Il cosiddetto N7 Day si avvicina: a quanto pare da quel momento in poi ne sapremo di più su Andromeda, il nuovo capitolo della saga di Mass Effect che dovrebbe uscire nei primi mesi del 2017, anche se ormai la moda del rinvio all'ultimo minuto ha preso così tanto piede che non ci sorprenderebbe se Electronic Arts e BioWare decidessero di prendersi qualche mese in più per rifinire uno dei titoli più attesi di questa generazione. Nel bene e nel male, la trilogia di Mass Effect ha avvinto centinaia di migliaia di giocatori e il solo fatto che il finale di Mass Effect 3 abbia sollevato tante polemiche è soltanto la dimostrazione di quanto importante fosse diventata l'epopea del comandante Shepard e del suo equipaggio. Mass Effect ha ridefinito il modo di pensare gli RPG e Mass Effect: Andromeda dovrà fare i conti con un'eredità complicata e aspettative monumentali. Quel poco che abbiamo visto qualche mese fa è bastato a suscitare l'entusiasmo ma anche i timori dei vecchi e nuovi fan della saga, ma secondo Aaryn Flyn, il general manager di BioWare, Andromeda sarà qualcosa di più di un semplice sequel...
Riuscirà Mass Effect: Andromeda a conquista - o riconquistare - una nuova generazione di giocatori?
Dove nessuno è mai giunto prima
"Andromeda è la nostra occasione per realizzare il potenziale inespresso del Mass Effect originale: oggi possiamo riuscirci perché abbiamo più esperienza, gli hardware sono migliori e abbiamo le idee molto più chiare", afferma Flyn con non poca convinzione. Forse è per questo che a BioWare hanno deciso di non chiamarlo Mass Effect 4 e di ambientare la nuova saga in un contesto temporale e spaziale completamente diverso: i fatti di Andromeda si svolgeranno molto tempo dopo il finale di Mass Effect 3 e nella galassia, per l'appunto, di Andromeda.
Alcune cose non cambieranno, poiché i giocatori potranno scegliere il sesso del loro alter ego, anche se questa volta i due protagonisti coesisteranno in quanto figli gemelli di un importante agente operativo N7. "Consideriamo Andromeda più un erede spirituale che il seguito vero e proprio di Mass Effect, anche perché abbiamo attinto al primo episodio e rilavorato alcune idee che ci erano piaciute particolarmente e che avevamo trascurato nei due sequel", spiega Flyn. Chi ha giocato la trilogia di Mass Effect si sarà reso conto, passando da un episodio all'altro, che gli elementi ruolistici hanno ceduto il passo all'azione per concretizzare un'esperienza più dinamica e frenetica. Forse è per questo che, a un certo punto, gli sceneggiatori hanno perso un po' il filo della narrazione, esponendo delle controversie su cui ancora oggi si arrovellano parecchi fan. Nel frattempo, però, BioWare ha anche affinato la sua tecnica, sperimentando nuove soluzioni specialmente con Dragon Age: Inquisition. In particolare, ci riferiamo al cosiddetto open world. Il jetpack che abbiamo visto nel trailer più recente di Mass Effect: Andromeda ha subito lasciato intendere che qualcosa si stia muovendo in quel senso. "Adoro il jetpack", rivela Flyn con un sorrisetto. "Una volta che comincerete a usarlo non potrete fare a meno di chiedervi perché non ci fosse anche negli altri Mass Effect". Chiaramente il jetpack non ci permetterà di svolazzare a destra e a manca come Superman, ma offrirà una libertà di movimento che potrebbe ampliare enormemente le possibilità del giocatore. "Non è stato facile implementarlo", ammette perciò Flyn. "Abbiamo dovuto creare un mondo che i giocatori possono esplorare liberamente seguendo comunque una sceneggiatura lineare che deve stare al loro passo e seguire logicamente le loro decisioni". Ecco, questa è una cosa che ha subito intimorito i fan di Mass Effect ma, soprattutto, i fan dei giochi di ruolo in generale e di quelli firmati BioWare nello specifico. Solitamente la natura open world dei giochi di ruolo cozza pesantemente con le sceneggiature in cui è possibile scegliere lo sviluppo della narrazione: vi ricordiamo, infatti, che in tutti i Mass Effect potevamo compiere delle decisioni che andavano a influenzare pesantemente più parametri, cambiando in modo irreversibile l'esito di certe missioni. "Ammetto che ci abbiamo dovuto lavorare parecchio", dice Flyn. "E stiamo ancora imparando come offrire una storia bella, avvincente e rifinita, piena di scelte e di conseguenze, mantenendo l'illusione che il giocatore abbia il pieno controllo delle sue azioni e del mondo in cui le svolge". Dobbiamo ammettere che, messa in questi termini, non sembra proprio che Mass Effect: Andromeda sia un gioco in uscita entro la primavera del 2017. Se è vero che i ragazzi di BioWare stanno ancora sceneggiando la storia, strutturandola intorno alle eventuali meccaniche open world del gameplay, lo sviluppo non deve essere stato facile. "Non lo è stato affatto", conferma Flyn. "Quando abbiamo messo un punto alla trilogia di Mass Effect, ci siamo trovati a dover decidere in che modo proseguire il franchise. E a dire la verità, ci siamo chiesti più volte se non fosse il caso di lasciar perdere. In questo senso, il sostegno dei nostri fan è stato importantissimo e molti sviluppatori hanno insistito perché proseguissimo". Sappiamo però che molti di coloro che avevano lavorato ai primi tre Mass Effect oggi si stanno dedicando a nuove proprietà intellettuali, ragion per cui il team che sta lavorando ad Andromeda è quasi del tutto nuovo. "Abbiamo dovuto addestrare una nuova generazione che adesso avrà il compito di offrirci la sua visione di Mass Effect", afferma Flyn.
