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Code Vein è una questione di sangue

Abbiamo provato per la prima volta in assoluto l'interessante souls-like di Bandai Namco!

PROVATO di Antonio Fucito   —   21/09/2017

Uno degli annunci recenti che ha suscitato maggiore curiosità è stato sicuramente quello di Code Vein, assieme ad una serie di filmati pubblicati nelle settimane successive. In occasione della nostra trasferta per il Tokyo Game Show abbiamo avuto la possibilità di recarci presso gli studi di Bandai Namco allo scopo di provare il titolo in prima persona e assistere ad una presentazione dedicata. Due momenti preziosi che ci hanno permesso di apprendere una discreta serie di informazioni relative al titolo sviluppato dagli stessi autori di God Eater. Facciamo subito qualche semplificazione per farvi capire di che tipologia di gioco stiamo parlando: Code Vein ha una struttura molto simile a quella di Dark Souls - comprensiva di Open World - con un'immaginario di stampo anime legato a sangue e vampiri. Gli sviluppatori hanno affermato che si tratta di un "Dramatic exploring Action-Rpg", ovvero un videogioco nel quale ci saranno una forte componente narrativa ed esplorativa, incastonate nel classico titolo di azione in terza persona con elementi da gioco di ruolo. Dal nuovo trailer rilasciato e dalle note degli sviluppatori si evince che i protagonisti indossino delle maschere per non essere contagiati dalla nebbia tossica che avvolge l'ambientazione, legata alle creature corrotte che la popolano. Queste ultime sono guidate da una regina assetata di sangue; ma anche i protagonisti, in quanto vampiri, sono interessati al fatto che tale fonte non scompaia né venga corrotta da altre aberrazioni.

La demo comincia all'interno di una caverna affiancati da un compagno(a) gestito dall'intelligenza artificiale, che sarà possibile selezionare in base alle missioni precedenti completate: sì, gli sviluppatori stanno pensando ad una modalità cooperativa online; sì, il gioco può essere affrontato anche in solitaria per un livello di sfida maggiore. Il protagonista dispone della possibilità di selezionare due armi principali e una speciale, sulla quale torneremo tra poco. Lo schema dei comandi è differente da quello di Dark Souls, poiché prevede il tasto quadrato e triangolo per l'attacco, la X per la schivata. Parata e Parry sono affidati a L1 e L2, con R1 invece è possibile compiere una serie di attacchi speciali in congiunzione con i tasti frontali. A schermo abbiamo energia, stamina, oggetti selezionabili con la croce digitale sul lato sinistro, su quello destro i punti Ichor e i "gift" disponibili, da attivare con R2 e i tasti del pad. Queste ultime due caratteristiche sono legate proprio all'arma speciale, che nella demo era a scelta tra un artiglio oppure una coda appuntita. Si attiva e si carica mediante il tasto cerchio, rilasciando un potente colpo che se andato a segno aumenta i punti Ichor sopracitati, una sorta di potenziamento di sangue che poi viene utilizzato per abilità che spaziano da semplici proiettili fino alla possibilità di impregnare la propria arma di energia.

Code Vein è una questione di sangue

Durante la nostra prova tale sistema ci ha incuriosito parecchio, perché questi potenziamenti risultano piuttosto efficaci e permettono di avere un vantaggio competitivo sugli avversari. Dicevamo della struttura simile a Dark Souls: sono presenti infatti dei cristalli che funzionano da checkpoint, teletrasporto e ripristino ad esempio di oggetti di cura, contestualmente rigenerando tutti i nemici nelle vicinanze, e non mancano nemmeno le scorciatoie. La demo durava 20 minuti - noi l'abbiamo affrontata due volte - ed era orientata in primis al combattimento riguardo il quale da un lato ci siamo trovati subito a nostro agio, provenendo da altri souls-like, dall'altro un po' in difficoltà per il livello di sfida ma anche per un sistema ad oggi farraginoso nelle collisioni, fisicità dei colpi e anche nel posizionamento della telecamera non proprio impeccabile. Tutte cose che verranno probabilmente risolte nei prossimi mesi: nel frattempo siamo caduti una volta nell'ansia di evitare i colpi e abbiamo trovato le maggiori difficoltà quando attaccati in gruppo, come da copione per questo genere di giochi.

Code Vein è una questione di sangue

Dopo un certo numero di checkpoint siamo giunti al boss Queen Kight, con tanto di barra di energia in evidenza divisa in tre stadi, che corrispondono a tre differenti set di mosse da parte della suprema regina. Il design dei personaggi come detto ricorda quello di un anime nei protagonisti principali, ci è piaciuto di più per quanto ci riguarda gli avversari, ben particolareggiati e carismatici. Il motore grafico utilizzato è l'onnipresente Unreal Engine 4, ancora piuttosto grezzo in questa implementazione ma comunque in grado di donare una veste credibile al mondo di gioco. Durante la classica sessione di domande e risposte abbiamo appreso inoltre che in determinate situazioni ci saranno scelte multiple che non solo andranno ad incidere sulle reazioni dei personaggi secondari, ma anche nel computo complessivo dell'avventura. In che misura non ci è dato ancora saperlo, ma questa caratteristica potrebbe rappresentare un punto a favore del gioco.

Nel 2018 Code Vein sarà un nuovo esponente del sotto genere souls-like che da un lato si prospetta molto interessante, dall'altro dovrà dimostrare di avere un carisma e delle peculiarità tutte proprie.

CERTEZZE

  • Il gioco sembra avere una storia non proprio banale
  • La struttura souls-like sembra essere corposa
  • Scelte multiple all'interno della storia

DUBBI

  • Davvero molto simile a Dark Souls nelle fondamenta, dovrà avere una propria personalità
  • Ancora grezzo in questo stato di sviluppo