Nota bene: quando possibile abbiamo utilizzato in questo articolo i termini italiani di World of Warcraft per preparare tutti i lettori alla localizzazione del gioco.
In occasione del Blizzcon 2011, Blizzard confermò al mondo intero una voce di corridoio che da diversi mesi rimbalzava in giro per la rete annunciando la quarta espansione di World of Warcraft intitolata Mists of Pandaria.
Noi c'eravamo in esclusiva dall'Italia e in quell'occasione avevamo raccontato ogni singolo dettaglio dell'add-on, dalla prova della starting zone dei Pandaren con tanto di testing della nuova classe, il monaco, a svariati dettagli sui nuovi dungeon, le zone inedite, i cambiamenti al sistema dei talenti e le piccole ma interessanti innovazioni nel PvP. A quasi cinque mesi di distanza da quell'evento la software house di Irvine ci ha invitato nel suo quartier generale per tornare a giocare un'espansione che non sembra aver convinto l'intero pubblico per alcune scelte di design all'apparenza troppo focalizzate sui mercati orientali e per un quantitativo di contenuti endgame non all'altezza di quanto visto in passato con le precedenti espansioni.
È forse anche per farci cambiare idea su questi aspetti che Blizzard ci ha coinvolti in questa frenetica trasferta che, se non altro, ha sottolineato con forza come i tempi di realizzazione di Pandaria siano accelerati rispetto alla consuetudine visto che se l'add-on uscirà in tempo per la fine dell'estate come ci sentiamo di scommettere, ci troveremmo ben al di sotto dei soliti due anni di distanza tra un'espansione e la successiva. Il materiale visto e provato è tantissimo, motivo per cui abbiamo deciso di concentrarci con questo articolo "soltanto" sulle nuove informazioni riguardanti il progetto, per poi raccontare in un provato separato quanto sperimentato in prima persona dell'add-on e della localizzazione italiana del gioco. E ovviamente non mancherà nei prossimi giorni uno speciale focalizzato sulle interviste fatte agli sviluppatori.
Di ritorno a Pandaria
Mists of Pandaria si configura come un'espansione sicuramente atipica: da un lato un ritorno al passato dei primi corposi add-on, dall'altro una prosecuzione di tutte le innovazioni e le facilitazioni per i giocatori viste in Cataclysm. Ma la più grande, e criticata differenza, è nella storia che fa da sfondo al gameplay: manca la drammaticità di una minaccia incombente, il classico super boss di fine espansione che fin da The Burning Crusade ha accompagnato le avventure dei giocatori alle prese con il raid più importante dell'endgame.
La scelta è stata obbligatoria secondo Blizzard perché dopo aver proposto pericoli sempre più incombenti e di portata spaventosa (Illidan, il Lich King, Deathwing) era fondamentale respirare e riprendere il giusto ritmo della trama, interrompendo un crescendo di terrore che stava allontanando i giocatori dal gusto dell'esplorazione di nuove terre e nuovi territori. È per questo che l'esperienza di Pandaria sarà tutta focalizzata sulla scoperta di un continente nuovo di zecca, colmo di leggende, rituali e misteri ma una volta raggiunto il nuovo cap di livello 90 non ci troveremo al cospetto del consueto raid di fine espansione ma al contrario avremo posto le basi per eventi incredibili che nelle immancabili patch successive al rilascio dell'espansione modificheranno pesantemente lo scenario del nuovo continente con ripercussioni impensabili anche sui vecchi territori. Rischiamo di avventurarci in uno spoiler a nostro parere fondamentale per far capire a chi legge che anche stavolta la software house di Irvine non si è risparmiata con il suo dirompente MMO.
