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Centro al terzo colpo?

Abbiamo provato Sniper Ghost Warrior 3 a Varsavia, terzo capitolo di una serie che ha avuto grande successo di pubblico, ma non di critica. Le cose cambieranno con questo seguito?

PROVATO di Aligi Comandini   —   02/08/2016
Sniper: Ghost Warrior 3
Sniper: Ghost Warrior 3
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Le valutazioni della critica specializzata forse non hanno più il peso che possedevano prima dell'era di Youtube e dei social, ma smuovono comunque una parte sensibile di pubblico e spesso vanno a intaccare con forza le vendite di un dato prodotto se in larga parte negative. Quasi nessun videogame è esente da questa sassaiola in fase di valutazione - persino i tripla A da decine di milioni di copie vengono influenzati - eppure è capitato che dei titoli la bypassassero completamente. Gli Sniper Ghost Warrior sono un curioso esempio di tale fenomeno: sparatutto mediocri secondo la stampa, hanno piazzato quasi sei milioni di copie nelle case dei giocatori, favorendo la crescita di CI Games (software house polacca precedentemente nota come City Interactive) e la produzione di un seguito. Noi questo seguito siamo andati a vederlo a Varsavia, desiderosi di capire come mai una serie così bistrattata dalla stampa sia riuscita a catturare il grande pubblico e di stabilire se, dopo il riuscito Lords of the Fallen, le rinnovate ambizioni del team possano contare sul supporto di una concreta crescita dei suoi sviluppatori.

Sniper Ghost Warrior 3 è molto diverso dai suoi predecessori. Vi spieghiamo perché

A spasso per la Georgia

Sniper Ghost Warrior 3 vi mette nei panni di Jonathan North, un ex-marine dalla mira infallibile che si trova in Georgia durante un'invasione militare e ha il non trascurabile compito di impedire l'inizio di una terza Guerra Fredda con le sue azioni.

Centro al terzo colpo?

Ben poco abbiamo colto della trama durante il nostro test, ma il CEO di CI Games ci ha assicurato che il team ha lavorato duramente sulla narrativa (al punto da ritenerla una delle caratteristiche migliori della loro creatura) e che la campagna offrirà addirittura finali multipli in base alle scelte fatte da North. Non potendo ad ogni modo confermare o smentire tali informazioni, preferiamo descrivere il setting, più che altro per la scelta degli sviluppatori di abbandonare la linearità dei predecessori in favore di una nuova struttura open world. Di rado una soluzione simile viene adottata a cuor leggero, ma era prevedibile che i CI Games si sarebbero mossi in questa direzione, vuoi per il successo dei giochi free roaming nel mercato odierno, vuoi per le tante critiche all'eccessiva semplicità strutturale del primo e del secondo Sniper Ghost Warrior. Il risultato è un titolo che strizza l'occhio a Far Cry 3, offrendo vari approcci alle missioni, esplorazione libera e qualche elemento survival, ma al contempo cerca di distanziarsene applicando le sue formule in modo differente. Le missioni a obiettivi sono, ad esempio, il fulcro della campagna e, seppur non manchino gli avamposti ricchi di guardie, eliminarle tutte non porta vantaggi al di fuori di quelli tattici. Niente premi o zone conquistate se si fa una strage dunque, andare dritti al bersaglio è di frequente la soluzione migliore. Detto questo, i metodi per farlo sono molteplici e spaziano dallo stealth al cecchinaggio puro, passando per l'approccio alla Rambo, nonostante il bilanciamento dei tre approcci ci sia sembrato ancora bisognoso di qualche sano ritocco.

Un cecchino versatile

Il punto forte del gameplay risiede pur sempre ancora nell'uso del fucile dalla lunga distanza, poiché il gioco sfrutta una balistica semi-realistica che richiede di tarare con precisione il mirino, trattenere il fiato, e calcolare la velocità e direzione del vento per piazzare i colpi più devastanti.

Centro al terzo colpo?

