Skylanders, Disney Infinity e in un certo senso anche gli amiibo hanno dimostrato che c'è tanto spazio nel mercato attuale per i videogiochi-giocattolo. Una scia sulla quale i videogame della serie LEGO hanno tutto il diritto di provare a inserirsi per tentare di reclamare la loro fetta della torta, visto che si parla di una proprietà intellettuale che nasce proprio come giocattolo. La commistione tra mattoncini in pixel e mattoncini in plastica rappresenterebbe, dunque, la congiunzione ideale di due discorsi che finora si sono sviluppati su binari paralleli.
Una direzione verso cui il Producer Mark Warburton ci confessa che in Traveller's Tale e Warner Bros. Interactive si stava guardando da lungo tempo, ma che si è atteso di intraprendere fin quando fosse percorribile esattamente nei modi e nei termini che si avevano in testa. Un cammino che finalmente si può cominciare a percorrere oggi, con LEGO Dimensions, proposta che di primo acchito sembra ricalcare pedissequamente quanto offerto dalla concorrenza: abbiamo difatti una pedana (il Toy Pad) e una serie di personaggi e accessori prefabbricati che è possibile posizionare sopra di essa (Batman, Gandalf, Wyldstyle e LEGO Batmobile quelli nello Starter Pack). A questo però Dimensions dovrebbe aggiungere farina del suo sacco, visto che non sarebbe stato possibile parlare legittimamente di LEGO senza coinvolgere una componente di costruzione, e Warburton e soci promettono che questa costituirà un aspetto fondamentale dell'esperienza di gioco. Se vi si sono drizzate le antenne, a questo punto forse fareste meglio ad arginare gli entusiasmi, dato che com'è noto LEGO Dimensions non sarà distribuito ufficialmente in Italia. Anche se in realtà, probabilmente, chissà...
Abbiamo provato LEGO Dimensions, guanto di sfida di Warner Bros. a Skylanders e Disney Infinity
LEGO All Star
LEGO Dimensions è innanzitutto un contenitore al cui interno viene riversato parte dello sterminato patrimonio di Warner Bros.. Oltre ai già noti The LEGO Movie, Ritorno al Futuro, Il Signore degli Anelli, DC Comics, LEGO Ninjago e Il Mago di Oz nel gioco confluiscono anche Doctor Who, Scooby Doo, Ghostbusters, I Simpsons, Jurassic World e perfino Portal (sì, quel Portal!) e il catalogo arcade della compianta Midway.
Ciascuno ha il suo mondo dedicato, che sarà proposto in un certo ordine durante la Modalità Storia (a cui si affiancherà il consueto Free Mode), ma niente impedisce di mischiare le cose, servendosi del Toy Pad per far piombare personaggi e accessori che non c'entrano nulla e divertirsi a vedere il tipo di conseguenze che si verranno a creare. Proprio l'incontro-scontro tra dimensioni tanto diverse è alla base della storia e dei temi portanti dell'avventura, che si sviluppano proponendo elementi iconici di ciascuna per mescolarli in maniere imprevedibili e, per quanto visto, realmente spassose, creando una raffica di gag e situazioni paradossali generalmente ispirate. Tutto parte dai diabolici piani di Lord Vortek, super cattivo che ha trovato la chiave per la distruzione di ogni singolo mondo LEGO. Cominciano così ad aprirsi una serie di portali dimensionali, che provocano radicali sconvolgimenti nell'equilibrio universale. Nelle prime fasi di gioco vediamo Batman, Gandalf e Wyldstyle venir risucchiati dai loro rispettivi immaginari e formare un improbabile trio di eroi alle prese con situazioni altrettanto improbabili. Il Cavaliere Oscuro, in particolare, sembra fin troppo propenso a prendersi sul serio apparendo non particolarmente sveglio, e rendendosi protagonista di una serie di siparietti davvero esilaranti.
Clash of the multiverse
Il gioco fuori dal gioco comincia con un tutorial "digitale" per ricostruire sul Toy Pad lo stesso portale che si vede a inizio avventura. Messi a punto i preliminari, ci siamo ritrovati all'improvviso nell'incantevole (ai limiti dello stucchevole) mondo del Mago di Oz. Ambiente caratterizzato con il solito polso che Traveller's Tales ha già ampiamente dimostrato di possedere in passato, ricostruendo in maniera ispirata i tratti salienti delle proprietà intellettuali su cui lavora.
