Uno dei grandi meriti di From Software e della serie Souls è di essere riusciti a creare dal nulla uno dei fenomeni più interessanti della passata generazione di console. Nato inizialmente come titolo destinato al mercato giapponese, Demon's Souls riuscì a imporsi sul panorama internazionale grazie all'adozione di meccaniche rudi e punitive, calando il giocatore all'interno di un contesto poco amichevole che a differenza di molti dei titoli odierni evitava di prenderlo per mano e guidarlo lungo tutta l'avventura coccolandolo con scelte di game design volte a preservarne l'integrità.
Ti discosti un pochino dalla zona di combattimento e la vita si rigenera automaticamente, i movimenti sono sempre veloci e reattivi nonostante equipaggiamento e inventario, e una volta morto il checkpoint automatico ti riporta a pochi metri dal luogo della disfatta. Beh, dimenticatevi tutto questo. Se conoscete i titoli From Software sapete bene che la serie Souls, una saga di giochi di ruolo action molto più vicini alle controparti occidentali che ai jRPG, ha riportato in auge un tipo di esperienza contraddistinta prevalentemente da una difficoltà punitiva e nettamente superiore alla media, a cui fa da sfondo un mondo di gioco incredibilmente sfaccettato, ricco ed evocativo. Grazie a una direzione artistica notevole e all'ottimo design di nemici e ambientazione, lo zoccolo di appassionati si è allargato ad ogni nuova uscita, tanto da convincere i programmatori a far uscire la consueta edizione comprensiva di tutti i contenuti scaricabili rilasciati post lancio anche sulle console di nuova generazione, in una versione che non poteva esimersi dal mostrare un comparto tecnico rinvigorito dalla maggiore potenza computazionale messa a disposizione da Microsoft e Sony. Dark Souls II: Scholar of the first Sin si presenta quindi come l'edizione definitiva di uno dei giochi di ruolo più apprezzati dello scorso anno: preparatevi a morire, questa volta a 1080p.
Scholar of the first Sin ci mette al cospetto di un Dark Souls II più ricco e visivamente migliorato
Vecchie conoscenze
A poco più di un mese dall'uscita, abbiamo avuto la fortuna di provare in esclusiva italiana una versione quasi completa del titolo, stringendo tra le mani un pad PlayStation 4. L'impatto, come al solito, è stato brusco e privo di convenevoli. Ci siamo ritrovati nei panni di un Guerriero di livello 31 a camminare tra i ruderi evocativi della Torre della Fiamma di Heide, un'ambientazione caratterizzata da pochi nemici ma tutti piuttosto grossi e pericolosi. Essere catapultati nel mezzo dell'azione in un titolo del genere dopo quasi un anno di completa astinenza ci ha portato più e più volte a far visita al falò, ma ad ogni tentativo abbiamo preso sempre maggiore dimestichezza con le meccaniche di gioco fino a ritrovarci pienamente a nostro agio nelle ostili terre di Dark Souls 2.
Dopo aver fatto fuori un po' di cavalieri bardati di tutto punto e armati con spadoni e mazze chiodate, siamo arrivati al cospetto del primo boss, il Cavaliere dei Draghi, un grosso guerriero armato di scudo e alabarda, vecchia conoscenza degli appassionati del titolo. Come al solito, approcciare il combattimento prestando particolare attenzione al pattern d'attacco del nemico e muoversi con circospezione è fondamentale per sopravvivere e collezionare le preziose anime in premio. Oltre alle meccaniche di attacco e di studio dell'avversario tipiche di Dark Souls, questo boss evidenzia un'altra delle peculiarità della serie: le ambientazioni sono mutevoli e per attraversarle con successo dobbiamo esplorarne ogni anfratto in cerca di marchingegni, interruttori e meccanismi da attivare. Tirando una serie di leve incastonate nelle colonne sparse per lo schema prima di raggiungere il boss, infatti, andremo ad allargare l'area di combattimento guadagnando spazio essenziale per schivare gli attacchi del cavaliere. Fendenti particolarmente insidiosi visto l'ampio raggio d'azione della sua alabarda. Archiviata la questione e attraversato il tunnel di collegamento, siamo giunti al Pontile Desolato, dove abbiamo apprezzato tutte le modifiche apportate ai nemici presenti nell'area. A differenza del titolo originale, gli ostili sono stati rivisti sia nel posizionamento che nella curva di difficoltà. Sfruttando i numerosi anfratti e le zone di buio, magnificate dal nuovo sistema di illuminazione, molti nemici di basso livello sono stati posizionati in punti ciechi che ci hanno costretto a proseguire a tentoni e con lo scudo sempre alzato, sostenendo la tensione ad ogni passo anche meglio di quanto fatto lo scorso anno. Sebbene non vi siano modifiche nella storia e nello svolgersi degli eventi infatti, queste piccole implementazioni bastano e avanzano a rinvigorire un titolo che è stato capace di appassionare orde di videogiocatori grazie ad un gameplay peculiare che Scholar of the first Sin riesce ad esaltare ulteriormente. I nemici dislocati nel Pontile Desolato, ad esempio, non sono particolarmente forti, ma come ben sa ogni appassionato della saga, basta farsi cogliere di sorpresa e qualsiasi minaccia può rivelarsi letale.