Sul finale di missione vengono addirittura aggiunti punti per colpi particolarmente difficili in base alla distanza, laddove il punteggio totale chiarisce in che modo il giocatore ha deciso di affrontare il compito affidatogli. Un approccio silenzioso, ad esempio, viene facilitato da manovre corpo a corpo in corsa, uccisioni furtive e da un comodo drone, che permette di osservare la zona in cui ci si trova dal cielo e di marchiare i nemici in modo simile a quanto visto in Crysis. Una volta marchiate le guardie restano sempre visibili e i loro movimenti diventano ancor più chiari quando si utilizza lo "Scout Mode", un'ennesima variante della modalità istinto che permette di percepire i suoni nelle vicinanze. La mancanza di equilibrio la si nota quindi pesantemente quando si decide di entrare in campo ad armi spianate: in uno scontro i soldati ammazzano North con una manciata di colpi e le armi automatiche si rivelano spesso inefficaci. Uccidere i bersagli da una distanza di sicurezza è, inoltre, una soluzione infinitamente più sicura anche del lento e silenzioso avanzamento fra le fila delle guardie avversarie, che possono facilmente mettervi in difficoltà dopo un movimento inconsulto. Perlomeno, la differenza di approcci sembra aver favorito la diversificazione delle missioni, che vanno da semplici uccisioni di uno specifico bersaglio all'infiltrazione in basi con obiettivi multipli da completare (una missione ad esempio richiedeva la disattivazione di tre postazioni satellitari, con tanto di countdown a tempo per la disattivazione di un allarme).

Sopravvivere nella foresta degli shooter

L'esperienza di gioco viene arricchita anche dalla presenza di enigmi ambientali, correlati di solito al raggiungimento di una posizione sicura per il cecchinaggio. Persino questo è un elemento vicino alla serie Far Cry e non dissimile dalle scalate delle torri di comunicazione degli ultimi capitoli, ma ci è sembrato comunque avere un senso logico maggiore all'interno della campagna rispetto a quanto visto nei giochi Ubisoft. Sniper Ghost Warrior 3 non sembra comunque avere la solidità tecnica del titolo a cui pare ispirarsi maggiormente, perché al momento i CI Games devono assolutamente ritoccare alcuni aspetti del loro pargolo per poter competere con il resto del mercato.

Centro al terzo colpo?

Il primo è quello puramente tecnico, visto che la demo da noi provata presentava numerosi cali di frame rate ed era ben lontana dall'esser stabile. Il secondo problema invece, ben più grave, riguarda l'intelligenza artificiale e alcune scelte di game design. Dalla distanza difatti abbiamo notato un costante spaesamento delle guardie nemiche, quasi impossibilitate a raggiungerci mentre le eliminavamo una dopo l'altra con il nostro fucile da cecchino. La balistica sarà pure più complessa del normale, ma i proiettili non ci sono parsi ardui da recuperare e la potenza dei colpi è sufficiente a liberare il campo in pochi minuti una volta raggiunta una posizione sicura. Questa situazione sarebbe risultata sicuramente meno grave aumentando l'importanza dell'elemento survival nel gioco (magari rendendo proprio difficoltoso il recupero di munizioni), ma recuperare gli oggetti per il crafting ci è sembrato semplicissimo e ci sono bastati pochi minuti per avere addirittura una scorta di munizioni perforanti. I casi quindi sono due: o si rende il fucile meno abusabile, o si migliora l'intelligenza artificiale in modo da rendere più esaltante la sfida, in caso contrario Sniper Ghost Warrior 3 rischia di diventare davvero troppo facile. È presto comunque per essere lapidari; abbiamo visto giochi in condizioni peggiori cambiare faccia prima dell'uscita e CI Games ha ancora la possibilità di aumentare il livello di sfida e ritoccare alcuni elementi del suo shooter (contate che nella demo provata i proiettili perforanti non erano ancora attivati, e anche la killcam era stata eliminata). Basta prendere un bel respiro per fare centro.

CERTEZZE

  • Open world, con approcci multipli alle missioni
  • Balistica del fucile da cecchino lodevole

DUBBI

  • Intelligenza artificiale nemica da rivedere
  • Qualche magagna tecnica che va risolta