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PC Magazine #107

Aspettando Colonial Marines, una mod dedicata ad Alien apre la consueta lista di notizie e speciali

RUBRICA di La Redazione   —   09/02/2013

Pochi giorni e avremo tra le mani un nuovo titolo dedicato ad Alien(s). Non che negli anni si siano susseguiti capolavori senza tempo ispirati alla saga fantascientifica, ma un po' l'irresistibile richiamo della creatura ideata da H.R. Giger e un po' il ricordo di Aliens vs. Predator, l'originale che su PC ottenne parecchi riscontri, ci fa sempre sperare in un risultato quantomeno accettabile. Mentre attendiamo di tirare le somme sul lavoro di GearBox - la recensione la pubblichiamo il 12, in tempo per l'arrivo sugli scaffali - vi consigliamo di dare un'occhiata alla mod per Killing Floor rilasciata da un paio di mesi e recentemente aggiornata. In fondo l'esperienza del titolo indipendente, incentrata sulla sopravvivenza, ben si presta all'atmosfera tesa tipica della serie inaugurata sul grande schermo da Ridley Scott. Restiamo nello spazio per indicare su IndieGoGo, nota piattaforma di raccolta fondi accostabile a KickStarter, il progetto di un documentario dedicato ad EVE Online: ci capita spesso di parlare dei record ottenuti dall'MMO islandese e ci sono infinite storie da raccontare che lo coinvolgono, per questo un'iniziativa del genere sembra assolutamente legittima e interessante. A proposito di astronavi, gli shoot'em up hanno visto tradizionalmente proprio navi, navicelle e simili come protagoniste assolute di infinite battaglie: su Gamasutra uno speciale ne ripercorre le origini, la struttura ludica e i principali protagonisti. Non si tratta certo di un genere che può essere ritenuto tipico della piattaforma PC, però si tratta pur sempre di un pezzo di storia dei videogiochi. L'attualità di questi ultimi giorni ha invece rivisto Microsoft protagonista. Purtroppo il periodo non fortunato, almeno in termini di consensi, dell'azienda statunitense sembra proseguire con l'uscita di Surface Pro. Il device ha ricevuto recensioni altalenanti ma alcune interessanti analisi, come quelle di BusinessInsider e The Verge, segnalano problemi di form factor, peso, batteria ed ergonomia. Peccato perché l'idea di tutto in uno, per quanto magari irrealizzabile, continua ad essere affascinante per chi lavorando ha necessità a spostarsi costantemente.

di Umberto Moioli

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Daikatana
Dai non scherziamo, veramente vogliamo parlare di Daikatana in una rubrica che si occupa di riscoprire giochi storici? E secondo voi quale gioco ha una storia più celebre e degna di essere narrata di Daikatana? In realtà si tratta di uno dei tasselli di una storia più grossa, quella di id Software, dove sono nati dei talenti assoluti dello sviluppo dei videogiochi e che, allo stesso tempo, ha visto nella dissoluzione dell'unità raggiunta nel periodo Doom/Quake, la vanificazione degli stessi in rivoli diventati presto improduttivi. Daikatana ha rappresentato il crollo del mito di John Romero, ossia il culmine del suo tentativo, smargiasso all'inverosimile, di rivalsa contro l'ex amico John Carmack che lo aveva escluso dalla software house che lui stesso aveva contribuito a rendere grande.

