe sono molto belle ed evocative, ottima la colonna sonora
- Le storie raccontate sono avvincenti e interessanti
- Le Scorrerie sulle isole e il Fronte di guerra hanno enormi potenzialità
CONTRO
- Non si avverte un vero e proprio senso di crescita tra 110 e 120
- Le meccaniche del Cuore di Azeroth sono a dir poco controverse
- Troppi contenuti incentrati sul caso e sulla fortuna
- Poche innovazioni concrete