Ci siamo: per milioni di giocatori ieri notte si sono aperti i cancelli di Pandaria, la nuova zona nell'ultima espansione di World of Warcraft. La magia è un po' svanita, bisogna ammetterlo: per molti questo è il settimo anno e la quarta espansione dell'MMORPG più popolare di sempre non fa più notizia come prima. Ormai non suscitano più le stesse reazioni di meraviglia e stupore quelle file interminabili di fronte ai negozi, che peraltro si sono ridotte parecchio grazie a un sempre più aggressivo commercio in digital download, spesso associato a offerte di vario genere.
Mists of Pandaria scende in campo anche in un momento completamente diverso rispetto alle precedenti espansioni: adesso la concorrenza è diventata sempre più tenace, tra Guild Wars 2 da una parte, le espansioni di Rift e Il Signore degli Anelli Online dall'altra e perfino Star Wars: The Old Republic che passa al modello free-to-play. Insomma, le aspettative nei confronti di Mists of Pandaria sono più alte del solito. Ma cosa rende diversa questa espansione dalle precedenti?
1. Non è Kung Fu Panda
Davvero, eh. I più sempliciotti generalmente sigillano il tutto con "buffoni, hanno copiato Kung-Fu Panda!" oppure "plagio del film Dreamworks, Blizzard vergogna!" o gli eccezionali quanto sintetici "lol xD il gioco di Po" e ogni volta la nostra reazione è sempre la stessa: vorremmo prendere a testate un muro. I Pandaren vengono creati da Samwise Didier, un artista di Blizzard, intorno al 2002: doveva essere un semplice pesce d'aprile, ma la reazione del fandom è entusiasta, così un Pandaren entra nel cast ufficiale dell'espansione di Warcraft III, The Frozen Throne. È il 2003. Il Pandaren in questione si chiama Chen Stormstout e ha raggiunto Azeroth in cerca di ingredienti per le sue nuove ricette culinarie.
Qui incontra Rexxar e lo accompagna nelle sue avventure, incontrando Jaina Proudmoore e contribuendo in maniera determinante alla difesa di Durotar e alla sconfitta del Grande Ammiraglio Proudmoore, padre di Jaina. Dopo una breve sosta a Durotar, Chen sparisce nel nulla, lasciando dietro di sé una scia di tracce in cui i giocatori si imbatteranno per anni tra una quest e l'altra di World of Warcraft. L'eventuale aggiunta dei Pandaren nell'universo online di Warcraft è stata sempre ben più che suggerita: poco prima del rilascio di The Burning Crusade, giravano voci insistenti sulla possibilità che i Pandaren fossero la razza inedita dell'Alleanza. Alla fine sappiamo com'è andata: quel posto è stato preso dai Draenei, ma il perché non è mai stato chiarito veramente. Generalmente si pensa che ci fosse qualche questione etica sulla figura del panda, animale sacro cinese, territorio in cui la distribuzione di World of Warcraft è stata sempre problematica; un po' più ufficialmente, si dice che Blizzard non si sentisse tecnologicamente pronta a dare ai Pandaren lo spazio che meritavano. Aldilà del loro buffo aspetto, quella dei Pandaren è una razza davvero affascinante e complessa, la cui tranquillità zen nasconde non pochi tumulti. La loro terra non è minacciata soltanto dall'invasione di Alleanza e Orda, ma anche dalla razza degli insettoidi Mantid e dagli Sha, spiriti che incarnano e diffondono sentimenti negativi, e che si sono liberati quando è svanito l'effetto delle nebbie, corrompendo ogni luogo ed essere vivente con cui entrano in contatto. In tutto questo, Kung Fu Panda usciva al cinema nel 2008, almeno cinque anni dopo la creazione dei Pandaren. Quindi, no, Blizzard non ha copiato Dreamworks: semmai il contrario.
2. Cosa mi serve per giocare?
Per giocare a World of Warcraft, ovviamente, serve il client. Se non siete sicuri che il gioco faccia al caso vostro e prima volete provarlo, Blizzard vi viene incontro con la Starter Edition, una versione ampliata della tradizionale versione di prova: completamente gratis, potrete scaricare il client di gioco, creare tutti i personaggi che volete e giocarli ciascuno fino a livello 20. Praticamente l'intero mondo è a vostra disposizione, ma naturalmente ci sono delle limitazioni, ad esempio alle possibilità di comunicazione e guadagno.
