Si sente spesso dire che il genere jRPG stia morendo, e non è poi un'affermazione troppo lontana dalla verità. Se ci pensate, l'ormai conclusasi generazione di console casalinghe non ha offerto moltissimo in questi termini, non certo quanto l'era di PlayStation 2, durante la quale le major nipponiche sfornavano anche cinque o sei jRPG all'anno. A quei tempi la posta in gioco non era così alta e ci volevano meno tempo e meno soldi per sviluppare un jRPG lungo quaranta o cinquanta ore. Di Final Fantasy e Tales ne usciva uno ogni due anni, adesso i tempi si sono raddoppiati - come minimo - e l'attesa è infarcita di sequel e spin-off. Le avventure durano di meno e cercano di mimare il linguaggio cinematografico con risultati altalenanti. Quel gameplay che caratterizzava i primi jRPG diventati davvero famosi durante l'era dei 32 bit è stato ormai accantonato, rimpiazzato da meccaniche più action e sistemi strampalati dai nomi impossibili. Sui portatili e sui sistemi mobile, i jRPG "all'antica" sembrano vivere una seconda giovinezza grazie a porting e remake, ma pochi franchise resistono davvero, cercando di accontentare sia i vecchi fan, sia i nuovi giocatori. Dal canto nostro, non siamo contrari ai cambiamenti e alle novità. Anzi, ci piacciono, se non snaturano i jRPG con cui siamo cresciuti e grazie ai quali ci siamo anche innamorati del medium. Square Enix, per esempio, a cambiare le carte in tavola ci prova spessissimo, e non riesce a fare contenti proprio tutti, ma quantomeno ci prova. Altri si arrendono proprio. Qualche giorno fa, mentre scorrevamo la lista dei titoli che accompagneranno al lancio le nuove console, ci siamo trovati a riflettere: certo, sappiamo che Final Fantasy XV e Kingdom Hearts III arriveranno nei prossimi (due?) anni, ma dove sono tutti gli altri jRPG che hanno accompagnato il nostro viaggio tra le generazioni? Il punto non è che non escono questo inverno o l'anno prossimo, ma che proprio non sono stati annunciati. E così, dicevamo, ci siamo trovati a riflettere: quali jRPG vorremmo giocare su PlayStation 4 e Xbox One?
Ecco la nostra personalissima top 5 di jRPG che vorremmo giocare sulle console di nuova generazione!
Final Fantasy VII
Vabbé, dai, questa era facile. Il remake di Final Fantasy VII è ormai un vero e proprio mito, una leggenda... puro folklore. È il Bigfoot dei videogiochi. Il tira e molla di Square Enix è stato incredibile, soprattutto da quando sono cominciati i remake dei vecchi Final Fantasy. L'entusiasmo acceso da quella sequenza introduttiva riproposta in chiave PlayStation 3 anni fa è andato via via spegnendosi, fino a morire del tutto quando è diventato chiaro che un remake di Final Fantasy VII su PlayStation 3 (e Xbox 360) non l'avremmo mai visto. Se ci sia mai stata l'intenzione, non si sa. Quello che è certo è che la fanbase del settimo Final Fantasy è tutt'oggi solida e tenace. Noi adoriamo Final Fantasy VII: a molti di noi ha strappato interi pomeriggi, quando si doveva studiare per un'interrogazione.