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Alla ieraticità vigente in id, Romero contrappose un ambiente dinamico ed estremamente caotico (Ion Storm) dove le idee avrebbero dovuto esplodere come candelotti di dinamite, producendo chissà quali e quanti capolavori. A esplodere fu solo la sua incapacità di tenere i piedi per terra e ben presto Daikatana divenne il suo personale calvario. Il nome nasceva da un'arma inventata durante le sessioni di un gioco di ruolo cartaceo che impegnava i due John, quando ancora tra loro regnava l'armonia. Viene quasi da pensare che aver chiamato il suo primo lavoro da solista "Daikatana" era sì un atto di sfida verso Carmack, ma anche una dichiarazione d'amore, ossia un modo per farlo ripensare a quando le cose andavano bene. Ovviamente queste sono soltanto speculazioni a posteriori, ma non è peregrino ritenere che un personaggio emotivo come Romero nutrisse ancora un certo affetto per il suo rivale. "John Romero's about to make you his bitch.". Lo slogan pubblicitario di Daikatana, forse il più celebre della storia dei videogiochi, rappresentò il picco negativo di cosa era capace di produrre l'ego di Romero in un momento in cui si sentiva invincibile. Mentre sviluppava il suo gioco, che aveva presentato come in grado di spazzare via tutta la concorrenza (e all'epoca la concorrenza nel mondo degli FPS era id Software), Romero si sentiva onnipotente. Aver lavorato ai Doom lo aveva reso una star del mondo videoludico e le sue apparizioni pubbliche erano sempre salutate da bagni di folla adorante. Poi iniziarono i rinvii. Il progetto si rivelò troppo ambizioso da gestire e, senza l'attenta direzione di Carmack, la creatività di Romero non riusciva a essere incanalata nel modo giusto. Gli errori si moltiplicarono e Ion Storm cominciò a perdere pezzi. Qualcuno direbbe che a un certo punto dello sviluppo Romero iniziò a non capirci più niente. Infine Daikatana uscì e fu accolto da sonore pernacchie. Il problema non era solo il gioco, in fondo onesto nella sua versione PC, ma il fatto che fosse un prodotto solamente onesto e che tutte le feature rivoluzionarie promesse si rivelarono assenti o implementate malamente.

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Insomma, se ti chiami Romero e all'apice del successo prometti meraviglie, finisce che la gente ci crede. Se addirittura arrivi a offendere chi dovrebbe comprare il tuo gioco, finisce che qualcuno non veda l'ora di distruggerti. Così fu. La stampa fu impietosa, così come i videogiocatori. Il Daikatana arrivato nei negozi non era evidentemente il Daikatana desiderato da Romero, ma ulteriori rinvii nell'uscita non erano possibili perché i soldi erano finiti. Probabilmente John sapeva che quel lancio avrebbe rappresentato la sua fine, anche se non immaginava certo che il suo futuro si sarebbe chiamato puzzle game e giochi social. Cosa si può scoprire oggi installando Daikatana? Vi verrà da ridere a leggere quanto segue, ma sicuramente un titolo migliore di quello consegnato alla storia dalle recensioni dell'epoca. Rigiocato a mente fredda e senza il sadico piacere che molti provarono nel poter affossare Romero, Daikatana ha la sua onestà e qualche idea che meritava sicuramente di essere sviluppata meglio. Graficamente non era eccelso ma non era nemmeno più brutto di molti altri titoli suoi contemporanei, così come il gameplay non era esplosivo ma, a parte alcune sezioni, i livelli non erano malvagi. Aveva i suoi bei problemi, soprattutto con l'intelligenza artificiale, ma a guardare i nemici degli FPS che ci propina il mercato oggi, quelli di Daikatana non sembrano poi così stupidi. Anzi, forse gli potrebbero dare qualche dritta ai colleghi più giovani per mettere un po' in difficoltà il giocatore.

di Simone Tagliaferri

Titolo: Daikatana
Sviluppatore: Ion Storm
Anno di pubblicazione: 2000
Come reperirlo: Lo si può acquistare a pochi dollari su GOG.com
Perché giocarlo oggi: Perché a suo modo è un pezzo di storia, e poi non è male come lo ricordate.

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Guild Wars 2
Questa settimana abbiamo una buona notizia e una cattiva notizia per i fan del MMORPG gratuito di ArenaNet. Partiamo dalla buona, giusto per non cominciare questo Expa deprimendoci: la seconda parte della nuova "living story" Flame and Frost avrà inizio il 26 febbraio. Sottotitolata The Gathering Storm, a quanto pare si svolgerà attraverso alcuni eventi nelle aree di Diessa Plateau e Wayfarer Foothills. La nuova patch, però, introdurrà anche nuovi contenuti davvero interessanti.