Se il gioco vi piace o volete provarlo nella sua forma più completa, la buona notizia è che da pochi giorni è disponibile una versione più aggiornata della famosa Battle Chest: la nuova edizione infatti include il gioco base, la prima espansione The Burning Crusade e, novità, la seconda espansione Wrath of the Lich King. Il tutto a un costo molto ridotto. Tra questi contenuti e Mists of Pandaria c'è l'espansione Cataclysm, acquisto necessario se volete raggiungere il livello 85 e prendere la prima nave per l'isola dei Pandaren. Una volta procurati gli elementi di base, Battle Chest e Cataclysm, potrete scegliere una delle tre versioni di Mists of Pandaria: l'edizione standard (scatolata e digitale) che contiene il gioco e basta; l'inedita Digital Deluxe Edition acquistabile soltanto in digital download, che con qualche soldo in più sblocca alcuni extra virtuali (una cavalcatura e una mascotte esclusive, alcuni ritratti per Starcraft II e uno stendardo per Diablo III); la solita, prestigiosa Collector's Edition fisica che, oltre agli extra digitali della versione precedente, contiene anche alcuni gadget come un tappetino per mouse, la colonna sonora su CD, DVD e Blu-ray con il "making of" e un bellissimo volume di illustrazioni. Infine, vi serve una carta di credito: anche se il primo mese di gioco per il vostro account sarà gratuito, dal secondo in poi dovrete pagare una sottoscrizione mensile, trimestrale o semestrale.
3. È in italiano?
Sì, a grande richiesta World of Wacraft è oggi completamente in italiano. La versione italiana del client è disponibile da alcune settimane, cioè dal lancio dell'aggiornamento 5.0.4 che permette, appunto, di scaricare una corposa patch di svariati giga proprio per convertire testo e audio nella nostra lingua. L'adattamento italiano di World of Warcraft ha fatto molto discutere negli ultimi mesi, sopratutto i fan. La sovrumana quantità di materiale tradotto e adattato merita sicuramente tutto il nostro rispetto, ma alcune scelte in ambito di adattamento ci hanno lasciato molto perplessi, sopratutto per quanto riguarda la traduzione pressoché letterale dei nomi di luoghi e personaggi famosi da anni anche in Italia.
Quando Warcraft 3 usciva in italiano nel 2002, personaggi come Jaina Proudmoore e Illidan Stormrage o ambientazioni come Stormwind e Northrend entravano in un immaginario che sarebbe stato poi espanso, nel corso degli anni, attraverso romanzi, fumetti e gadget. Modificare improvvisamente Northrend in Nordania o Stormwind in Roccavento non ci è sembrata la più intelligente delle idee. È un po' come se domani decidessimo di mangiarci un cane caldo al cibo veloce più vicino a casa. E un semi-demone potentissimo come Illidan non incute lo stesso timore quando il suo cognome diventa Brumatempesta. Per fortuna, la qualità dei testi è molto buona e alcuni giochi di parole che sarebbero stati incomprensibili per chi ha poca dimestichezza con l'inglese sono stati adattati con una certa sensibilità facendo leva sulla cultura popolare nostrana. Anche a livello di doppiaggio, la qualità è più che discreta, benché lascino un po' gelide alcune trovate, come l'adattare quella specie di jamaicano stentato dei Troll in... napoletano. Ad ogni modo, chi proprio non capisce l'inglese potrà godersi il gioco, finalmente, in ogni sua sfumatura.
4. Quali sono le principali novità?
La lista è abbastanza lunga, vediamo di riassumere un po'. Innanzitutto, i Pandaren: ora è possibile creare un nuovo personaggio appartenente a questa razza che inizia l'avventura in modo neutrale. Solo alla fine del prologo, ambientato sull'Isola Errante (in realtà, una gigantesca tartaruga), è possibile scegliere se unirsi a Orda o Alleanza, continuando la progressione nelle zone tradizionali di Azeroth. A Pandaria ci si torna una volta raggiunto il livello 85: è un continente a sud della mappa di Azeroth, un'isola dallo stile spiccatamente orientale composta da valli, foreste e montagne.