A scadenze regolari di due-tre mesi infatti, le nuove patch mostreranno un'Alleanza e un'Orda alle prese con un tentativo di espansione e conquista di Pandaria, a discapito del già fragile equilibrio di questa nuova terra rimasta nascosta per millenni alle atroci guerre che hanno sconquassato Azeroth. Il giocatore si troverà così invischiato in assalti a territori fino a pochi mesi prima immersi nella più sublime pace in un'escalation di conflitti che non risparmierà neanche Kalimdor e i Regni Orientali. Sappiamo tutti infatti che Garrosh Malogrido ha ormai preso il posto di Thrall come nuovo imperatore dell'Orda instaurando un regno di terrore che avrà ripercussioni su tutte le terre conosciute fino al punto in cui, e qui si raggiungerà il climax del ciclo di Pandaria, le due fazioni si vedranno costrette ad affrontare, per motivi diversi e probabilmente opposti, proprio Garrosh all'interno delle mura di Orgrimmar. Sì, avete capito bene: se anche Pandaria non ci offrirà un classico world boss di fine espansione, sarà in grado di mettere in piedi un arco narrativo spalmato su più patch di aggiornamento che modificherà nel tempo gli assetti politici di World of Warcraft fino ad obbligare tutti i giocatori ad andare all'assalto della capitale degli orchi. Niente male come prospettiva, no?
Curiosità
I Pandaren nascono come un divertente pesce d'aprile del famoso artista Blizzard Samwise Didier nel lontano 2002, sotto le mentite spoglie di quinta classe di Warcraft 3 al tempo in via di sviluppo. Ma il successo raccolto dalle immagini e dalla descrizione inventate di sana pianta e pubblicate in quell'occasione fu talmente elevato da convincere la casa di Irvine a dedicarsi a questi panda antropomorfi. Così, grazie al lavoro del creativo designer Chris Metzen, un esponente di questa strana razza entrò a far parte del cast di The Frozen Throne, l'espansione ufficiale di Warcraft 3. Si trattava di Chen Stormstout, uno dei pochissimi esploratori Pandaren in grado di solcare i mari che circondavano Pandaria alla ricerca di nuove formule per i suoi distillati e finito per sbaglio sulle coste di Azeroth dove si ritrovò ad aiutare suo malgrado Rexxar, il mezzorco trovatosi nel mezzo della battaglia tra Orda e Burning Legion. Dopo questa breve apparizione, i Pandaren rimasero sempre abilmente nascosti nell'enorme lore di Warcraft e in più di un'occasione, soprattutto in prossimità dell'annuncio di The Burning Crusade, la prima espansione di World of Warcraft, diversi rumor davano per sicuro il loro ritorno in grande stile. Dovremo invece attendere ancora qualche mese per vederli protagonisti di un prodotto a loro interamente dedicato, la futura espansione Mists of Pandaria protagonista di questo articolo.
Più contenuti per tutti
Lasciandoci alle spalle le nuove informazioni riguardanti la storia, questo nuovo incontro con Mists of Pandaria ci ha permesso di venire a conoscenza di corpose nuove informazioni sulla struttura e il gameplay dell'espansione. Innanzitutto alle cinque zone che componevano il continente inedito ne sono state aggiunte altre due nuove di zecca per dare maggiore varietà esplorativa e grafica. Si tratta della Giungla di Krasarang, sulla sponda meridionale di Pandaria e delle Distese Morte a ovest. La prima offrirà un territorio piuttosto vasto con una foresta pluviale particolarmente intricata e un arcipelago composto da svariate isolette e una enorme spiaggia che sarà poi il futuro punto di sbarco per Alleanza ed Orda nel corso delle fasi più avanzate della conquista e invasione del continente.
Le Distese rappresenteranno invece la terra natale dei Mantid, una delle creature mutate e rese malvagie dall'emergere dello Sha della paura, l'energia negativa che sta prendendo il sopravvento della terra dei Pandaren, che il giocatore si troverà a contrastare. La decisione di espandere ulteriormente il territorio esplorabile nell'espansione è stata presa da Blizzard dopo aver ascoltato il feedback dei fan ed aver analizzato in modo approfondito il playthrough di Cataclysm che sembra non aver convinto pienamente la software house per la sua eccessiva linearità. In questo modo il giocatore si ritroverà ad avere molta più libertà d'azione sui percorsi da seguire e sull'ordine delle quest da affrontare durante la fase di leveling, grazie ad un'offerta di territori non essenziali, facoltativi nella possibilità di affrontarli, quasi in una sorta di ritorno al World of Warcraft dei vecchi tempi.
