1

Back in Black

Invitati a Parigi da Ubisoft, abbiamo avuto due ore per provare il nuovo capitolo della saga dedicata a Sam Fisher

PROVATO di Andrea Porta   —   30/01/2013

Nonostante il buon responso della critica, molti fan della serie Splinter Cell non hanno visto di buon occhio la deriva nettamente action intrapresa da Conviction, ultimo capitolo della saga, datato 2010. Tre anni ci separano da quella controversa uscita, un lasso di tempo in cui Ubisoft si è presa una pausa per analizzare la risposta del pubblico e decidere che strada intraprendere per il futuro. Innanzitutto, lo sviluppo è passato dagli studi di Montreal a quelli di Ubisoft Toronto,

Back in Black

studio relativamente nuovo (aperto dal 2009) e parallelamente all'opera anche sul nuovo Rainbow Six: Patriots. Invece di mettere gli sviluppatori al lavoro su un semplice sequel di Conviction, i vertici di Ubisoft hanno optato per una nuova strada, a metà tra il recupero della tradizione stealth della saga e il mantenimento di certi aspetti divulgativi che hanno caratterizzato l'ultimo capitolo. Dopo una fugace presentazione presso l'E3 della scorsa estate, Splinter Cell: Blacklist è tornato a mostrarsi a Parigi, dove siamo volati grazie a un invito del publisher Ubisoft. Due ore di prova e una chiaccherata con gli sviluppatori ci hanno permesso di farci un'idea molto più precisa sui lavori in corso in Canada.

Il prezzo della leadership

L'arco narrativo di Blacklist si avvia con la chiusura dell'agenzia Third Echelon da parte della presidentessa degli Stati Uniti, causata dagli eventi narrati in Conviction. In gran segreto, tuttavia, la Casa Bianca decide di fondare una nuova unità operativa, nota come 4E (ossia Fourth Echelon), il cui primo compito è proprio quello di chiudere tutte le vicende lasciate in sospeso dalla precedente amministrazione. Come riconoscimento per la sua indefessa dedizione alla causa, Sam Fisher viene messo a capo dell'agenzia 4E, una posizione che l'agente segreto non accetta di buon grado. Sin dagli albori della saga, ogni singolo capitolo di Splinter Cell si è soffermato sullo sviluppo di un particolare aspetto del carattere del carismatico protagonista, svelando molti retroscena sulla sua vita dentro e fuori dagli incarichi militari. Il leitmotiv di Blacklist sarà dunque il suo difficile rapporto con la leadership, un fardello che al buon Sam sembra proprio non andare giù. Pochi giorni dopo la messa in opera della nuova agenzia segreta, un gruppo di terroristi noti come gli Ingegneri attacca una base militare del sud Pacifico, e lancia un ultimatum agli Stati Uniti. In qualità di nuova unità di crisi, gli agenti della 4E vengono immediatamente isolati dal resto del mondo grazie ad una base operativa volante, e si mettono sulle tracce dei terroristi.

Back in Black

Come è facile intuire, una delle novità proposte da Blacklist sarà la possibilità di esplorare a piacimento il quartier generale della 4E, ossia l'aereo Paladin. Questo immenso velivolo da trasporto, naturalmente riadattato per rispondere a tutte le esigenze dell'unità operativa, andrà a sostituire quasi completamente i menu di gioco, unendo eleganza e praticità. Durante il nostro hands on abbiamo avuto modo di esplorare liberamente il cargo, scoprendone le diverse sezioni. Il cuore è rappresentato dalla sala operativa, dove il giocatore può interagire con un tavolo in stile Surface e dare il via alle missioni principali o cooperative. Parlando con gli altri agenti, solitamente al lavoro nella stessa stanza, sarà invece possibile scoprire qualche retroscena (un qualcosa che ci ha ricordato i dialoghi nella sala dell'Animus degli ultimi Assassin's Creed) e avviare le missioni secondarie, sulle quali non abbiamo ancora molte informazioni. La zona della stiva contiene invece le celle, dove un detenuto molto speciale troverà posto dopo qualche missione,

Back in Black

fornendo un utile accesso al mercato nero, ottimo per acquistare armi non proprio convenzionali. A fianco dell'area di detenzione, abbiamo trovato un container con l'attrezzatura di Sam, con la possibilità di acquistare parti migliori una volta accumulati sufficienti fondi. Come ormai risulterà chiaro, Splinter Cell: Blacklist integra un sistema economico, condiviso tra modalità singolo giocatore, cooperativa e multigiocatore. Accumulando fondi, il giocatore potrà poi scegliere come spenderli per migliorare il proprio equipaggiamento prima di ogni missione. Per tenere ordine nella grande quantità di pezzi disponibili, i menu permettono la creazione di tre loadout modificabili a piacere, con statistiche aggiornate in tempo reale relative all'efficacia del relativo preset in termini di occultamento, protezione e potere d'offesa delle armi.

