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E se Xbox One fosse l'ultima console Microsoft?

Nome in codice: accentramento

SPECIALE di Simone Marcocchi   —   21/07/2015

Per anni Microsoft - all'esatto opposto rispetto ad Apple - ha lavorato nei suoi reparti di ricerca e sviluppo a compartimenti stagni, creando una sorta di competizione tra settori. Questo non ha portato enormi vantaggi, almeno apparentemente, ma è comunque una reliquia del passato: ora tutto concorre ad avere una strategia ben precisa, meticolosa e studiata a tavolino, che vuole accentrare ogni settore periferico, da Office al gioco, per poi verticalizzare il tutto in una visione comune che si possa allo stesso tempo sposare ad ogni realtà specifica. A noi in particolare sta a cuore il settore del gaming e, dopo il disastroso fallimento su PC del "Games for Windows Live", ora, grazie a Windows 10 ogni rapporto che si verrà a formare tra il giocatore e lo store di Microsoft porta in dote il nome iconico della sua piattaforma da gioco casalingo, Xbox. Dimentichiamo quindi Windows 7 o il suo seguito, saltiamo anche il numero nove, che potrebbe confondere alcuni software con le versioni 9x degli anni novanta: a tutti i regolari clienti verrà data una copia gratuita del nuovo sistema operativo; tabula rasa e si riparte da zero. Anche per questo "W10" sembra che l'obiettivo principale della casa di Redmond sia creare un ecosistema unico: dalla telefonia ai tablet, dal gioco al lavoro. Tornando quindi al discorso Xbox, la piattaforma virtuale, su PC non verrà tentato un discorso di concorrenza al gigantesco bacino di utenza di Steam, come fanno altre software house in modo incerto. La logica sembra voler far convergere PC e Xbox in un'unica grande macchina casalinga. Una follia? Due mondi che devono restare separati? Pensate che lo stesso sistema operativo di Xbox One verrà sostituito in autunno con una versione molto simile a Windows 10, che ne integra il cuore pulsante e le nuove DirectX 12.

Abbiamo ipotizzato in che modo si potrebbe evolvere la prossima generazione di Xbox

La questione software

Per tantissimi acquirenti le esclusive di una console sono il perno attorno al quale decidere di aprire o meno il portafogli. Sul versante dei marchi, Microsoft può vantare un buon numero di brand che sostanzialmente ruotano attorno a serie principali e spin-off di nomi come Gears of War, Halo e Forza, oltre a cavalli di ritorno come Killer Instinct o al futuro Quantum Break.

 E se Xbox One fosse l'ultima console Microsoft?

Naturalmente esistono anche tutti i prodotti in comune con le altre console, ma è solitamente per una di queste esclusive che il consumatore sceglie di manifestare la propria adesione al progetto, quindi di metterci i soldi. Durante la recente fiera dell'E3 2015 abbiamo saputo che la versione remastered di Gears of War arriverà anche su PC, ma soprattutto che anche Killer Instinct giungerà sullo store Windows; questo è un precedente sul quale riflettere. Non è sul piatto una questione di svendita di un marchio o di impoverimento di una proprietà intellettuale che finora ha portato benefici alla console. No, la vera innovazione interessante è la possibilità di acquistare su Windows 10 un titolo e poterlo godere sia su Xbox One che su Personal Computer - grazie ad una modalità cross-platform che condivide i titoli ma permette anche di unificare l'account console e PC, così come gli amici connessi e obiettivi sbloccati - un'idea quindi molto forte ed unica per il mercato, che Microsoft sembra intenzionata a spingere come in passato non era stato possibile. A questo è giusto aggiungere che molti altri titoli "condivisi" verranno annunciati alla prossima Gamescom di Colonia e poi in futuro, e se questa strategia dovesse assumere concretezza e decollare, sarebbe un altro indizio sulla strada che le due realtà potrebbero condividere in futuro.

Hardware: ipotesi di gomblotto

Prima di tornare a questa generazione di hardware, è molto importante sottolineare come nella storia delle console casalinghe si sia passati dalle macchine ibride di molti anni fa, ai PC in miniatura di oggi, ma che queste restano un costo molto elevato per le case produttrici, sia in termini di ricerca che di produzione.

 E se Xbox One fosse l'ultima console Microsoft?

A questa informazione è utile aggiungere un'insistente voce di corridoio, al momento ancora tale, che vede in Microsoft un potenziale acquirente di AMD - che ricordiamo essere produttrice sia di CPU, sia delle costose GPU per PlayStation 4 e per la stessa Xbox One - e che si innesta nel nostro discorso per quanto concerne le conclusioni di questo articolo. Sempre dal punto di vista dell'innovazione, anche HoloLens giocherà un ruolo fondamentale nella vita quotidiana di molte persone. Magari non oggi e non domani, ma l'ambizione di Microsoft è quella di renderlo un prodotto che vada ben oltre il gaming in senso stretto. La realtà aumentata infatti non servirà solo per il gioco, non vuole essere il concorrente della realtà virtuale o dei caschi simil-Oculus Rift, ma modificherà la gestione dello spazio degli ambienti che viviamo. In una parete vuota si potrà animare lo schermo di una TV, che percepiremo delle dimensioni che vorremo. Potremo "evocare" un libro di ricette sul tavolo della cucina, fissare il pavimento con gli amici per trasformarlo in un'enorme base per un gioco di società. E tutto questo senza analizzare le potenzialità negli ambiti lavorativi più disparati.