Dopo un breve incontro con i protagonisti del classico del 1939, prima di finire risucchiati in un portale che li porterà chissà dove, abbiamo cominciato a giocare a quello che a tutti gli effetti è il classico titolo LEGO: un action-platform simpatico e all'acqua di rose, in cui affrontare combattimenti, enigmi e sfasciare quanta più roba per collezionare pezzetti, potendo passare in rassegna tra diversi personaggi, ciascuno con abilità specifiche che consentono di risolvere determinati puzzle o scoprire particolari zone. A un certo punto siamo stati invitati a mettere sul Toy Pad un pupazzetto di Scooby Doo, vedendolo apparire istantaneamente in-game, come personaggio selezionabile. Non contenti, subito dopo gli sviluppatori ci hanno passato un modellino della DeLorean di Ritorno al Futuro, chiedendoci di scoprire se Scooby sapesse guidare. Appena arrivata in gioco ci siamo saliti sopra, scorrazzando per le rigogliose colline che ci circondavano sconquassando qualsiasi cosa incontravamo sulle note di Somewhere Over the Rainbow, mentre Scooby faticava visibilmente, nel tentativo di guidarla, con i modi impacciati che lo contraddistinguono. Un quadretto che aveva del surreale. Un'altra funzione del Toy Pad ci è stata illustrata quando in scena hanno fatto irruzione la Strega dell'Ovest e il suo esercito di scimmie volanti, che hanno confinato i nostri eroi in un'area delimitata magicamente, per poi prenderli di mira con i loro attacchi: al culmine della battaglia, quando Gandalf è stato imprigionato da un raggio magico, l'area della pedana sotto cui stava il suo pupazzo ha cominciato a emettere una luce rossa. Invitati a spostare quest'ultimo in una zona "sicura" del Toy Pad, siamo riusciti a liberarne l'alter ego digitale dal maleficio.
La paura non ha confini
Successivamente ci siamo spostati in un livello ambientato nel mondo di Scooby Doo, ricreato in maniera strepitosa attraverso una soluzione molto simile al cel shading mirata a dare l'idea di trovarsi dentro un cartone animato, senza rinunciare, tuttavia, a conservare di fondo il rendering "giocattoloso" tipico dei videogiochi della serie LEGO, mantenendo perciò una percepibile coerenza con il resto. Chapeau. L'obiettivo era quello di entrare dentro una casa (presumibilmente infestata) trovando le chiavi dei tre lucchetti che la chiudevano.
Per farlo occorreva esplorare i paraggi, investigare e risolvere alcuni semplici puzzle. In questi frangenti, la soluzione più rappresentativa del corso che Dimensions vuole inaugurare l'abbiamo vista nel momento in cui attorno alla testa di Wyldstyle è apparso un alone violaceo. "È il segnale che le è venuto in mente qualcosa", ci ha spiegato Mark, invitandoci poi a guardare il Toy Pad. Un'area del supporto stava effettivamente brillando dello stesso colore, così abbiamo spostato la miniatura della protagonista di The LEGO Movie sopra di essa, permettendo alla sua controparte digitale di compiere un'azione speciale, che consiste nell'aprire portali per convocare gente da altre dimensioni. In scena è così arrivato un gruppo di giardinieri del mondo del Mago di Oz, che hanno tagliato prontamente una zona erbosa, rivelando una delle chiavi. "È una delle funzioni con cui vogliamo dimostrarvi che il Toy Pad non è soltanto un congegno per far apparire personaggi", ha osservato Warburton. Altre riguardano la commutazione dei veicoli, che possono tutti assumere tre configurazioni diverse (ascrivibili tendenzialmente a terra, aria e acqua). E ce ne dovrebbero essere altre ancora, tra cui chiaramente alcune legate alla costruzione e alla creatività, allo specifico di LEGO insomma, sulle quali tuttavia Warner Bros. Interactive intende riservarsi futuri annunci. Saranno sicuramente un fattore determinante per decretare in quale via di mezzo si porrà la reale portata di Dimensions tra due estremi. Quello che ci ritroviamo allo stato attuale, ovvero un "semplice" gioco della serie LEGO con un cast e una serie di location ben al di sopra della media in abbinamento a degli extra simpatici (a patto di non risultare troppo costosi). E la realizzazione del sogno di sempre, di costruire il proprio galeone, il robot o caccia interstellare in grado di dare la birra a un Ala-X e vederlo poi prendere letteralmente vita, sebbene solo dentro a uno schermo.
CERTEZZE
- Tantissimi universi, splendidamente caratterizzati
- Qualche nuova implementazione interessante
DUBBI
- Reale apporto del Toy Pad ancora da verificare
- Per il momento non è prevista l'uscita in Italia