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Termine di paragone

Abbiamo provato l'innovativo MOBA di Epic Games, attualmente disponibile in accesso anticipato

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   17/03/2016
Termine di paragone

Quello dei multiplayer online battle arena è un genere molto particolare, che conta tantissimi estimatori ma richiede un certo impegno, soprattutto all'inizio. La tradizionale connotazione del filone deriva dagli RTS di casa Blizzard, dunque offre un approccio "clicca e agisci" che si presta per forza di cose a un'interpretazione basata sostanzialmente sulla differenza di valori in campo: se il nostro personaggio si scontra con uno più forte lungo una delle corsie della mappa, molto probabilmente verrà sconfitto e potremo fare ben poco per evitarlo. In tale frangente entrano in gioco, però, tutta una serie di fattori strategici che costituiscono l'aspetto più affascinante di queste produzioni: l'attività dei minion, il sistema di leveling e, non ultima, la collaborazione con i propri compagni, sia in termini pratici che organizzativi. Vincere una partita nei MOBA è sempre una questione di squadra, una dimensione in cui chi corre da solo è destinato a prendere schiaffi su schiaffi, ma soprattutto può compromettere il lavoro dei suoi compagni. Tutti concetti che valgono anche per Paragon, il nuovo titolo di Epic Games, che però propone una visione dei multiplayer online battle arena diversa dal solito, caratterizzata da controlli diretti e da una visuale in terza persona alla Gears of War. L'abbiamo provato per qualche ora ed ecco le nostre impressioni.

Quasi tutto e subito

Sarà una cortesia limitata all'Early Access (nel nostro caso su PC), sarà che effettivamente Epic Games ha deciso di presentare un prodotto free-to-play in cui il bilanciamento non viene davvero intaccato dai meccanismi di monetizzazione, fatto sta che i numeri di Paragon appaiono fin da subito convincenti: i tredici personaggi che compongono il roster (a cui dovrebbero aggiungersene altri di settimana in settimana, sempre gratis) sono tutti immediatamente accessibili, con solo un paio di casi in cui bisogna attendere di raggiungere il livello 7 di esperienza per lo sblocco (operazione fattibile nel giro di poche ore, ad ogni modo).

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Nessuna rotazione, dunque, e massima libertà di scegliere un eroe e specializzarsi nel suo uso. Al momento c'è una sola mappa, ma si tratta di uno scenario bello da vedere (notevoli alcune texture), affascinante dal punto di vista stilistico e capace di unire la tradizionale struttura a tre corsie a un nugolo di scorciatoie e corridoi che possono tornare utili nel momento in cui si sente l'esigenza di fuggire, di aggirare gli avversari per coglierli di sorpresa o di scovare qualche preda speciale da abbattere nell'ottica del leveling. Come probabilmente saprete, nei MOBA due squadre si scontrano con l'obiettivo di distruggere le rispettive basi, ma per farlo devono prima abbattere una serie di torri di guardia, sfruttando in tal senso i minion controllati dall'intelligenza artificiale, che vengono generati automaticamente da una parte e dall'altra. Rimanere dietro queste unità di supporto risulta fondamentale per evitare di subire danni e portare un'offensiva di maggiore efficacia, che si tratti di abbattere le torri o gli eroi della squadra avversaria. Tre le modalità di gioco disponibili: un single player in cui saremo circondati da bot, una cooperativa contro la CPU o un multiplayer propriamente detto, in cui si affrontano due team composti da cinque partecipanti.

Abilità e potenziamenti

Abbiamo fatto cenno ai meccanismi che regolano le partite di Paragon, gli stessi di qualsiasi MOBA, ma la differenza fra gli altri prodotti del genere e il titolo di Epic Games sta nell'approccio diretto e nella visuale in terza persona. Al di là di alcune limitazioni sistematiche, come ad esempio l'impossibilità di attivare all'istante la corsa per fuggire dagli attacchi o di teletrasportarsi alla base per recuperare energia, il feeling è quello di un third person shooter il cui sistema di combattimento, però, sembra mutuato dal mondo degli RPG, con numeri ben evidenti a indicare il danno arrecato ai bersagli e un cool down che impedisce di avere un'alta cadenza di fuoco.