Game streaming

La possibilità di effettuare lo streaming dei propri giochi preferiti da Xbox One al computer, ma volendo potrebbe benissimo essere un tablet, è una funzionalità dibattuta e interessante. Dalle pagine di Major Nelson negli scorsi giorni abbiamo appreso come ciò avviene in modo dettagliato, un'opzione che si è da poco resa disponibile per l'ultima build di Wondows 10 data in pasto agli utenti che lo stanno sperimentando nella sua forma "pre-release". Dalle "Impostazioni" della console dovremo abilitare la voce "Consenti lo streaming ad altri dispositivi", per poi installare l'app "Xbox" sul terminale dotato di Windows 10, qualunque esso sia. Partendo da quest'ultima si dovrà scegliere "Connetti" e "Aggiungi dispositivo" dal menù, quindi selezionare la console e connettere un pad dotato di filo. Anche quello di Xbox 360 è supportato. A questo punto scegliere "Home", "Titoli giocati recentemente" e "Gioca da console" per iniziare lo streaming. Si potrà anche scegliere "Home" e "Game Streaming" dalla app per poter controllare in modo globale Xbox One da Windows 10 PC. Fondamentale, ma è anche scontato, che il computer sia sempre aggiornato all'ultima versione di W10, anche se questa componente sarà forzata nel momento in cui ci sarà una connessione ad internet disponibile dato che l'app eseguirà l'upgrade in automatico.

Considerazioni finali

Proviamo ora a tirare tutti i fili di ciò che sappiamo sia stato fatto e di ciò che immaginiamo potrebbe essere un ipotetico scenario per la casa di Redmond. Con Windows 10 e uno store efficiente per Xbox, la piattaforma virtuale, ogni utente che ha un PC diventa automaticamente un potenziale giocatore dell'ammiraglia Microsoft, senza necessariamente che si passi da essa.

 E se Xbox One fosse l'ultima console Microsoft?

Se alla fine di questa generazione, ovvero entro altri tre o quattro anni, Phil Spencer dovesse annunciare che i nomi più in vista tra le proprietà intellettuali che hanno fatto la storia della piattaforma americana dovessero passare su PC, potrebbe essere la più grande svolta per questo brand. Immediatamente si troverebbe con decine di milioni di giocatori e di altri potenziali acquirenti, anche e soprattutto per i giochi indie, sui quali Microsoft punta tantissimo e che non hanno bisogno di un hardware troppo esigente. "Sì, ma sul fronte hardware quindi non produrrebbero altre macchine?

 E se Xbox One fosse l'ultima console Microsoft?

Sarebbe assurdo", penserebbe qualcuno. In realtà provate a pensare che si decidano una serie di caratteristiche tecniche (CPU - GPU - Ram, eccetera) che possano racchiudere e identificare una "Xbox Next": qualsiasi produttore potrebbe realizzare mini o maxi PC, magari con certificazione Microsoft, per poter giocare al massimo delle prestazioni su quella che verrebbe considerata la prossima generazione. Un investimento interessante per il consumatore, che avrebbe però tra le mani un PC in tutto e per tutto, con i benefici e i vantaggi che questo comporta. Valve, in tal senso, ha iniziato un esperimento con le sue Steam Machines: altro non sono che un case compatto con hardware PC, delle specifiche software basate su Steam OS e un "bollino di qualità". Microsoft con Windows 10 ha in mano qualcosa di molto più diffuso e noto agli sviluppatori rispetto ad una "semplice distro" di Linux. Sembra una banalità per gli smanettoni, ma sono tanti gli utenti che scelgono le console solo perché non si intendono di componentistica o vogliono risparmiare qualche soldo. Inoltre il mercato si gioverebbe di questo scenario perché tantissime altre software house sceglierebbero queste caratteristiche per pescare in una fascia di potenziali clienti più vasta possibile, o comunque direbbero che il loro titolo, al massimo delle prestazioni, sfrutta questo hardware. Un vantaggio anche per chi fosse un acquirente casual che non conosce le potenzialità della propria macchina. Se poi fosse vero l'acquisto di AMD da parte di Microsoft, gli ingegneri di Redmond avrebbero tutto in casa. Di base, quindi, Microsoft eviterebbe di sborsare soldi per la ricerca e sviluppo di un hardware dedicato, avrebbe una soluzione che ottimizzerebbe sia gli anni spesi a coltivarsi un'utenza console, sia lo sterminato bacino PC, e le cose resterebbero piuttosto semplici anche per gli sviluppatori. Ora pensateci... è davvero una follia? Certo lo scenario è tutt'altro che certo, però potrebbe non essere così distante.