Fantasmi, pantere e assaltatori

Nel ridisegnare il gameplay della saga, gli sviluppatori di Ubisoft Toronto hanno deciso inizialmente di delineare tre stili di gameplay, ponendo agli estremi rispettivamente lo stealth e l'azione sfrenata. Lo stile Ghost si rifà dunque ai primi capitoli della serie, e vede il giocatore impegnato nell'inquinare il meno possibile i livelli che si troverà ad attraversare. Nessun allarme dovrà scattare, nessuna eliminazione dovrà essere scoperta. Assault è l'esatto opposto, il classico stile "spacco botilia", a suon di granate e armi pesanti. Panther rappresenta la via di mezzo, ossia un approccio mediamente stealth con occasioni exploit, per poi tornare nuovamente tra le ombre. Questa è la risposta degli sviluppatori alle richieste della community, allo stesso tempo proseguendo sul sentiero di divulgazione intrapreso con Conviction. Importante è sottolineare che questi tre stili di gioco rappresentano solo ed esclusivamente un riferimento, non vanno attivamente scelti dal giocatore ma vengono interpretati automaticamente dall'intelligenza artificiale, generando specifiche risposte da parte dei nemici e distribuendo in maniera differente le ricompense di fine livello.

Back in Black

Oggetto di scelta diretta del giocatore saranno invece i livelli di difficoltà, che si presentano in ben cinque diverse declinazioni. Durante la nostra prova abbiamo scelto la penultima verso l'alto, probabilmente la più equilibrata per chi abbia già discreta esperienza con il brand, scoprendo guardie piuttosto attente e letali con pochissimi colpi. Aumentare o abbassare il livello di difficoltà di Splinter Cell: Blacklist non andrà ad influire sul numero dei nemici presenti nei singoli livelli, bensì sul loro cono visivo sensibile, sull'efficacia della loro mira e sulla loro dotazione di letali droni esplosivi, sui quali torneremo a breve. Prima di calarci definitivamente nei livelli, abbiamo perso qualche minuto nella schermata di personalizzazione dell'equipaggiamento di Sam, scoprendo una varietà notevole. Migliorando il caratteristico visore, ad esempio, sarà possibile aggiungervi modalità di individuazione dei nemici come quella notturna, o termica, mentre gli upgrade alla tuta potranno fornire migliore protezione o occultamento. Con sé sarà possibile portare due armi, corta e d'assalto, e deciderne gli accessori, come mirini e silenziatori. Completano la dotazione un gran numero di accessori, dalle granate letali e tattiche, alle telecamere remote, sino a un drone da ricognizione con capacità di stordire fino a tre guardie.

In missione

Per provare Splinter Cell: Blacklist abbiamo avuto a disposizione circa due ore, sufficienti per completare altrettante missioni della trama. Abbiamo cominciato con un incarico molto vicino all'incipit del gioco, per poi spostarci a un'operazione posta approssimativamente a metà della campagna singolo giocatore. Nonostante l'ambientazione diurna, già il primo incarico ci ha messo di fronte a un discreto livello di sfida, a causa del buon numero di guardie messe a pattuglia dell'area da attraversare. Quest'ultima si è presentata piuttosto varia, con diversi passaggi da aree al chiuso a zone aperte.

Back in Black

Come sempre, l'individuazione e l'utilizzo di percorsi alternativi rappresenta una delle armi migliori a disposizione di Sam, unita alla possibilità di attirare le guardie in determinati punti, sia semplicemente chiamandole a voce, sia sfruttando le telecamere remote, da lanciare a mò di granate. Queste ultime si sono rivelate ottime sia per studiare i percorsi delle guardie, sia per attirarle grazie all'emettitore di suoni ed eliminarle facendo detonare l'intero dispositivo. Una volta eliminata una guardia, abbiamo scoperto con piacere la possibilità di occultarne il corpo sia al chiuso, magari all'interno di un armadietto, sia all'aperto. Se nell'attraversare il primo livello non ci siamo trovati spesso in difficoltà, la seconda ambientazione ha presentato ben più di una sfida. Si passava infatti dalla necessità di attraversare i tetti della periferia di Londra, evitando un buon numero di guardie e letali cecchini, all'esplorazione di un magazzino su più piani, affollato e complesso. Soprattutto nel primo frangente ci siamo trovati ad utilizzare spesso il drone da ricognizione, che una volta lanciato si controlla direttamente con il pad. Oltre a fornire una buona visuale dei dintorni, si è rivelato molto utile per mettere fuori gioco sino a tre avversari grazie ai dardi elettrificati. Una volta raggiunta l'ambientazione al chiuso abbiamo invece dovuto fare i conti con i droni nemici, sorta di piccole macchine radiocomandate caricate con esplosivo, in grado di individuare Sam e dargli la caccia senza pietà. Sebbene siano particolarmente letali, il loro potere esplosivo può essere rivolto contro i nemici, a patto di riuscire a colpirle con precisione le ruote, e una seconda volta non appena una guardia vi si avvicini. Nel complesso, il buon mix di eliminazioni silenziose corpo a corpo, aggiramenti, utilizzo di armi da fuoco e gadget, si traduce in una grande varietà di soluzioni a disposizione del giocatore, portato a sperimentare direttamente sul campo.