Alta tensione
Il fatto che Mass Effect: Andromeda finora si sia mostrato soltanto con un breve trailer in cui del gameplay non si è visto praticamente nulla ha alimentato non solo una percezione di incompletezza rispetto alla data di uscita ormai imminente, ma anche non pochi pettegolezzi circa la difficile lavorazione del gioco. Stando alle affermazioni di Flyn circa i cambiamenti dell'organico, è plausibile pensare che in quelle voci di corridoio ci sia un fondo di verità. "La tensione e la passione vanno a braccetto in questi casi", confida Flyn. "Ogni volta che si cerca di portare avanti un progetto ambizioso, è normale che sorgano tensioni e che ci siano dei ripensamenti. Spero solo che il trailer che abbiamo mostrato serva a dimostrare che completeremo lo sviluppo e che Andromeda sarà magnifico".
Il problema è che il trailer non ci ha svelato granché. Sì, abbiamo visto il jetpack e, sì, abbiamo visto una parte del cast, ma a livello di gameplay e di feature Andromeda resta ancora avvolto nel mistero. In più, ultimamente circolano dei rumor secondo i quali BioWare starebbe rimuovendo alcune meccaniche di gioco per arrivare puntuale alla data di uscita. "Non ne so nulla", nega piccato Flyn. "È vero che abbiamo apportato un paio di modifiche al gameplay, ma non così importanti. Stiamo sempre concentrandoci sull'esplorazione libera degli scenari del gioco e sulla qualità della sceneggiatura". Ciò non toglie che, alla luce di quanto premesso e di quanto rivelato da Flyn, le possibilità di vedere Mass Effect: Andromeda entro la fine dell'anno fiscale siano piuttosto esigue. "Io invece sono abbastanza sicuro che ce la faremo", sostiene il manager di BioWare. "Ci sostiene un publisher eccezionale come Electronic Arts che ha molto a cuore il franchise di Mass Effect: siamo costantemente in contatto e ci scambiano continuamente consigli e suggerimenti". A preoccupare i fan, tuttavia, è proprio l'influenza del publisher: i veterani della serie si domandano se il nuovo team dietro ad Andromeda non abbia una visione della saga troppo diversa da quello che ci si aspetterebbe da Mass Effect. A volte basta un nonnulla per strafare e mancare completamente il bersaglio, specialmente se ci si mettono di mezzo la passione... e le aspettative non tanto del pubblico, ma del publisher. "Questo è senza dubbio un progetto ambizioso e chiunque ci stia lavorando è nervosissimo", conferma Flyn.
"Quello che ci dispiace di più, però, è che i primi a essere preoccupati siano i fan, e in questo momento vogliamo soltanto rassicurarli che la nuova saga non farà rimpiangere la vecchia". E ogni volta che si parla di saga, non possiamo fare a meno di farci delle domande sulla natura di Andromeda. Insomma, è l'inizio di una nuova trilogia o cosa? "Avevamo presentato il primissimo Mass Effect come l'inizio di una trilogia, ma questa volta abbiamo preferito evitare perché vogliamo essere liberi di scrivere la storia senza vincolarci ad affermazioni o slogan", spiega Flyn. Trilogia oppure no, i ragazzi di BioWare dovranno stare attentissimi col finale, perché ancora oggi qualcuno brontola ogni volta che si parla di quello di Mass Effect 3 anche dopo la patch che BioWare aveva rilasciato a posteriori per completarlo. "Quella storia mi ha fatto andare letteralmente in terapia", racconta Flyn. "Per noi fu un momento assolutamente catartico: avevamo appena concluso un progetto che andava avanti praticamente da dieci anni e, con tutte quelle reazioni negative, abbiamo finito col chiederci dove avevamo sbagliato". Probabilmente sono state tagliate delle teste, all'epoca, e soprattutto per gli sceneggiatori non deve essere stato affatto facile affrontare quella sfida. "Per fortuna siamo cresciuti", conclude però il manager di BioWare. "E credo proprio che siamo anche migliorati. Sono sicuro che l'intenzione generale sia quella di realizzare il miglior Mass Effect di sempre in un contesto nuovo". Il futuro di Mass Effect resta nebuloso, insomma, ma se BioWare riuscirà o meno a farci dimenticare la debacle del finale e a esprimere al massimo il potenziale nascosto nell'ultimo trailer lo sapremo soltanto l'anno prossimo.