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Spaventi e interrogativi

Resident Evil cambia faccia: Capcom avrà trovato la formula giusta, o si sarà limitata a scimmiottare esponenti di successo del genere horror?

PROVATO di Aligi Comandini   —   14/06/2016

Sul fatto che Resident Evil abbia bisogno di una rinascita siamo tutti d'accordo. Passato dalla posizione di progenitore del genere survival horror moderno a quella di "vecchio zio che non viene invitato alle feste", questo storico marchio deve a tutti i costi trovare una nuova strada, un percorso capace di riportarlo nel cuore degli amanti del genere prima che sia troppo tardi. Durante l'inarrestabile conferenza Sony dell'E3 2016, questa nuova via è parsa cristallina: un totale cambio di prospettiva, con un titolo in prima persona più vicino agli Amnesia o ad Outlast che ai predecessori. Di per sé l'idea non era affatto male, e dal breve trailer l'atmosfera cupa di degrado totale della casa in cui il nuovo protagonista si risveglia (per quanto abusatissima) sembrava abbastanza curata da poter di nuovo scatenare un po' di sano terrore nei videogiocatori. Poi però è stata rilasciata una demo sul Playstation network, l'abbiamo provata, e ne siamo usciti delusi. Capcom potrebbe aver fatto il paso più lungo della gamba, ed è una gamba lenta e putrefatta quella dei suoi zombie.

Resident Evil ha cambiato strada: per ora tuttavia la strada rischia di finire in un burrone

La casa

La demo del nuovo Resident Evil si apre in modo piuttosto classico: voi siete un non meglio precisato poveraccio che si risveglia in una casa in rovina. La carta da parati sui muri è vecchia e sfatta, muffa e polvere coprono gran parte delle superfici, e la sensazione generale è quella di un luogo dove non sarebbe mai il caso di passare una nottata. Lì però in qualche modo ci siete arrivati e dovete trovare al più presto un'uscita, perché il gioco non impiega molto a farvi capire che, in caso di permanenza prolungata, ci sono ottime chance di lasciarci la pellaccia.

Spaventi e interrogativi

L'approccio però, come detto precedentemente, è molto più vicino a quello di un horror moderno con elementi puzzle che ai Resident Evil classici: il protagonista può raccogliere degli oggetti e interagire con elementi del paesaggio predefiniti, l'illuminazione dipende principalmente da dove si punta la visuale - per dare un'idea di oscurità e aumentare la tensione - e tutto ruota attorno al solito balletto di spaventi improvvisi, momenti morti, e nemici non visti ma chiaramente presenti. C'è solo un piccolo problema: il balletto è goffo, seriamente goffo. L'idea di una trasformazione della serie non ci intimorisce né indigna, specie considerando il suo status attuale, ma in questo caso non siamo di fronte a un brillante riadattamento di una saga storica capace di dare una secca virata a questo filone, bensì a una demo che sembra essere poco più di una scopiazzatura. La volontà di emulare altri progetti si nota fin dal modo in cui tutto è stato messo in campo: una demo disponibile immediatamente dopo la conferenza Sony, in modo simile a quando era accaduto con P.T., che ricalca le atmosfere del compianto progetto di Kojima in modo abbastanza spudorato ma non riesce assolutamente a raggiungerne i livelli di tensione. E quello era un titolo con un solo corridoio, qua abbiamo una casetta intera a disposizione.

L'art di far paura

Non è tanto il gameplay a non convincerci, anche perché il semplice inventario classico messo a disposizione del giocatore è più che sufficiente come base per un titolo di questa tipologia.

Spaventi e interrogativi
Spaventi e interrogativi

A disturbarci è stata la gestione degli spaventi, che sembra dimostrare in modo lampante come Capcom non sia più in grado di capire cosa fa paura e cosa no. Sul serio, ci sono una manciata di "jump scare" nella demo, tutti prevedibilissimi; ad accompagnarlo praticamente solo qualche rumore di fondo, un po' di elementi splatter (tra cui un grosso animale tagliato perfettamente a metà, scarafaggi ovunque e carcasse varie), e un filmato interattivo che spiega come il protagonista è arrivato in quella situazione, che sembra voler forzatamente seguire tutti i cliché del genere horror. Questa demo insomma non riesce ad essere né un'esperienza criptica e capace di incuriosire il giocatore, né ad offrire un po' di sani salti dalla sedia per chi bazzica nel genere da un po': sembra a tratti di trovarsi davanti a un progetto quasi forzato, del tutto privo di scintilla e piazzato a forza sulle spalle di sviluppatori disinteressati. Il comparto tecnico non aiuta poi, perché il motore grafico a disposizione della software house nipponica, seppur più che passabile, risulta carente nelle animazioni. Si fa davvero fatica a percepire i personaggi mostrati come "credibili", e a percepire un reale brivido mentre si osservano le loro vicende, o si portano avanti le proprie. Ora, volendo recuperare un pochino di sano ottimismo, possiamo mettere le mani avanti precisando che da una demo di un'ora non si può valutare la qualità complessiva di un titolo, eppure siamo seriamente preoccupati. Un teaser deve necessariamente accendere l'attenzione del giocatore, e vista la sua brevità dovrebbe sempre contenere almeno un paio di trovate furbe. Questa prova ha invece fatto l'esatto contrario: ha dimostrato una chiara mancanza di identità e direzione artistica precisa, perdendosi nella banalità del già visto. Non è un buon inizio, e possiamo solo sperare che Capcom corregga completamente il tiro con il resto del progetto.

CERTEZZE

  • Il cambio di prospettiva potrebbe fare bene alla serie...

DUBBI

  • ...ma questa prova non convince
  • Spaventi prevedibili e cliché a gogo