Prendete un astronauta, catapultatelo su un pianeta dalle caratteristiche morfologiche casuali, scendete dalla navetta e cominciate a esplorare la zona per cercare di raccogliere risorse tramite la vostra "arma" speciale in grado anche di scavare e modellare il terreno intorno a voi. Queste sono le premesse di Astroneer, titolo di System Era Softworks che arriva, in Accesso Anticipato in versione pre-alfa, sia su PC tramite Steam o Windows Store sia su Xbox e lo fa con coraggio in un periodo in cui sentir parlare di concetti come "mondi generati proceduralmente" ci fa storcere il naso temendo di dover rivivere le disavventure di No Man's Sky, uscito la scorsa estate, con cui il titolo in questione condivide almeno le dinamiche iniziali.
Come leggerete in questo nostro provato, la strada intrapresa da Astroneer è ben diversa e, nonostante sia ancora lontano dalla versione finale, le intenzioni degli sviluppatori appaiono chiare: dare a questo gioco un'identità precisa. Lo si capisce sin dal primo momento in cui, nel menù iniziale, potrete scegliere tra quattro astronauti, ognuno con una propria caratteristica fisica e una tuta spaziale diversa (si tratta comunque di differenze esclusivamente estetiche), che sono in attesa su una base spaziale in orbita attorno al pianeta iniziale. Ogni volta che si ricomincia una partita, questo pianeta cambia la sua morfologia pur rimanendo di tipo terrestre, caratteristica questa che lo rende il meno pericoloso tra i biomi esistenti. Partendo da un habitat iniziale, dovrete sopravvivere costruendo la vostra base, i veicoli e persino le astronavi per esplorare gli altri pianeti che ruotano intorno alla stella madre del sistema in cui ci si trova. Non finisce qui, potete giocare online fino a quattro giocatori contemporaneamente e, nel caso lo reperiate su Windows Store, Astroneer ha il pieno supporto di Xbox Play Anywhere permettendovi, con lo stesso acquisto, di giocarlo sia su console che su PC condividendo i salvataggi in Cloud così da poter ripartire dallo stesso punto; purtroppo, almeno per ora, gli utenti Steam potranno giocare solo insieme ad altri utenti Steam.
Esplorate, raccogliete risorse e costruite la vostra base con Astroneer
Temi il mio potere fitologico
Abbiamo volontariamente citato The Martian visto che le sensazioni che si hanno mentre si gioca ad Astroneer, soprattutto quando si gioca in solo, ci hanno ricordato le situazioni in cui si è trovato Matt Damon mentre cercava di risolvere un problema dopo l'altro.
Il tutorial iniziale è davvero ridotto all'osso e si limita a indicare i tasti con i quali salvare, muoversi, accedere all'inventario e allo speciale Strumento Terreno. Oltre all'habitat iniziale, che sostanzialmente è la capsula con cui arrivate sul pianeta, avrete con voi un pratico "zaino" (l'inventario appunto) sul quale sono ben visibili gli indicatori delle due risorse principali con le quali fare costantemente i conti, l'ossigeno e l'energia: nello zaino è anche possibile costruire ed equipaggiare alcuni oggetti base. La visuale del gioco è in terza persona e, per ora, ci si trova costantemente in EVA (attività extraveicolare) e non ci è dato sapere se in futuro sarà possibile accedere all'interno di strutture o di astronavi levandosi il casco; mentre si è in prossimità della capsula principale o di un'altra struttura che fa parte della base, non consumate ossigeno e, visualmente, siete collegati da un tubo azzurro ma, se vi allontanerete troppo, comincerete ad utilizzare le riserve dello zaino e, quando l'ossigeno finirà, morirete. Ci sono tanti altri simpatici modi di morire, ad esempio, colpiti dai detriti che svolazzano durante i frequenti eventi atmosferici (per ora ci sono solo tempeste di sabbia), trafitti dalle punte o intossicati dal veleno di ostili piante aliene oppure facendovi troppo male cadendo dall'alto: non è ancora particolarmente punitivo andare all'altro mondo, infatti, si perdono "solo" le risorse raccolte che rimangono nello zaino attaccato al cadavere. Si rinasce vicino alla capsula pronti a ripartire con la possibilità di raggiungere il corpo, riprendere tutto e nascondere il cadavere letteralmente sotto la sabbia (proprio così!). Raccogliere le risorse che si trovano disseminate sul territorio e all'interno delle centinaia di grotte di un pianeta è la parte fondamentale del gioco. Gli elementi base, che si trovano generalmente in superficie, sono la resina e il composto che servono la prima per le condutture di connessione e le basi d'appoggio delle strutture, il secondo per produrre alcuni strumenti piccoli come il fondamentale Tether oltre a quasi tutte le parti fondamentali di strutture e veicoli. Il Tether, in particolare, diventerà in poco tempo il vostro migliore amico, visto che serve a piazzare dei paletti che sostengono il tubo di ossigeno ed energia utili a potersi allontanare dall'habitat senza il rischio di finire le risorse. Più in profondità, nelle grotte, è possibile trovare risorse più avanzate come la materia grezza per produrre alluminio e rame o l'idrazina che è il carburante per alimentare le astronavi. Ci sono poi tutta una serie di materie rare, come il titanio, il litio e il carbone, utilizzati per macchinari o batterie ancora più complesse, che possono invece essere trovate sia su altri pianeti o lune sia dentro relitti abbandonati disseminati per la mappa che, una volta disseppelliti, verranno depredati dall'astronauta di turno.
