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Death Stranding: guida alle citazioni cinematografiche

Ecco la nostra guida alle citazioni cinematografiche presenti in Death Stranding, immancabili in un titolo che nasce anche grazie alla settima arte.

SOLUZIONE di Mattia Pescitelli   —   24/11/2019

Death Stranding, il nuovo titolo firmato Hideo Kojima che ha scosso il mondo videoludico contemporaneo, è indubbiamente imbottito di citazioni al mondo dell'intrattenimento. Dai videogiochi alla letteratura, il mondo di Death Stranding vive e prospera anche grazie a un vasto sottobosco citazionistico tutt'altro che velato. Ovviamente, in un gioco dove la componente cinematografica arriva a ibridarsi con il medium videoludico a tal punto da diventare una sola entità, non potevano mancare forti richiami al mondo della settima arte. Andiamo a vedere insieme quali sono le citazioni cinematografiche in Death Stranding che siamo stati in grado di individuare.

Death Stranding: guida alle citazioni cinematografiche

Die-Hardman: l'uomo "duro a morire"

Una delle citazioni al mondo del cinema più evidenti non è racchiusa in una singola scena, bensì in un intero personaggio. Infatti, il soprannome del direttore della BRIDGES, Die-Hardman, è chiaramente un riferimento alla celebre saga action Die Hard con protagonista Bruce Willis. Il filone nasce nel 1988 con Trappola di cristallo (Die Hard in originale), diretto da John McTiernan. Il film ebbe un grande successo che portò alla realizzazione di quattro sequel. Non è solo un cult del genere action, ma è anche un importante perno della linea teorica alla base del postclassicismo. Sostanzialmente, il pensiero postclassico si contrappone a quello moderno e, successivamente, postmoderno e si impegna a studiare quel cinema hollywoodiano che, anche se con evidenti differenze, rimane strettamente legato ai suoi principi e alle sue regole. Kojima non ha di certo nascosto la citazione a questa saga cinematografica. In un dialogo cruciale il direttore è persino descritto da Deadman come un "uomo duro a morire".

Die Hardman Trailer Introduction

Mi piace l'odore del napalm al mattino

Altra citazione nascosta alla luce del sole è sicuramente quella riguardante il capolavoro di Francis Ford Coppola Apocalypse Now. La scena in questione era già apparsa in uno dei trailer di presentazione del gioco, quindi è da diverso tempo che questa citazione ronzava nelle nostre teste. Stiamo parlando del momento in cui Clifford Unger/ Mads Mikkelsen fuoriesce dal catrame esattamente come fa Martin Sheen in una delle scene più iconiche della storia del cinema, anche se in quel caso si trattava di acqua stagnate. Senza dubbio il fatto che entrambe le scene siano ambientate in Vietnam è un incentivo che fortifica l'idea della citazione. Anche il modo con il quale Unger scruta l'ambiente circostante ricorda in tutto e per tutto l'emersione del capitano Willard.

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Altro "campanello d'allarme" è la luce che taglia il volto dello stesso personaggio nella sua apparizione sul campo di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. Dalle movenze all'illuminazione, la scena ricorda in tutto e per tutto le splendide inquadrature con Marlon Brando nei panni del colonnello Kurtz, "antagonista" del film di Coppola.

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T-800

Un po' più difficile da individuare e, soprattutto, meno accreditabile come citazione, è quella a Terminator. Durante il primo incontro con Cliff Unger, infatti, vediamo quest'ultimo emergere dal catrame trainato dai suoi soldati. Dopo aver ripreso le forze, Unger si alza in piedi in modo molto simile a quanto fa Schwarzenegger durante la sua "gelida" interpretazione del T-800 al momento del suo arrivo nel presente. Non possiamo dire con certezza che sia una citazione voluta, ma il modo con il quale è stato presentato e il fatto che sia una sostanziale macchina da guerra ci hanno fatto venire subito in mente il famoso cyborg.

The Terminator Arrival

Game over, man!