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Le missioni di gilda, tanto per cominciare, progettate per un gioco di squadra coordinato che includono nemici da cacciare, rompicapi da risolvere e molto altro. Le ricompense sono i cosiddetti "Guild Merit", probabilmente una valuta che servirà a sbloccare bonus e potenziamenti. Il sistema di missioni giornaliere, appena modificato, verrà ritoccato di nuovo, permettendo ai giocatori di scegliere i loro obiettivi quotidiani. Poi ci sarà una nuova mappa per il PvP strutturato, Spirit Watch, in cui i giocatori dovranno conquistare delle sfere mistiche. Sempre a proposito del PvP, sono in arrivo delle partite veloci tra squadre con lo stesso punteggio. Ed è sempre il PvP al centro della cattiva notizia di cui volevamo parlare: il direttore Colin Johnson è infatti intervenuto sul forum ufficiale per avvisare gli utenti che le tante attese modifiche al WvWvW non ce la faranno a esordire con la prossima patch. Se ne parla infatti a marzo, ma la notizia non è poi così cattiva se si considera che le settimane in più permetteranno ad ArenaNet di ottimizzare ulteriormente il gioco così da ridurre i cali di prestazioni durante le battaglie più popolate.

World of Warcraft
Chi gioca al MMORPG Blizzard sarà ormai abituato, da qualche anno, a veder calare la popolazione dei server. È un fenomeno fisiologico che si verifica regolarmente e negli ultimi anni è diventato più frequente, complici anche le sempre più numerose candeline sulla torta di World of Warcraft e il moltiplicarsi di alternative sul mercato. Secondo Activision, neanche Mists of Pandaria è scampato alla crisi periodica:

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rispetto ai dieci milioni di account registrati alla fine del 2012, nell'ultimo trimestre sono stati circa mezzo milione i giocatori che hanno chiuso le loro sottoscrizioni, portando il numero a nove milioni e seicentomila. È importante sottolineare che sono comunque più dei nove milioni e centomila registrati a metà del 2012, e che sono così tanti che comunque è difficile immaginare un World of Warcraft in crisi per ancora molto tempo. Intanto, procedono i lavori per l'imminente patch 5.2: sui server di prova è cominciato il test dei nuovi boss, e i devs ci ricordano che l'aggiornamento azzererà i punti Valore dei giocatori, convertendoli in punti Giustizia: oltre il limite, i punti in eccesso si trasformeranno in denaro. I vecchi oggetti epici acquistabili con i punti Valore costeranno un po' di meno, ma in altre parole: spendete adesso i vostri punti Valore e ricordatevi che l'NPC che potenzia gli oggetti si prenderà una vacanza fino alla 5.3. Troll avvisato...

Neverwinter
Dall'8 al 10 febbraio si terrà il primo weekend Beta di Neverwinter per tutti i giocatori americani ed europei. Come vi abbiamo detto la settimana scorsa, l'accesso è garantito a tutti gli utenti che hanno discutibilmente acquistato i pacchetti Founder o Guardian of Neverwinter, con tutti i loro bonus e il biglietto d'ingresso a ogni fase di test.

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Naturalmente è possibile tentare la fortuna e iscriversi normalmente, incrociando le dita per essere selezionati, che forse è anche la cosa più saggia da fare, ma a ciascuno il suo. Comunque, vi interesserà sapere che in questa imminente fase di test potrete giocare ogni contenuto fino a livello 30 nei panni di un Trickster Rogue, Devoted Cleric o Guardian Fighter. Gli sviluppatori ci ricordano anche che è possibile affrontare le missioni per ottenere un compagno d'avventura e una cavalcatura, rispettivamente a livello 16 e 20. Per l'occasione, Cryptic ha rilasciato anche un bel trailer in computer grafica in cui un gruppo di eroi affronta draghi, non morti e altre amenità.

TERA
Questa nuova moda di cambiare titolo agli MMORPG quando passano dal modello a pagamento a quello gratuito non ha molto senso, ma ohibò, l'ha fatto anche TERA, che adesso si chiama TERA: Rising. L'ammiccante gioco di Bluehole Studio è diventato free-to-play lo scorso 5 febbraio e per l'occasione sono arrivati anche nuovi contenuti,

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nuovi server e pure un trailer inedito, giusto per non farci mancare nulla. Gli sviluppatori hanno inaugurato la nuova edizione del gioco con un dungeon inedito, Crucible of Flame, e i campi di battaglia per gruppi da tre giocatori. Questa versione di TERA non presenta alcuna restrizione in merito a quello che un nuovo utente può giocare, mentre i vecchi sottoscriventi hanno guadagnato automaticamente lo stato di "fondatori". Come se non bastasse, fino a lunedì 11 febbraio i nemici nei dungeon rilasceranno il doppio degli oggetti e del denaro rispetto al solito. Questo evento bonus, pensato per incentivare i giocatori vecchi e nuovi, dura soltanto un weekend, ma non dubitiamo verrà riproposto in futuro a cadenza più o meno regolare, proprio come successo in altri MMORPG (per esempio, Aion). L'immancabile negozio virtuale, però, non è ancora accessibile: se ne parla tra qualche giorno, e a quel punto sarà possibile acquistare per denaro reale cavalcature, costumi e altri oggetti più o meno utili.

