Il progetto dietro Resident Evil 6 è senza dubbio gigantesco, raccontare una lunga e articolata storia attraverso tre personaggi, ognuno dotato di un proprio stile di peculiare, per mettere in scena tre tipologie di gameplay diverse sperando in tal senso di accontentare sia i fan della prima ora, sia quelli che hanno iniziato a conoscere la saga dopo la radicale svolta action del quarto capitolo. Da questo punto di vista la porzione di gioco di Leon Kennedy continua ad essere legata fortemente ad atmosfere vecchio stile, gothic horror usando la terminologia usata dai ragazzi Capcom.
Siamo sempre a Tall Oaks, e stiamo ancora tentando di lasciare il campus universitario invaso dagli zombi che abbiamo iniziato a conoscere con la demo rilasciata poco tempo fa. Buio e tanta atmosfera, i corridoi, gli uffici e l'aula magna dell'università fanno da sfondo a brevi scontri a fuoco e furiosi combattimenti a colpi di calci rotanti e anche precise contromosse da mettere a segno quando col giusto tempismo premiamo il trigger destro prima dell'abbraccio di un non morto.
Il gigante
La sensazione, anche ripensando a quanto giocato con Chris e Jake precedentemente è che con Leon lo stile di gioco sarà più lento e meno frenetico, ma che comunque quando si tratta di menare le mani l'azione assumerà del tutto le sembianze di uno sparatutto in terza persona. In tal senso non sono mancati momenti ad alto tasso adrenalinico, come quando abbiamo dovuto aspettare che la nostra partner sbloccasse una porta, resistendo all'assedio degli zombi. Manco a dirlo un paio di estintori rossi convenientemente posizionati ci hanno dato una bella mano per venire a capo della situazione.
Dalle atmosfere quasi da vero survival horror di Leon si è passato a quelle smaccatamente action di Chris. Un cambiamento davvero drastico, basti pensare che l'azione inizia col protagonista al seguito di un convoglio militare appollaiato sul tetto di un Humvee. Scopo della missione ripulire il paese dai mutanti. Anche qui abbiamo riscontrato la sensazione avuta con la demo. Data la scarsità di proiettili e un sistema di mira decisamente lento e farraginoso, spesso e volentieri ci troveremo molto più comodi a correre verso i nemici tentando di ucciderli a mani nude piuttosto che con copiose iniezioni di piombo. Quando poi sulla scena ha fatto la sua comparsa un enorme mutato alto come un palazzo, con tanto di punto debole sulla schiena, abbiamo definitivamente fatto conoscenza con la parte più action e "caciarona" di questo Resident Evil 6. Uno scontro questo piuttosto lungo e impegnativo, anche perchè non si era soli contro l'enorme bestia, visto che per tutto il tempo della battaglia siamo sempre stati stuzzicati da qualche mutato che abbiamo prontamente abbattuto evitando al contempo l'abbraccio mortale del boss. Infine la sezione di Jake non si è discostata molto come impianto di gioco da quella di Chris.
Fuoco a volontà
Siamo in Cina, di notte, dobbiamo riuscire a superare lo stretto cortile di due palazzi. Tra noi e la salvezza un buon numero di mutati armati fino ai denti e visto che la fantasia non manca al character designer Capcom anche uno strano animale, una sorta di porco spino dotato di letali aculei capace di colpirci dalla distanza. Questa volta ad aiutarci c'erano anche un discreto numero di coperture, comunque meno rispetto a quanto ci si aspetterebbe da uno sparatutto in terza persona "classico".
Gli angusti spazi teatro dello scontro, con poche via di fuga a disposizione, hanno messo in luce una criticità che già avevamo riscontrato testando la demo. Quando l'azione si fa più caotica c'è il rischio di essere spesso e volentieri impallati da una telecamera che rimane frequentemente in balia di un punto di vista troppo stretto alle spalle del protagonista, rendendo insomma difficile capire la direzione dei colpi in arrivo. In quest'ottica il ricorso al combattimento a mani nude è qualcosa di strettamente necessario anche perchè Jake fa dei propri pugni un'arma primaria al pari di pistole e fucili. Quando poi le cose si sono messe davvero male abbiamo potuto utilizzare anche un lanciagranate davvero efficace posizionato sotto la canna del fucile d'assalto, la tipica arma da ultima spiaggia. Quali sono quindi le nostre impressioni dopo questo ennesimo assaggio di Resident Evil 6? La storia di Leon è quella che ci ha convinto di più, una giusta via di mezzo tra le vecchie atmosfere survival horror e la nuova totale deriva action del franchise. Le sezioni di Chris e Jake, benchè siano altamente spettacolari e frenetiche sono sembrate le "più deboli" del pacchetto, visto che soffrono l'essere dei "normali" sparatutto in terza persona in salsa Resident Evil, senza contare alcune scelte di gameplay che stentiamo a capire a fondo.
CERTEZZE
- Tanta atmosfera nella storia di Leon
- Graficamente ci piace sempre di più
DUBBI
- Telecamera a volte problematica
- Forse eccessivo focus sul corpo a corpo