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Sul ring di EA

L'Ultimate Fighting Championship non è mai stato così bello

PROVATO di Mattia Comba   —   20/05/2014

Con vent'anni di storia alle spalle, l'Ultimate Fighting Championship è cresciuto a tal punto da diventare un fenomeno globale, capace di richiamare frotte di appassionati e riempire i palazzetti di mezzo mondo durante i tour promozionali. EA Sport aveva già provato a cavalcare l'onda della crescente popolarità delle arti marziali miste sfornando un titolo riuscito solo a metà che, per via di un sistema di controllo a tratti troppo approssimativo e confusionario, non riuscì ad imporsi come solida base di partenza per una serie di successo. L'idea e la voglia di riprovarci si sono ridestati dopo il collasso di THQ che ha permesso al colosso di Redwood di acquistare la licenza UFC ufficializzando la chiusura dell'accordo già durante la conferenza dell'E3 2012, con l'intenzione, mai dichiarata ma neanche troppo velata, di farne il seguito spirituale dell'acclamata serie Fight Night. Da allora un team composto da veterani dei picchiaduro da ring ha lavorato sodo per confezionare la miglior esperienza di arti marziali miste possibile forte di una licenza ormai capace di smuovere le masse. Siamo volati a Guildford per provare EA Sport UFC a poco meno di un mese dell'uscita, e ne siamo rimasti piacevolmente sorpresi.

Il resoconto della nostra prima, esaltante prova del nuovo EA Sport UFC

Un gamepad per domarli tutti

Per chi fosse a digiuno di MMA, spieghiamo subito che all'interno dell'octagon, ring a otto lati chiuso da solide reti in metallo, si sfidano atleti che fanno uso di una grande varietà di tecniche di combattimento derivanti dalle più svariate arti marziali: muay thai, brazilian jiu-jitsu, kung fu e boxe sono solo alcune delle discipline alle quali ogni lottatore si ispira per creare il proprio personale stile di lotta.

Sul ring di EA

Sul ring infatti sono ammessi combattimenti in piedi, a terra e in clinch, conditi da una ricca varietà di takedown, submission, prese e transizioni che fanno di questa disciplina uno sport unico nel suo genere. Questo obbliga i lottatori a combinare tecniche appartenenti a stili differenti piuttosto che a focalizzarsi solamente sulla disciplina di provenienza, imboccando un sentiero che secondo molti farebbe delle MMA un complesso stile di combattimento a sé stante. Riprendendo gli stilemi dei precedenti titoli UFC Undisputed, anche Electronic Arts ha calcato la mano su questa complessità, mettendo in piedi un gameplay profondo e simulativo, alquanto ostico da padroneggiare alla perfezione. Ad ogni tasto del pad è affidato un arto differente con cui portare il colpo, che varia di tipologia e intensità in base all'utilizzo dei tasti direzionali. Avanzare e colpire permette di sferrare colpi molto potenti sfruttando l'inerzia del corpo, mentre la levetta analogica fa eseguire al proprio alter ego virtuale colpi più spettacolari come Superman Punch, Flying Knee o potenti calci al volto eseguiti con l'aiuto della gabbia.

Sul ring di EA

Ai dorsali sono invece affidati i takedown, ovvero delle prese derivate dal wrestling e dalla lotta greco-romana con cui atterrare l'avversario infliggendogli anche un bel po' di danni. A differenza di quanto avviene nella boxe, nelle arti marziali miste è permesso ingaggiare il clinch con l'avversario, chiudendosi in un abbraccio di sangue e sudore tutt'altro che amichevole. Ginocchiate e gomitate la fanno da padrona, ma con la giusta transizione è possibile portare a terra l'avversario e guadagnare una posizione di vantaggio. Qui si apre il mondo del ground fighting, che prevede un'ampia varietà di sottomissioni e leve articolari con cui indurre il nemico al tap out utilizzando combinazioni più o meno complesse di tasti dorsali e levette analogiche. Sul fronte difensivo sono invece due i tasti utilizzare per non finire KO nei primi trenta secondi: con il trigger destro si parano i colpi, mentre premendo la levetta analogica sinistra ci si divincola dalle prese allontanando l'avversario e rimettendosi in piedi nel caso di combattimento a terra. Insomma di carne al fuoco ce n'è parecchia ed è tutt'altro che innaturale sentirsi confusi e impotenti durante i primi incontri.

Vita dura per i novellini

Ci sono voluti un paio di match prima di prendere dimestichezza con il sistema di controllo e con la grande varietà di mosse a disposizione del nostro lottatore virtuale, ma il risultato è stato molto soddisfacente.

