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Quel gran bisogno di velocità

Cinque modi di giocare, un solo pilota

PROVATO di Lorenzo Fantoni   —   29/09/2015
Need for Speed
Need for Speed
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Need for Speed è una di quelle saghe storiche che accompagnano il mondo dei videogiochi da tantissimo tempo e che sembrano non finire mai. È dal 1994 che esiste un gioco con questo nome e nel corso degli anni la serie ha cambiato sviluppatori, piattaforme e modalità di gioco, ma ha sempre mantenuto alcune caratteristiche fondamentali: la possibilità di guidare le supercar del momento, una spiccata predilezione per il tuning e un modello di guida permissivo e votato alla spettacolarità. Tuttavia i franchise così longevi hanno tutti lo stesso problema: riuscire anno dopo anno a stupire il pubblico, proponendogli qualcosa di diverso dall'edizione precedente che lo ingolosisca, senza tradire le proprie origini. Non tutti i giochi di Need for Speed sono riusciti in questo tentativo, ce la farà questo nuovo capitolo a cura di Ghost Games? Per saperlo abbiamo fatto un volo fino alla ridente Goteborg, direttamente nei loro studi. Senza dubbio le basi per un buon titolo ci sono, così come l'esperienza necessaria per crearlo; la maggior parte dello staff di Ghost Games proviene infatti da Criterion, gente che ha dimostrato di saperci fare con i giochi di corse.

Ecco com'è il nuovo Need for Speed: un solo pilota, cinque modi di giocare

I magnifici cinque...

Per questo nuovo capitolo gli sviluppatori hanno individuato cinque caratteristiche fondamentali che hanno da sempre caratterizzato la serie di Need for Speed, cinque pilastri su cui costruire l'esperienza di gioco: la velocità, lo stile, le modifiche, il proprio clan e gli inseguimenti con la polizia.

Quel gran bisogno di velocità

Queste cinque voci, come vedremo in seguito, corrispondono ad altrettanti modi di guadagnare reputazione, ma sono soprattutto cinque personaggi realmente esistenti che potrebbe capitarci di incontrare nel gioco. Per la velocità è stato scelto Magnus Walker, preparatore britannico trapianto a Los Angeles con la fissa per le Porsche 911. Lo stile invece è il pianeta di Ken Block, pilota dall'incredibile sensibilità ed esperto di drift. Il tuning e le modifiche sono il campo di Nakai San, meccanico giapponese in grado di trasformare una Fiat Panda in un auto degna di Le Mans. La parte dedicata alla crew è ad appannaggio dei Risky Devil, un gruppo di Chicago appassionato di modifiche e auto da corsa, mentre abbiamo Morohoshi San a portare in alto la bandiera di quelli che si divertono a prendere in giro le pattuglie e gli autovelox. Se cercate su internet quest'ultimo tizio, scoprirete che gira per Tokyo con una Lamborghini piena di neon e ha contatti con la Yakuza e le bande di motociclisti della metropoli. Non sappiamo se sia vero, ma nel dubbio non chiediamo.

...e gli insopportabili cinque

A questi cinque loschi figuri in carne e ossa fanno riferimento altrettanti personaggi inventati che ci accompagneranno lungo la storia del gioco e che a loro volta corrispondono ai suddetti cinque modi di giocare.

Quel gran bisogno di velocità

Rispetto ai capitoli precedenti, in Need for Speed ci saranno parecchi filmati in cui questi cinque interagiranno con noi o tra di loro per farci capire più o meno dove sta andando a parare la storia del gioco, che ci vede nei panni di un tizio nuovo in città che deve guadagnarsi il rispetto della comunità locale di appassionati di corse. Per farlo, ovviamente dovremo andare più forte degli altri, "driftare" meglio, avere la macchina più bella e sfuggire alla polizia. Ognuno di loro corrisponderà quindi a un determinato tipo di missione. Spike è un odioso ragazzino ricco che parla troppo e ci proporrà spesso gare di velocità, Manu è un ispanico che cerca di fare brutto e ama fare i freni a mano, Amy è il template della donna maschiaccio, tatuata e amante della meccanica che modificherà la nostra auto e ogni tanto ci sfiderà a batterla, Robyn è una ragazza che ama molto la vita sociale, quindi ci inviterà spesso a eventi di vario tipo in cui dovremo di volta in volta arrivare primi, accumulare punti facendo drift e così via. Per finire abbiamo Travis, una via di mezzo tra un palestrato e un campagnolo americano, che è un po' il boss della banda e che ha qualcosa di losco da nascondere ed è probabilmente legato a dei gruppi criminali: non sappiamo se sia lui a chiamare, ma in alcune missioni ci verrà chiesto di farci inseguire dalla polizia per un certo periodo di tempo, causare un po' di danni e così via.