La varietà, insomma, non manca. Tutte le nuove zone di progressione dall'85 al 90 sono a Pandaria, perciò è stato eliminato l'eccessivo andirivieni che caratterizzava i cinque livelli aggiuntivi di Cataclysm. Un'altra novità importante legata a Pandaren e Pandaria è la nuova classe, il Monaco: a differenza del Cavaliere della Morte, accessibile dopo aver portato a livello 55 almeno un personaggio, il Monaco si può giocare fin da subito. Ogni razza, a parte Worgen e Goblin, può diventare Monaco, mentre i Pandaren non possono scegliere tutte le classi. Il Monaco è una classe ibrida con una specializzazione per ogni ruolo della "sacra triade" e dispone di una risorsa peculiare, il chi: si carica eseguendo alcune abilità e si scarica per effettuarne altre. Il suo stile di gioco è molto peculiare, per esempio come guaritore può curare i compagni passivamente mentre attacca il nemico. Un'altra novità consiste nel ritorno alla formula narrativa della guerra aperta tra Alleanza e Orda: questa volta non c'è un villain principale come Deathwing o Arthas, ma tutta una serie di nemici nuovi di zecca da imparare a conoscere e temere. Il conflitto tra le due fazioni sarà spesso al centro della storia, e culminerà in quello che Blizzard chiama "l'assedio di Orgrimmar" alla fine del ciclo vitale dell'espansione.
5. Cosa c'è di nuovo in PvE e PvP?
Chiariamo un concetto: se da Mists of Pandaria vi aspettate un'incredibile rivoluzione contenutistica, siete fuori strada. La nuova espansione propone la solita dose spropositata di quest da risolvere per aumentare di livello, acquisire nuovi oggetti e sbloccare nuove possibilità di progressione del personaggio. Tornano le reputazioni da aumentare, i cicli di quest in phasing, gli animali da uccidere "perché sì" e tutti i cliché a cui siamo abituati da circa sette anni, riproposti però in chiavi leggermente diverse, spesso grazie a meccaniche inedite.
Molte quest sembrano veri e propri mini-giochi, e la complessa geografia di Pandaria riporta spesso alla mente quei momenti di stupore e meraviglia provati durante i nostri primi giorni di gioco. Immancabile la solita valanga di dungeon, in modalità normale ed eroica: a quelli completamente nuovi, ambientati a Pandaria, si unisce il revamp di alcuni dungeon molto amati dal fandom, come Scarlet Monastery e Scholomance. Gli Scenari sono un'altra novità in PvE: in pratica sono delle istanze in cui affrontare una quest a fasi in un massimo di tre giocatori. Non sono dungeon, non servono ruoli o strategie; piuttosto raccontano una storia fornendo ai giocatori una rapida opzione di gioco senza troppe paturnie. Sul fronte PvP, Blizzard ha deciso di non proporre una nuova area PvP all'aperto come Tol Barad e Wintergrasp, concentrandosi piuttosto sui nuovi battleground, interessanti ibridi dei concept classici come conquista e difendi, ruba bandiera e palla avvelenata. In alternativa, c'è sempre l'arena: pur non essendo più popolare come un tempo, l'e-sport di Blizzard continua a fare proseliti e i fan del PvP a squadre apprezzeranno la modifica al sistema della statistica "resilience", che dovrebbe bilanciare un po' di più gli scontri. Impresa impossibile...
Evento di lancio
Un po' per la recentissima localizzazione e un po' perché l'Italia non era mai stata toccata da un evento di lancio ufficiale Blizzard, in occasione del rilascio di World of Warcraft: Mists of Pandaria si è scelto di fare le cose in grande: i Magazzini Generali di Milano hanno ospitato e intrattenuto in contemporanea con altre location europee gli appassionati del gioco di ruolo di massa online, contando tra gli ospiti d'onore Tom Chilton, Game Director e uno dei volti più riconoscibili della società californiana. Prima dell'apertura al pubblico abbiamo discusso con Chilton alcuni temi caldi dell'espansione, come gli errori da non ripetere: "In Cataclysm non c'erano sufficienti cose da fare sul lungo termine.
Mancava un po' di varietà e i contenuti presenti non erano accessibili a tutti in modo adeguato. I giocatori tendevano a stare in città ad attendere il momento di svolgere questo o quel dungeon anziché esplorare il mondo di gioco. Molti dei nostri sforzi vanno nella direzione di sistemare questo problema". Un'altra questione aperta è quella del bilanciamento tra le attenzioni rivolte all'utenza hardcore e quelle invece, sembrate a molti in numero maggiore, dedicate ai meno esperti. Un'impressione che a quanto pare Blizzard vuole rispedire al mittente considerando i Challange Mode, tra le altre cose, "una risposta sufficiente alle necessità di chi vorrà una sfida complessa e gratificante per mettersi alla prova. Sono orgoglioso di come abbiamo introdotto nuove idee e meccaniche non solo all'interno degli scontri nei raid ma anche specifiche ed esclusive dei Challange Mode.