La lunga presentazione ci ha permesso anche di dare un'occhiata leggermente più approfondita ai nuovi battleground dedicati al PvP. Da un lato abbiamo Valley of Power, di cui si è già parlato in passato e che presenta un gameplay focalizzato sul mantenimento di un artefatto per guadagnare un certo numero di punti che si modifica in base alla zona dove è posizionato il giocatore che ha il possesso della "palla". Dall'altro scopriamo per la prima volta la miniera di diamanti di Silvershard, al di sotto di Stranglethorn Valley. Blizzard ci ha tenuto a sottolineare che si tratta del primo battleground interamente sotterraneo, al chiuso, ed il suo gameplay ruoterà intorno alla gestione di alcuni carri minerari. Questi viaggiano lentamente lungo un percorso prestabilito ed i giocatori possono guadagnarne il possesso rimanendo abbastanza tempo accanto ad essi. Quando uno di questi carretti raggiunge il deposito minerario la fazione che lo "controlla" guadagna un punto. La particolarità dell'azione di gioco si riversa sia sulla particolare geografia dell'area ricca di caverne, cunicoli e deviazioni, sia su alcuni pulsanti che possono essere attivati per deviare all'ultimo secondo il percorso di un carro ed evitare così che entri nel deposito quando non è la propria fazione a controllarlo. Siamo riusciti anche a dare un piccolo sguardo a una delle tre nuove incursioni (raid) presenti in Pandaria, quella ambientata all'interno della distilleria di Chen Stormstout, il Pandaren più famoso nell'universo di Warcraft.
Il tono ci è sembrato molto ironico, forse anche troppo, con conigli giganti dall'aspetto malefico con tanto di occhi rossi e denti aguzzi e addirittura degli elementali della birra in grado di far spruzzare la bevanda alcolica dalle orecchie dei giocatori. Ma siamo convinti che non mancheranno sfide decisamente più cupe e drammatiche e, a questo proposito, è stato interessante guardare un piccolo filmato sul redesign di due scorrerie (dungeon) storiche di WoW: Scholomance ed il Monastero Scarlatto che, in occasione dell'uscita di Mists of Pandaria, torneranno a vivere un nuovo splendore accanto ai sei dungeon nuovi di zecca che saranno implementati nella nuova espansione. Insomma, se ancora non fosse chiaro, di contenuti ce ne saranno moltissimi, dedicati allo stesso modo al leveling, così come all'endgame, in grado di venire incontro ai giocatori più "tranquilli", casual con meno tempo a disposizione, quanto a quelli più hardcore che tra incursioni, scorrerie e un numero enorme di quest giornaliere troveranno sempre qualcosa da fare quando collegati al gioco. E ovviamente tutto questo senza tener conto delle nuove fazioni che popoleranno il continente di Pandaria e dei relativi reward legati alle reputazioni che immancabilmente i giocatori si ritroveranno a potenziare con ore ed ore di furioso gameplay.
Il talento della sfida
E proprio parlando di scorrerie e incursioni, è interessante notare ancora una volta il lavoro fatto dallo sviluppatore sui livelli di difficoltà di questi fondamentali contenuti. Partendo proprio dalle incursioni (i raid), Blizzard seguirà la strada intrapresa con la recente patch 4.3 proponendo accanto alla difficoltà normale ed eroica, uno speciale livello di sfida ottimizzato per i gruppi casuali, creati al volo attraverso il raid finder e che vedrà i boss ed alcuni nemici privati di determinate sequenze di attacco così da rendere l'incontro più facilmente gestibile anche in mancanza di un buon livello di coordinazione; ovviamente il tutto a discapito del valore del loot raccoglibile.