Preferivamo potenziare le Materie videoludiche piuttosto che quelle scolastiche, e la scena muta il giorno dopo l'affrontavamo con il ghigno di chi ha duplicato l'ennesima Knights of the Round. A guardarlo con gli occhi di oggi, adulti e meno sognatori, Final Fantasy VII non è poi il top del top, siamo onesti. Final Fantasy VI, per esempio, lo batte con le mani legate dietro la schiena, sia come storia, sia come gameplay. Ma per molti è stato il primo jRPG "tridimensionale", il primo passo in quella che nel 1996 era la "next gen" e che oggi è la preistoria. Non si può non essere nostalgici: è la nostra infanzia. Per molti, invece, è magari il passato recente. È un gioco che resta impresso, comunque, e che meriterebbe questo tanto agognato remake. Secondo noi non si è ancora fatto perché la mole di testo (rigorosamente da doppiare, non scherziamo!) e la varietà del cast e delle ambientazioni avrebbe messo in ginocchi qualunque budget. Pensate a quanto è costato Final Fantasy XIII e a quanto ha offerto in meno rispetto a Final Fantasy VII: una storia meno lunga e meno articolata, meno personaggi, meno zone da esplorare. Non c'era neanche una "world map", santo cielo. Su un remake del genere, Square Enix non può rischiare di sbagliare: deve essere tutto perfetto. Deve essere tutto doppiato, ci sono intere cinematiche da rifare, una storia da modificare per accogliere i dettagli aggiunti negli anni successivi grazie ai vari prequel e spin-off (per non parlare del film Advent Children). Forse le nuove console permetteranno tutto questo, più facilmente delle precedenti. In questi giorni è stato istituito un comitato di sviluppatori il cui scopo è assicurarsi che le richieste dei fan di Final Fantasy siano ascoltate. Ecco, non vediamo l'ora di scoprire come risponderanno al desiderio di questo remake; scusateci, però, se non tratteniamo il respiro.
Shin Megami Tensei: Persona 5
Non poteva mancare nella nostra top 5 il franchise che negli ultimi anni è stato considerato sempre più l'apoteosi del genere jRPG "moderno", con quell'occhio strizzato al passato e una carica di innovazioni implementate con grandi classe e delicatezza. Persona, tuttavia, ha completamente saltato la scorsa generazione: Persona 3 e Persona 4 hanno visto la luce prima su PlayStation 2 e poi su PSP e PlayStation Vita insieme ai remake di Persona e Persona 2, mentre le console casalinghe hanno accolto soltanto il sequel Persona 4 Arena, che però è un picchiaduro. Atlus è da un po' che suggerisce - in maniera neppure tanto velata - di essere al lavoro su Persona 5, ma le recenti vicissitudini economiche (inclusa nel pacchetto della fallimentare Index Corporation, Atlus è stata recentemente acquistata da SEGA) potrebbero aver messo un freno allo sviluppo del gioco.
Nel mentre, è in arrivo un sequel di Persona 4 Arena, che introduce nel roster di combattenti altri due personaggi di Persona 3. E in Persona 4 i riferimenti a Persona 3 erano abbastanza chiari. In Persona 5, insomma, vorremmo veder continuare la storia iniziata nel terzo capitolo: il protagonista di quell'avventura è ancora disperso, e sappiamo per certo che "qualcuno" sta cercando un modo di salvarlo. Inoltre, è stata istituita una società segreta il cui unico scopo è distruggere le Shadow e tenere d'occhio gli esseri umani (e gli animali!) in grado di manifestare il potere del Persona. Le potenzialità per una storia veramente epica ci sono tutte, insomma, ma noi non vorremmo mai rinunciare alla squisita commistione tra jRPG a turni e social simulator che ha contraddistinto gli ultimi due episodi della saga. Ci mancherebbe la squisita quotidianità giapponese, lo scorrere del tempo, le lezioni e i club scolastici, gli appuntamenti, le vacanze... tutti quei piccoli dettagli che rendevano le storie e i personaggi di Persona 3 e Persona 4 così speciali. La potenza delle console next gen permetterebbe di approfondire ulteriormente questi concetti, magari ampliando le aree visitabili e la rete di rapporti interpersonali. E se in Persona 4 la città di Inaba fosse stata esplorabile come in un free roaming, magari in stile Los Santos di Grand Theft Auto V... ci avete mai pensato? Chissà, in Persona 5 potrebbe essere realtà.
