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La cavalcata cambia passo

Dopo quasi otto anni, il franchise Valkyria sta per tornare su home console. In che modo?

ANTEPRIMA di Marco Perri   —   07/12/2015

Ci sono voluti sette anni. Diamine, sono tanti da aspettare per chiunque, anche per chi ha iniziato a giocare l'altro ieri. In un'industria degli annunci in cui la maggior parte dei teaser coinvolge creature mobile, vi confidiamo senza vergogna che siamo ancora un po' imbambolati. Certo, non siamo di fronte ad Half-Life 3, né a un Final Fantasy numerato in cui la parola Fantasy abbia realmente un suo senso.

La cavalcata cambia passo

Valkyria è una saga piccola, piccolissima; talmente tascabile da aver costretto SEGA a realizzare su PSP il seguito di quello splendido episodio del 2008, gettando un po' alle ortiche la modesta cassa di risonanza che il connubio di estetica cel shaded e gameplay tattico aveva creato su PlayStation 3. Al tempo, sviluppare esclusive per l'ammiraglia Sony costava tanto, troppo; quella SEGA degli azzardi ci fece però provare un gran senso di nostalgia, un retrogusto di quel vecchio orgoglio un po' pazzerello che anteponeva la qualità del software alle vendite. L'azienda di Okawa era famosa - ed eternamente stimata - per questo suo senso del rischio... bando alle lacrime e al passato, comunque, torniamo a noi: Valkyria Chronicles 3 uscì, sviluppato da Media.Vision e ancora una volta su PSP. Vendette bene ma non abbastanza da giustificarne una localizzazione in inglese che a questo punto non arriverà mai; con SEGA ci abbiamo fatto il callo. Il problema, stavolta, è che molti - inclusi i sottoscritti - il terzo episodio non lo hanno giocato. Aggiungiamo che Valkyria of the Blue Revolution sta venendo sviluppato come esclusiva PlayStation 4 proprio da Media.Vision e questo spinge a porci un interrogativo importante: perché togliere a Overworks - o SEGA WoW, chiamatela come vi pare, tanto sono bene o male i vecchi AM7 - il ritorno su home console del brand? Cosa possiamo aspettarci?

Il franchise Valkyria sta tornando su home console: una carrellata di info per attenderlo al meglio

Pistoleri e battaglie

I Media.Vision, per chi non lo sapesse, sono famosi per aver partorito e cresciuto la saga Wild Arms, da sempre tra le bandiere ruolistiche nipponiche delle console Sony. Il team approdò su PSP nel 2007 con Wild Arms XF, rivisitazione strategica del franchise; forse è proprio per questo che SEGA affidò a loro la terza iterazione di Senjo no Valkyria. Sbirciando qua e là i feedback dell'operazione, oggi dormiamo sonni tranquilli perché Media.Vision ha dimostrato di saperci fare.

La cavalcata cambia passo

C'è però un fatto che vi farà aggrottare le sopracciglia, preparatevi alla botta: Valkyria of the Blue Revolution non sarà un gioco di ruolo strategico, ma "semplicemente" un gioco di ruolo giapponese con tinte action. Eh sì, non a caso hanno evitato di scomodare in toto il nome Valkyria Chronicles. Attualmente lo stiamo guardando come uno spin-off e questo ci dispiace non poco: si tratta di una virata di pochi gradi ma sufficiente a far cambiare radicalmente l'impianto sopraffino tipico della saga. Sperando serva a riportare in auge il franchise e farlo aumentare di fama, le parole del direttore storico di SEGA e della saga Takeshi Ozawa sono piuttosto chiare: "volevamo fare qualcosa di nuovo con il brand Valkyria e una delle cose che stiamo inserendo è un sistema in tempo reale. Inizialmente pensavamo fosse strategia in tempo reale, invece abbiamo proseguito con un approccio da gioco di ruolo tipico perché pensiamo sia il genere che la maggior parte degli appassionati voglia giocare". Non sappiamo se questa è la novità che volevate leggere, ma rappresenta appena una parte della rivoluzione.