di Christian La Via Colli

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Questa settimana vi presentiamo qualche gioco davvero underground e capace di sorprendere. Capita infatti che anche un certo tipo di stravaganze diventino di moda e comincino a stancare. Insomma, non sempre indie è bello. Ma questa volta sì. Quei fulminati di Blendo Games, autori dell'originale Thirty Flights of Loving, hanno rilasciato un video della loro prossima creazione. Che dire: non ci abbiamo capito molto ma ci è venuta una gran voglia di saperne di più. Il gioco si chiama Quadrilateral Cowboy e ci vede nei panni di un pirata informatico che deve entrare dove non potrebbe (e non dovrebbe) aggirando di volta in volta nuove difese informatiche. Dovremo perciò imparare codici sempre diversi, comandi da inserire nei nostri programmi, e destreggiarci con giocattoli futuristici come proiettori di ologrammi. Cosa cerchi il protagonista ancora non lo sappiamo ma l'uscita di Quadrilateral Cowboy è prevista per quest'anno, perciò aspettatevi nuove informazioni molto presto.

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Lucas è pronto a farci provare il suo nuovo gioco: Papers, Please. L'idea gli è venuta frequentando molti aeroporti in giro per il mondo nei quali, come ben sapete, non è facile passare se provenite da un paese in guerra o tacciato di supportare terroristi di vario genere. Ecco, proprio questo aspetto dei controlli in aeroporto ha ispirato Lucas, che ci mette così nei panni di un agente del servizio immigrazione di un passato immaginario con poca tecnologia. Niente Internet o riconoscimento della retina quindi: per scoprire se la persona che abbiamo davanti è una spia o un terrorista dovremo affidarci all'analisi delle carte e dei documenti. Lucas promette che il gioco sarà divertente e ricco di elementi interattivi interessanti. L'idea di farci simpatizzare con gli agenti è insolita, visto che di solito fanno la parte dei cattivi e potrebbe aiutare il giocatore a vedere la realtà da un altro punto di vista, così come la vede chi siede dalla parte opposta della scrivania e deve accertarsi di non lasciare passare nel suo Paese persone intenzionate a delinquere. Su questo punto ognuno può avere una sensibilità diversa ma, ehi, questo è il messaggio dell'autore e se non la pensiamo come lui nulla ci vieta di goderci comunque il gioco.

Ispirato a Gauntlet, Hammerwatch è un taglia e affetta con livelli complessi, personaggi che crescono nel corso dell'avventura, boss impegnativi, enigmi intelligenti e molto altro. Anche la possibilità di giocare con un amico nella stessa stanza a collegati in rete è interessante. Non vi basta? Volete farvi da soli le mappe e smanettare con le impostazioni di gioco? Perfetto: Hammerwatch apre fin da subito la strada alle mod e offre un editor con il quale creare il dungeon dei propri sogni. Il video è incoraggiante e mostra già un videogioco pulito e frenetico. Nelle ambizioni degli sviluppatori l'uscita è prevista per l'estate ma si sa come vanno queste cose nel mercato indipendente. Staremo a vedere.

Anodyne è un gioco di ruolo che potete acquistare online a soli otto dollari (scopa demoniaca incantata in omaggio). A quanto pare in questo gioco ci sono tantissimi segreti da scoprire, alcuni dei quali davvero ostici da portare alla luce. In ogni caso anche senza mettersi con il lumicino a setacciare il mondo di Anodyne l'avventura dura più di dieci ore, considerando che quello è il tempo che hanno impiegato gli sviluppatori a finire il gioco correndo dall'inizio alla fine. Un tempo ragionevole per la cifra richiesta e per un gioco che rappresenta una buona scelta per chi ha nostalgia di Zelda. Perciò se il video vi ha ispirato non dimenticatevi di sostenere Anodyne su Greenlight (prima che Gabe spenga il servizio).

