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I finali WTF più memorabili dei videogiochi

Ci sono cose che non vorremmo davvero mai vedere

SPECIALE di Dario Rossi   —   29/01/2017

I videogiochi primo o poi finiscono, e dobbiamo accettare l'idea di trovarsi davanti a una schermata dei crediti finali. Certe conclusioni riescono a commuovere, altre sono pienamente soddisfacenti, altre ancora, parecchie, deludono. Ma c'è una ulteriore categoria che va oltre il concetto di sanità mentale, una serie di finali che definire deliranti è puro eufemismo, molte volte concepiti da sviluppatori giapponesi, ma non solo. Il compito di questi finali, solitamente alternativi, è quello di servire da sfogo per la creatività o le frustrazioni dei programmatori, ma a prescindere dallo spunto, l'effetto è quello di spiazzare il giocatore e chiudere la vicenda o il plot che caratterizza il videogioco con soluzioni nonsense, del tutto scollegate dalle logiche narrative, o in modo semplicemente inaspettato. Esistono però dei casi davvero peculiari, che sono stati in grado di oltrepassare qualsiasi limite dell'umana comprensione, entrando, non necessariamente per i motivi giusti, nella storia. Scopriamo insieme quali.

L'articolo contiene spoiler, sconsigliamo la lettura a chi non vuole conoscere particolari sui finali dei giochi menzionati

Ci sono finali in grado di turbare profondamente la psiche di un giocatore

Tekken 5 - Il finale di Lee Chaolan

Anche un picchiaduro ha un finale, specie quelli a incontri, che presentano rivalità quasi sempre improbabili tra i personaggi. La tipica passione dei folli programmatori giapponesi è però anche quella di concludere la modalità di un singolo lottatore mostrando una parte della sua vita, gli hobby e le perversioni, anche fuori dal ring. È il caso di Lee Chaolan di Tekken 5, che nel finale a lui dedicato ci offre un siparietto personale che esalta il testosterone che alberga in ognuno di noi. Cosa accade di preciso? Il nostro Lee si sta godendo il meritato trionfo in una lussuosa piscina, contornato da splendide donne in costume da bagno e una abile massaggiatrice personale. Fin qui tutto bene, ma la faccenda si complica con l'arrivo di un muscoloso individuo in slip attillati, pacco bene in evidenza e inquadratura sui glutei scattanti. Poco dopo scopriamo l'identità del tizio, si tratta di Heihachi Mishima, personaggio iconico della saga e boss finale del gioco, ridotto nelle miserabili condizioni di cameriere personale di Lee. Quest'ultimo chiede con grande soddisfazione un "Two Fingers", con un gesto che purtroppo non chiarisce se si stia riferendo a un drink o qualcos'altro. Resta il fatto che un infastidito Heihachi scopre di avere un dispositivo a detonazione inserito nel suo cravattino, segno che dovrà suo malgrado accontentare ogni malsano desiderio di Lee. L'amaro sapore della sconfitta.

Far Cry 4 - Finale segreto

A Ubisoft sicuramente non manca il senso dell'umorismo, come dimostra il finale segreto aggiunto al suo Far Cry 4. Lo spunto è a dir poco geniale: perché sbattersi combattendo, sprecando proiettili e rischiando la vita? Meglio non fare semplicemente nulla e concludere tutta l'avventura in soli venti minuti! Per farlo è sufficiente attendere il ritorno del dittatore Pagan Min nel salone del suo castello, poco dopo l'inizio del gioco, per circa dieci minuti. In questo modo Ajay non fuggirà dalla struttura, unendosi ai gruppi ribelli e iniziando uno scontro sanguinario in Kyrat, niente di tutto questo, e neanche una pallottola verrà sprecata. In sostanza viene interamente saltata tutta la parte giocata. Al suo ritorno, Min conduce il protagonista al santuario dove depositare l'urna contenente le ceneri della madre, più o meno lo stesso esito ottenuto dopo quaranta ore di combattimenti e avventure. Questo finale è anche il più coerente nell'ottica della storia, visto che lo scopo di Ajay Ghale in fin dei conti era proprio quello, ma si sa, ai videogiocatori piace sempre complicarsi la vita.

