Nonostante una partenza un po' complicata, Red Orchestra 2 si dev'essere dimostrato un successo per Tripwire Interactive: alla GDC 2013 il team americano è arrivato in forte crescita, con un trentina di dipendenti all'attivo e una campagna per reclutarne di nuovi attualmente in corso. I weekend gratuiti e i saldi che di tanto in tanto occupano la pagina principale di Steam sono continue boccate d'ossigeno per le casse dello sviluppatore indipendente, che parallelamente ad alcuni progetti non ancora annunciati sta perfezionando l'espansione stand alone Rising Storm.
Il progetto, partito come una mod dell'originale e poi cresciuto fino a diventare un prodotto commerciale, è in fase di pre beta ed era giocabile su appuntamento a porte chiuse. Purtroppo non c'erano server disponibili a causa di alcune problematiche tecniche, motivo per cui ci siamo dovuti accontentare di testare una manciata di mappe contro i (tutt'altro che perfetti) bot. Abbastanza per vedere e farsi raccontare da Tony Gillham, il producer, novità e segreti del gioco.
L'ultimo giapponese
Rising Storm, per chiunque avesse già messo le mani su Red Orchestra 2, sarà innanzitutto un'esperienza familiare: stesse modalità di gioco e stesse opzioni per aggiustare il realismo della simulazione. Il titolo punta ancora su un modello balistico e fisico accurato, capace di creare, congiuntamente con una precisa rappresentazione delle armi e del loro funzionamento, un'offerta rivolta ad un pubblico hardcore. Tutto, dall'interfaccia utente fino al fuoco di soppressione, è stato studiato per immergere l'utente gratificando quella nicchia di appassionati disposti ad approfondire la conoscenza di uno sparatutto ben oltre la superficie, spesso patinata, dei moderni military shooter.
Il prezzo da pagare, si fa per dire, è una componente visiva non certo avanzatissima, un numero limitato di opzioni e qualche bug di troppo all'uscita; errore questo che Tripwire Interactive spera di non ripetere una volta di più. Il setting di Rising Storm è ancora il secondo conflitto mondiale ma anziché Stalingrado questa volta la lente d'ingrandimento si concentra sul fronte Pacifico. Le mappe sono state create tentando di riprodurre le peculiarità di ogni location: le coste della Papua Nuova Guinea ospitano una lussureggiante giungla tropicale, Iwo Jima un assalto alla spiaggia a colpi di lanciafiamme e Saipan le case dei giapponesi che al tempo si erano stanziati a vivere sull'isola. Ci saranno un totale di sei arene al lancio del gioco, con altre quattro in lavorazione e rilasciate come contenuti aggiuntivi. Supponiamo gratuitamente. Abbiamo giocato qualche match sulla spettacolare mappa di Guadalcanal, dove lo scontro avviene di notte e i giocatori schierati con l'esercito giapponese possono meglio sfruttare armi e strumenti a loro esclusivi. I soldati del Sol Levante non dispongono dei fucili automatici degli americani ma contano, ad esempio, su un lancia granate che alla bisogna può diventare un mortaio.
Quegli stessi esplosivi possono essere attivati a pressione, prestandosi a diventare delle mine di fortuna da sotterrare aspettando che un incauto yankee ci metta un piede sopra. La katana, letale in corpo a corpo, una volta equipaggiata aggiunge il comando "Banzai" sul menù radiale dei comandi, caricando i compagni nelle vicinanze che per alcuni secondi non subiscono l'effetto soppressione. Le armi inedite per entrambi gli schieramenti hanno richiesto un grosso lavoro di bilanciamento, che sarà perfezionato nei mesi di beta. L'uscita, entro l'anno, è ancora distante ma a parte l'intelligenza artificiale dei bot - comunque non fondamentale - non sembrano esserci enormi problemi tecnici da risolvere. Aspettiamo di capire il prezzo e le offerte riservate agli utenti già in possesso di Red Orchestra 2, la lunga attesa sembrerebbe poter essere ripagata da un validissimo nuovo contenuto.
CERTEZZE
- Sistema di gioco solido
- Il Pacifico è un'ambientazione interessante
DUBBI
- Andranno evitati i problemi del lancio di Red Orchestra 2