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Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

Abbiamo passato qualche ora in compagnia del nuovo sparatutto prodotto da 2K: un titolo promettente, dal gameplay solido e l'ambientazione affascinante

PROVATO di Valerio De Vittorio   —   25/05/2012

Spec Ops: The Line ha conosciuto uno sviluppo piuttosto travagliato, con un primo annuncio risalente a fine 2009 per poi nascondersi dietro una coltre di silenzio per diverso tempo, almeno fino ad oggi. Ad un mese circa dalla data di rilascio, il titolo sviluppato dai tedeschi Yager e prodotto dal colosso 2K torna finalmente a mostrarsi e grazie all'invito di Cidiverte, ci siamo recati presso i loro uffici dove siamo stati gentilmente chiusi in uno stanzino con un pad in mano per passare qualche ora in compagnia del gioco

Tempesta di sabbia

Questo interessante sparatutto in terza persona bellico è ambientato in una Dubai devastata da una tempesta di sabbia senza precedenti, sottovalutata in principio ma che in poco tempo ha trasformato la ricchissima città in un deserto inospitale fatto di polvere e grattacieli in rovina. Abbandonati dai loro leader, i pochi sopravvissuti sembrano ormai spacciati, quando il trentatreesimo militone, guidato dal colonnello John Konrad, riaccende la speranza tentando di salvare i superstiti. Ma una nuova tempesta interrompe i contatti con le altre forze militari e così Konrad e i suoi compagni vengono dati per dispersi.

Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

Una trasmissione captata diversi mesi dopo convince il governo statunitense a mandare in missione una nuova squadra, per scoprire se vi è ancora qualcuno bisognoso di aiuto tra le macerie di Dubai. È qui che entriamo in gioco noi, nei panni di Martin Walker alla guida della squadra Bravo della Delta Force, inviata per rintracciare il segnale di soccorso. 2K punta molto sulla componente narrativa del titolo, che dovrebbe contare su di un background solido ed emozionalmente coinvolgente, distanziandosi dalla superficialità di altri sparatutto bellici per puntare a divenire "La Sottile Linea Rossa" dei videogiochi, o almeno così sostengono gli sviluppatori. Ciò grazie a filmati di intermezzo e soprattutto a continui dialoghi tra i tre compagni di squadra, oltre a momenti particolarmente drammatici per non farci mai dimenticare la tragedia della guerra. Sullo sfondo una ricostruzione di Dubai curata nei minimi dettagli, con la sabbia a rappresentare allo stesso tempo un elemento ostile e da sfruttare a nostro vantaggio.

Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

La campagna prende il via gettandoci da subito nel vivo dell'azione; ci troviamo infatti su un elicottero seduti ad una postazione con un gatling in pugno intenti ad eliminare degli inseguitori. Al termine del prologo, la trama fa un salto indietro con un flashback, riportandoci al momento in cui Williams e la sua squadra iniziano la loro missione a Dubai. La voce del nostro alter ego ci svela che dobbiamo la vita a John Konrad, un motivo in più per ritrovarlo e poterci così sdebitare. Al termine del filmato, ci ritroviamo in una zona desertica, a pochi chilometri dagli enormi palazzi di Dubai che si stagliano all'orizzonte, in cerca della sorgente del segnale radio. Un continuo scambio di battute tra i tre compagni di squadra ci intrattiene mentre avanziamo, allo stesso tempo prendendo confidenza coi comandi. Questi rispecchiano grosso modo lo standard degli sparatutto in terza persona, con tanto di sistema di coperture, anche se alcuni accorgimenti (come la possibilità di saltare un ostacolo senza doverci prima chinare dietro di esso) tentano di perfezionarlo.

Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

Ben presto scopriamo di non essere soli e stabilito un contatto con quelli che sembrano dei superstiti, cerchiamo di dialogare in lingua fārsì. Purtroppo la controparte sembra più propensa all'ostilità e così ben presto la tensione sale e siamo costretti all'uso della forza. I nostri interlocutori sono però ignari del bus pieno di sabbia subito sopra le loro teste e con pochi colpi ben assestati, ne distruggiamo le vetrate facendo rovinare sui malcapitati una cascata che li stordisce. Sempre in questo frangente apprendiamo anche la possibilità di impartire dei semplici ordini ai nostri compagni di squadra puntando uno o più nemici tenendo premuto il dorsale destro. A seconda della situazione e della loro specializzazione, i nostri commilitoni tenteranno di eliminare i bersagli nel modo più coerente possibile, ad esempio col fucile da cecchino se lontani o col silenziatore per sfruttare l'elemento sorpresa. Nonostante la linearità, abbiamo apprezzato una discreta apertura del gameplay, che permette in diversi momenti di tentare un approccio silenzioso equipaggiando il silenziatore e, con l'aiuto dei nostri compagni, di eliminare i soldati nemici un poco alla volta.

Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

In un altro frangente abbiamo preferito trovare una posizione elevata per dare supporto impugnando un fucile da cecchino, lasciando ai nostri compagni lo scontro a viso aperto, senza che ci venisse imposto nulla dal gioco. E a proposito di scelta, in due sequenze diverse abbiamo potuto prendere delle decisioni "morali", sebbene non ci sia ancora concesso sapere se e come influiranno sul prosieguo della vicenda. Durante una scena di dialogo con quello che sembra essere un agente della CIA, ad esempio, gli puntiamo la pistola contro, non sicuri di poterci fidare. Questi ci racconta i dettagli della sua missione, ma in qualunque momento possiamo fare fuoco e metterlo a tacere, oppure lasciarlo andare. Oltre a questo, altri dettagli ci fanno ben sperare sulla cura riposta nello sviluppo di Spec Ops: The Line, volti ad infondere un certo realismo all'ambientazione, con un protagonista piuttosto umano nelle reazioni, che accusa stanchezza dopo uno scontro a fuoco o, come nella sequenza iniziale citata precedentemente, che cerca di evitare il combattimento.

Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

Un altro esempio ancora sono i dialoghi tra i compagni di squadra, restii a fare fuoco su altri soldati, aggiungendo un certo spessore a quello che altrimenti sarebbe un classico action. Per il resto, da quanto provato, il gioco propone un gameplay solido e fluido con situazioni che, almeno nei primi capitoli da noi provati, non accusano ripetitività. Buona l'intelligenza artificiale, forse non eccezionalmente brillante, ma comunque capace di aggirarci o di cercare di stanarci dalle nostre coperture, alcune delle quali saranno distruttibili, mentre l'arsenale, da quanto visto, propone bocche da fuoco tradizionali, anche se quasi ogni arma che abbiamo impugnato possedeva una modalità secondaria, sotto forma di silenziatore piuttosto che di sparo singolo nel caso dell'AK47 o del mirino di precisione per il fucile da cecchino. Positiva anche l'intelligenza artificiale che gestisce i compagni di squadra, i quali ci hanno sempre supportato attivamente, finendo KO raramente. Sarà come da tradizione possibile raggiungerli per rimetterli in sesto, mentre purtroppo non è possibile il contrario, ovvero se cadrete sotto i colpi nemici, sarà Game Over. Da segnalare come bastino pochi colpi per soccombere, cosa che fortunatamente vale anche per il nemico, il quale cadrà inerme a terra anche solo grazie a qualche proiettile in zone non vitali. Se vi avvicinerete sarà possibile poi finirlo con una breve sequenza animata.

L'Unreal Engine gioca con la sabbia

Da un punto di vista tecnico, con in mano una build ancora tutt'altro che definitiva, le impressioni sono decisamente positive. Mosso dall'onnipresente Unreal Engine 3.0, Spec Ops: The Line propone a schermo ambientazioni abbastanza curate alternando zone al chiuso con ampi spazi aperti. Il livello di dettaglio al momento non è sempre elevatissimo e si fanno notare alcune texture sottotono, oltre ad una mancanza generale di pulizia, ma essendo il titolo ancora in lavorazione è facile che questi siano aspetti in fase di rifinitura proprio in queste settimane.

Sparatorie tra i grattacieli di Dubai

Buono il comparto audio, con un doppiaggio in italiano più che adeguato, mentre per quanto riguarda la longevità non abbiamo purtroppo notizie da darvi al momento, sperando che la campagna si sviluppi per un adeguato numero di ore. Tutto tace anche sul fronte multiplayer, che speriamo proponga tra le varie modalità anche una cooperativa a tre giocatori per impersonare gli altrettanti componenti della squadra Bravo. Le impressioni che abbiamo ricavato da questo provato sono sicuramente molto buone, soprattutto sotto il profilo del gameplay puro che grazie ad un lavoro di rifinitura già decisamente avanzato, risulta piacevole e fluido, oltre a presentare accorgimenti che rinfrescano almeno in parte la formula tipica degli sparatutto in terza persona. Non neghiamo che dopo gli annunci ci saremmo aspettati qualcosa di più sotto il profilo della trama in termini emotivi, visto che i primi capitoli non sono stati capaci realmente di bucare lo schermo per coinvolgerci nel vivo dell'azione. Traspare comunque, grazie a diversi dettagli, lo sforzo di rendere il più possibile credibili le varie situazioni di gioco, umanizzando protagonisti e nemici. La data d'uscita in Europa è fissata per il 29 giugno; restate con noi per tutti i prossimi aggiornamenti e la recensione.

CERTEZZE

  • Gameplay fluido e solido
  • Ambientazione accattivante
  • Tecnicamente buono

DUBBI

  • Durata della campagna
  • Fattore emozionale non del tutto approfondito
  • Del multiplayer non sappiamo ancora praticamente nulla