Sono ormai passati tre mesi dalla nostra ultima prova di Grand Kingdom e, approfittando dell'imminente uscita della beta in occidente, abbiamo deciso di tornare sula versione lite del titolo, stavolta senza barriere linguistiche. La demo è stata infatti finalmente localizzata in lingua inglese e ci ha permesso di scoprire alcuni aspetti del titolo che, complici i testi in giapponese, ci erano sfuggiti durante il nostro primo incontro con questo interessante JRPG strategico.
Abbiamo provato la beta di Grand Kingdom, JRPG strategico in uscita su PlayStation 4 e PlayStation Vita
Sulle ceneri di un antico impero
Subito dopo l'introduzione che racconta la storia della caduta dell'antico impero Uldein e della formazione di vari regni indipendenti, la versione di prova di Grand Kingdom catapulta il giocatore in alcune battaglie introduttive, utili a spiegare le meccaniche di base.
Il pretesto narrativo è quello di testarne le capacità in vista della possibilità che la sua squadra venga ammessa nella Gilda, una cittadina autonoma che raccoglie i mercenari del regno. La struttura della missione è la stessa già vista nella versione giapponese: all'interno di una mappa in cui la squadra del giocatore è rappresentata da un pedone, ci si muove da un punto A ad un punto B per raggiungere l'obiettivo designato. Per farlo si hanno a disposizione un determinato numero massimo di turni, che tengono conto anche di quelli passati in battaglia. Nella mappa si incontrano forzieri e risorse da raccogliere, ma anche trappole e squadre nemiche, che vanno affrontate ogni volta che il pedone si trova nella stessa casella occupata da un pezzo avversario. È sempre qui che si possono usare gli strumenti curativi e alcune abilità speciali delle unità, che vanno dal teletrasporto fino a bonus da utilizzare negli scontri. I combattimenti sono a metà strada tra strategico a turni ed action. I movimenti e gli attacchi sono regolati da due barre distinte e, quando si va a colpire l'avversario, la barra del movimento residua viene sfruttata per eseguire un maggior numero di colpi, da concatenare in una serie di combo. Alcune abilità portano invece alla fine immediata del turno dell'unità. La classe del guerriero utilizzato ne determina sia il tipo di mosse che può apprendere con il passare dei livelli, sia l'arma utilizzata e, quindi, il modo in cui attacca. Nella beta sono però presenti solo quattro delle diciassette classi che caratterizzeranno la versione finale: lottatore, strega, medico e cacciatore. Il lottatore è il guerriero per il corpo a corpo, uno spadaccino con lo scudo utile per la prima linea. La strega è esattamente quello che suggerisce il nome ed è specializzata in attacchi magici a medio raggio, mentre il cacciatore è un'unità dotata di arco che colpisce dalla distanza. Il medico, infine, è una sorta di scienziata armata di pozioni, che possono infliggere danni oppure avere effetti curativi.
La crescita di un eroe
Una delle peculiarità più interessanti del sistema di combattimento di Grand Kingdom è proprio la differenziazione nelle modalità di attacco. Le classi hanno infatti tutte delle mosse specifiche, che richiedono accorgimenti diversi per essere mandate a segno: con le combo del lottatore bisogna tenere conto della posizione del nemico e del fatto che un colpo possa scaraventarlo in aria, mentre con il cacciatore la parabola delle frecce viene decisa dal momento in cui si preme il tasto d'attacco. Il meccanismo è simile anche per la strega, mentre le pozioni del medico hanno effetto in un'area piuttosto ampia, ma possono perdere parte della loro efficacia se colpiscono il bersaglio sbagliato.
Il fuoco amico, poi, non è disabilito ed è facile trovarsi a colpire inavvertitamente un alleato. Nell'unica missione della campagna oltre il tutorial, si viene introdotti agli strumenti di supporto da piazzare sul terreno: cannoni, catapulte, balliste e mura mobili sono potenti mezzi di difesa e offesa, che riducono le possibilità di movimento degli avversari. Ovviamente non mancano nemmeno elementi classici del genere, come il potenziamento delle armi e il crafting, anche se sono appena abbozzati nella demo. Ci sono poi i negozi per armi e pozioni, e il reclutamento stesso dei nuovi alleati funziona esattamente come una boutique, dove l'assortimento cambia dopo ogni missione: ci si reca così in questa sorta di "ufficio di collocamento", si passano in rassegna i canditati e si assumono quelli più promettenti, o che costano meno. Ogni unità ha infatti parametri di base e abilità differenti, che ne influenzano il prezzo, la crescita e l'utilizzo in battaglia. Ad ogni aumento di livello i mercenari guadagnano dei punti abilità, che il giocatore è libero di assegnare come vuole: i parametri favoriti dalla natura, però, permettono di ottenere punti extra più rapidamente rispetto a quelle di grado inferiore. Nella versione completa sarà possibile potenziare i soldati anche attraverso oggetti e un allenamento specifico, al quale però non si può accedere nella beta.
La guerra è bella, anche se fa male
La versione lite permette di provare anche le funzionalità online di Grand Kingdom. Nella cosiddetta modalità Guerra, l'alter ego del giocatore può firmare contratti con i vari regni della regione in qualità di mercenario.
Gli accordi hanno una durata che oscilla tra uno e cinque conflitti (in genere si combatte una guerra al giorno) e offrono ricompense maggiori man mano che aumenta il grado di fedeltà a un reame. Una volta decisa la fazione non è possibile combattere in tempo reale contro avversari umani ma ci si può scontrare contro le loro unità controllate dalla CPU. È un sistema simile alla modalità StreetPass del solito Fire Emblem Awakening, con la differenza che qui gli scontri determinano l'esito di guerre su più larga scala. I giocatori devono così unire le forze per abbattere le fortezze nemiche e conquistare nuovi territori, mentre nella capitale si votano le decisioni più importanti in vista della guerra successiva. I sondaggi regolano tutta la strategia militare e influenzano lo stato da attaccare, il tipo di bonus da attivare e anche le macchine da guerra da piazzare sulla mappa all'inizio di ogni nuovo scontro. Per marcare ancora di più la componente gestionale, in città si può persino finanziare la ricerca di nuova armi, donando risorse e materiali. Purtroppo, con la demo ancora inaccessibile al pubblico, gli avversari sono più o meno sempre gli stessi e gli scontri finiscono per risultare presto monotoni anche per via della presenza di sole quattro classi. Sarà però interessante vedere l'intero meccanismo in azione con centinaia di guerrieri. Soprattutto per capire cosa hanno in mente gli sviluppatori, per evitare che i giocatori si sentano inutili all'interno di un quadro bellico forse fin troppo ampio, che già ora risulta confusionario. Le classifiche online con ricompense per i migliori combattenti di ogni regno per ora sono un buon diversivo, ma se non verrà aumentata la varietà di oggetti premio sarà difficile spingere i giocatori più forti a combattere. Sul lato tecnico, si conferma la grafica in perfetto stile Vanillaware, per un titolo leggero che però soffre per la presenza delle schermate di caricamento, fin troppo frequenti. L'ultima cattiva notizia arriva dalla localizzazione: come da tradizione NIS America, la traduzione di testi e doppiaggio è solo in lingua inglese.
CERTEZZE
- Tante classi ancora da scoprire
- Meccaniche di gioco originali
- Lo stile Vanillaware
DUBBI
- Difficile affezionarsi a soldati senza personalità
- Bilanciamento delle unità da valutare
- La modalità online rischia di essere dispersiva