Il cinema degli anni Ottanta è stato sicuramente cruciale per la formazione artistica di Kojima. Non è un mistero che anche i suoi precedenti videogiochi riprendano molti elementi dalla cultura popolare di quegli anni. Dopo Die Hard, Apocalypse Now e Terminator è il momento di un altro caposaldo del cinema action hollywoodiano: Aliens - Scontro finale. Secondo capitolo della celebre saga partorita dalla mente di Ridley Scott, è uscito nelle sale nel 1986, questa volta con alla regia un giovane James Cameron (che, tra l'altro, dirigerà anche Terminator 2 - Il giorno del giudizio). Più che un elemento visivo, questa volta la citazione è verbale. Infatti, durante una conversazione con Sam, Deadman esclamerà "Game over, man!", ovvero la frase più celebre del film di Cameron, declamata dal recentemente scomparso Bill Paxton. Tanto per non farci mancare niente, Kojima ha inserito un'altra citazione nella stessa scena, questa molto più familiare a chi bazzica il mondo videoludico. Infatti, sullo schermo olografico alle spalle del personaggio interpretato da Guillermo del Toro appare la scritta "Game Over", che molti riconosceranno essere quella che più di una volta appare durante le sessioni di gioco con i vari Metal Gear.

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Il fascino del cinema muto

Non solo blockbuster moderni, ma anche il cinema delle origini trova il suo spazio nel distopico mondo di Death Stranding. Possiamo, infatti, trovare una citazione (anche questa in piena vista) a Charlie Chaplin e al suo L'appuntamento di Charlot nel momento in cui Heartman prende una copia del film dalla sua libreria. Il film, la cui regia è incerta (alcuni dicono sia di Chaplin, altri la attribuiscono a Joseph Maddern), è uscito nel 1914 e dura una ventina di minuti (da qui il titolo originale Twenty Minutes of Love). Questo inserimento così esplicito di un film che ha più di cent'anni, tra l'altro accostato a una personalità come quella di Heartman (non solo interpretato da uno dei più importanti registi contemporanei, Nicolas Winding Refn, ma anche personaggio estremamente legato al passato), indica la voglia di Kojima di esaltare ciò che c'è stato. Guardare al passato e imparare da esso.

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I poster e le colonne sonore

A chiudere questa "caccia alle citazioni" presenti in Death Stranding troviamo dei poster e delle colonne sonore che si possono sbloccare attraverso i chip di memoria sparsi per la mappa di gioco.

Christine - La macchina infernale di John Carpenter: Cult datato 1983, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King. Anche in questa pellicola, Carpenter utilizza il suo peculiare modo di fare cinema per criticare la società americana degli anni Ottanta, sempre più avvinghiata alle dinamiche capitalistiche.

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Godzilla di Ishirō Honda: Con questo film del 1954, l'iconico kaijū fa il suo debutto nel mondo del cinema.

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The Walk di Robert Zemeckis: Il film del 2015, basato su eventi realmente accaduti, racconta della strabiliante impresa attuata da Philippe Petit nel 1974, ovvero la traversata del baratro tra le Torri Gemelle con sotto i piedi solo un cavo. Kojima sembra abbia voluto inserire il film nel gioco perché, a quanto pare, illustrerebbe bene la dinamica di base di Death Stranding, ossia il "filo" che unisce tutto e il lungo viaggio che Sam deve compiere per impedire che quest'ultimo si spezzi.

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Stand by Me - Ricordo di un'estate di Rob Reiner: Altro cult della cinematografia, questa volta tratto dal racconto Il corpo presente nella raccolta di Stephen King Stagioni diverse, il film è una storia di formazione del 1986. Anche in questo caso, Kojima fa un parallelismo con Death Stranding. Sia nel film che nel videogioco la morte è un tema portante. L'unico modo per affrontarla, in entrambi i casi, è averci a che fare. Nel gioco l'uomo si trova costretto a smaltire i cadaveri per evitare che vadano in necrosi, mentre nel film l'idea della morte sembra essere un taboo così grande che il gruppo di giovani ragazzi si sente costretto ad avventurarsi in cerca del vociferato cadavere, in modo tale da comprendere cosa sia effettivamente questo "male inevitabile".

