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L’universo si espande

Nuovi pianeti e mezzi volanti, ma anche un'infinità di oggetti e nemici mai visti prima spuntano in Starbound

PROVATO di Andrea Rubbini   —   15/01/2016
Starbound
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Sono ormai due anni che proviamo nuove versioni di Starbound. La prima volta è stata un'esperienza misteriosa, come succede quasi sempre quando un gioco è in lavorazione e nessuno ci prende per mano (sarà per questo che giochi come Dark Souls e Bloodborne sono così affascinanti?). Da quella prima esperienza molte cose sono cambiate, ma una almeno è rimasta identica: l'emozione del primo giorno all'aperto. Quando comincia il gioco la nostra astronave è un rottame che galleggia nello spazio con i motori fuori uso.

L’universo si espande

Di fatto siamo soli, anche se ora c'è un animale domestico a bordo. Ci teletrasportiamo quindi nel pianeta sotto di noi e cominciamo a darci dentro per costruire gli attrezzi indispensabili alla sopravvivenza. Le nostre armi sono ridicole, le armature un sogno e anche solo abbattere un albero richiede molti secondi. Tutto è nuovo, misterioso e potenzialmente letale. Quando arriva la sera e abbiamo scavato decine di gallerie per estrarre un po' di minerali, possiamo finalmente costruirci un riparto nella roccia, rintanarci dentro un sacco a pelo o una tenda raccattati per strada e dormire, osservando le miriadi di stelle che aspettano solo di essere esplorate. Ancora oggi quando arriva quel momento fatidico ci sentiamo emozionati e soddisfatti. Poco dopo abbiamo fatto i primi progressi significativi che ci consentono di raggiungere l'avamposto. A quel punto siamo già in grado di visitare in un lampo infiniti pianeti del primo tipo e purtroppo, almeno per noi, la magia finisce. Starbound è un gioco potenzialmente infinito, ma molto strutturato nella progressione, regolata dalle quest che si accettano nell'avamposto e che culminano con una tediosa missione contro un qualche tipo di boss, dove gli elementi dominanti sono l'azione e i salti sulle piattaforme, non proprio le qualità migliori del gioco. Per accedere alla missione del boss dobbiamo di volta in volta creare un'armatura adeguata visitando i nuovi sistemi planetari che si sbloccano dopo avere ucciso il boss precedente. Perciò dopo avere ucciso il primo boss possiamo visitare i pianeti senza ossigeno, poi quelli eccentrici, poi i pianeti radioattivi e così di seguito fino all'ultimo tipo di stelle.

L’universo si espande

La galassia è generata casualmente, perciò anche solo fra le costellazioni del primo tipo ci sono tantissimi pianeti mai visti prima da esplorare, il che rappresenta un elemento di identità del gioco. Ciò che ci deprime è l'urgenza che si avverte nel passare da un pianeta all'altro. Bastano pochi secondi per teletrasportarsi dal centro di un pianeta all'astronave e poi rimettersi in viaggio. Difficilmente ci impegniamo a sondare ogni anfratto planetario, dal momento che basta poco per essere da un'altra parte, alla costante ricerca di novità. Questo ci spinge naturalmente a progredire il prima possibile con le quest e arrivare così a poter esplorare tutto l'universo, che di colpo sembra infinitamente piccolo. Gli sviluppatori hanno aggiunto nell'ultimo aggiornamento una caratteristica che sembrerebbe porre rimedio a questo problema, ovvero la possibilità di creare insediamenti nei quali personaggi non giocanti vengono a vivere. Vediamo quindi i nostri inquilini interagire con gli oggetti che abbiamo creato per loro, innamorarsi e difendere le abitazioni. Di tanto in tanto ci chiedono perfino di svolgere qualche missione per loro. Possiamo insomma realizzare delle vere colonie spaziali, e più saranno lussuose, più attireranno abitanti facoltosi. Niente male davvero, ma il rischio è che dopo averne creata una venga naturalmente voglia di crearne subito un'altra altrove. Perché no, d'altronde? Seminiamo così per la galassia centri abitati che non torneremo mai più a visitare, finché anche quell'aspetto finisce per annoiare. L'accessibilità del mondo e la possibilità di passare in qualunque momento da un'attività all'altra è ciò che ci spinge ogni volta a lanciarci nel gioco, ma è anche il motivo per cui abbandoniamo tutto molto presto. La transitorietà di Starbound non stimola il bisogno umano di costruire qualcosa di valore, fosse anche in un mondo virtuale, così da poterselo lasciare alle spalle, quando arriva il momento, con la sensazione di avere concluso qualcosa di buono.

Forgiate armi esotiche, comprate un veicolo e iniziate a esplorare il nuovo aggiornamento di Starbound!

