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Zanki Zero: Last Beginning, la recensione per PlayStation 4

Un RPG giapponese simbolico, molto particolare e dall'atmosfera affascinante.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   11/04/2019

Dio ha impiegato sette giorni per creare il mondo, gli esseri umani ne hanno impiegato soltanto uno per distruggerlo. È questa la premessa di Zanki Zero: Last Beginning, un RPG di stampo fortemente nipponico (ma con alcune caratteristiche molto particolari) di cui probabilmente fino a questo momento non avrete neppure neanche mai sentito parlare. Un genere molto di nicchia, uno di quelli che interessa quasi sempre ad una ristrettissima cerchia di appassionati qui in occidente; eppure si tratta di una produzione non solo valida dal punto di vista del gameplay, ma anche profondamente ispirata nel suo comparto narrativo. Abbiamo speso una buona quantità di ore su Garage Island, e anche se il mondo è ormai finito forse resta ancora qualche lettore per la nostra recensione.

Trama: il mondo finisce, la storia comincia

La trama di Zanki Zero: Last Beginning si apre in modo malinconico e assurdo, un incipit che rivela sin da subito come dietro la produzione ci siano i nomi dei produttori della ben nota serie di Danganronpa. Haruto Higurashi, impiegato presso una casa editrice giapponese, decide di togliersi la vita per dei motivi che verranno spiegati più avanti dal titolo e che non abbiamo alcuna intenzione di anticiparvi: si getta dall'ultimo piano di un grattacielo altissimo e chiude gli occhi poco prima dell'impatto con il suolo. Qualche secondo dopo si risveglia in riva al mare, su un'isola sconosciuta, e ben presto capirà di essere arrivato a Garage Island. È qui che comincia la dimensione fortemente simbolica di Zenki Zero: Last Beginning, la stessa che accompagnerà il giocatore in ogni singolo istante della narrazione, dal suo inizio alla sua fine.

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Vengono quasi in mente i versi dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: "ciò che si perde o per nostro diffetto, / o per colpa di tempo o di Fortuna: / ciò che si perde qui, là si raguna"; vale a dire, sulla Luna (un mondo distantissimo dal nostro) è possibile ritrovare le cose perdute del pianeta Terra, anche se un po' alla rinfusa. Avviene lo stesso nel mondo di gioco dei creatori della serie Danganronpa: la vita di Haruto si è appena conclusa e lui ha perso tutto, ma in qualche modo (in un modo molto contorto e distorto) ritroverà dei tasselli lungo il percorso della sua nuova esistenza sull'isola. Alcuni edifici, zone e persone gli riportano alla mente dei ricordi, su cui si insisterà nel corso delle oltre trentacinque ore di gioco necessarie per arrivare ai titoli di coda. Ma soprattutto, Haruto non è il solo abitante dell'isola Garage Island: con lui ci sono altri sette personaggi, novelli protagonisti di un mondo che è andato a rotoli e si è estinto da ormai non si sa quanto tempo. Dobbiamo davvero guidarvi nella narrazione simbolica di Zenki Zero: Last Beginning, privandovi del piacere della scoperta? Lanciamo soltanto qualche spunto: il rapporto tra la vita e la morte, tra l'Io e la realtà esterna, il simbolismo magico del numero sette e le relazioni tra i sette personaggi comprimari e i sette vizi capitali della tradizione religiosa occidentale.

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Ad ogni modo, se tutto questo non dovesse interessarvi e preferiste invece godervi un RPG nipponico semplicemente spegnendo il cervello, sappiate comunque che la trama viene gestita per tutto il tempo in modo ottimale dal punto di vista della regia narrativa: prologo a parte, ogni capitolo della storia è dedicato a un personaggio specifico. Tutti, in qualche modo, devono convivere con la fine del mondo, e forse persino trovare un modo per riportare indietro i tragici eventi che l'hanno vista protagonista.

Trofei PlayStation 4

Zanki Zero: Last Beginning possiede su PlayStation 4 un elevato numero di Trofei, tra cui anche l'ambito Trofeo di Platino: per ottenerlo saranno necessarie una cinquantina di ore. Andrà portata a termine la narrazione principale, prestando attenzione ai collezionabili dedicati a tutti i personaggi presenti; inoltre andranno potenziate tutte le strutture di Garage Island al massimo livello.