Dragon Quest XI
La decima iterazione di Dragon Quest è un MMORPG (un RPG che si gioca solo online come World of Warcraft, nel caso non conosciate il termine) che probabilmente non vedremo mai in Occidente, ma che in Giappone gode di un discreto successo, soprattutto perché i nostri amici con gli occhi a mandorla venerano, per usare un eufemismo, il franchise inventato da Enix negli anni '80.
Dragon Quest nella terra del Sol Levante è più popolare di Final Fantasy e ogni release, anche lo spin-off più mediocre, è un successo. Il che rende ancora più curioso il fatto che Dragon Quest X per Nintendo Wii, fondamentalmente, sia un MMORPG terribile. Prima, però, Dragon Quest è passato per Nintendo DS e oltre a un po' di remake ha lasciato anche il bellissimo ricordo di Dragon Quest IX: Le Sentinelle del Cielo, un episodio che ci è piaciuto tantissimo soprattutto perché mescolava perfettamente con la tradizionale componente single player i primi, piccoli passi del brand nel magico mondo dell'online gaming, senza tradire le aspettative dei fan o snaturare le collaudatissime meccaniche storiche della serie. Non osiamo immaginare cosa succederebbe se Square Enix riuscisse a proporre una cosa del genere anche sulle console di nuova generazione, magari sullo stile del bellissimo Dragon Quest VIII per PlayStation 2, ma in versione next gen. Pensate a tutte le possibilità che permetterebbe la nuova tecnologia, in una nuova era all'insegna dell'interconnessione. Un minuto prima state affrontando un dungeon con gli eroi della storia, quello dopo avete premuto un pulsante e state condividendo la "main quest" insieme a un amico, il quale magari è "saltato" nella vostra partita per salvarvi le chiappe. Le opportunità offerte dai nuovi hardware permetterebbero di esplorare e approfondire quel substrato di Dragon Quest IX che faceva da perfetto contorno a un'avventura classica caratterizzata da un sistema di combattimento ancora più classico: ed è importante che questa classicità resti integra, perché va bene il progresso, va bene il cambiamento, ma il fascino di Dragon Quest è proprio il suo spirito vintage, e Dragon Quest XI dovrebbe rimanergli fedele a tutti i costi.
Suikoden II
Torniamo a parlare un attimo di remake, perché se Konami ha deciso di abbandonare il franchise, nulla ci vieta di desiderare ardentemente un remake del suo principale esponente. Che poi, a livello di gameplay, Suikoden V è stato il miglior episodio della serie, ma anche in questo caso si torna prepotentemente a parlare della nostalgia canaglia e delle ore trascorse ad esplorare quel magico mondo a 32 bit insieme a Nanami, Pilika e le altre Stelle del Destino. Un'esperienza indimenticabile, datata 1999, che aveva il pregio di stabilirsi una spanna sopra tutta quella marea di jRPG usciti per PlayStation. In molti considerano Sephiroth, il cattivone di Final Fantasy VII, come il più tremendo antagonista nella storia dei jRPG: è chiaro che non hanno mai sentito parlare di quel bastardo di Luca Blight.
Dopo Suikoden II, Konami aveva esplorato svariate meccaniche e concept, integrandoli con più o meno successo nei tre episodi successivi. Lasciando stare il deludente Suikoden IV, ci era piaciuta moltissimo l'idea della scelta dei protagonisti in Suikoden III, che cambiava parzialmente lo svolgimento della storia, e tutti quei piccoli perfezionamenti sia grafici sia contenutistici di Suikoden V, il canto del cigno della serie. Da un Suikoden II next gen vorremmo proprio questa commistione di vecchio e nuovo, e ci sembra quasi di vedere i suoi fan leccarsi i baffi al pensiero di un mondo completamente in 3D, magari in un bellissimo cel shading per preservarne l'aspetto cartoonesco. Aggiungete una regia più cinematografica - proprio quello che ci vorrebbe in alcuni dei momenti più avvincenti di quella storia fantastica - e un sistema combattimento "old school" ma perfezionato grazie alle ottime idee del quinto capitolo. Per le mani avremmo un titolo davvero incredibile, in cui l'idea cardine della serie, e cioè la ricerca delle 108 "Stelle del Destino" che popoleranno il nostro castello, potrebbe essere approfondita enormemente sia a livello narrativo sia a livello di gameplay. Ma come dicevamo all'inizio, sono solo sogni: il team di sviluppatori originale è stato sciolto da ormai un paio di anni, e Konami non sembra intenzionata a tornarci sopra. Però, insomma, anche Castlevania è stato affidato a Mercury Steam, e l'ottimo risultato è sotto gli occhi di tutti. Perciò... chissà?