Per quanto riguarda invece le scorrerie (dungeon) accanto alle difficoltà normale ed eroiche, troveremo l'inedita modalità sfida, una vera e propria time run che stimolerà i cinque giocatori a completare l'istanza il più velocemente possibile. La particolarità di questo ulteriore livello di difficoltà è la sua natura competitiva: si tratta di fatto della prima volta che Blizzard propone un contenuto PvE interamente dedicato alla competizione tra giocatori. Quando infatti si inizierà una scorreria in questa modalità, l'equipaggiamento verrà normalizzato ad un certo livello così da non costituire un vantaggio e tutto il focus si sposterà sull'abilità concreta dei giocatori nel gestire i loro personaggi. Raggiungere determinati traguardi offrirà trofei di livello diverso ed ovviamente gli immancabili achievement e reward: questi ultimi in particolare andranno a comporre degli speciali set di armature, molto appariscenti in termini estetici ma privi di statistiche. Serviranno infatti a rendere più "fighi" i giocatori proprio durante la modalità sfida non essendo importante il livello degli oggetti come specificato poco sopra. Inoltre sarà possibile consultare una serie di classifiche in grado di mostrare le migliori run per ogni dungeon con tanto di ordinamento per data e dettaglio del gruppo più abile per vedere la sua composizione ed il suo capo.
Spendiamo qualche parola anche per l'altra grande novità innestata nel gameplay di Mists of Pandaria nonostante sia stata trattata con grande dettaglio in passato e sia immediatamente consultabile da qualsiasi giocatore grazie al calcolatore online sul sito ufficiale di World of Warcraft. Stiamo ovviamente parlando del redesign completo dei talenti che, a distanza di sette anni dalla loro entrata in vigore come feature cruciale per la personalizzazione del proprio personaggio, sono stati ripensati in blocco da Blizzard. Innanzitutto abbiamo la specializzazione di classe che il giocatore dovrà scegliere una volta raggiunto il decimo livello e che determineranno il proprio ruolo e lo stile di gioco.
Così facendo si avrà accesso ad abilità e magie specifiche senza trascurare quelle che sono le funzioni base della classe adottata. E fin qui nulla di nuovo rispetto a quanto già visto con l'ingresso in campo di Cataclysm. La vera novità riguarda la totale indipendenza dei talenti rispetto alla specializzazione selezionata. Niente più punti che si guadagnano al passare di livello da spendere in uno dei tre rami che compongono l'albero ben noto a qualsiasi giocatore di WoW che si rispetti ma un sistema completamente inedito che vede il giocatore selezionare un talento tra tre possibili ogni 15 livelli. Tutte le specializzazioni avranno accesso ai medesimi talenti, senza più alcuna distinzione e allo stesso tempo tutti saranno molto interessanti da utilizzare perchè slegati da abilità o magie ben specifiche. In questo modo il giocatore si trova davanti ad opzioni molto più significative e utili che meglio si sposano con il suo stile di gioco e meglio si adattano alle situazioni che si troverà ad affrontare. Inoltre non diventa più necessario visitare l'istruttore di classe per effettuare il reset dei talenti scelti visto che utilizzando un libro particolare, il tomo della mente libera, sarà possibile cambiare al volo un talento scelto in precedenza. Questa nuova struttura dovrebbe, tra le altre cose, permettere a Blizzard di raggiungere un bilanciamento delle classi ancora migliore visto che lo scambio costante di bonus e malus in base alla selezione operata dovrebbe garantire una gestione molto più intelligente dei talenti, da sempre croce e delizia di qualsiasi scontro in PvP e PvE di World of Warcraft.
Le aggiunte minori
Che poi tanto minori non sono, a dirla tutta. A completare infatti l'offerta di Mists of Pandaria troviamo gli Scenari e le particolari battaglie tra mascotte.
