Provare a spiegare Willy Chyr's Relativity è un'impresa ardua. Il fact sheet ufficiale ci dice che il gioco ripensa le leggi dell'universo, facendoci navigare un "mondo" in cui la gravità non funziona come dovrebbe, dove siamo noi a decidere come manipolarla. Concetti piuttosto difficili che, visivamente, si traducono in un gioco che sembra pescare a piene mani dalle geometrie ardite di Escher, e di converso da un titolo come Echochrome, ma anche da Inception, e più specificatamente dalla scena in cui Parigi si chiude su sé stessa. Un sogno ad occhi aperti, messo in scena da una grafica minimalista, geometrica e pulita.
Manipoliamo le leggi della fisica come vogliamo in Willy Chyr's Relativity
Banalmente Relativity potrebbe essere il gioco in cui si cammina sui muri. Di fatto, questa è la prima cosa che Willy ci dice di fare. E così facciamo: quello che prima era un ostacolo ora è il nostro nuovo pavimento. Questo è il grado zero del progetto, però. Relativity è prima di tutto un puzzle game. In tal senso, le meccaniche di gioco sono relativamente (scusate il gioco di parole) semplici. Basta solo posizionare dei blocchi colorati su particolari piastrelle dello stesso colore per aprire porte ed andare avanti nel livello. Peccato solo che, quando un muro e un blocco non sono dello stesso colore, quest'ultimo si, ehm, blocchi, dando il la a situazioni da sfruttare per superare l'impasse.
Abbiamo visto come i blocchi sbagliati possono essere sfruttati come ripiani per portare il blocco "guida" più in alto, ruotando il muro per portarlo nella giusta direzione. Difficile da spiegare, ma guardando giocare Willy non ci è sembrato particolarmente cervellotico.
Certo è che, di primo acchito, la manipolazione della gravità non è molto immediata ed è facile perdersi nel provare a ruotare tutti i muri per cercare di capire cosa fare. I puzzle visti erano fondamentalmente di questa tipologia, ma ci è stato assicurato che non saranno gli unici, che insomma la varietà e la diversificazione saranno punto di forza del gioco. Se poi volessimo smettere di giocare, di avere uno scopo, in Relativity potremmo sempre darci all'esplorazione. Willy ha caricato due livelli aperti in cui ci è stata mostrata la strana fisica alla base del titolo. Non c'è un su e giù come nel nostro mondo. Tutto è relativo, e tutto non ha fine. Ci si muove in veri e propri paradossi della prospettiva, dove precipitando verso il basso ricadremo sulla piattaforma dalla quale abbiamo spiccato il salto. In questi livelli c'è poco da fare, se non esplorare questi mondi alieni terribilmente geometrici, divertendoci a camminare invertendo la gravità alla bisogna. Visivamente, il titolo nella sua estrema semplicità è davvero affascinante. Queste enormi torri e figure geometriche contorte sono i nostri punti di riferimento, i nostri ostacoli da superare, ma anche i ponti e i camminamenti per superarli. Non c'è danno da caduta, non c'è gravità, c'è solo da muoversi per arrivare in quel posto che fatalmente può esser quello da dove siamo partiti. Terribilmente d'atmosfera anche il comparto sonoro: i nostri passi sono sottolineati da una forte eco, mentre quando posizioniamo questi blocchi negli interruttori un suono "alieno" ci notifica di aver fatto la mossa giusta. Gioco o esercizio di stile? Willy Chyr's Relativity è un po' l'uno e un po' l'altro. Il mondo di sogno del solitario designer americano è affascinante, ma ha bisogno di una buona varietà di puzzle per andare oltre un ottimo spunto di partenza. Sarà così? Ce lo auguriamo, visto che il gioco non uscirà a breve: si parla infatti di un generico 2016.
CERTEZZE
- Concept davvero interessante
- Stile grafico minimalista affascinante
DUBBI
- Puzzle game o semplice esperienza visiva?