Il principio dell'acquisto in-app potrebbe adattarsi bene al card game, anche concettualmente l'idea di dover spendere soldi aggiuntivi per potenziare il proprio mazzo o il proprio personaggio (nell'ibrido tra RPG e card game che ha ormai preso piede sul mercato videoludico) non è poi tanto lontano dall'acquisto dei pacchetti di carte, ma bisogna vedere come il sistema viene implementato. A parte l'ovvia differenza di spirito tra l'acquisto del pacchetto reale o la compravendita delle carte, romanticherie d'altri tempi, e il freddo inserimento di una password per effettuare la transizione sull'App Store, il sistema di micro-transazioni può presentarsi decisamente più subdolo di quanto si potrebbe sperare.
È proprio questo il principale punto debole di BattleHand, un gioco che potrebbe ambire a ben altri risultati e che merita comunque attenzione almeno per l'evidente sforzo produttivo che lo caratterizza, ma viene fortemente limitato da uno sbilanciamento che risulta evidente solo dopo qualche ora di gioco e costringe sostanzialmente a spendere, a impiegare molta pazienza o semplicemente a mollare tutto. La meccanica del combattimento di per sé è ben studiata, con il classico utilizzo di carte d'attacco e difesa che si associano ai diversi personaggi utilizzabili nel party e alle loro peculiarità in termini di ruolo nel combattimento e abilità speciali. La natura ibrida tra RPG e gioco di carte consente di sviluppare l'esperienza in un doppio binario, con l'evoluzione separata dei personaggi e delle carte: i primi si potenziano all'aumentare dei livelli, con la possibilità di arruolare nuovi compagni sempre più forti con l'innalzamento del livello di fama dei protagonisti, mentre le carte possono essere potenziate con l'applicazione di modificatori. È vero che l'apporto continuo di carte è garantito dal completamento delle varie quest, dunque la presenza di un mazzo sempre ben fornito non è un problema, ma si arriva presto a un livello in cui la necessità di nuovi boost non può essere coperta dalla quantità di oro guadagnato con il semplice avanzare nella Campagna o con un ritmo di scontri regolare. Dunque la soluzione diventa il grinding nel caso in cui non si voglia spendere nelle microtransazioni, solo che questa eventualità di scontra con il timer (in questo caso rappresentato dal numero di chiavi in possesso) che costringe alle classiche attese forzate tra una partita e l'altra, con effetto fortemente controproducente sul ritmo di gioco e sulla tendenza assuefacente degli scontri in successione.
La fusione tra RPG e gioco di carte funziona ottimamente in BattleHand, se avete pazienza
Fantasy fiabesco
Tra gli sviluppatori di BattleHand ci sono alcuni ex autori di Fable e il loro background emerge nella caratterizzazione impartita al gioco: si tratta di un particolare fantasy in stile fiabesco che propone la classica lotta del bene contro il male in una cornice piuttosto fumettosa e ironica, con un impianto grafico in 3D veramente di alto profilo, anche considerando quello che normalmente si vede in questo genere videoludico.
La schermata principale consente di seguire la Campagna, portando avanti varie quest in sequenza, dedicarci alla gestione di party e carte o lanciarci negli scontri in multiplayer ma è probabilmente la prima opzione quella che attrae maggiormente, vista anche la cura riposta nella costruzione dell'universo di gioco. Ci troviamo dunque ad affrontare vari combattimenti utilizzando carte che corrispondono a magie, attacchi fisici e manovre difensive, associate alle abilità speciali dei vari personaggi. La meccanica degli scontri riprende la classica catena in stile "carta-sasso-forbice" ma espandendo le combinazioni possibili con cinque elementi di base, ognuno con propri punti deboli e di forza. Anche questa impostazione costringe ad evolvere e mantenere livellati ognuno dei personaggi che si aggiungono via via al party, in modo da non creare pericolosi sbilanciamenti solo su alcuni elementi, ed è questo un altro punto che spinge verso il grinding o verso gli acquisti in-app. Del resto gli scontri sono godibili, con un sistema intuitivo che consente di vedere in ogni momento le caratteristiche delle varie carte utilizzabili e un'interfaccia che richiede semplicemente di scorrere le carte sui nemici o sui propri combattenti per scaturire l'effetto atteso. La storia incuriosisce sulle prime grazie al suo tono piuttosto vivace e scanzonato, salvo poi rivelarsi poco più di una mera cornice per la meccanica del card game, come prevedibile; tuttavia, riesce a non risultare derivativa. Nonostante qualche crash rilevato in sede di prova, l'ottima costruzione di scenari e personaggi, con modelli originali e ben animati, completano il quadro di un prodotto maturo e costruito con grande cura, che lascia intravedere un ottimo potenziale per il team Another Place in ambito mobile.
Conclusioni
BattleHand è uno di quei titoli che avrebbe fortemente giovato di una distribuzione tradizionale Premium, perché il gioco tutto sommato c'è, il valore produttivo è di alto profilo e il semplice pagamento di un prezzo d'ingresso per godere di tutto questo è ampiamente giustificato. Cosa che poteva peraltro convivere con un sistema di microtransazioni più leggero, invece del muro contro cui si sbatte dopo le prime ore, che di fatto azzoppa l'intera struttura. Resta comunque un ottimo misto tra gioco di carte e RPG, dotato di una caratterizzazione interessante e una meccanica degli scontri non troppo profonda ma indubbiamente funzionale e stimolante. Essendo un free-to-play il download con prova è comunque consigliato a tutti, ma da lì la continuazione è destinata a chi ha intenzione di spendere qualcosa o a chi è dotato della pazienza di effettuare un grinding spezzettato dalle attese.
PRO
- Buona struttura ibrida tra RPG e card game
- Ottima caratterizzazione
- Tecnicamente molto valido
CONTRO
- Troppo spezzettato e dilazionato
- Spinge in maniera evidente verso le microtransazioni
- Qualche crash