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Cinque videogiochi per cinque supereroi italiani

Mentre Lo chiamavano Jeeg Robot sbarca al cinema, immaginiamo cinque videogiochi con i supereroi italiani per protagonisti...

SPECIALE di Christian Colli   —   25/02/2016

Oggi arriva nei nostri cinema Lo chiamavano Jeeg Robot. Con un titolo così, viene da pensare che sia una commedia all'italiana con qualche comico di cabaret che si improvvisa attore, cercando di convincere gli spettatori che tra una battuta grossolana e l'altra ci sia un profondo significato da cogliere o una complessa metafora sullo status quo del nostro paese.

Cinque videogiochi per cinque supereroi italiani

E invece no. Lo chiamavano Jeeg Robot è un film di supereroi. Italiano. Ambientato a Roma. Dove le canzoni di sottofondo sono Un'emozione da poco e Non sono una signora, i cattivi sono camorristi e il protagonista è un comunissimo ladruncolo che di nome fa Enzo Ceccotti, interpretato dal bravo Claudio Santamaria. Comunissimo finché non diventa super forte, innescando un cinefumetto cupo e pieno di colpi di scena. Se Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores si rivolgeva a un pubblico più giovane, il film di Gabriele Mainetti è uno spettacolo per adulti che dimostra, ancora una volta, come l'Italia possa proporre qualcosa di diverso dalle commedie degli equivoci e i polpettoni drammatici. E soprattutto ci ricorda che i supereroi non nascono soltanto a Gotham City, su Krypton o nel Queens. Non sono tanti i supereroi italiani, di nome o di fatto, ma ce ne sono alcuni che ci sono rimasti impressi e su cui si potrebbero sviluppare dei gran bei videogame. Abbiamo già fatto questo giochino qualche mese fa, e vogliamo riproporvelo in chiave "italiana". Bando alle ciance, quindi, che si comincia.

Anche l'Italia ha i suoi eroi: abbiamo pensato ai videogiochi che potrebbero averli per protagonisti

Sliver

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Sliver è uno degli ultimi supereroi partoriti dalla Casa delle Idee: ha esordito nel 2014, nel numero 8 di Avengers World, nel quale ha aiutato i Vendicatori Occhio di Falco e Spider-Woman, curando il primo con i suoi super poteri, durante la loro battaglia con la maga Morgan le Fay e il suo esercito di morti. Creato da Nick Spencer e dall'italianissimo disegnatore Marco Checchetto, Sliver in realtà si chiama Franco Fibbri, ed è un ex calciatore che ha speso tutti i suoi soldi per partecipare a un progetto scientifico segreto, durante il quale gli è stata somministrata una sostanza aliena che lo ha trasformato in una potentissima creatura dorata. Dopodiché, col nome in codice Sliver, Franco è entrato a far parte della squadra Euroforce del Cavaliere Nero. Insomma, un calciatore ricco sfondato che diventa un super eroe: il sogno di ogni italiano? Sliver è un personaggio con delle buone potenzialità per diventare qualcosa di più di una semplice spalla degli Avengers, ma dubitiamo che qualcuno voglia farci sopra un videogioco. In quella remota ipotesi, sarebbe bello giocare un action adventure che racconti approfonditamente le sue origini, imbastendo una trama più complessa e piena di cospirazioni che affonda le radici nel nostro Paese, portandoci a visitare ed esplorare liberamente le città più importanti dello Stivale. Chissà, magari sotto il Colosseo c'è una base segreta del progetto Arma X o uno dei tanti laboratori segreti di Sinistro...

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Giorno Giovanna

Il quinto JoJo (anzi, GiòGiò!) non è proprio italianissimo, dato che è nato in Giappone col nome Haruno Shyobana e si è soltanto trasferito in Italia da piccolo insieme alla mamma, e a dirla tutta non è neppure un vero e proprio supereroe perché sì, ha i super poteri, ma di eroico non ha granché dato che il suo obiettivo è diventare il più grande gangster di tutti i tempi.

Cinque videogiochi per cinque supereroi italiani

Ecco perché, dopo essere entrato a far parte dell'organizzazione criminale Passione, Giorno convince il suo capo Bruno Bucciarati e i suoi compagni di banda a soverchiare il boss per fermare lo spaccio di droga e aiutare i poveri. Ironicamente, Giorno è il figlio che il cattivissimo Dio Brando ha concepito col corpo del primo JoJo, Johnathan Joestar. Se vi sembra assurdo, be', lo è: non a caso stiamo parlando de Le Bizzarre Avventure di JoJo, un manga che Hirohiko Araki scrive e disegna dal 1986. Giorno è il protagonista della quinta serie, Vento Aureo, cominciata nel 1995 e ambientata completamente in Italia, paese che Araki adora alla follia: si parte da Napoli e si passa da Firenze e Venezia, tra le altre cose, per arrivare allo scontro finale nel Colosseo di Roma. Giorno possiede il potere Stand chiamato Gold Experience, il quale gli permette di animare gli oggetti comuni o di accelerare la crescita e l'evoluzione delle forme di vita. Per immaginare un videogioco con Giorno non serve molta fantasia, dato che è possibile selezionarlo come combattente nei picchiaduro sviluppati da CyberConnect2, All-Star Battle e Eyes of Heaven. Inoltre, nel 2002 Capcom aveva sviluppato un'avventura in terza persona che ripercorreva la storia della serie Vento Aureo, ma che per via delle continue citazioni musicali non uscì mai dal Giappone.