Scavo dunque sono?

D'accordo, abbiamo scritto un primo paragrafo scoraggiante, ma d'altronde questa è stata la nostra esperienza. Quello però su cui crediamo di trovarci quasi tutti d'accordo è che in Starbound si lavora come braccianti in una piantagione. Il sogno dello spazio infinito, la gioia di costruire una colonia grande come un pianeta, o qualunque altra meta, passano per la costante necessità di scavare la terra, giù, sempre più giù, alla ricerca di minerali con cui forgiare sedie, ascensori, armi o decorazioni. Per fortuna il duro lavoro è ripagato dagli oltre trecento (!!!) micro dungeon che si incontrano per caso e che spesso contengono esotiche decorazioni da rubare e usare come arredo o tesori pieni di oggetti rari e preziosi. Ovviamente ci sono anche trappole e nemici infidi, ma di loro parleremo dopo. Ai vari tipi di pianeti si è aggiunto anche il pianeta di mezzanotte.

L’universo si espande

Questa rara stella è lugubre, funerea, infestata da strani nemici con la testa ovoidale simili a spettri di alieni. Sulla tetra superficie dei pianeti di mezzanotte si vedono spesso monumenti da cui spuntano occhi rosso rubino e personaggi neri come la notte che restano muti quando parliamo con loro. Oltre a questi pianeti c'è qualche nuovo sottobioma, e il nuovo sistema di stelle ghiacciate. Ma come dicevamo prima l'esplorazione dei pianeti comporta sempre un rischio. Arriviamo così a parlare di una delle croci e delizie del gioco, le creature ostili. Uccidere i nemici in Starbound non ha mai dato grande soddisfazione, perché il senso di fisicità degli scontri è molto blando, ma ci sono così tanti mostri diversi che per un po' di ore anche solo scoprine le diverse forme è una discreta fonte di curiosità. Con il nuovo aggiornamento i nemici sono aumentati ancora, ma soprattutto sono cambiati gli armamenti. Boomerang e chakram fanno adesso parte dell'arsenale e si possono potenziare cercando progetti specifici in giro per lo spazio. Ma ci sono anche lanciagranate con colpi che esplodono a comando, missili radiocomandati e molto altro ancora. Sopratutto, le armi da mischia hanno un attacco secondario che scatena un colpo speciale diverso per ogni arma. Ci si può quindi divertire a forgiare il proprio arsenale definitivo e affrontare gli scontri con i nemici più duri con un pizzico di strategia in più rispetto a prima. Infine, tra le centinaia di oggetti aggiunti, è doveroso segnalare i nuovi mezzi volanti con cui sfrecciare sulle superficie dei pianeti. Almeno finché una parate di roccia non pone fine alla corsa. Fra questi veicoli il più utile è la barca, che aggiunge un po' di romanticismo alle traversate marine. Ma il fatto notevole è che si può ospitare a bordo un secondo giocatore.

L’universo si espande

A volte un compagno umano è quello che ci vuole per sentirsi meno soli in questo universo senza uno scopo ultimo. E qui si dirà che lo scopo è diverso per ogni giocatore, che ognuno si sceglie il suo. Certamente, ma il gioco dovrebbe in qualche modo convogliare e sostenere queste possibili esperienze con una struttura che incoraggi e tenga traccia di quanto è stato fatto. Con una visione, un progetto di design che miri a qualcosa. Ed è un peccato, perché vorremo davvero perderci in questo universo. Uno dei momenti migliori è stato quando abbiamo lanciato la sfera di contenimento per catturare una di quelle piccole creaturine innocue che popolano i pianeti. Prenderne una che ci piaceva e liberarla nell'astronave ci ha offerto un autentico momento di soddisfazione. Sembrano cose da poco, ma è su queste emozioni che Chucklefish dovrebbe concentrarsi di più, anziché pensare solo ad aggiungere mostri e decorazioni. Comunque potete vedere che nel box qui sotto abbiamo espresso un parere positivo sul gioco nello stato in cui si trova. Non è un grande gioco e temiamo che non lo diventerà, ma i giocatori più disciplinati che sapranno resistere alla tentazione di correre in avanti, potrebbero instillarvi con la propria immaginazione il senso finale che per ora gli manca. In quel caso troveranno parecchi contenuti con i quali arricchire il proprio sogno.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 13,99 €
Multiplayer.it

Lettori (66)

8.9

Il tuo voto

PRO

  • Raramente si sono visti così tanti contenuti in un gioco
  • Fondare colonie fa sentire meno soli
  • Il mondo di gioco si presta a molti approcci diversi

CONTRO

  • Manca una visione di fondo, un'aspirazione finale che dia senso alle azioni
  • Stimola la corsa a scoprire cose nuove togliendo valore ai traguardi