Ridendo e scherzando, sono passati vent'anni esatti dalla nascita della saga di Tales of. Da allora tanta, tantissima acqua è passata sotto i ponti, non solo nello scorrere di innumerevoli paginate di calendario, ma anche altrove, negli equilibri e nelle dinamiche di mercato. Viviamo in un'epoca decisamente diversa da quella in cui il Giappone era enormemente influente a livello globale, al punto da permettersi il lusso di tenere atteggiamenti imperialisti dispotici, portando certi titoli in Occidente, in particolare giochi di ruolo, eoni dopo la pubblicazione originale.
Pur avendo seguito un iter tradizionale in formato PlayStation 3, giungendo già qualche mese fa sugli scaffali dei negozi del Sol Levante, su PlayStation 4 Tales of Zestiria sarà edito difatti esclusivamente in Europa e Nord America, saltando a piè pari il mercato interno. Per stessa ammissione di Bandai Namco sono quelli i bacini di utenza di riferimento. Segno dei tempi che cambiano, così com'è un chiaro sintomo dell'epoca in cui viviamo il fatto che la saga si prepari anche a debuttare su PC, per di più sostanzialmente in contemporanea con l'approdo sull'attuale ammiraglia di casa Sony e l'arrivo dell'edizione occidentale per la sorella più attempata, a metà del prossimo mese. In attesa della recensione, abbiamo potuto mettere le mani su un codice PlayStation 4 sostanzialmente completo, comprensivo di testi già localizzati in italiano (abbinati al parlato in inglese o giapponese, a scelta) e spendere qualche ora all'interno di questo "Tales of dell'anniversario".
Tales of Zestiria arriva il mese prossimo in Europa e noi l'abbiamo provato
Racconti di fantasia
Le fasi che abbiamo testato partivano dall'inizio del gioco, che non poteva non aprirsi con una intro in cui animazione classica e inserti in computer grafica si mischiano mirabilmente per permetterci di gustare una coinvolgente carrellata su Glenwood, il mondo a sfondo fantasy in cui è ambientato, e avere un saggio delle tematiche e dei toni della vicenda di cui si sarà protagonisti. L'avventura ha luogo in un continente diviso tra due grosse superpotenze, soffocato nella morsa di tensioni politiche, religiose e militari, ma dove il pericolo più grosso è rappresentato dagli Hellion, creature malefiche generate dalle emozioni negative della gente.
La chiave di volta per sventare la loro minaccia, secondo alcuni, potrebbe risiedere nella collaborazione tra gli umani e i serafini, una razza mistica, da molti venerata come un culto. Di lì a poco abbiamo fatto la conoscenza di due esponenti dei rispettivi popoli: il protagonista, l'umano Sorey, e un suo inseparabile amico, il serafino Mikleo, che da brave teste calde hanno ignorato le raccomandazioni dei vecchi del loro villaggio, andandosene a spasso in un dungeon, pretesto ideale per cominciare a fare la conoscenza del sistema di combattimento. Le fondamenta degli scontri poggiano sul consueto Linear Motion Battle System che in questa occasione ha ricevuto una serie di importanti revisioni, tra novità e ripescaggi dal passato (molte le similitudini con Tales of Graces f), che hanno portato gli sviluppatori ad accompagnarlo al suffisso "Fusionic Chain". Il termine si riferisce in particolare alla possibilità di unire tecniche specifiche dei personaggi (conosciute nei Tales of come "Arti") per accedere all'uso di combinazioni speciali e interi set di Arti particolari, scaturenti dall'incontro tra le caratteristiche degli umani e quelle dei serafini, che nel party presenziano abbinati l'uno all'altro, tendenzialmente a coppie. Un'altra grossa novità riguarda la gestione delle abilità, che si svincolano dai personaggi per legarsi agli equipaggiamenti, dove alloggiano in una serie di appositi slot grazie a cui sperimentare assortimenti estremamente diversi anche tra oggetti in partenza identici. Si tratta di una "spersonalizzazione" dello sviluppo in favore di un'ottica più corale e interscambiabile, focalizzata sul party, che non ha mancato di dividere i pareri dei fan all'uscita della versione PlayStation 3 in Sol Levante.
Per sviluppare un'opinione di prima mano più congrua e fondata non rimane che aspettare di poter testare il gioco più a fondo, visto che la nostra prova sul campo ha toccato questi aspetti in maniera marginale. Lo stesso vale per l'adozione di quello che gli sviluppatori chiamano un "mondo aperto", le cui specifiche dovrebbero farsi sentire tanto in termini di esplorazione che di variabili territoriali concretamente influenti negli scontri, dato che ci siamo potuti spingere solo fino a Elisia, il candido villaggio tra le nuvole dove vivono i serafini, e i boschi limitrofi, presso cui abbiamo svolto qualche fugace sotto quest. Abbiamo salutato Sorey e Mikleo al termine di quello che a tutti gli effetti appariva come il prologo dell'avventura, quando dopo aver battuto un vampiro ed essersi resi conto della reale entità della minaccia che aleggia su Glenwood, i due decidono di raggiungere Alisha, una ragazza di nobili origini a cui avevano prestato soccorso nel dungeon in apertura e che dopo essersi rimessa in sesto era ripartita per la sua strada. Insomma, il nostro viaggio all'interno di Tales of Zestiria si è momentaneamente fermato ai preparativi, ma la sensazione di trovarsi al cospetto di qualcosa di intrigante e con del potenziale è forte. Anche a fronte di una realizzazione tecnica che sembra approfittare veramente poco dell'hardware PlayStation 4, proponendo miglioramenti che a un veloce confronto con la versione PlayStation 3, soggetto a tutte le rettifiche del caso, appaiono quasi nulli. E se i personaggi, grazie a una caratterizzazione curata e rappresentati tramite una soluzione simile al cel shading, appaiono piacevoli ed espressivi al punto giusto, le ambientazioni risultano spesso e volentieri spartane nel carico poligonale che dovrebbe definire la loro ossatura e ampiamente superate in fatto di rendering, qualità delle texture e altri dettagli. Niente, comunque, che chi si avvicina a un acquisto cross-gen con un po' di esperienza sulle spalle e buon senso in zucca non abbia probabilmente già messo in preventivo.
CERTEZZE
- Una bella rinfrescata al Linear Motion Battle System
- La struttura più aperta ha del potenziale
DUBBI
- Il porting PlayStation 4 è stato fatto col minimo sforzo