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L'attacco di base si attiva agendo sul grilletto destro del controller (perfettamente supportato), ma le altre quattro abilità consumano quantità più o meno elevate di mana e necessitano di ricariche più o meno lunghe, dunque bisogna utilizzarle in modo intelligente. Peraltro all'inizio della partita non saranno disponibili, e dovremo sbloccarle eliminando i minion o gli eroi nemici e raccogliendo punti. A ogni nuovo livello raggiunto potremo aprire un menu contestuale con il grilletto sinistro e scegliere quale abilità sbloccare o potenziare, determinando in pratica un percorso che può cambiare a seconda del personaggio e dello stile che più ci appartiene. Vogliamo pompare gli attacchi dirompenti e trascurare le manovre difensive? Possiamo farlo, così come possiamo personalizzare i nostri guerrieri utilizzando le carte trovate nei mazzi che si ottengono con ogni vittoria, e che rappresentano uno degli elementi centrali del modello free-to-play utilizzato per il gioco. Disporre di bonus per una parziale ricarica dell'energia vitale o del mana può fare la differenza in battaglia, ma la sensazione è che questo aspetto dell'esperienza non vada a intaccare in modo importante un bilanciamento che, se rimarrà tale, dovrebbe garantire a chiunque di potersi cimentare con Paragon senza prendere clamorose batoste.

Paragon propone un'interpretazione innovativa dei MOBA, nell'ottica di un modello F2P permissivo

Roster variegato

I tredici personaggi che compongono l'attuale roster di Paragon si suddividono in cinque classi: assassin, ranger, caster, fighter, tank e support. Parliamo dunque di combattenti molto diversi fra loro per resistenza, mobilità e capacità di infliggere danno, che si tratti di attacchi normali o abilità speciali.

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Durante le nostre prove ci siamo trovati molto bene con i caster, grazie alla loro capacità di diventare determinanti quando scatenano le manovre speciali sui nemici. Prendiamo Howitzer, ad esempio: si tratta di una sorta di procione al comando di un possente esoscheletro metallico, in grado di sparare con cannoni d'ordinanza, lanciare bombe e trappole, nonché decollare e nuclearizzare, coprendo un'ampia porzione della mappa con una devastante pioggia di fuoco. Oppure Gideon, un mago che dispone di qualche mossa evasiva ma anche di uno spettacolare incantesimo che spalanca un buco nero in grado di attrarre i nemici e infliggergli una notevole quantità di danni. Siamo rimasti decisamente poco impressionati dai tank, invece: Steel è possente e può far male dalla brevissima distanza, ma è del tutto indifeso se l'avversario si trova a pochi passi e la sua resistenza non è tale da giustificare queste limitazioni. Probabilmente bisogna potenziarlo al massimo perché le sue caratteristiche possano davvero fare la differenza in uno scontro, fatto sta che da solo contro un paio di campioni nemici soccombe senza neanche passare dal via. Molto interessanti, infine, i ranger come Sparrow e Twinblast, che dispongono di una buona agilità e possono colpire i bersagli da una certa distanza, rimanendo dunque fuori portata (specie nel caso affrontino dei tank) e conservando la pur limitata salute disponibile grazie a manovre mirate, meglio se di concerto con i compagni, in un ruolo dunque di supporto.

Impressioni preliminari

Le novità introdotte da Paragon sono molto interessanti, dato che il controllo diretto dei personaggi e la visuale in terza persona trasformano l'esperienza MOBA in qualcosa di diverso, più coinvolgente anche se magari un filo meno strategico.

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I meccanismi e i limiti di questo genere di produzioni risultano evidenti fin dalle prime partite, dunque tenete presente che gli scontri fra due squadre equilibrate e determinate possono anche arrivare a durare un'ora, e che in ogni caso è necessario organizzarsi con i compagni per poter fare la differenza. Il sistema di messaggistica integrato è molto immediato e copre le varie esigenze ("torno subito", "attacca la corsia centrale", "difendi la corsia destra", ecc.) laddove non si disponga di un microfono, il matchmaking si è rivelato molto rapido ed efficiente, ma soprattutto ci troviamo di fronte a un'ottima prova per l'Unreal Engine 4, visto che sulla nostra configurazione (AMD FX 8320 @ 4 GHz, GTX 970, 8 GB di RAM, Windows 10) il gioco gira a oltre sessanta frame al secondo a 1080p e con tutti gli effetti al massimo. Gli stessi eroi vantano un discreto design, sebbene alcune figure appaiano un po' troppo generiche e prive di personalità. Deludente invece il sound design: sebbene ci si trovi su di un campo di battaglia, i suoni sono ridotti al minimo e si percepiscono solo quando ci avviciniamo molto all'azione, lasciandoci quasi in un silenzio surreale quando effettuiamo il respawn e ci dirigiamo nuovamente verso una zona calda della mappa. In conclusione, se Epic Games confermerà nei prossimi mesi l'equilibrio dell'attuale modello free-to-play e aggiungerà magari un pizzico di varietà all'esperienza potremmo ritrovarci con una solida e riuscita variazione sul tema MOBA, sicuramente spendibile anche nell'ottica degli eSports.

CERTEZZE

  • Una visione dei MOBA diversa e convincente
  • Modello free-to-play molto interessante
  • Tecnicamente fa la sua figura, ottimizzazione eccellente

DUBBI

  • Alcuni eroi hanno un design generico
  • I meccanismi sono sempre quelli
  • Qualche dubbio su determinate classi