... Ivalice!
Ovvero, il mondo creato per Final Fantasy Tactics. Sì, ok, è vero... un Final Fantasy in questa lista già c'è, perciò non sarebbe tanto corretto menzionarne un altro.
Final Fantasy Tactics, però, è uno dei giochi più - passateci il termine poco professionale - fichi che siano mai stati sviluppati. Nel corso degli anni ha goduto di un paio di porting (persino per il mercato mobile) e per Gameboy Advance prima e Nintendo DS dopo sono stati sviluppati due "sequel", intitolati rispettivamente Final Fantasy Tactics Advance e Final Fantasy Tactics A2: Grimoire of the Rift. Il punto è che i due sequel, per quanto molto più complessi a livello di gameplay dell'originale uscito negli anni '90, non avevano nemmeno un po' lo stesso carisma sul piano della sceneggiatura. Non è un caso se Tactics Ogre: Let Us Cling Together per PSP gode della medesima qualità narrativa, del resto anche in quel caso tirava i fili Yasumi Matsuno. E in tutta sincerità, non è che vogliamo un sequel dell'avventura di Ramza e soci: quella storia dalle tinte shakespeariane si era conclusa alla perfezione, va bene così. A noi, fondamentalmente, ci interessa tornare ad Ivalice. Abbiamo avuto un altro assaggio di Ivalice con il tanto chiacchierato Final Fantasy XII (a proposito, a quando un porting HD?) e onestamente non ci è bastato. Quell'universo è fin troppo meraviglioso per essere finito così, e se Final Fantasy XIII ha avuto ben due sequel, non vediamo proprio perché doverci accontentare del mero Final Fantasy XII: Revenant Wings per Nintendo DS, dove l'Ivalice di Matsuno era stata sfruttata pochissimo.
No, noi vorremmo tornare a percorrere quelle terre fantastiche in una versione next gen che sprema al massimo PlayStation 4, Xbox 360 e magari anche Wii U. Che il gioco sia un jRPG puro o uno strategico poco importa, in ogni caso gli artisti di Square Enix (capitanati dai pennelli degli indimenticabili Akihiko Yoshida e Hiroshi Minagawa) riuscirebbero a inventarsi qualcosa per rendere i combattimenti epici e spettacolari come meritano. Il tutto, ovviamente, preservando il meraviglioso Job System di Final Fantasy Tactics, con i personaggi in grado di cambiare mestiere e svilupparlo incrociando le varie abilità acquisite. E per quanto riguarda la storia, fermo restando che non vogliamo si tocchi quella dell'originale, non ci dispiacerebbe scoprire com'è finita con il regno di Ashe di Final Fantasy XII o cos'ha combinato Marche dopo il finale "alternativo" di Final Fantasy Tactics Advance. Insomma, di materiale su cui lavorare per sfruttare Ivalice ce n'è a iosa, e se Square Enix riuscisse a proporci un nuovo jRPG epico basato su quel mondo, saremmo molto più contenti dell'ennesimo polpettone pseudo-fantascientifico con i personaggi tenebrosi e i cattivi effeminati che piacciono tanto a Tetsuya Nomura. Garantito.