Partiamo proprio da queste ultime che rappresentano un minigioco che sulle prime ha lasciato piuttosto interdetti i giocatori più integralisti. Come già detto nell'articolo di approfondimento, si tratta di una sorta di sfida in cui due giocatori possono mettere in campo fino a tre dei propri pet per farli combattere a turni all'interno di un gameplay dove sarà essenziale utilizzare le abilità giuste con il corretto timing. Così facendo i propri pet guadagneranno nuove capacità e a colpo d'occhio potremo scoprire quali sono le mascotte migliori ed eventualmente lanciarci all'esplorazione di Azeroth per tentare di scovarle, il tutto all'insegna del collezionismo più estremo. Blizzard ha però sottolineato con forza come questa battaglia tra pet sia a tutti gli effetti un minigioco senza alcun tipo di conseguenza sul gameplay classico di WoW, utile magari a passare un po' di tempo mentre si aspetta un compagno con cui avventurarsi o l'inizio di un'incursione. E per mettere il giocatore al riparo da qualsiasi insulto o fastidioso confronto, non ci sarà alcun tipo di classifica o statistica, non sarà possibile identificare la persona contro cui si sta giocando, e neanche parlare con lei per via dell'assenza di una chat.
Già da Cataclysm è risultata evidente la decisione della software house di Irvine di far sparire lentamente ma inesorabilmente le quest di gruppo. Le motivazioni alla base di una scelta che sulle prime è risultata piuttosto impopolare sono molteplici e tutte assolutamente incontestabili: le quest di gruppo erano ormai diventate degli ostacoli nel fluido e rodato flusso del leveling. Il giocatore si ritrovava ad accumularle nell'attesa di trovare un compagno con cui farle, perdendo magari del tempo a chiedere aiuto nella chat generale, e poi ad un certo punto decideva di annullarle, visto che nel frattempo era salito magari di due o tre livelli proseguendo da solo. Gli Scenari sono in qualche modo una risposta alla necessità di modernizzare questo aspetto del gioco e cercheranno di offrire un ulteriore strato di contenuti all'endgame di Mists of Pandaria essendo per il momento dedicati solo alla fetta di utenza che ha raggiunto il livello 90.
Descritti come la fusione ideale tra le quest giornaliere ed i dungeon, gli scenari vedranno un certo numero di giocatori (da tre a 25 anche se al momento i contenuti sono solo per gruppi di tre persone) affrontare una missione PvE suddivisa in svariati stage e che non richiederà mai più di trenta minuti per essere completata interamente. Lo scenario mostrato durante la presentazione vedeva i giocatori proteggere un mastro birraio Pandaren mentre completava la sua essenza segreta per poi scortarlo in un secondo momento verso un tempio e infine, all'interno del cortile della struttura, proteggerlo dall'assalto di un enorme troll che poteva essere sconfitto utilizzando i poteri della speciale birra. La particolarità degli scenari è da un lato la loro eterna rigiocabilità, come di consueto all'insegna della conquista dei migliori reward, e dall'altro la possibilità di affrontarli senza alcun requisito di classe. Non sarà insomma essenziale avere un guaritore o un difensore (tank) per riuscire a completare lo scenario ma basterà essere ben organizzati e coordinati sfruttando a dovere quello che l'ambiente può offrire in termini di ripari, cure e danni. Purtroppo non sappiamo ancora quanti scenari saranno inclusi in Pandaria ma, ovviamente, andranno ricercati e sbloccati per il mondo di gioco prima di poterli poi affrontare da qualsiasi location, in futuro anche grazie all'ausilio di un finder dedicato sulla falsariga di quanto visto per scorrerie e incursioni. Ma non finisce qui perchè a questo indirizzo potete trovare il nostro approfondito provato sul monaco di alto livello e la localizzazione italiana del gioco.
CERTEZZE
- Enorme la quantità di contenuti dedicati all'endgame
- L'arco narrativo previsto compensa alla grande la mancanza di un world boss
- Potrebbe uscire prima del previsto
DUBBI
- Il ripensamento dei talenti darà filo da torcere a Blizzard per essere accettato e bilanciato