Sul ring di EA

Il feedback dei colpi è reso alla perfezione e la sensazione di potenza degli impatti è esaltante, merito anche di animazioni fluide e della totale assenza di qualsivoglia fenomeno di compenetrazione poligonale. Ogni incontro si è rivelato estremamente adrenalinico e incerto fino all'ultimo, deciso in taluni casi da un solo, devastante colpo ben assestato. A questo proposito, il corpo dei lottatori è diviso in cinque distretti, che se colpiti ripetutamente si danneggiano in maniera più o meno grave. In sostanza, se si subiscono pochi colpi a un arto, ad esempio a una gamba, è possibile recuperarne l'uso completo, ma se la situazione degenera inizieremo a trascinarci lentamente sul ring senza riuscire a portare colpi anche solo minimamente in grado di impensierire l'avversario. La zona più delicata è ovviamente la testa, che se danneggiata rallenta il giocatore nei movimenti, costringendolo a legare in un clinch oppure a portare il combattimento a terra nell'attesa che arrivi il soave suono della campana. Come se non bastasse, bisogna anche tenere sotto controllo la barra della stamina, vera e propria riserva di energia da consumare durante il combattimento. In sua difesa, la stamina si ricarica piuttosto velocemente, consumandosi però altrettanto in fretta anche in caso di parata. Pensando a giocatori del tutto a digiuno da titoli del genere, viene naturale chiedersi se tutta questa complessità (una vera manna per i più esperti) non possa sfociare nella frustrazione.

Sul ring di EA

A tal proposito abbiamo chiesto lumi al producer Brian Hayes: "La complessità del sistema di combattimento è una parte fondamentale del titolo a cui non noi volevamo assolutamente rinunciare. L'MMA è uno sport molto complesso, e noi abbiamo voluto tradurlo in videogioco nel modo più simulativo possibile. Tuttavia i neofiti dei fighting game potrebbero trovarlo davvero tosto. Per loro abbiamo introdotto una corposa modalità tutorial e delle sfide atte a introdurli alla maggior parte delle mosse e situazioni sul ring. Poi solo con la pratica si potrà migliorare". Ne abbiamo approfittato anche per approfondire il sistema delle submission, che a una prima prova ci è sembrato fin troppo semplificato avvantaggiando chi deve sottrarsi dalla morsa dell'avversario, senza che questo arrivi a chiudere il match. "Abbiamo speso molto tempo per mettere a punto un sistema di sottomissioni bilanciato e intuitivo da utilizzare. Alla fine abbiamo deciso di affidarlo alle levette analogiche per creare qualcosa di più profondo rispetto a un classico quick time event. Le sottomissioni sono l'aspetto più strategico dei match, anche perché consumano parecchia stamina e per portarle a termine l'avversario deve essere già abbastanza stanco".

Una gioia per gli occhi

Nonostante le botte da orbi volate sul ring mentre prendevamo a cinquine i redattori della altre testate, il colpo più imponente e maestoso ci è arrivato dritto in faccia, zona oculare, direttamente dal motore grafico del gioco. Dopo la mediocre prestazione di Madden e il disastroso NBA Live 14, l'Ignite Engine mostra i muscoli e si riscatta pienamente, almeno su una console.

Sul ring di EA

Sì, perché se da un lato la versione PlayStation 4 del gioco ci ha stupito per dettagli, fluidità e pulizia grafica, dall'altra quella Xbox One è martoriata da problemi di aliasing e blur che ci auguriamo vengano aggiustati prima dell'arrivo del titolo nei negozi. In linea generale, però, EA Sport UFC è un titolo spettacolare. La presentazione da broadcast televisivo cattura pienamente le atmosfere delle arene e il calore del pubblico intento a sgolarsi a bordo ring per dare supporto al campione di turno. Le deformazioni dei corpi e dei volti a seguito dei contatti è riprodotta alla perfezione, così come tagli, lividi e sanguinamenti a match in corso. Il roster conta un centinaio di atleti, suddivisi in sei classi in base al peso, tutti riprodotti in maniera certosina sia per quanto riguarda i dettagli fisici, sia per le movenze di ingresso sul ring. Sul fronte delle modalità abbiamo intravisto la Carriera, a naso la più corposa del pacchetto, e tutta una serie di varianti multiplayer che per ovvie ragioni non ci è stato dato modo di provare. Tuttavia la sensazione è quella che l'offerta ludica sia piuttosto scarna, o quanto meno pesantemente orientata verso l'online, lasciando poco spazio per l'azione contro l'intelligenza artificiale, che non abbiamo avuto modo di testare a fondo. Andrà inoltre verificata l'effettiva varietà del parco mosse dei singoli lottatori per scongiurarne il pericolo di eccessiva omogeneità, ma complessità e profondità di gameplay uniti a un comparto tecnico di prim'ordine, almeno su PlayStation 4, hanno già fatto alzare l'asticella dell'hype oltre i livelli di guardia.

CERTEZZE

  • Graficamente sontuoso...
  • Sistema di controllo complesso e appagante
  • Raccoglie tutta l'atmosfera della UFC

DUBBI

  • ...ma su Xbox One è ancora indietro
  • Modalità tutte da verificare