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Terre selvagge

La nostra anteprima esclusiva dello sparatutto Ubisoft

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   16/06/2015

The Division, Rainbow Six Siege e ora Tom Clancy's Ghost Recon Wildlands. Il catalogo di titoli di prossima uscita prodotti da Ubisoft e appartenenti al genere degli sparatutto d'azione sta rapidamente salendo. Una saturazione pericolosa, nonostante si tratti di esperienze abbastanza diverse tra loro, perché colma ulteriormente un mercato già di per sé piuttosto congestionato. E nonostante questo la nuova esperienza presentata da Yves Guillemot ci ha affascinato, coinvolto e incuriosito. Un mondo aperto ricco di contenuti, un team di soldati armati fino ai denti dotati degli ultimi ritrovati tecnologici e alcuni accorgimenti piuttosto innovativi, lo rendono uno di quei prodotti da tenere assolutamente sott'occhio per chi vive di pane e pallottole virtuali. Certo è indietro, molto indietro e da qui all'uscita dovrà crescere e migliorare tanto per rispondere alle aspettative del pubblico. Lo abbiamo visto, in esclusiva, nel corso di un evento che precede di poche ore l'apertura dell'E3 2015.

Ubisoft spiazza tutti con l'annuncio di Ghost Recon Wildlands, ambizioso sparatutto cooperativo

Bolivia virtuale

"Dopo tre anni di duro lavoro siamo orgogliosi di presentarvi Ghost Recon Wildlands. Vogliamo mostrare una versione già rifinita delle meccaniche di gioco, nonostante non sia assolutamente vicino al completamento. È il primo prodotto del suo genere a essere sperimentabile all'interno di un mondo aperto anche in modalità cooperativa", con queste parole veniamo introdotti all'interno della stanzina dove Ubisoft ha raccolto la stampa di settore invitata all'evento. Sullo schermo parte la demo giocata in tempo reale e in un secondo ci troviamo in Bolivia, Paese che nell'universo narrativo di Ghost Recon Wildlands è una terra corrotta, controllata da personaggi soliti trafficare in narcotici e armi, pronti a tutto per estendere il loro controllo sulla regione.

Terre selvagge

Individui come Luis El Chango Alvarez, un narcos che nella storia era una pedina fondamentale per catturare Nina Flores, il nostro obiettivo finale. Per portare a termine questo semplice compito, Ubisoft ha iniziato la presentazione mettendoci al cospetto di un piccolo scorcio della mappa: i quattro personaggi che giocavano in cooperativa, i soldati d'élite Ghost che danno il nome alla serie, partivano da altrettanti angoli diversi della gigantesca area che comporrà l'unico ambiente che farà da sfondo alle vicende, visitabile senza mai scontrarsi con alcun caricamento. Foreste, montagne innevate e deserti: la varietà non manca e la scelta di ambientarlo in Bolivia è parsa subito sensata, vista la ricchezza naturalistica dello stato sud americano.

"È sempre possibile iniziare più missioni contemporaneamente, comportarsi come meglio si crede", ci viene spiegato. In Ghost Recon Wildlands non c'è un ordine preciso per portare a termine i contenuti offerti dalla campagna; nelle intenzioni del team di sviluppo ci sarà un solo mondo aperto al cui interno muoversi a proprio gusto e svolgere come meglio si crede le sequenze che compongono i diversi filoni narrativi paralleli. Dopo pochi minuti, uno dei Ghost si avvicina ad una costruzione in un bosco, fa fuori un paio di guardie e cattura uno scagnozzo in possesso di un'informazione sensibile, la posizione di Alvarez. "Questa è solo una delle opzioni, gli operativi avrebbero potuto recuperare questo dettaglio in altro modo".

