Il genere degli shooter in prima persona è tra i più competitivi che esistano nell'industria videoludica, ma la cosa non sembra toccare i diversi team che ciclicamente provano a dire la loro al suo interno. Tentativi più o meno coraggiosi d'inventarsi qualcosa di nuovo si alternano ad altri progetti che attingono invece da quanto c'è di buono in giochi già esistenti, provando a mettere tutto insieme per creare un mix convincente: è di sicuro quest'ultimo il caso di Dirty Bomb, nuova fatica di Splash Damage entrata in open beta da poco tempo. Trattandosi di un free-to-play, il gioco è scaricabile gratis da Steam e permette di sparare senza tirare fuori un centesimo dalle proprie tasche, almeno all'inizio: già nella fase attuale, è infatti presente l'immancabile sistema di micro-transazioni con il quale gli sviluppatori sperano di monetizzare l'operazione. Dopo un primo contatto avvenuto qualche mese fa, abbiamo quindi deciso di tornare a occuparci di Dirty Bomb per aggiornare la nostra conoscenza con il nuovo progetto dei creatori di Brink.
Abbiamo provato a conquistare Londra grazie alla open beta di Dirty Bomb!
Obiettivo Londra
In un gioco dove la competizione online è l'unico elemento fondamentale, la trama non è di certo l'aspetto più importante. Per questo motivo ci limitiamo a introdurre brevemente l'ambientazione: Dirty Bomb ci porta a Londra, in un 2020 dove la capitale britannica è stata vittima di un catastrofico attacco con un'arma radiologica (da qui il nome del gioco) che l'ha lasciata quasi deserta insieme alle sue rovine, ma anche insieme alle sue ricchezze.
Per accaparrarsi queste ultime, compagnie militari private assoldano mercenari sprezzanti del pericolo, facendoli combattere per il controllo delle varie aree della città. Ogni partita ha una durata prefissata, entro la quale la squadra che si trova in attacco deve raggiungere tutti gli obiettivi della mappa di turno, mentre quella in difesa deve ovviamente metterle i bastoni tra le ruote, perlopiù proteggendo una determinata area o fermando l'avanzata di un mezzo militare. Come dicevamo, Dirty Bomb attinge un po' da tutti gli shooter suoi simili, ricordando a tratti i vari Battlefield, Counter-Strike e Team Fortress, dal quale la fatica di Splash Damage prende la divisione in classi dei mercenari protagonisti. Un set di protagonisti che ora come ora vede quattordici diversi personaggi, da acquistare tramite il sistema di micro-transazioni proposto dal gioco abbinato alla rotazione gratuita che ne rende disponibili di volta in volta tre. La loro varietà è determinata da quelle che sono diverse declinazioni delle tradizionali classi da attacco, difesa e supporto, dotate di abilità personalizzate: Nader ha per esempio in dotazione un lanciagranate aggiuntivo, utile per liberare stanze affollate, Aura può posare una stazione di cura in grado di guarire le ferite di chi si trova dentro il suo raggio, mentre Skyhammer può chiamare un bombardamento aereo a supporto. Il bilanciamento generale ci è sembrato positivo ma migliorabile: a Splash Damage va infatti dato merito di aver dato importanza alla scelta della classe giusta al momento giusto, come vedremo in seguito, ma l'introduzione del mercenario Phantom ha confermato le nostre impressioni. La maggior parte della comunità che popola la beta ha infatti gradito poco l'arrivo del ninja super tecnologico dotato di arma da fuoco e katana, con l'abilità di diventare quasi invisibile ottenendo allo stesso tempo anche un'armatura che assorbe colpi. Nelle partite in cui c'è lui, si prova l'impressione che sia davvero troppo potente, ma per Splash Damage c'è ovviamente tempo e modo di rimediare basandosi sul feedback dei giocatori.
Tripla scelta
Prima di ogni partita, tutti i partecipanti sono chiamati a selezionare tre mercenari da usare, scegliendo poi a ogni respawn nel corso del match a quale di essi affidarsi. Le possibilità di variazione aumentano grazie ai loadout, delle carte che rappresentano equipaggiamenti diversi per lo stesso personaggio: è qui che entrano in gioco le micro-transazioni, visto che i loadout sono ottenibili con la moneta virtuale, accumulata giocando o pagando con soldi reali.