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Big Fish - Le storie di una vita incredibile di Tim Burton: Senza dubbio uno dei lavori migliori (se non il migliore) del regista, datato 2003. Come scritto nella descrizione presente nel gioco, il film si basa tutto su bugie che diventano, con il tempo, storie (e viceversa). Il protagonista, una volta cresciuto, capisce che le vicende che il padre gli raccontava quando era piccolo non sono altro che falsità inventate per salvarlo, finché possibile, dalla fredda realtà della vita. Con lo svolgersi degli eventi, però, il confine tra realtà e finzione sembra intrecciarsi e confondersi, fino a che lo spettatore non riesce più a distinguere l'una dall'altra.

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Ammazzavampiri di Tom Holland: Una commedia horror a tema vampiresco del 1985 che ha avuto parecchio successo tra i cultori del genere.

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Matango il mostro di Ishirō Honda: Film fantascientifico datato 1963. A detta di Kojima, i funghi presenti nel film sono gli antenati dei criptobionti di Death Stranding.

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I sette samurai di Akira Kurosawa: Uno dei film più importanti e influenti della storia del cinema. Molti si sono ispirati al classico di Kurosawa. Su tutti John Sturges per il suo I magnifici sette (remake dichiarato del film), ma si possono ritrovare richiami anche in produzioni molto più impensabili. Ne è un esempio A Bug's Life, capolavoro d'animazione firmato Pixar, dove sono presenti evidenti richiami al film del 1954.

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Il ponte sul fiume Kwai di David Lean: Film del 1957 basato sull'omonimo romanzo di Pierre Boulle, conosciuto principalmente per il suo best seller Il pianeta delle scimmie, poi riadattato anch'esso per le sale cinematografiche.

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Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba di Stanley Kubrick: Non poteva mancare in un videogioco come Death Stranding, così politicamente militante, almeno un richiamo a uno dei pilastri del cinema antimilitaristico di Kubrick. Il film, datato 1964, è la seconda pellicola contro la guerra realizzata dal regista, uscita proprio in pieno clima di Guerra Fredda, a soli due anni dalla crisi dei missili di Cuba dell'ottobre 1962. Kubrick critica apertamente la mancata collaborazione tra le grandi potenze mondiali, che, per lui, porterà inevitabilmente a un'irreversibile reazione a catena che non potrà essere più fermata, anche se le parti implicate decideranno di unire le forze per impedire che il danno da loro scatenato possa avere conseguenze catastrofiche. Ci sono diverse similitudini con il mondo di Death Stranding, come il tema della collaborazione e dell'unione per cercare di prevenire l'inevitabile. Non solo. Anche la guerra come qualcosa di sbagliato. Un "incubo" a occhi aperti che rimane saldo nella memoria di chi quei conflitti li ha vissuti in prima persona e che continua a vivere e a prosperare nelle loro testimonianze.

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Tra le colonne sonore troviamo quelle di ben tre film di Nicolas Winding Refn: Bronson (film del 2009 con protagonista Tom Hardy), Valhalla Rising - Regno di sangue (pellicola del 2010 con protagonista un interprete che conosciamo molto bene, ovvero Mads Mikkelsen) e The Wicked Die Young (che non è una colonna sonora vera e propria, ma una compilation di brani che il regista ascoltava durante la realizzazione di The Neon Demon).
Ma non finisce qui. Refn è ancora presente, questa volta però in una colonna sonora di un film che lo vede davanti all'obiettivo: My Life Directed By Nicola Winding Refn, documentario girato dalla moglie del regista, Liv Corfixen, durante la lavorazione di Solo dio perdona.
Kojima omaggia anche il nostro cinema nazionale inserendo sia la colonna sonora di Profondo Rosso del grande Dario Argento, sia una compilation di brani tratti dai film del maestro dell'orrore Lucio Fulci.
Infine, non manca anche un omaggio al cinema contemporaneo scandinavo, con la colonna sonora di Thelma, thriller dalle tinte paranormali diretto da Joachim Trier.
Teniamo a precisare che le colonne sonore non possono essere riprodotte.

Queste sono le citazioni cinematografiche che siamo riusciti a scovare in Death Stranding. Sicuramente ce ne sono molte di più di quelle che abbiamo trovato. Per questo, fateci sapere nei commenti se voi avete individuato altri riferimenti che a noi sono sfuggiti, così da contribuire alla costruzione di quello che potrebbe essere (e che già è) un grande puzzle transmediale.