The Astronauts è il nuovo studio indipendente fondato da ex dipendenti di People Can Fly. Il nome potrebbe farvi pensare che questi intraprendenti si siano lanciati in un progetto ambientato nello spazio mentre The Vanishing of Ethan Carter sarà un disturbato gioco horror con molti ambienti da esplorare e una densa narrazione. Il protagonista è un investigatore capace di vedere con la mente le scene dei delitti (qualcuno ha detto Erica Reed?) che deve salvare un bambino rapito prima che gli venga fatto del male. Il video qui a fianco mostra un frammento di The Vanishing of Ethan Carter realizzato con il motore di gioco e lascia presagire qualcosa di grosso. Noi restiamo in ascolto e incrociamo le dita, in fondo questi ragazzi hanno già dimostrato di saperci fare.
Giochi per il browser che passione, vero? No? In quel caso passate subito alla recensione della settimana. Altrimenti non fatevi sfuggire Smash Da Gas, un gioco di corse e acrobazie per multigiocatore disponibile in versione beta. Oppure sollazzatevi con uno dei vincitori della Ludum Dare 25, The Fall Of Mr. Wily, un gioco semplice e liberatorio nella sua leggerezza distruttiva.

Indie della settimana
Proteus è un mondo generato casualmente da esplorare in libertà, passando da una stagione all'altra e dal giorno alla notte fino alla sua semplice e delicata conclusione. Niente di più. Il giocatore (dovremo trovare forse un termine diverso in questo caso) può solo camminare, sedersi, e ammirare la natura intorno a sé.

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Tutto comincia con le nostre palpebre che si aprono e noi a galla nel mare. Davanti a noi c'è un'isola. Nessuna prescrizione, niente obiettivi o sfide. Da qui in avanti possiamo fare ciò che vogliamo. Eppure sotto quest'opera all'apparenza senza mira c'è una struttura silenziosa che ci guida, perché alla fine raggiungiamo sempre il passaggio successivo. Gli sviluppatori giocano con le melodie e i suoni, alcuni dei quali si attivano al passaggio di una creatura dell'isola, come se gli animali fossero strumenti musicali, o note vive. All'inizio è primavera e i ciliegi perdono le foglie, poi arriva la notte e una pioggia di stelle ci attira verso un circolo (magico?) dentro il quale il tempo scorre rapidamente fino alla stagione successiva, l'estate. Se ce la prendiamo comoda facciamo in tempo a vedere una moltitudine di comete sfrecciare sopra la nostra testa prima che il giorno arrivi di nuovo. Ci si può perdere, ma le melodie o un'impercettibile variazione nel moto di un albero ci attirano verso una nuova scoperta. Nessun obbligo comunque: possiamo anche sederci e attendere la fine. Qualche volta può sorgere un dubbio. Chi sono i misteriosi personaggi che presidiano immobili la cima di un monte? Il giocatore ha tutte le risposte, se ha voglia di riempire i vuoti. Altrimenti può rilassare la mente. È fin troppo facile vederci di tutto in quest'opera, ma sarebbe un modo di volerla giustificare davanti ai videogiochi, come se non avesse diritto di cittadinanza tra i titoli tradizionali. Invece Proteus si difende da solo; basta lasciarlo parlare.

di Andrea Rubbini

Titolo: Proteus.
Sviluppatore: Ed Key e David Kanaga.
Prezzo: dieci dollari.
Sito di riferimento: Link.
Download: Link.
Da sapere per giocare al meglio: il gioco non è ancora nella sua versione definitiva.

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Il 2013 è l'anno del Wi-Fi 802.11ac
Nato nel 2011 e apparso per la prima volta sul mercato nell'aprile del 2012, il nuovo araldo della connettività si lancia all'attacco del mercato in questo 2013 già gremito di novità tecnologiche. Stiamo parlando del nuovo protocollo Wi-Fi 802.11ac che è sceso in campo, con il nome in codice 5G WiFi, promettendo una velocità di trasmissione superiore a 1Gbps.