E lo stesso vale per i contenuti da fruire da soli o in compagnia di un amico semplicemente esplorando le mappe, che ora sono più complessi, impegnativi e gratificanti". Dalle parole di Chilton traspare una certa sicurezza sia sulla riuscita dell'espansione, sia sul supporto post lancio. L'intenzione del team di sviluppo è di sfruttare quanto più possibile le nuove location anche per tutte le aggiunte all'end game successive, con la patch 5.1 in arrivo sui server di test già tra un paio di settimane e la frequenza di quelle seguenti aumentata rispetto al passato, così da porre una pezza ad un'altra critica fortissima rivolta a Cataclysm. Il punto d'arrivo è noto, l'assedio di Orgrimmar, ma quello che appare come un grosso spoiler, ci ha spiegato Chilton, è un modo per indicare agli appassionati quale direzione verrà intrapresa in assenza di uno scontro finale chiaro e distintivo come in passato; "ci saranno diverse sorprese e colpi di scena, in ogni caso". Il lavoro sull'ambientazione e sui Pandaren è stato molto discusso ma anche in questo senso sembra esserci una buona dose di sicurezza: "Per noi è importante che, anche in un contesto relativamente inesplorato come quello di Pandaria, ci siano punti di riferimento solidi al lore della serie, rimandi ad altri eventi e personaggi noti. Non vogliamo ripetere ciò fatto, ad esempio, con i Draenei che sembrarono saltar fuori dal nulla a coloro li conobbero per la prima volta in World of Warcraft.
Riguardo la questione dell'originalità del setting, è importante dimostrarla in game. Il tema dei Panda non è certamente inedito per noi e in generale ma siamo sicuri di avergli dato delle sfumature differenti che lo rendono ben riconoscibile. In ogni caso, visto che la domanda è inevitabile, considero anche Kung Fu Panda un marchio molto forte e interessante, quindi non reputo sia necessariamente una cosa negativa che la gente faccia delle associazioni." La sfida che World of Warcraft: Mists of Pandaria ha davanti non è semplice, né da un punto di vista ludico né in termini di prestazioni commerciali. C'è una base utenti da soddisfare e giocatori da far tornare in game, oltre che una concorrenza finalmente rinvigorita da un titolo come Guild Wars 2 da fronteggiare. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere il futuro dell'MMO Blizzard.
6. Come sono cambiate le classi?
Questo aspetto del gioco in realtà non cambierà con l'espansione: in effetti è stato già modificato con l'enorme patch 5.0.4 rilasciata a fine agosto. I cambiamenti sono davvero troppi per essere elencati tutti qui, ma i più interessanti coinvolgono sicuramente Druid e Warlock.
La prima adesso è l'unica classe del gioco con quattro specializzazioni: la specializzazione Feral è stata infatti divisa in un ramo dedicato ai danni e uno dedicato alla difesa, risolvendo così un annoso problema che si trascinava da anni. Il Warlock, invece, può adesso evocare versioni più potenti dei suoi vecchi demoni e ognuna delle tre specializzazioni consuma risorse diverse in modo diverso. Altre modifiche di una certa caratura interessano la rigenerazione delle risorse di alcune classi o il consumo e il limite di mana per quelle che usano le magie; in generale, ciascuna di esse è stata modificata in base anche alle nuove statistiche, semplificate rispetto al passato, e a un sistema di talenti nuovo di zecca che ha causato non poche polemiche. Abbandonati completamente gli "alberi" tradizionali, Blizzard ha ora optato per una abilità nuova da scegliere fra tre diverse ogni quindici livelli. Il nuovo sistema è oggettivamente semplificato, forse in modo eccessivo, ma non privo di vantaggi: adesso è possibile cambiare un talento al volo consumando un oggetto molto economico; ciò concede di fatto una libertà situazionale mai vista prima nel gioco, ancora più ampia di quella offerta dalla doppia specializzazione. Per saperne di più su tutte le modifiche alle classi, vi suggeriamo di leggere la guida di Icy Veins, una tra le migliori in rete.
7. Cosa c'entrano i pokémon?
In realtà non c'entrano niente, anche se negare che Blizzard si sia ispirata al franchise Nintendo è un po' come dire che i film di Uwe Boll sono capolavori del cinema. Se rientrate in quella categoria di collezionisti sfegatati che hanno passato interminabili ore a caccia di vanity/companion pet (in italiano chiamati ora "mascotte") per ampliare la loro collezione "perché sì", sarete felici di sapere che adesso i vostri sforzi hanno finalmente un senso.