Ciò che ci si ritrova nell'inventario è in realtà una specie di "bustina", dalla quale pescare elementi con livelli di rarità differenti. Inutile dire che le carte più rare offrono dotazioni migliori, arrivando anche ad abilità aggiuntive non disponibili per le versioni base del mercenario. Si tratta forse dell'unico punto critico nel sistema di micro-pagamenti in termini di pay-to-win, anche se allo stato attuale delle cose il vantaggio offerto è sì tangibile, ma non al punto da eclissare la maggiore abilità del singolo giocatore in uno scontro. Tornando al gioco, la possibilità di scegliere sempre tra tre diversi mercenari rende necessario un buon lavoro di squadra, nel quale tutti quanti siano in grado di capire cosa serve in un determinato momento: se per esempio l'obiettivo è quello di riparare un mezzo da scortare, diventa inutile scegliere tutti un personaggio specializzato nel danno, privilegiando per esempio Proxy e la sua capacità d'interagire più velocemente con gli elementi sensibili legati agli obiettivi, insieme ad altri che gli offrano il giusto supporto. Ogni match si gioca con team che comprendono dai cinque agli otto membri, ospitati da mappe che includono luoghi come una stazione della metropolitana, un ponte, un terminal ferroviario e così via, per un totale di cinque diversi ambienti di Londra. Nelle partite svolte ci sono sembrate di buona dimensione, con modi alternativi per raggiungere i diversi luoghi chiave della mappa in grado di rendere così le fasi di attacco e difesa varie al punto giusto. Visto che stiamo parlando di un gioco ambientato nel 2020, le armi a disposizione dei mercenari non sono particolarmente futuristiche; il loro realismo è stato in realtà sacrificato un pochino, introducendo cadenze di tiro ridotte per esaltare gli scontri frenetici di cui Dirty Bomb fa uno dei suoi punti di forza. In quest'ottica una scelta sensata è sembrata quella di dare ai personaggi un po' di resistenza aggiuntiva, che gli permette di assorbire qualche colpo in punti non vitali prima di cadere al suolo.
Tiriamo le somme
Quanto visto in questa nuova prova ci ha permesso di verificare come per il momento Splash Damage abbia evitato lo spettro del pay to win in Dirty Bomb, ma ci sono comunque alcune considerazioni da fare. A livello generale, le scelte degli sviluppatori in materia di micro-transazioni ci sono sembrate abbastanza buone, permettendo a chi vuole sbloccare gli elementi aggiuntivi di farlo anche accumulando ore di gioco.
Ci sembra un po' troppo alto il prezzo di 9,99 euro necessario per acquistare un singolo personaggio. In tal senso, nel caso in cui si decida d'investire denaro, la soluzione migliore per partire è rappresentata dallo Starter Pack, grazie al quale ottenere contenuti del valore di circa 50 euro, pagandone invece 27,99. I prezzi non proprio bassi delle casse in cui trovare i loadout dovrebbero suggerire ai più di spenderci troppi soldi, considerando anche la loro casualità: con la giusta fortuna, chiunque può trovare un equipaggiamento raro senza dover comprare una cassa elite per 5 euro. Al di là di questi aspetti, Dirty Bomb sembra promettere bene, ma non è esente da incertezze: tanto per fare un paio di esempi, cinque mappe sono poche per un gioco che vuole davvero diventare un nuovo punto di riferimento nel panorama degli shooter online, così come le due modalità a obiettivi sono troppo simili tra loro. Splash Damage sta in realtà già lavorando per dare maggiore respiro a Dirty Bomb, ma la riuscita del progetto sarà determinata anche dai progressi effettuati in ambiti come l'ottimizzazione tecnica. Nelle partite disputate durante gli orari più trafficati abbiamo riscontrato un po' di lag eccessivo, insieme a qualche calo frame rate abbastanza anomalo in alcune mappe.
Conclusioni
PRO
- Frenetico e divertente
- Richiede tattica e collaborazione
- Pay-to-win a quanto pare scongiurato
CONTRO
- Quantità di contenuti da ampliare
- Bilanciamento migliorabile
- Da ottimizzare tecnicamente