Fascino senza tempo
Dall'uscita delle nuove console abbiamo fatto pratica con edizioni remastered o definitive edition che dir si voglia, e già sappiamo cosa dobbiamo aspettarci da questo Dark Souls 2. Oltre al gioco base accompagnato dai tre apprezzati contenuti scaricabili rilasciati negli ultimi mesi, Scholar of the first Sin mette mano anche al comparto grafico, non particolarmente brillante sull'hardware di vecchia generazione. Questo ha permesso di ottenere dei miglioramenti notevoli, ma rimane palese la matrice "old gen" del progetto che nonostante tutto palesa evidenti limiti nella resa di certe texture e nella definizione di alcuni elementi di contorno. Un esempio su tutti è l'acqua che fa da sfondo all'affascinante ambientazione della Torre della Fiamma di Heide, che ha un aspetto ancora troppo denso e oleoso, sicuramente migliorato rispetto al titolo originale ma lontano dalle potenzialità delle attuali console.
Mentre le strutture diroccate e semi distrutte che emergono dal mare come scheletri di una civiltà oramai perduta godono di una notevole pulizia e cura per il dettaglio, alcuni elementi dello scenario soffrono di linee spigolose e texture poco convincenti. Se invece volgiamo lo sguardo su effettistica, luci, movimenti dei vestiti e qualità della vegetazione il passo in avanti ci è sembrato piuttosto marcato, sia in termini di risoluzione che di pulizia. In tal senso, aggirandoci per le tenebrose atmosfere del Pontile Desolato abbiamo apprezzato tantissimo il lavoro fatto sull'illuminazione, con le torce sospinte dal vento che illuminano gli anfratti in maniera più dinamica e realistica contribuendo a celare i nemici nell'ombra. La sensazione, visti i limiti di cui sopra, è quella che questa edizione di Dark Souls 2 sia un corposo assaggio di quello che potrebbe essere il futuro della serie. L'assenza dei limiti tecnici del passato ha permesso agli sviluppatori di implementare una nuova modalità online che coinvolgerà un numero maggiore di giocatori, ma che potremo provare solo all'uscita del gioco. Inoltre rimettere mano alle varie ambientazioni ha permesso di aggiungere nuovi personaggi non giocanti, rivedere il posizionamento di alcuni nemici, aggiungere scorciatoie e tantissime nuove righe di testo alla descrizione di oggetti ed equipaggiamento. L'intenzione è quella di espandere ulteriormente l'affascinante universo di Dark Souls 2 e offrire nuovi contenuti anche a coloro hanno speso decine se non centinaia di ore sul titolo in occasione dell'uscita, che oltre a riprovare l'ebbrezza di confrontarsi nuovamente con la creatura From Software, qui limata e aggiornata sotto molteplici punto di vista, potranno approfondire ulteriormente la mitologia di questa affascinante saga.
CERTEZZE
- Salto generazionale riuscito
- Background ulteriormente ampliato
- Profondo e spietato, ma sempre appagante
DUBBI
- Novità sull'online ancora da verificare
- Per alcuni potrebbe risultare un acquisto superfluo