Costruire, ricercare, sviluppare
Le strutture che potete costruire sono di diversi tipi e ognuna di esse ha un suo scopo ben preciso e diverso dalle altre: c'è la fonderia con la quale si trasforma la materia grezza in materiale utilizzabile, la stampante per costruire sedili, moduli abitativi o pannelli solari, e il centro veicoli per rover o navicelle utili a lasciare il pianeta e ad esplorare lo spazio! Una parte davvero interessante è il centro ricerche che serve a far progredire tutte le nostre tecnologie scoprendo nuovi oggetti, veicoli più capienti o materie rare: per farlo funzionare dobbiamo trovare uno dei tantissimi oggetti misteriosi sparsi per le mappe e trasportarlo fino al centro ricerca, analizzarlo e gioire delle nuove scoperte.
Attenzione, ogni stazione di lavoro o veicolo che costruite o connettete alla base ha bisogno di energia per funzionare e, per alimentarli, potete utilizzare diversi modi: il più comune è il pannello solare ma esistono anche dei generatori diversi, come quello utilissimo alimentato da materiale organico reperibile ovunque vi sia vegetazione. Ciò che ci ha davvero colpito per la cura con cui è stato realizzato dal team di sviluppo, è il collegamento tra gli spazi di stoccaggio delle stazioni di lavoro, dei mezzi e dello zaino del protagonista con le materie che si raccolgono o con le parti aggiuntive da montare che si "incastrano" tra loro davvero in modo intuitivo; per fare un esempio, vi capiterà di utilizzare un piccolo pannello solare o un bio-generatore per alimentare un rover con cui andare in esplorazione e di staccarlo, una volta fermati, e applicarlo allo zaino della tuta utilizzandolo allo stesso modo. Insomma, nonostante si tratti di una versione alfa, Astroneer ci lascia sperare in una versione finale con delle potenzialità enormi. Certo, per ora non c'è alcuna creature che abiti i pianeti e nemmeno alcun sistema di combattimento; non esiste ancora l'acqua né come pioggia né come oceani e, come molti titoli di questo tipo, manca di un vero e proprio scopo: fortunatamente gli sviluppatori hanno anticipato che il gioco non sarà un semplice costruisci, raccogli ed esplora, ma hanno sottolineato che ci saranno anche degli obiettivi ben precisi (probabilmente un sistema progressivo di quest). I pianeti sono ancora pochi ma ben differenziati tra loro e ci sono, oltre a quello iniziale, i biomi tundra, arido, irradiato, esotico e incolto, ognuno con una sua gravità e un'atmosfera particolare; manco a dirlo, su quelli più pericolosi, sono presenti anche le materie più rare e, a rendere più complicate ma sfidanti le cose, difficilmente trovate la resina o il composto su di essi dovendo, quindi, portarle con voi se volete stabilire una base anche su questi pianeti.
Esplosione di colori
Lo stile grafico è coloratissimo, minimalista e molto pulito: talvolta sembra di trovarsi sulla tavolozza di un pittore. Quando si lasciano i pianeti e si osservano dall'orbita, ricordano quasi un libro pop-up in cui esce fuori l'oggetto dalle pagine. Gli effetti dei tramonti, delle albe e della luce zodiacale sono visivamente molto spettacolari, specialmente quando ci si trova sulla luna dove, mancando l'atmosfera, il cielo è perennemente nero: altro particolare molto funzionale a livello grafico è la facile identificazione sia per colore che per forma delle materie che si vanno a raccogliere, infatti, dopo poco sarà facilissimo capire anche in lontananza che tipo di materiale si ha di fronte.
Altra trovata visivamente molto funzionale è il sistema di individuazione dei punti di interesse sui pianeti: gli habitat saranno sempre visibili si in orbita che in superficie attraverso delle icone a forma di casa e, analogamente, lasciando un faro che si costruisce, potete evidenziare qualunque zona a piacimento. Restando fermi con il nostro astronauta compare anche un cerchio/bussola intorno ad esso per capire da che parte si è orientati. Le orbite che i pianeti compiono intorno alla stella non sono reali, gli sviluppatori hanno voluto sottolineare come la fisica sia stata rispettata soprattutto quando si è sui pianeti tuttavia non ci troviamo di fronte a una simulazione, come può essere Kerbal Space Program, e lo si capisce anche dalla semplicità del decollo delle astronavi, dei trasferimenti orbitali e degli atterraggi. Musicalmente ci troviamo sempre a giocare con un tema molto rilassante e azzeccato che difficilmente avrete voglia di togliere, a tratti ricorda proprio la colonna sonora del già citato The Martian (che però sfoggia anche moltissime canzoni anni '70-'80). Avendolo provato prelevandolo da Steam, non ci è stato possibile testare il multiplayer ma le notizie che ci sono giunte parlano di una stabilità piuttosto altalenante, soprattutto per il giocatore che fa da host, con un notevole calo di frame man mano che la base ingrandisce, anche con una GTX 1070; al contrario, il gioco in singolo si comporta bene, anche su computer di fascia media, e il nostro test su portatile con GTX 950m non ha deluso e si è mantenuto abbastanza stabilmente sui 60 frame al secondo. Il gioco supporta Astroneer è davvero una bella sorpresa e sarà in grado di offrirvi ore di divertimento, ci sentiamo di consigliarlo anche se è in versione pre-alfa, visto le potenzialità e le possibilità che può offrire. Ne riparleremo sicuramente nel 2017.
Conclusioni
PRO
- Graficamente molto pulito e ben realizzato
- Costruire le basi, i veicoli e le astronavi è davvero molto soddisfacente
- I pianeti sono vari, diversi tra loro e con difficoltà progressiva
- Potenzialità di sviluppo enormi
CONTRO
- Per ora non si ha uno scopo
- Il multiplayer sembra sia traballante
- Qualche crash e glitch ma è normale in versione alfa