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L’ultimo drago

Il terzo Dragon Age sarà per Bioware la prova del fuoco per una serie in cerca della miglior formula possibile

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   11/06/2014

Un mondo diviso e messo in pericolo dalla guerra tra maghi e templari viene improvvisamente posto sull'orlo del baratro dall'apertura di brecce su un universo parallelo, finestre su una dimensione misteriosa da cui fuoriescono nuovi, mostruosi nemici. Ovviamente i fatti raccontati da Dragon Age: Inquisition finiranno per dimostrarsi collegati, in qualche modo, e il giocatore si troverà presto coinvolto in una sola epica battaglia per riportare l'ordine dove regna il caos, ma bisogna dire che BioWare ha scelto una premessa ambiziosa e aperta a mille sviluppi. D'altra parte la componente narrativa è da sempre il punto forte dei giochi di ruolo firmati dallo sviluppatore canadese, che anche in questa occasione non si vuole tirare indietro ma intende aggiungere altre variabili alla sua formula per l'esperienza ruolistica ideale, tentando di rimettere sul miglior binario una serie che si è parzialmente persa per strada. Quantomeno stando a sentire molti fan delusi dal secondo capitolo. Abbiamo osservato il titolo in arrivo il prossimo 7 ottobre su sistemi di vecchia e nuova generazione, oltre che su PC, durante un evento dedicato tenutosi nello stand Electronic Arts dell'E3 in corso.

Dragon Age: Inquisition intende sconvolgere ancora una formula che già tanto ha cambiato

Far vedere chi comanda

Molti elementi tipici della saga Dragon Age tornano in Inquisition potenziati, a partire dalle fondamenta di un gameplay basato sul controllo di un team di quattro personaggi livellabili indipendentemente e appartenenti ad un totale di quattro razze e tre classi.

L’ultimo drago

Il roster di eroi arruolabili conterrà molti volti inediti e qualche cavallo di ritorno, proponendosi, così è stato promesso, come il più vasto di sempre. Anziché limitarci in ambienti di piccole o medie dimensioni, questa volta ci si potrà muovere all'interno di spazi più ampi, intere regioni esplorabili liberamente e dotate di un dinamismo che dovrebbe dar modo all'utente di percepire il suo impatto sull'ambiente circostante. Per la prima volta in assoluto ci saranno delle cavalcature, sia nelle forma dei classici cavalli sia in quella di bestie esotiche, come una lucertola gigante. Nella demo osservata il party si muoveva all'interno di una lussureggiante foresta caratterizzata dai tipici colori autunnali, spostandosi verso la fortezza di Redcliff che, come ultimo obiettivo, sarebbe stata oggetto di conquista. Prendendo possesso di questi avamposti si avrà accesso a opzioni quasi da gioco gestionale, con tanto di miglioramenti difensivi, truppe da mandare in avanscoperta e missioni ad hoc.

L’ultimo drago

A seconda delle scelte fatte, nuove missioni si renderanno disponibili e modifiche all'ecosistema saranno via via più evidenti. Dedicandosi all'eliminazione della fauna locale e sviluppando il commercio, ad esempio, i boschi non saranno più percorsi da orsi e altre bestie feroci ma in compenso ci si troverà ad affrontare il problema della presenza di ladri e banditi. Non sappiamo quale sarà il peso di questo ulteriore strato di profondità nell'economia dell'esperienza, ma è stato garantito che Dragon Age: Inquisition è e rimarrà innanzitutto un gioco di ruolo. Per dimostrarcelo ci è stato spiegato che un totale di duecento poteri saranno sbloccabili attraverso i soliti alberi delle abilità, mentre raccogliendo i giusti materiali si avrà accesso ad un nuovo sistema di crafting che darà anche modo di creare pezzi di equipaggiamento personalizzati, con l'aspetto e statistiche ben precise a seconda delle nostre necessità.

Azione o tatticismo?

Il rapporto tra personaggi tornerà ad avere un ruolo fondamentale, determinando lo svolgimento delle quest e in certi casi risultando nell'accesso a certe aree piuttosto che altre. Ovviamente torna una delle firme di BioWare, ovvero i dialoghi a scelta multipla, sperando che la tendenza di imporre decisioni prive di grosse sfumature in favore di posizioni fin troppo nette venga un po' mediata.

L’ultimo drago

Frutto di una mediazione è invece di certo il sistema di combattimento, che prende molto dal secondo capitolo ma cerca anche di accontentare chi rimpiange il primo. Limitandosi ad affrontare la sfida in tempo reale ci si troverà davanti a un'impostazione molto action e frenetica, mentre passando alla telecamera dall'alto, completamente libera, si aprono opzioni tattiche in numero maggiore che includono il posizionamento preciso di ciascun membro della squadra e la scelta delle singole magie o abilità. Se questo sia sufficiente per ridare lustro all'immagine un po' sbiadita di Dragon Age non lo sappiamo, però il combattimento contro l'enorme drago a cui abbiamo assistito sembra quantomeno dire che ci saranno scontri epici dove l'uso della testa sarà fondamentale. Un nuovo contatore, quello per il potere Focus, darà inoltre accesso a magie "di squadra", da utilizzare nel momento giusto per avvantaggiarsene al massimo: sempre contro l'enorme essere alato abbiamo visto lo sviluppatore usare uno di questi poteri speciali, rallentando il tempo e garantendosi un grosso vantaggio per infliggere una cospicua quantità di danni.

L’ultimo drago

Il tutto mosso ovviamente dalla terza versione del motore Frostbite di DICE, che nell'ultimo anno sembra aver permesso ad Inquisition di fare notevoli passi in avanti. L'illuminazione è ora molto riuscita e le valli che circondano il bosco entro cui era confinata la demo prima di raggiungere Redcliff regalavano scorci davvero notevoli. D'altra parte la quantità di dettagli e la ricchezza poligonale, per non parlare dell'espressività dei volti, di un The Witcher 3 sembrano ancora lontani, ma non bisogna dimenticarsi che uno è un prodotto cross gen mentre l'altro uscirà, tra l'altro diversi mesi dopo, solo su PlayStation 4, Xbox One e PC. Più che la grafica buona ma non rivoluzionaria, quello che vorremmo capire di Dragon Age: Inquisition è quanto davvero BioWare sia riuscita a far tesoro dei feedback ricevuti negli ultimi anni. Di certo c'è l'ambizione di fare bene e ridare lustro alla serie, una volontà che nella dimostrazione concessaci trapelava piuttosto chiaramente, anche se un'esperienza di questa portata non potrà essere giudicata davvero se non dopo averci messo le mani sopra e speso qualche decina di ore. Gli amanti dei giochi di ruolo devono necessariamente restare sintonizzati.

CERTEZZE

  • Bioware sembra aver fatto tesoro di determinati feedback
  • Regioni ampie e liberamente esplorabili
  • Il giocatore dovrebbe avere un impatto sul mondo circostante...

DUBBI

  • ...anche se la portata di questa caratteristica deve essere testata
  • Sistema di combattimento che dovrà coniugare anime molto diverse