Gameplay: tanti generi in delicato equilibrio

Zanki Zero: Last Beginning si regge su un delicatissimo equilibrio di generi molto differenti, apparentemente inconciliabili tra loro; la dimostrazione che un'oculata gestione del gameplay può portare a risultati molto soddisfacenti, anche partendo da materiale decisamente eterogeneo. Considerando poi che la sperimentazione avviene all'interno di un genere di per sé estremamente conservativo come l'RPG a stampo survival nipponico, l'intera operazione assume un interesse ancora maggiore. Zanki Zero: Last Beginning è innanzitutto un RPG che corrisponde perfettamente ai canoni giapponesi: si gestisce un personaggio principale all'interno del suo party di compagni, prestando attenzione ad aspetti fondamentali come l'equipaggiamento e le armi di tutti i presenti. Haruto può essere accompagnato nelle sue avventure tra tre amici alla volta, ma ognuno di essi viene cambiato a seconda degli obiettivi del giocatore, che può sfruttarne le caratteristiche peculiari in ogni momento. La componente survival è però incalzante: non basta esplorare il mondo di gioco in tutte le sue aree, che pian piano si aggiungeranno alla base di Garage Island, bisogna anche prestare attenzione alla salute, alla disidratazione, allo stress e ai bisogni fisici di tutti i presenti. Se questa attenzione viene a mancare, la loro efficacia in combattimento se risentirà molto presto e in più di un'occasione condurrà a morte precoce e violenta.

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Ancora, Zanki Zero: Last Beginning è un dungeon crawler: bisogna esplorare delle aree di gioco (più o meno contenute) muovendosi come all'interno di una scacchiera. I movimenti del personaggio avvengono lungo l'asse nord-sud ed est-ovest, per quadratini contigui; al tempo stesso, l'analogico sinistro consente di esplorare l'ambiente circostante che viene inquadrato in quel preciso momento, per raccogliere oggetti, interagire con elementi importanti dello scenario, salvare la partita presso determinati punti di controllo, e molto altro ancora. Ne risulta una commistione molto particolare tra il titolo esplorativo, l'RPG, il dungeon crawler e la visual novel; fortemente appartenenti a quest'ultimo genere sono anche le tantissime fasi narrative e dialogate, in cui l'azione di gioco si interrompe (letteralmente) per dare spazio ai discorsi tra i vari protagonisti dell'avventura. Ognuno di loro possiede peculiarità caratteriali uniche, ambizioni, ricordi e desideri: prima di quanto crediate vi sarete già innamorati di alcuni piuttosto che di altri, stabilendo così un legame affettivo (o emozionale) con l'intera narrazione.

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Se la scintilla non scatta (questo va sottolineato) Zanki Zero: Last Beginning inizierà presto a mostrare anche alcuni dei suoi limiti più evidenti: un equilibrio altalenante tra esplorazione/combattimento e fasi statistiche/dialogate, varietà dei nemici presenti piuttosto limitata e una certa ripetitività di fondo che del resto è comune all'intero genere di appartenenza. Quest'ultimo aspetto, tuttavia, per alcuni giocatori è piuttosto un valore; non è invece possibile considerare in maniera positiva il comparto tecnico e grafico del titolo, ancorati ad una fase di transizione mai compiuta tra la scorsa generazione di console e quella attuale. Passino gli sfondi e le scene in stile anime delle fasi dialogate, dalla qualità tendente verso l'alto: modelli poligonali dei nemici presenti, aliasing e dettagli del mondo circostante durante le fasi esplorative sembrano non soltanto poco memorabili, ma anche scarsamente curati. È certo, comunque, che si tratti di un RPG ambizioso e dal fascino molto particolare. Vi consigliamo caldamente di dargli un'occhiata: potrebbe sorprendervi.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (5)
6.6
Il tuo voto

Dotato di una narrazione estremamente affascinante e dall'interpretazione tutta simbolica e allegorica, Zanki Zero: Last Beginning è un RPG di impianto tradizionale ma dalle svolte fortemente narrative. In prima persona, fortemente contaminato da elementi survival e gestionali, si dedica ora all'esplorazione, ora ai combattimenti, ora all'oculata distribuzione di risorse ed equipaggiamento disponibili. Tutto questo senza mai dimenticarsi della (spesso drammatica) narrazione portante dell'avventura, né dei legami tra tutti i personaggi presenti, che si sviluppano e potenziano nel corso delle tantissime ore necessarie per arrivare alla fine della storia. Sui difetti presenti, principalmente legati al comparto tecnico, alla ripetitività di fondo e alla mancanza di una qualsiasi forma di localizzazione (che purtroppo si fa sentire), potremmo quasi chiudere un occhio. Ma guai a tenerli chiusi troppo a lungo: il mondo potrebbe finire in un battito di ciglia.

PRO

  • Narrazione affascinante
  • Buon mix ed equilibrio tra generi diversi
  • Dimensione fortemente simbolica

CONTRO

  • La ripetitività è dietro l'angolo
  • La gestione degli edifici è molto limitata
  • Comparto tecnico limitato