Si chiama "scontro tra mascotte" ed è una raffinata arte che permette di far combattere tra di loro le mascotte dei giocatori. È un po' come una professione, si impara da un istruttore e poi si mette a frutto sul campo. Non solo è compatibile con tutte le mascotte già presenti nel gioco, comprese quelle acquistabili presso il Blizzard Store, ma anche con tutta una varietà di creaturine in cui ci si può imbattere durante le esplorazioni. Per catturare questi animaletti dovremo prima indebolirli in combattimento, poi potremo tirare una Pokéball. Cioè, no, non si tira una Pokéball, fate finta di nulla. Ogni mascotte aumenta di livello come un vero e proprio personaggio, imparando fino a sei abilità dalle caratteristiche diverse. Vincere gli scontri tra mascotte serve a... beh, in realtà non serve quasi a niente, tranne a sbloccare Achievement (o "imprese", in italiano) e altre mascotte. Si tratta insomma di un vero e proprio gioco nel gioco, dedicato sopratutto ai giocatori casual. Per quanto possa apparire superficiale (e non lo è...) si tratta di un'idea ricca di potenziale che sicuramente aumenta la longevità dell'esperienza per molti giocatori.
8. Cosa mi aspetta all'endgame?
Anche in questo caso, Mists of Pandaria non cambia in modo particolare la formula di World of Warcraft. In altre parole, se vi siete stancati del farming di istanze a ripetizione, Pandaria non è il posto che fa per voi. L'iter resta sempre lo stesso: raggiunto il massimo livello, si cercano gli oggetti migliori nei vari dungeon, passando da quelli normali a quelli in modalità eroica, poi ai raid da dieci o venticinque giocatori, poi magari ai raid in modalità eroica. Un ciclo che si ripete per ogni espansione e per ogni patch da anni,
incorniciato dalla ricerca dei materiali per migliorare anche la propria competenza nelle varie professioni o dalla ricerca della combinazione di gemme e incanti perfetta per la nostra specializzazione. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma, nonostante la complessità e l'inventiva dei vari scontri restino sempre il fiore all'occhiello del gioco. Mists of Pandaria ha però qualche freccia al proprio arco, in questo senso, anche per chi di questa formula si è stancato o non ha più tanto tempo da dedicare ai contenuti hardcore. Il Raid Finder, una delle più chiacchierate feature del gioco, introdotta con il raid content conclusivo di Cataclysm, è disponibile già dai primi raid livello 90. La scala di progressione sarà quindi più morbida per ogni tipo di giocatore, inoltre il nuovo sistema di ricompense (che premia individualmente i giocatori che hanno vinto il "tiro di dado" con oggetti azzeccati alla loro classe e specializzazione) eliminerà i drammi e le polemiche che rovinavano spesso il divertimento e causavano tanto scompiglio. Per i giocatori un po' più hardcore che preferiscono il PvE al PvP, c'è la nuova modalità Challenge: dungeon da affrontare in un tempo limite e con l'equipaggiamento normalizzato. I record vengono registrati in una specie di leaderboard e tra le ricompense figurano gli equipaggiamenti esteticamente più sofisticati mai realizzati nel gioco.
9. Mists of Pandaria o Guild Wars 2?
Inutile girarci attorno, è questa la domanda che sta frullando in testa a tanti lettori: chi ha abbandonato World of Warcraft e medita di tornare, chi invece vuole provare qualcosa di nuovo, chi continua a giocare ma si è stancato oppure è incuriosito dalla concorrenza, eccetera eccetera. Ebbene, le due esperienze sono drasticamente diverse e offrono, nello stesso ambito, punti di vista completamente differenti. In termini di PvE, pur con tutta la sua ciclica ripetitività, World of Warcraft continua a regnare sovrano grazie alle elaborate meccaniche dei boss e alla varietà di contenuti proposti.
D'altra parte, il WvWvW di Guild Wars 2 fa praticamente storia a sé, così come la progressione in PvE per nulla lineare e di più ampio respiro. Che fare, quindi? A nostro avviso, i due giochi possono coesistere tranquillamente, l'uno colmando i vuoti dell'altro. Guild Wars 2, peraltro, è completamente gratuito, perciò a meno che non intendiate approfondirlo, può vivere in parallelo alle vostre scorribande su Pandaria. In realtà, la questione è molto diversa: che tipi di giocatori siete? Se non avete mai provato World of Warcraft, soltanto giocandoci potrete capire se fa o meno al caso vostro. Se invece l'avete già giocato, amato o odiato, conoscete già la risposta. Non disdegnate comunque la possibilità di provare nuove vie, né archiviate Mists of Pandaria come "l'ennesima espansione": potreste restare decisamente sorpresi.
10. Non è Kung Fu Panda
... ve l'abbiamo già detto che Blizzard non ha copiato Dreamworks?