Parola al direttore

È sempre Ozawa a parlare: "questa volta abbiamo optato per una matrice da gioco di ruolo più tipica. Il concetto del sistema di combattimento e la sensazione del campo di battaglia sono gli stessi, ma poiché è un gioco di ruolo con elementi di simulazione, potrete vivere la guerra da un'altra prospettiva. Avrete la sensazione di conquistare il territorio come una vera potenza militare ed espanderne la portata.

La cavalcata cambia passo

Vi preparerete nella base, uscirete in battaglia, avrete degli obiettivi e poi tornerete alla base. È simile a un gioco di ruolo dove si entra nei dungeon". Sono affermazioni potenti, non c'è che dire: Valkyria of the Blue Revolution cambia decisamente l'approccio che conoscevamo, prendendo spunto dalla gestione più tipicamente portatile. Il direttore prosegue: "ci sono incontri sulla mappa sotto forma di simbolo, disegnati come unità militari; potrete interagire con il simbolo prima dell'incontro. Cecchinare un simbolo nemico, usare un fumogeno o sparare per attirarlo. Il cecchinaggio è potente ma sul campo di battaglia funziona come un oggetto consumabile, quindi con utilizzi limitati. Le battaglie sono condotte assegnando comandi tramite pressione dei tasti, in stile action, più simile ai recenti giochi di ruolo (giapponesi). Il party sarà composto massimo da cinque elementi: uno solo è controllabile, gli altri si muoveranno secondo intelligenza artificiale". Il cambio è netto: ci viene in mente lo stile action tanto amato da Nomura e adottato anche delle produzioni Level-5 più datate.

Ragnite, di nuovo

Chiudiamo con l'affondo finale del producer Youichi Shimosato, a conferma completa della natura spin-off: "vorrei che (le serie) fossero note come Senjou (Battlefield, il primo Valkyria Chronicles) e Kakumei (Revolution, l'episodio di cui stiamo parlando in queste righe)". Due saghe, quindi, differenti per personaggi, sistema di combattimento, gestione della squadra, gameplay. Non vi stiamo a dare dettagli sulla trama perché ancora se ne sa pochissimo, sappiate solo che il setting è molto diverso da Valkyria Chronicles. Il materiale noto come Ragnite non è solo una forma di energia ma un catalizzatore magico, atto a rendere il concetto di Valkyria ancora più vicino all'essenza divina più che umana e sembra proprio che la trama si focalizzerà parecchio su questa particolarità.

La cavalcata cambia passo

Insomma, di differenze ne abbiamo contate tantissime e molte impiegheranno del tempo per essere digerite. Per fortuna, la bellezza del motore grafico calma gli spiriti bollenti: il Canvas Engine è diventato il Gouache Engine, specifico per la corrente generazione di hardware, ma l'impianto cel-shaded è rimasto intatto. Anche la colonna sonora sembra affidare ancora una volta al maestro Hitoshi Sakimoto la direzione musicale: un sinonimo di garanzia, esattamente colui che è stato unico artefice dell'accompagnamento acustico dell'intera saga. A corredo SEGA non poteva di certo lasciarsi sfuggire l'immancabile remaster per PlayStation 4 di Valkyria Chronicles: certo, dopo averlo visto portare su PC non troppo tempo fa, sinceramente questa scelta non ci appare così dispendiosa in termini di risorse. Soldi facili, sicuramente, vista poi la luce di cui ancora brilla il primo episodio, in grado di mietere nuovi seguaci tra i più giovani possessori della macchina di Hirai. Alla luce di tutte queste informazioni, in alto le mani: quanti sono contenti di aver aspettato quasi otto anni per uno spin-off a cura di Media.Vision?

CERTEZZE

  • Artisticamente sarà sublime
  • Nuova trama, nuovi personaggi
  • I Media.Vision sono bravi...

DUBBI

  • ... ma perché rimpiazzare gli Overworks?
  • È uno spin-off
  • Meno strategia, più azione