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Forse, combinando lo svariato numero di device collegabili ai nuovi router, è anche possibile avvicinarsi a agli 1.3Gbps promessi, ma raggiungere una velocità del genere su singolo canale è fantascienza. In ogni caso il balzo rispetto all'802.11n risulta notevole e, a differenza del protocollo 802.11a, il nuovo standard sembra capace di travalicare i limiti della trasmissione a 5.0Ghz che in precedenza non si era dimostrata molto affidabile nell'oltrepassare mura e ostacoli. Secondo i test effettuati da Tom's Hardware alcuni dei nuovi router riescono a mantenere il transfer rate stabilmente al di sopra dei 150Mb/s nella stessa stanza e tra i 100 e i 150Mb/s con diverse barriere poste tra il router e i dispositivi ad esso collegati attraverso la connessione Wi-Fi. Un risultato talmente buono da rendere già appetibili i dispositivi 802.11ac anche se non c'è fretta visto che il mondo della tecnologia inizierà ad adeguarsi a questo standard solo nei prossimi mesi. Inoltre lasciar maturare una tecnologia, e aspettare prodotti più ottimizzati, non è mai una scelta sbagliata, tanto più che i prezzi sono inevitabilmente destinati a scendere. Ma se siete proprio decisi a portarvi avanti a quanto pare il router migliore, almeno per ora, è l'Asus RT-AC66U.

GeForce Titan - Nvidia rilancia in grande stile?
Che il chip GK110 fosse piuttosto potente lo si sospettava da tempo e Nvidia non ci ha fatto mancare dichiarazioni entusiastiche in relazione alla potenzialità delle GPU full Kepler. Certo, ogni produttore parla bene dei propri prodotti, ma pochi hanno messo in dubbio un grosso salto rispetto al GK104 che è nato come chip di transizione, incapace di esprimersi al massimo e sospeso a metà tra la tecnologia del passato e quella nuova.

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Nonostante ciò le GPU della serie 600 si sono imposte sulla concorrenza, soprattutto in termini di efficienza, e probabilmente per questo Nvidia ha aspettato fino all'annuncio della serie 8000 di AMD per tirare fuori il suo asso nella manica. In verità un annuncio ufficiale non c'è stato ma il GK110 è stato già usato con successo nelle GPU Tesla e secondo i rumor per la fine di febbraio vedremo comparire sul mercato la serie 700. Una delle indiscrezioni, purtroppo proveniente da una fonte tenuta anonima, arriva addirittura corredata da un benchmark che ha dell'incredibile. Uno screenshot preso da 3DMark11 mostra infatti un risultato di 7107 punti per una non meglio specificata scheda Titan che, presumiamo, sia la nuova ammiraglia a chip singolo della nuova serie Nvidia. Tanto per capirci la GeForce GTX 690, che ospita ben 2 chip GK104, si ferma a circa 6000 punti nei text a qualità extrema del software targato Futuremark. Si tratta, per ora, si semplici rumor che potrebbero rivelarsi assolutamente falsi o riferirsi a una scheda dual GPU. Comunque, dando per scontato che ci ha raccolto le indiscrezioni abbia vagliato attentamente la fonde, i dati trapelati includono anche alcune specifiche come il bus a 384 bit, la RAM che dovrebbe ammontare a 6GB e il prezzo che sarebbe di 899 dollari.

Perchè allevare un embrione quando lo si può stampare?
Anche questa settimana ci spingiamo al di là dei limiti della comune informatica per zampettare in quella sempre più ampia striscia di terreno che mescola tecnologia e biologia. I PC, si sa, sono l'oggetto artificiale più vicino alla natura visto che funzionano per impulsi elettrici e reti riuscendo a effettuare calcoli estremamente complessi.

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Certo, le dinamiche di un corpo umano sono ancora fuori scala per la comprensione dei calcolatori ma grazie alle tecnologie di replicazione, e alle stampanti 3D, è già possibile stampare cellule umane. Cellule singole, almeno all'inizio, che si sono recentemente trasformate in intere culture grazie al lavoro di un team di scienziati dell'università Heriot-Watt di Edimburgo. L'obiettivo è quello di creare tessuti umani completamente funzionanti che inizialmente potrebbero sostituire gli animali in alcuni test. Ma secondo il team di scienziati, che ovviamente magnifica l'importanza del proprio lavoro, il futuro potrebbe portarci addirittura fino alla stampa di interi organi umani da usare per i trapianti. Un traguardo incredibile che renderebbe il replicatore di cibo dell'Enterprise una sciocchezzuola. Tra l'altro, se la tecnologia di stampa biologica dovesse diventare abbastanza economica e veloce da diffondersi capillarmente, potremmo arrivare davvero a stampare delle succulente bistecche riducendo notevolmente l'elevato dispendio d'acqua attualmente necessario per l'allevamento animale e senza infastidire alcun essere vivente.

di Mattia Armani