Spegni quel telefono!

Essendo probabilmente il gioco pensato per un pubblico molto giovane, questi cinque tizi recitano in maniera abbastanza forzata, così forzata che in confronto Fast & Furious sembra l'Amleto di Gassman, sfociando in alcuni momenti di puro ridicolo, soprattutto se chi gioca ha superato la trentina.

Quel gran bisogno di velocità

Tutto sommato però le cinematiche sono ben fatte e, tocco di classe, includono all'interno dei filmati anche le nostre auto, la cui qualità grafica rasenta i modelli reali, rendendo il tutto ancora più coinvolgente. Il problema è un altro. Quando non ci parleranno durante un filmato, questi cinque loschi figuri comunicheranno con noi attraverso il loro cellulare, un po' come accade in GTA e altri titoli free roaming, peccato che evidentemente la loro giovane età li porti a usare questo splendido oggetto di comunicazione un po' troppo spesso. Anzi, è praticamente impossibile passare più due minuti senza che il telefono squilli o che qualcuno ci dica quanta è stata mitica la corsa di prima, quanto è esagerata la loro nuova macchina o quanto non vedono l'ora di farci il c**o a strisce nella prossima gara. Non esageriamo nel dire che dopo un po' la situazione diventa imbarazzante e francamente fastidiosa, visto che i cinque simpaticoni tendono a chiamare proprio nel momento in cui stiamo per effettuare quella curva a gomito difficilissima, cercando di ottenere il massimo dei punti per la nostra sgommata in controsterzo, rompendo la concentrazione. Inoltre, abbiamo notato una certa mancanza di varietà nelle missioni. A parte i vari incarichi contro la polizia, o si deve arrivare prima ad una gara o bisogna fare un certo numero di punti nel drift, fine. Tra l'altro la storia procede anche se non arriviamo nei primi tre, ma forse questa era una modifica apportata al gioco durante la demo, così da farci andare avanti senza problemi.

La reputazione è tutto

Quando non siamo distratti dal continuo chiacchiericcio dei nostri compari, possiamo finalmente dedicarci a capire un po' meglio le meccaniche che stanno dietro a questo Need for Speed. Il gioco si basa sulla reputazione, che corrisponde al livello del personaggio. Aumentandola sbloccheremo nuovi potenziamenti per le auto, spoiler più grandi, minigonne più basse, nuovi cerchioni, nuove gare e così via, mentre altre parti potranno essere ottenute solo completando determinati eventi con i nostri amici. Seguendo il concetto dei cinque modi di giocare, ogni cosa che faremo andrà ad aumentare la nostra reputazione, ogni curva in controsterzo, ogni accelerazione bruciante, ogni scia che prenderemo, ogni palo del traffico che butteremo giù, ogni auto della polizia che semineremo andrà a incrementare il nostro punteggio uno dei cinque aspetti e ovviamente il computo totale. Questo vuol dire che se decidiamo di giocare tutto sugli inseguimenti non prenderemo meno punti di chi invece vorrà dedicarsi solo alle gare di velocità e viceversa. L'unico appunto che possiamo fare a questo sistema di punteggio è che, dando dei punti per il drifting e le sgommate, non invoglia minimamente alla guida pulita.

Il gioco permette infatti di eseguire alcuni settaggi sull'auto o, volendo, decidere semplicemente se preferire una guida pulita o votata alla derapata, così da accontentare gli amanti di entrambi gli stili di guida, ma perché dovremmo scegliere un'impostazione che rischia di darci meno punti?

Quel gran bisogno di velocità

Tanto il modello di guida è lo stesso di tutti gli altri titoli della serie, quindi totalmente improntato su una guida arcade e spettacolare. Cercare la traiettoria perfetta non ha senso, visto che non esiste neppure un vero e proprio sistema di danni, ma solo qualche ammaccatura estetica. D'altronde, sarebbe un vero peccato rovinare in una curva sbagliata tutte le ore passate a cercare di creare una livrea in grado di farci spiccare sulla massa. Need for Speed, infatti, permette di colorare le nostre auto usando tantissimi adesivi differenti e ovviamente dopo l'uscita del gioco siamo certi che spunteranno in rete veri e proprio capolavori creati applicando con pazienza certosina strati e strati di decalcomanie. Inoltre, potremo modificare l'aspetto della nostra auto intervenendo su cerchioni, cofano, cristalli, spoiler, minigonne, impianto audio e targa, anche se non tutte le modifiche sono disponibili per ogni modello di auto. Per quanto riguarda invece le modifiche sotto il cofano, potremo andare a sostituire circa una decina di parti che contribuiranno a rendere l'auto più scattante e potente. Volendo potremo decidere di inserire il turbo, il NOS, di usare un freno a mano regolabile, di modificare il differenziale, la potenza frenante e così via. Per quanto riguarda invece i modelli disponibili potremo contare su un'ampia scelta che passa da auto storiche, come la Golf GTI o la Mustang, a modelli più moderni e aggressivi come la Lamborghini Aventador o la McLaren 570S, che ovviamente richiederanno un discreto numero di crediti per entrare a far parte del nostro garage.