Silent Hill - UFO ending e Dog ending

Se c'è una cosa in grado di pareggiare la follia delle storie della serie Silent Hill, questa è senz'altro rappresentata dai suoi finali alternativi "UFO", dove solitamente il protagonista viene rapito da entità aliene dopo una serie di circostanze esilaranti. Questa conclusione ironica e sconclusionata si staccava completamente sia dal plot principale, ma anche dai toni seriosi della saga. Il massimo del delirio fu comunque raggiunto con il "Dog Ending" di Silent Hill 2. In questa apocalisse della ragione, il povero James Sunderland scopriva quale era la vera causa dei suoi mali: tutta l'avventura era controllata da un cane chiamato Mira, intento a scatenarsi nella stanza dei bottoni, infrangendo quindi in qualche modo il quarto muro videoludico. Al povero James non restava che gettarsi esausto e sconsolato al suolo, senza che le dolci effusioni di Mira siano di conforto. Come ciliegina sulla torta, seguiva una particolare sequenza dei crediti finali, davvero difficile da descrivere. Fate prima a guardarla.

Mortal Kombat 4 - Finale di Jax

All'orrore non c'è limite, ma niente potrà mai raggiungere la bruttezza del finale di Jax Briggs di Mortal Kombat 4, tanto da meritarsi un posto di onore in questa carrellata. Nell'elaboratissima scena conclusiva, vediamo Sonya Blade pronta a catturare Jarek, membro del clan del Dragone Nero e discepolo di Kano, dopo averlo sconfitto con un duello. Attraverso una serie di animazioni di una qualità da fare impallidire uno spettacolo di marionette napoletane, vediamo il perfido Jarek gettarsi da un precipizio. Scopriamo però che in realtà si è nascosto sotto una roccia e, afferrando il piede di Sonya, la fa cadere nel burrone. L'agente speciale viene vendicata poco dopo dal brutale Jax, che afferra Jarek per il collo, facendolo penzolare per il dirupo e consegnandolo al suo destino. Le discussioni sulle ultime parole pronunciate dal criminale, ma anche la sua geniale risatina, sono accesissime; ancora oggi nessuno ha capito quali siano, anche se qualcuno le ha interpretate con: "sono talmente gay!"

Drakengard - La landa degli dei

Chiudiamo questa carrellata con il finale WTF per antonomasia. Apice mondiale assoluto delle conclusioni più deliranti di tutti i tempi, quella di Drakengard continua a turbare il sonno di mezzo pianeta. Come sapete, il titolo capostipite della sere Cavia presenta un'ambientazione fantasy medievale piuttosto classica, senza troppi eccessi o commistioni che solitamente ci aspettiamo dai giapponesi. Ma il colpo di scena è sapientemente conservato per una delle tante conclusioni del gioco, ottenibile accontentando determinati requisiti. In questo caso assistiamo all'avvento di un esercito di giganteschi neonati volanti partoriti da un cielo cremisi (!), queste adorabili creature mostrano istantaneamente la loro vocazione: divorare gli esseri umani o più in generale qualsiasi cosa trovino in mezzo alla loro strada. Ma siamo appena all'inizio, poco dopo alla festa si aggiunge anche la regina bestia, un colosso dalle forme femminee in grado di controllare l'orda carnivora. Dopo uno scontro sanguinario contro questo essere, il protagonista si ritrova catapultato nella Tokyo moderna, ancora con una esilarante distruzione del quarto muro videoludico: il drago che lo trasporta crede infatti di essere arrivato nella terra degli dei, con riferimento al fatto che le divinità per un videogioco sono gli stessi programmatori. Se credete che tutto questo sia abbastanza vi sbagliate di grosso. Dopo aver sconfitto la bestia regina, i nostri eroi vengono abbattuti dai militari giapponesi, anche con compiaciuta soddisfazione, mentre i loro resti, insieme a quelli della regina, finiscono per infettare il mondo moderno, creando così una vera apocalisse che porterà al celebre spin-off della serie, Nier.