Terre selvagge
Terre selvagge

La cooperativa può essere attivata e disattivata in ogni momento e i giocatori non sono costretti a restare vicini. Da soli o in compagnia le cose non cambiano insomma, ci si muove sempre all'interno dello stesso ambiente e la campagna è una sola. I giocatori, tra l'altro, possono collaborare oppure muoversi individualmente, per poi riunirsi alla bisogna. La Bolivia di Ghost Recon è una terra pericolosa e Ubisoft vuole fare di tutto per ricordarcelo ad ogni occasione: il punto d'incontro che gli sviluppatori intenti a giocare si sono dati durante la demo, vicino al secondo obiettivo che avrebbero preso d'assalto da lì a poco, è puntellato da una serie di cadaveri appesi per il collo, lasciati a marcire come monito per tutti coloro volessero ribellarsi al cartello locale. Sono dettagli come questi che dovrebbero dare l'idea della pericolisità di una terra selvaggia, quella in cui si muoverà il soldato del giocatore e i suoi tre compagni di squadra. Trattandosi di un open world, Ubisoft si è ovviamente preoccupata di realizzare scorci vivi e popolati, "ci sono centinaia di avamposti abitati da cittadini normali e affiliati al cartello del posto", ci viene detto mentre un drone sorvola il campo dove Alvarez viene detenuto. Nella demo un paio di Ghost si avvicinano al piccolo villaggio mentre gli altri si posizionano in una zona sopraelevata, pronti a dare supporto. La telecamera inquadra sempre in terza persona, avvicinandosi quando si prende la mira, ma rispetto ai soliti sparatutto con la visuale fissa dietro le spalle, c'è maggior libertà di movimento e interazione con l'ambiente. Similmente si può sempre decidere se adottare un approccio furtivo oppure più deciso, violento. "La sincronizzazione perfetta tra i membri del team è un aspetto centrale per ottenere i risultati sperati", un elemento che per il momento è difficile da valutare visto che la popolazione di nemici non è parsa particolarmente reattiva. L'intelligenza artificiale è, infatti, parsa ancora piuttosto primitiva.

Gioco di squadra

Per meglio coordinare le operazioni, i Ghost hanno a disposizione strumenti come il drone, visto anche durante il primo filmato rilasciato, fondamentale per marcare gli avversari e renderli così visibili ai compagni. Nella dimostrazione gli sviluppatori hanno scelto di sfruttare il supporto del cecchino per distrarre i nemici, mentre gli operativi più vicini al punto caldo dell'azione si avvicinavano all'eliporto che custodiva un prezioso elicottero. "Si tratta del più grande open world per un titolo d'azione mai creato da Ubisoft: tutto quello che vedete è raggiungibile dal vostro alter ego. L'intero mondo è un ecosistema che si anima autonomamente".

Terre selvagge
Terre selvagge

Ci sono fazioni di ribelli in lotta tra di loro e civili, zone diverse che hanno funzioni differenti all'interno di questo ecosistema. Per spostarsi non solo ci saranno gli elicotteri ma anche barche e ovviamente diversi mezzi di terra. Una delle opzioni più spettacolari per spostarsi da una zona all'altra è ovviamente quella di lanciarsi dall'alto, ed ecco che durante la demo ci viene mostrato come in qualsiasi momento sia possibile paracadutarsi e fluttuare fino a terra, lasciando a un altro compagno di cooperativa l'onore di riportare a terra il velivolo. Con questa tecnica il team di quattro che teneva la demo ha raggiunto il campo di prigionia dove veniva trattenuto Alvarez, un vecchio insediamento composto da case in rovina e presidiato da un gran numero di nemici. Anche qui, per il momento all'ambiziosissima portata di un progetto che punta così tanto sulla libertà fanno da contraltare una realizzazione tecnica piuttosto imprecisa, specialmente per quanto concerne gli effetti e la pulizia generale, anche tra le interazioni poligonali, e la già citata intelligenza artificiale zoppicante. Certo, sfrecciare inseguiti dai nemici sulla superficie di quello che un tempo era un lago salato, trasportando il nostro prigioniero fino al punto di raccolta e organizzare l'estrazione, è spettacolare e se dovesse essere solo una di molte situazioni simili potrebbe essere il preludio per un'esperienza esaltante. La data d'uscita è ancora distante, posizionandosi probabilmente a 2016 inoltrato su PlayStation 4, Xbox One e PC, e di sicuro avremo modo di tornarci sopra più volte. Torneremo a parlarne presto.

CERTEZZE

  • Ambiziosa cooperativa a quattro in una ambiente aperto
  • Opzioni tattiche varie e ben studiate
  • Un mondo di gioco vastissimo

DUBBI

  • Tecnicamente ancora molto migliorabile
  • L'intelligenza artificiale è parsa, per ora, imprecisa