La notte è giovane

Ghost Games ha fatto una strana scelta stilistica: visto che il titolo punta a ricreare la sottocultura delle corse clandestine e del tuning, ha deciso di ambientare il gioco soltanto di notte. Questa da un certo punto di vista è una scelta furba, perché permette di nascondere eventuali difetti nell'oscurità ed elimina il problema di dover calcolare gli oggetti in lontananza, puntando tutto su effetti di luce, riflessi, pozze e schizzi d'acqua al limite del realismo, ma d'altra ha un grossissimo difetto per un titolo free-roaming: tutta la mappa sembra drammaticamente uguale.

Quel gran bisogno di velocità

Certo, forse è colpa del fatto che la nostra prova, durata qualche ora, era limitata a una sola porzione della mappa, ma tolta una zona collinare con stretti tornanti in salita, il gioco è un susseguirsi di strade prive di personalità che sfilano ai nostri lati tutte uguali, animate ogni tanto dalla vettura di qualche ignaro passante. Inoltre così facendo si ha l'impressione che la storia del gioco si svolga in una sola, lunghissima notte degna di un film horror, il che fa crollare sotto i piedi tutto l'impianto narrativo. Ok, di certo non giochiamo a Need for Speed per la storia (tra l'altro parecchio confusionaria) ma visto che gli sviluppatori hanno puntato tantissimo su questo nuovo elemento, l'idea di fare così tante gare in una notte sola è decisamente bizzarro e poco veritiero. Tuttavia, dobbiamo anche dire che in circa quattro ore di prova abbiamo completato circa il 20% del gioco, quindi chissà, forse potremmo realmente finirlo in una sola notte!

Elastici e sirene

Ciò che però fa veramente male al cuore in questa nuova edizione di Need for Speed sono due cose: che nel 2015 un gioco per offrire un certo livello di sfida debba ancora ricorrere all'effetto elastico e l'intelligenza artificiale della polizia, ma procediamo con ordine.

Quel gran bisogno di velocità
Quel gran bisogno di velocità

L'effetto elastico è un grande classico dei giochi di corse fin dai tempi di Ridge Racer, anzi è sicuramente più vecchio, e prevede che le auto alle spalle del giocatore vadano un po' più forte della norma, mentre quelle di fronte vadano un po' più piano. In questo modo, ogni volta che superiamo un avversario è come se tra lui e noi ci fosse una sorta di elastico che ci impedisce di distanziarci troppo, rende la gara interessante e a volte ci porta ad essere sorpassati quasi come se fossimo fermi. In Need for Speed questo trucchetto è drammaticamente presente, tanto che capita di usare il NOS e vedere gli avversari che rimangono saldamente di fronte a noi senza perdere neppure un centimetro, salvo poi riuscire a superarli in scioltezza un minuto dopo. Oppure, anche dopo aver fatto un bruttissimo frontale con un auto che procedeva in senso orario, siamo riusciti a recuperare qualche avversario che sembrava proprio aspettarci. Per quanto riguarda invece la polizia, la situazione è abbastanza drammatica. Scordatevi gli sbirri di GTA V e la loro capacità di speronarvi a tutta velocità, i poliziotti in Need for Speed è già tanto se riescono a starci dietro dopo due curve, figuriamoci acciuffarci. In teoria dovrebbero prenderci e farci multe salatissime, ma non succede quasi mai. In un caso siamo addirittura rimasti coinvolti in un incidente, con tanto di macchina capovolta, e quando siamo tornati alla guida le volanti erano là, a pochi passi, pronte a riprendere l'inseguimento, come se niente fosse successo. In un altro caso dovevamo farci inseguire per due minuti per completare una missione, è bastato girare per tutto il tempo attorno a una povera auto delle forze dell'ordine che non sapeva cosa fare ed alla fine ha dichiarato forfait, si è piantata contro un muro accelerando e là è rimasta, con le gomme fumanti. Non manca tantissimo all'arrivo di Need for Speed e onestamente questa prova non sembra molto confortante per il futuro del franchise, speriamo che Ghost Games raddrizzi la sbandata, perché il guard rail si avvicina.

CERTEZZE

  • Ottimi effetti di luce
  • Divertente da guidare
  • La modalità storia può essere interessante...

DUBBI

  • ...quando si capisce ciò che sta succedendo
  • Coprotagonisti fastidiosi e insistenti
  • Poco vario nelle ambientazioni
  • Intelligenza artificiale della polizia drammatica ed "effetto elastico"