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Icon 1

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L'Antro Atomico del Dr. Manhattan è praticamente il punto di ritrovo dei veri nerd italiani che navigano su internet, in cui si parla di cinema, di fumetti, di videogiochi, di action figure e di Barbie. Il suo poliedrico autore, Alessandro Apreda, ha lanciato da alcuni mesi un progetto no profit intitolato Icon 1 e la Squadra Alpha: lui firma la sceneggiatura del fumetto, i lettori del suo blog... ne disegnano le tavole. Frutto di una collaborazione collettiva tipo "mente alveare", Icon 1 e la Squadra Alpha è giunto alla quinta "uscita" e continua a riunire gli sforzi di un elenco di disegnatori un po' troppo lungo per nominarli tutti. Si tratta, insomma, di un progetto decisamente originale e interessante, pieno zeppo di citazioni nerd, incentrato sulla storia di una sgangherata squadra di supereroi internazionali e sulle idiosincrasie del loro "Superman", Icon 1, uno sfigato come tanti che per sentirsi importante vende l'anima al diavolo. Anche se non la sua. E non una soltanto. Frank - così si chiama davvero... oppure no? - non è italiano, ma i suoi autori sono tutti italianissimi e hanno sudato le proverbiali sette camicie senza intascare un quattrino, perciò si merita un posto in questa lista. Se dovessimo giocare a un videogame ispirato a Icon 1, vorremmo che fosse una cosa alla Telltale Games: una miniserie a episodi in cui sia possibile compiere delle scelte per far virare la storia in direzioni diverse, scritta da Apreda e disegnata dai suoi "antristi", infarcita di citazioni e battutine sagaci. Sarebbe un vero spasso.

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Zatanna

Le origini di Zatanna Zatara si perdono quasi nel mito: creata da Gardner Fox e Murphy Anderson, apparve per la prima volta nel numero 4 di Hakwman, ed era il lontanissimo 1964, ma si dovette aspettare il 1978 per vederla entrare a far parte della Justice League of America, visto che fino ad allora era stata un personaggio secondario o una semplice rivale di eroi come Batman o Lanterna Verde.

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Zatanna è la figlia di Giovanni Zatara, un prestigiatore creato ancora prima da Fred Guardineer per il primo numero di Action Comics, datato 1938. All'epoca del suo esordio, Zatanna stava proprio cercando il padre misteriosamente scomparso, col quale condivideva un segreto: in effetti, i due Zatara hanno davvero poteri magici e Zatanna, in particolare, è una delle maghe più potenti dell'universo DC. Da allora sono passati molti anni e, nel corso dei vari reboot che piacciono tanto alla DC Comics, la storia di Zatanna è stata continuamente alterata, stravolta o riscritta da capo. Fortunatamente, e nonostante tutti i suoi anni, la maga è rimasta uno schianto. Oggi Zatanna fa parte della Justice League Dark guidata da John Constantine, ma è apparsa in varie serie animate, in tanti spin-off a fumetti e persino nella serie televisiva di qualche anno fa dedicata al giovane Superman, Smallville. Astuta, potente e incredibilmente sexy, Zatanna - già giocabile nel picchiaduro Injustice - sarebbe la protagonista ideale di un'avventura in terza persona particolarmente story-driven in cui potrebbero fare la loro comparsa in qualità di spalle molti eroi della DC, magari con un gameplay più "RPG" in cui sia possibile potenziare le sue abilità e i suoi incantesimi.

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Madame Masque

Ci sono eroi e ci sono anti-eroi. Poi ci sono i cattivi e i cattivissimi. Ecco, Madame Masque sta nel mezzo di questa seconda categoria. Creata nel 1969 da Stan Lee e Gene Colan per il numero 98 di Tales of Suspence, Madame Masque ha esordito con l'alias Whitney Frost, ma il suo vero nome è Giulietta Nefaria ed è nata a Roma.

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Figlia del conte Luchino Nefaria, è stata poi adottata dal ricco Byron Frost e a lungo ha ignorato le sue vere origini, finché il conte non si è rifatto vivo e le ha proposto di prendere le redini di un sindacato del crimine, la Maggia. A tale scopo, Giulietta è stata addestrata nell'arte dello spionaggio e nelle arti marziali, ma in seguito a un incidente è rimasta orribilmente sfigurata e ha cominciato a indossare una maschera. Da lì, Madame Masque. Come potete intuire, la storia di questa villain è molto interessante, e si intreccia con le avventure di numerosissimi supereroi Marvel, tra i quali soprattutto Iron Man, il quale diventa a più riprese il suo amante. Col passare degli anni e degli albi, Madame Masque ha fatto anche qualcosa di buono, ha aiutato gli Avengers e in qualche occasione ha sfiorato il potere assoluto, ma la sua personalità risponde alla domanda: che cosa sarebbe successo se Batman fosse stato una donna malvagia? Ecco quindi il presupposto per un videogioco d'azione e d'avventura fortemente improntato sulla furtività, un mix tra Tomb Raider, Dishonored e Metal Gear Solid in cui il giocatore, nei panni della seducente Madame Masque, può fare un po' di tutto e impiegare una marea di gadget diversi per sconfiggere i suoi avversari che, una volta tanto, sono gli eroi più potenti della Terra.

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