Back in Black

Sebbene il livello medio di difficoltà non ci sia sembrato al pari dei primi capitoli della saga, e l'intelligenza artificiale abbia dimostrato qualche falla e incertezza, nel complesso il recupero della tradizione sembra sia stato portato avanti con buoni risultati. Chi vorrà giocare a Blacklist con relativa leggerezza, scegliendo di tanto in tanto approcci diretti, potrà farlo a patto di selezionare un livello medio di difficoltà, mentre gli appassionati di stealth potranno andare direttamente per i livelli più alti e trovare da soli la propria strada tra le molte a disposizione. A confermare questo approccio molto aperto al gameplay, c'è il fatto che durante la nostra prova ci siamo trovati ad usare di rado la meccanica Mark and Execute, ossia l'eliminazione automatica di più bersagli che si ottiene in seguito a qualche eliminazione silenziosa. Preferendo un approccio più stealth, abbiamo potuto ignorare completamente la funzione, ricevendo inoltre punteggi migliori a fine livello. Soprattutto considerato il fatto che da qui all'uscita, fissata al mese di agosto, il tempo per risolvere le magagne dell'intelligenza artificiale c'è, il risultato finale potrebbe davvero stupire. All'esplorazione stealth tipica della serie si affiancano sporadiche sequenze dedicate all'azione e all'elemento spettacolare, come una classica difesa di una stanza contro un manipolo di guardie. Grazie alla copertura ben sviluppata e alla buona risposta delle armi, queste sequenze risultano comunque divertenti e spezzano efficacemente il ritmo solitamente più compassato. Come confermato successivamente dagli sviluppatori, non dovrebbero presentarsi con eccessiva frequenza durante il gameplay, configurandosi solo come varianti di contorno. Dal punto di vista tecnico, la nostra prova si è svolta su un PC con pad Xbox 360, rivelando un lavoro grafico davvero notevole. L'Unreal Engine si presenta nettamente trasformato, anche grazie all'effettistica DirectX 11, tra ambient occlusion e tassellation.

Back in Black

Texture definite e modelli poligonali ricchissimi di dettagli fanno davvero ben sperare per il prodotto finito, soprattutto considerato il tempo ancora a disposizione degli sviluppatori. Purtroppo non ci è stato possibile vedere in movimento le versioni console del gioco, anche se uno sfruttamento adeguato dell'Unreal Engine aveva già dato buoni risultati grafici con il predecessore Conviction. Le nostre due ore di prova con Splinter Cell: Blacklist ci hanno lasciato buone impressioni. Invece di limitarsi a seguire la strada intrapresa con Conviction, Ubisoft ha scelto la via meno facile, ossia tornare sui suoi passi e cercare di proporre un gioco che sappia accontentare tanto i fan dello stealth quanto i giocatori meno accaniti. Una scommessa non facile, che necessariamente comporta ancora qualche compromesso, come una difficoltà complessiva non elevatissima (perlomeno nei livelli da noi provati), ma che sembra aver dato ottimi risultati. Grandi assenti della prova la cooperativa e la modalità multiplayer, quest'ultima sicuramente gradita ai fan, dato che recupererà la classica modalità Spies vs Mercs. Contro le aspettative, Splinter Cell: Blacklist è entrato direttamente nel mirino dei giochi da tenere d'occhio per questo affollatissimo 2013, probabile grande ritorno per una saga che sembrava aver perso le proprie radici.

CERTEZZE

  • Ritorno alle origini in molti aspetti
  • Cinque impostazioni di difficoltà
  • Livelli ampi e molti approcci al nemico
  • Tecnicamente ottimo (su PC)

DUBBI

  • Qualche imprecisione nell'IA (risolvibile)
  • Livello di difficoltà complessivo non ai livelli dei primi capitoli